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IL RE ROSSO

La mattina seguente kinvara raggiunse Jon e Daenerys nelle loro camere. Dopo il frugale saluto della sera in cui erano tornati a Roccia del Drago avevano assolutamente bisogno di parlare con lei... sicuramente avrebbe potuto dar loro maggiori delucidazioni sulle vicende a venire.

Il suo abito di seta rossa frusciò mentre con fare sinuoso si apprestò a fare il suo ingresso nella stanze della regina, le mani rigorosamente intrecciate sul ventre e le lunghe maniche a losanga che quasi toccavano il suolo...

'Vostre grazie' ... proferì Kinvara salutandoli entrambi appena giunta, anche se non le sfuggì il capo chino di Jon, i suoi occhi socchiusi mentre si massaggiava la fronte dopo aver udito quel reverenziale saluto: non poteva farci nulla, gli sembrava così tanto strano, da bastardo a vostra grazia il passo era davvero grandissimo... preferì comunque sorvolare visto che c'erano in gioco questioni molto più urgenti ed importanti.

La sacerdotessa si mise seduta, il suo abito allargandosi come una fiammeggiante farfalla, mentre Jon si accinse a tirar fuori da un grande armadio un sacco di tela grigio, stretto e lungo... disciolse i nodi, lo aprì e ne estrasse la spada.

Gli occhi di Kinvara si spalancarono:  'portatrice di luce'... solo due parole mentre si levava per poterla ammirare... la condusse vicino al suo cuore come a volerne sentire il calore.... il rubino del suo collare parve diventare più rosso, sentì la pelle che le bruciava furente .

Ma la meraviglia della sacerdotessa non pareva altrettanto condivisa da Jon e Daenerys.... la regina rimarcò a Kinvara che per quanto sapesse quanto Alba fosse una spada particolare creata dal metallo di un meteorite, per quanto avesse tutte le caratteristiche dell'acciaio di Valyria tranne per suo colore latteo e la luce vibrante che emanava, non vedeva una spada fiammeggiante.

Guardò lui per qualche attimo...  'magari è solo una metafora, ma sia io che Jon abbiamo bisogno di maggiori spiegazioni... infine ammise la verità dei fatti.

'Posso' ...  Kinvara con un algido cenno chiese a Jon di poter avere la spada...la sacerdotessa si diresse verso il camino acceso e posò la lama della spada nel fuoco...

'Cosa fate!'... le mani di entrambi si protesero per evitare lo scellerato gesto...

'State tranquilli'... proferì con la sua solita flemma Kinvara, mentre allontanava le lunghe maniche dell'abito dal fuoco..

La spada rimase sulle fiamme del camino accompagnata dal crepitio della legna che si anneriva, si frantumava fino a divenire cenere e quando, aiutandosi con un panno per non ustionarsi, la sacerdotessa la portò lontano da quelle lingue di fuoco....Alba ...era identica a prima, forse ora sarebbe stata solo più rovente, immaginò Jon...

'Si, è identica a prima'... confermò la sacerdotessa.

Jon e Daenerys erano sempre più sconcertati.

'Vogliate farmi la cortesia di accomodarvi così che possa narrarvi del mito di Azor Ahai'

Raccontò che secondo le leggende dell'Estremo Oriente , il tradimento di sangue dell'Imperatore di Pietrisangue iniziò un'era di oscurità, che Westeros chiamava la Lunga Notte.  Secondo la storia diffusa ad Asshai, un grande guerriero si levò per combattere le tenebre che avvolgevano il mondo. Azor Ahai aveva però bisogno di forgiare la spada di un eroe, quindi lavorò per trenta giorni e trenta notti ai sacri fuochi di un tempio finché non fu terminata. Tuttavia, quando si accinse a temprarla in acqua, la spada si ruppe. Ma lui non era uomo che si arrendeva facilmente, quindi ricominciò. Azor Ahai impiegò cinquanta giorni e cinquanta notti per rendere un'altra spada migliore della prima. Per temprarla, questa volta, catturò un leone e conficcò la spada nel suo cuore, ma ancora una volta l'acciaio si frantumò. La terza volta, con il cuore pesante, poiché sapeva in anticipo cosa doveva fare per finire la lama, Azor Ahai lavorò per cento giorni e notti finché non fu finita. Questa volta chiamò sua moglie, Nissa Nissa, e le chiese di scoprire il seno. Guidò la spada nel suo cuore vivente, la sua anima si combinò con l'acciaio della spada, creando Lightbringer , la spada rossa dell'eroe. Portatrice di Luce sarebbe stata da allora in poi sempre calda al tatto.

'No!!! ... urlò Jon alzandosi dalla sedia e finita fragorosamente al suolo... 'no!!!', ripetè ancora, mentre andava innanzi e indietro come folle...

'Non ci sarà nessun sacrificio, nessuno morirà . Che Westeros vada in malora, che muoiano tutti... non mi importa!!!. Daenerys ordina di preparare i bagagli: tu i bambini io e chi ci è più caro tornerà di filato ad Essos, nessuno morirà più per nessuna profezia, ne andasse del mondo intero!!!'...

Daenerys era sconvolta dalla sua reazione ma lo capiva, quella profezia sicuramente gli aveva riportato alla mente il giorno in cui con un gelido pugnale nel cuore, le aveva tolto la vita.

'Dany, cosa fai... andiamo via...ora!' imprecò ancora una volta.

Lei cercò di calmarlo ma la rabbia di Jon era incontenibile...

'No Dany, non sono disposto a sacrificare più niente e nessuno e nemmeno tu devi... non voglio più soffrire! ecco, lo ammetto!!!! Ho passato la vita intera a cercare di fare la cosa giusta e non mi ha portato altro che dolore,  fino ad ora,  con te e i bambini'.

'Miei signori , ...con voce suadente la sacerdotessa rossa cercò di calmare gli animi...

'Non c'è niente che possiate dire o fare, noi andiamo via... trovatevi un altro principe o ... Azor Ahai o chiunque vogliate' : oramai Jon non aveva più freni, qualsiasi pensiero balenasse nella sua mente trovava espressione.

kinvara sorrise, mentre con le dita seguiva i contorni del suo fiammeggiante monile; a Jon sembrò del tutto fuori luogo quel sorriso di fronte a possibili visioni di sacrifici.

'Probabilmente non avrei dovuto raccontare la leggenda così come viene tramandata'... si rammaricò la sacerdotessa mentre quasi indifferente sistemava le pieghe del suo abito...

'E come!'... la schernì lui...' in maniera tale che non ci accorgessimo di quello che sarebbe successo'...  Jon era su tutte le furie. 

'Voi avete già compiuto dei sacrifici nelle vostre vite, non vi si chiede altro ancora'... Kinvara per un momento sembrò comunque distrarsi, come richiamata da qualcos'altro.

'E il bambino, lui è la terza testa di drago, cosa dovrà fare un bambino non ancora nato,  chi dovrà sacrificare' ... Jon chiuse gli occhi terrorizzato mentre le rughe sulla fronte divenivano sempre più evidenti.

Kinvara abbassò il capo,  i suoi occhi parevano essere costantemente rubati all'attenzione dei due... ' questo no ve lo so dire'.... continuava a guardare altrove, stranamente assente in quelle risposte che invece erano di fondamentale importanza sia per Daenerys che per Jon.

'Quindi non ditemi che siete certa che nessuno dovrà morire dunque!... imprecò ancora Jon...

'Lasciatemi finire vi prego, poi farete quello che riterrete più opportuno'... chiuse gli occhi increspandoli e cercò di riprendere il filo del discorso come se sino a quel momento non avesse avuto contezza di sè.

'Ascoltiamola Jon'...  e per la prima volta fu Dany quella pacata e calma a dover placare i fumantini umori di lui.

'Jon, voi amate Daenerys e voi altezza... voi amate lui... ed entrami, amate di uno identico immenso amore il vostro bambino non ancora nato... i suoi occhi si chiusero ancora , una piccola ruga si insinuò tra i sopraccigli.

La spada dovrà solo essere intrisa del vostro sangue, quello di entrambi, dunque anche di quello del bimbo ancora nel grembo di sua grazia... basterà che il sangue degli antichi draghi di Valyria che scorre in voi bagni la lama... e infine il respiro di drago...è tutto quello che vi si chiede'.

Jon strinse Daenerys con tutte le sue forze portando una mano sul ventre di lei a proteggerlo.

'Ne siete certa' ... chiese preoccupata Daenerys

'Vostra Grazia è una profezia, nessuno può essere certo di niente e, se non dovesse essere così, non vi fermerò dal prendere qualsiasi decisione riteniate opportuna' .

Daenerys carezzò il viso di Jon visibilmente turbato e madido di sudore...

'Possiamo provare e se così non devesse essere andremo via, te lo prometto'.

Jon sembrò calmarsi e con un cenno del capo assentì a provare il rito prospettato da Kinvara, ma la sua mente continuava a farneticare su quale possibile sacrificio un bambino non ancora nato dovesse compiere... non si fidava di kinvara, sapeva cosa Melisandre era stata capace di fare, irretendo ed ammaliando, con la prospettiva di un avvenire di gloria e grandezza, la mente di Stannis Barathion sino a convincerlo ad immolare su di un rogo la sua unica amata figlia, la piccola principessa Shireen. Lui non avrebbe mai permesso che la sua famiglia fosse  solo lontanamente catturata dagli artigli perigliosi di un Dio che sapeva donare, ma anche spesso togliere la vita per i suoi scopi e a cui i suoi sacerdoti ciecamente ubbidivano.







C'era la luna piena sulla spiaggia di Roccia del Drago... la sua lattea luce si riverberò sulle metalliche scaglie nere viola e bianche di Drogon, Veraxex e Luxes, pronti a far nascere il nuovo membro dei draghi Targaryen.

L'uovo rosso rubino rinvenuto nella lontana Ulthos fu posto al centro di una piccola pira costruita all'uopo, mentre i draghi erano situati ai tre vertici opposti.

Jon e Daenerys, insieme a Kinvara, si apprestavano ad osservare se il prodigio riuscito solo alla Madre dei Draghi di far sorgere a nuova vita un uovo ormai pietrificato, non dissimile dai tre a lei donati da Illyrio Mopatys, si sarebbe nuovamente ripetuto grazie alla magia del fuoco di tre diversi draghi...

'Drogon, Veraxex,  Luxes'... le voci di Jon e Daenerys si fusero in un melodioso insieme... e 'Dracarys' scatenò le fiamme delle tre incarnazioni del fuoco.

Lingue rosse arancioni e gialle sino a culminare in riflessi quasi neri si levarono, rischiarando il buio della notte e della spiaggia; persino il mare sembrò abbeverarsi di quel colori riverberandosi sino alla bianca luna che parve assumere la medesima sanguigna tinta.

Le vivide fiamme parevano non trovare mai fine e solo verso l'alba cominciarono lentamente a scemare. Jon,  Daenerys e Kinvara erano rimasti tutto il tempo ad osservare il fuoco, la sacerdotessa particolarmente rapita e a tratti smarrita e confusa.

Della pira vi erano rimasti oramai solo trucioli neri e cenere mentre l'uovo, per quanto possibile, era ancora più rosso di prima. Lentamente alcuni crepitii si udirono, poi le falle divennero sempre più evidenti: un piccolo tonfo e un'ala membranosa e rossa venne fuori, subito dopo una piccola testa fieramente sanguigna, con gli occhi color dell'oro che sembravano guardarsi intorno come a cercare di capire cose stesse succedendo. L'uovo infine si frantumò e ne venne fuori una creatura di un rosso infuocato. Il piccolo corpo era ricoperto di scaglie scarlatte e membrane alari di colore rosso e rosa. Cresta, corna e artigli erano vividi come rame.

Daenerys non ricordava un drago simile , ma in quei giorni, aggirandosi per le numerose stanze di Roccia del Drago, aveva rinvenuto una vecchia libreria impolverata, dove ragnatele e ragni avevano trovato posto da chissà quanti anni... facendosi strada tra quelle bianche tessiture  aveva curiosato tra i diversi volumi, probabilmente abbandonati dai tempi in cui i Targaryen ancora dominavano su Westeros. Molti infatti narravano di Aegon il Conquistatore e le sue regine, Rhaenys e Visenya, altri di avvenimenti più recenti denominati dal maestro che aveva vergato il testo come Danza dei Draghi... e nascosto dietro altri tomi, aveva trovato un libro redatto da un arcimaestro della Cittadella di Oldtown, tale maestro Gildayn, dove erano indicati i draghi della dinastia Targaryen a partire dal Conquistatore. Vi erano nominati Balerion, il terrore nero , Vaghar,  Meraxex e la lista continuava lunga, con la descrizione dei draghi e del cavaliere che lo aveva cavalcato. Apprese dunque da tale lettura dell'esistenza di un drago chiamato la Regina Rossa, Meleys, cavalcato dalla principessa Rhaenys Targaryen, la Regina Che Non Fu Mai.

Dunque si era sbagliata, non era il primo esemplare di quel fiammeggiante colore ad esistere. Daenerys in ogni modo era comunque estasiata dalla visione del nuovo cucciolo scarlatto.

Jon la guardò e le sorrise, 'Spetta a te dargli un nome'.

'Sai, dopo la storia di Meleys la regina rossa che ti ho raccontato, ho pensato che lui sarà il nostro Re Rosso'.

La regina, raggiante, mentre indulgeva qualche momento per permettere ad piccolo drago di salire titubante dalla mano fin sulla sua spalla, pensò ad un nome adatto a quella creatura che già sentiva sarebbe diventata enorme e possente almeno quanto Drogon.

'Cosa ne pensi di Redaros' ...

Jon increspò gli occhi come volesse immaginare quel nome associato a quell'esserino non più grande di un gatto ... 'Redaros il Re Rosso... mi piace!' ... assenti sentitamente. 'E Redaros sia... benvenuto in questo mondo piccolo cucciolo'... gli solleticò  il mento aguzzo mentre si avventurava ad accarezzarlo.

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