50

IL PRINCIPE CHE FU PROMESSO -  PARTE PRIMA

Quella mattina era più fredda del solito, la neve imbiancava il panorama circostante, ammansito solo da qualche accenno di verde degli alberi dove la neve era caduta silente lasciando spazio alle trame di tronchi e foglie.

Una grande tenda bianca con due entrante separate fu eretta in una zona tranquilla e deserta tra Rosby e Duskendale. Da un a parte vi erano le cappe dorate di re Bran lo spezzato, dall'altro gli Immacolati della regina Daenerys Targareyn.

Il re arrivò scortato dal suo concilio: Ser Brienne di Tarth lord comandante, Ser Podrick Payne , il gran maestro Samwell Tarly, Ser Davos Seaworth e naturalmente il primo cavaliere Tyrion Lannister.

Dall'altra parte arrivarono Verme Grigio, comandante degli Immacolati, Tormund veleno dei giganti e kinvara, fortemente voluta dalla regina. Daario, come era stato già chiarito prima della partenza,era rimasto a Roccia del Drago con i Dothraky a guardia dei principini così come anche Veraxes...

La regina Daenerys Targaryen e Jon Snow/Aegon Targaryen, arrivarono subito dopo a dorso di Drogon e Luxes.

Quando tutti furono ai loro posti, mentre si scrutavano vicendevolmente, Daenerys notò, in un angolo in disparte, Arya Stark, che fino a quel momento sembrava non esserci stata. Anche Jon la vide e ne rimase colpito, visto che sino al quel momento non aveva saputo nulla di lei, almeno da quanto gli aveva riferito Tormund. La guardò fisso e lei di rimando ma non riuscì a comprendere quello che stava pensando, per quanto da piccoli, ricordò con un filo di tristezza, si capissero perfettamente, riuscendo a concludere all' unisono le frasi l' uno dell'altra; in ogni caso era lieto di saperla viva, per quanto temesse per Daenerys: Arya era stata parte della setta degli uomini senza volto, era capace di uccidere con grande facilità e questo lo preoccupava soprattutto perché non era in grado di dare una spiegazione alla sua presenza in quel posto. In effetti la bruna Stark non faceva che squadrare con fare indagatore la regina dei draghi e questo non ebbe che da deporre a favore delle preoccupazioni di lui.

Fu Tyrion Lannister a prendere per primo la parola.

' Benvenuti e ringrazio tutti di aver accettato la tregua proposta dal nostro re. '

Daenerys parlò per seconda. ' Anche se potrebbe parere inutile in quanto comprendo l'insensatezza del mio fare, chiedo sentitamente perdono a mio nome e della mia casata per l'orrore provocato in passato. Il vostro re mi ritiene colpevole di ciò e io non lo nego, ma non sono qui per essere processata' fu chiara la regina. 'Sono tornata per riprendere ciò che è mio da sempre.'

Poteva aver gravemente sbagliato ma il trono di spade o di Westeros era della famiglia Targaryen, e su questo Daenerys non poteva transigere, ora soprattutto che vi erano tre figli e lei non era l'ultima rimasta della sua ancestrale famiglia. 

Dopo quelle parole seguì qualche momento di silenzio: era chiaro il messaggio della regina. Fu Jon con una domanda che nessuno si aspettava a porre fine a quell'estenuante vuoto.

'Sansa dov'è' pronunciò quelle parole con tono freddo ed indagatore.

Il re lo guardò, forse ne sapeva il motivo, ma si limitò solo a dire 'è a nord dove la regina del nord deve essere.'

"La regina del nord"pensò Jon Snow. 

E deve quel titolo solo ad un motivo! Al mio sacrificio!

Jon in ogni caso preferì non replicare, ma si disse che presto Sansa avrebbe ricevuto una sua visita.

Nonostante i fronti opposti sia Sam che ser Davos salutarono Jon, che per il primo rappresentava un amico sincero che lo aveva sempre aiutato e sostenuto e per l'altro, nemmeno a dirsi, quasi il figlio che aveva precocemente perduto durante la battaglia delle Acque Nere. Per ultima fu Arya a salutare con un semplice 'ciao Jon', detto in un tuono quasi inespressivo, quello che tuttavia era sempre stato il suo fratello preferito.

Jon fu felice di quel saluto ma non riusciva a cogliere espressioni benevole di Arya nei confronti di Daenerys e questo gli dispiacque non poco, ma in fondo capiva: lei la conosceva solo per i fatti di Approdo del Re, non aveva mai provato ad accettarla per tutto il tempo che era rimasta a Grande Inverno. Allora il suo modo di pensare era ' il branco e basta, gli altri solo estranei' e Jon aveva capito troppo tardi quanto quel modo di concepire la famiglia fosse profondamente sbagliato.

Dopo quei convenevoli Daenerys assunse un tono molto più serio chiedendo maggiori spiegazione riguardo questa tregua poco chiara che aveva potuto esserci solo in virtù del credito che Ser Davos aveva guadagnato anche nei suoi confronti . Un lieve sorrise apparve sul viso del cavaliere delle cipolle dopo quelle parole, ma data la situazione formale, cercò di nasconderlo coprendosi la bocca con la mano.

Fu Bran a parlare finalmente. 'Cercherò di essere il più chiaro e dettagliato possibile, perchè ne va della vita di tutti noi.' il suo tono rimase comunque sempre pacato e inespressivo nonostante la rivelazione appena fatta.

Quelle parole sconvolsero invero la parte avversaria che non si aspettava una tale prospettiva.

Poi continuò. 'Credo che dovrei iniziare mostrandovi qualcosa...' Bran si sollevò la manica del suo farsetto grigio e mostrò quello che nascondeva. Gli occhi di tutti puntarono su quel braccio scoperto, ma fu Jon ad impallidire per primo, aveva riconosciuto quello che Bran stava mostrando.

'Vedo che hai compreso Jon, a giudicare dalla tua espressione' proferì il re. Lui non rispose, non riusciva a credere a quello che stava vedendo, quindi aspettò un attimo per riprendere fiato e il filo dei pensieri.

'Quella è... è la mano, il segno che il Re della Notte ti ha lasciato per poterti trovare ovunque fossi, giusto?'

Quelle parole fecero impallidire Daenerys che si portò istintivamente le mani sul grembo.

Jon continuò incredulo. ' Perchè è ancora sul tuo braccio,  il re della notte è stato sconfitto, Arya l'ha ucciso' e guardò d'impulso sua sorella che, di rimando, chinò il capo, facendo capire a Jon che le cose non erano così semplici.

A quel punto fu Bran a dover dare maggiori spiegazioni. ' Arya ha fisicamente distrutto il re della notte, è andato in frantumi, eravamo in pochi lì, ma... Si! E' andata esattamente così'. Tuttavia la magia da cui era stato creato no!. E questa stigma ha decretato la mia condanna: quella magia ha trovato la via più facile per insidiarsi in chi era già stato marchiato da lui: IO; e per di più ha potuto attingere ai poteri che io avevo in quanto corvo con tre occhi. Quello che vi sto dicendo è che dentro di me si cela la magia con cui fu creato il re della notte e che presto riuscirà a prendere il sopravvento. '

'Cosa vorresti dire.' Jon era in preda al terrore e Daenerys pareva essere improvvisamente diventata di ghiaccio, quasi non riusciva a muoversi.

'Che il suo potere è troppo forte e ha preso anche parte del mio e presto... io sarò... morto ...e lui... lui tornerà come lo conoscevate, in tutta la sua malvagità.' A quel punto anche il serafico re Bran non poté che chinare la testa mostrando un minimo di dolore.

Quelle parole lasciarono sgomenti gli avversari del re corvo, mente coloro che erano con lui rimasero costernati già sapendo quello che aveva appena detto. Ognuno cercò di nascondere preoccupazione, paura, qualsiasi sentimento albergasse il loro nei modi più disparati: distogliendo lo sguardo, cercando di mettere a posto dettagli del proprio vestiario, guardandosi intorno o verso l'alto.

Daenerys non parlava, pensava solo ai suoi figli e a quanto avesse avuto ragione a non voler ritornare. kinvara invece rifletteva con lo sguardo perso nel vuoto.

'Cosa dobbiamo fare, come lo sconfiggiamo stavolta.' Jon non era più lucido pensando a quello che poteva accadere, soprattutto a Daenerys e ai suoi figli.

Bran si raccolse in un momento di silenzio per continuare, era sempre più debole e questo non passò inosservato agli occhi di nessuno.

'La ragione di tutto questo sta nel fatto che Arya non era la persona che gli Dei avevano designato essere il principe che avrebbe distrutto per sempre le tenebre. A quel punto lui guardò kinvara. ' Volete proseguire voi sacerdotessa, in fondo il vostro Dio vi ha voluto qui per un motivo.'

Con un cenno di assenso, piegando leggermente il capo, kinvara si levò, mettendo a posto le pieghe del suo lungo abito rosso e portando quasi inconsciamente una mano verso il monile che le cingeva il collo, identico a quello di Mesisandre. Raccolse le forze e parlò.

'Secondo la leggenda la Lunga Notte finì perché Azor Ahai, conosciuto anche con il nome di principe che fu promesso, in possesso di una spada fiammeggiante, nota come "Light Bringer" o "portatrice di luce", riuscì a arginare l'esercito degli Estranei ai confine del nord separando così i morti dai vivi. Centinaia di anni dopo alcuni, tra cui le Sacerdotesse della Luce, compresa me, credono che la reincarnazione di questa figura leggendaria apparirà nei Sette Regni. Sarà lui o lei a porre fine all'inverno. Come potete capire da quello che re Bran vi ha appena detto è che la lunga notte non è mai finita davvero ed il motivo risiede nel fatto che Arya Stark non era Azor ahai, il principe che fu promesso e l'arma usata per ucciderlo non era portatrice di luce altrimenti noi non saremmo tutti qui ora.'

A quel punto Jon comprese molto cose fino ad allora poco chiare che aveva fatto Bran e non sentì più ostile risentimento verso quello che un tempo pensava essere il suo fratellastro.

'Cosa dobbiamo fare per salvarti!' In un impeto di compassione cercò di trovare una soluzione per tutti : era Jon! E lui era fatto così!

Bran accennò un lieve sorriso. 'Non potete. Solamente con la mia morte lui risorgerà in tutta la sua malvagità e solo allora l'eletto potrà ucciderlo con 'portatrice di luce.'

'Deve esserci un modo ' Jon non voleva arrendersi!

'No Jon!' sorrise ancora. ' So che sarei morto dal giorno della lunga notte dopo aver visto lo scorrere degli eventi;  è per questo che ho accettato il trono, per trovare il modo di porre fine una volta per sempre a tutto questo.'

A quel punto fu Daenerys ad intervenire. ' Sapete chi è Azor Ahai , il principe che fu promesso?'  Chiese sperando in una risposta affermativa mentre il suo pensiero era rivolto a Rhaenys Rhaegar e a quella piccola creatura nel suo grambo.

'Si ... so chi è, anche se ultimamente non ho più visioni a causa del prepotente e preponderante potere del re della notte: posso dirvi chi è l'eletto dagli Dei e cos'è portatrice di luce. Sono state le mie ultime visioni prima di perdere i miei poteri di corvo con tre occhi.'

'Dunque?' lo esortò Jon, che fremeva di sapere: la sua preoccupazione più grande era difendere Daenerys e i loro bambini da quella terribile minaccia: ormai i pensieri di lui e Dany erano gli stessi, proteggere i loro figli.

Alla fine Bran si espresse: 'il principe che fu promesso, Hazor Ahai reincarnato sei tu...





JON!

Lui spalancò gli occhi tra lo stupito e l'incredulo mentre Daenerys lo guardava sbalordita.

NOTA: IL CAPITOLO NON TERMINA QUI, CI SONO ALTRE SORPRESE NELLA SECONDA PARTE... GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE LEGGONO, E' UN ONORE PER ME.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top