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RIMEMBRANZE

Jon levò gli occhi e un intrico di meraviglia e stupore abbagliò i suoi occhi fieramente colpiti dal sole: vide il suo caro amico bruto, che lo aveva accolto nelle lande desolate del nord dopo essere stato esiliato per qualcosa che il dovere si!, ma anche le lusinghe e le pressioni di tanti -a cominciare da Tyrion e sua sorella Arya - lo avevano spinto a quel gesto estremo di cui probabilmente mai avrebbe smesso di pentirsi per tutto il resto della sua vita.

Quegli uomini oltre la barriera, nonostante gli eventi, lo avevano accolto e lo avevano visto un riferimento, un re dopo Mance Rayder e quest Jon, almeno allora, non lo aveva capito e accettato, visto che si sentiva solo un traditore , un regicida, che aveva ucciso la donna che amava e che si fidava ciecamente di lui. Sarebbe stato un tormento eterno, nonostante tutto e nonostante due figli, ma adesso si sentiva responsabile per quel popolo e avrebbe fatto di tutto per aiutarli.

Tormund, il fulvo veleno dei giganti, non fece molti passi prima di essere raggiunto dagli Immacolati.

Daenrys era lì che guardava . Poteva notare la felicità di Jon nel rivedere Spettro e si rammentò anche dall'omone dai capelli rossi. Come dimenticare le sue pantagrueliche bevute da corni lisci come la pelle di bambino, mentre si sbrodolava la barba e rideva felice.

'Lasciatelo' comando la regina agli Immacolati.

Così Jon potè correre ad abbracciare il suo vecchio amico.

Quasi lo stritolò per la contentezza di rivederlo con uno dei suoi abbracci spacca ossa!

'Per gli inferi piccolo corvo, sei vivo! e lo è ... 'La guardò con occhi sgranati. '... Anche la regina drago!' Una sonora risata parti tomante: poteva essere uno uomo rude e di dubbie maniere, ma non ci mise molto a capire che anche Daenerys, come Jon, era stata portata indietro dai preti rossi.

'Spero avrai smesso di torturarti ora' e un'altra pacca partì dalla sua enorme mano mettendo a dura prova la schiena di Jon.

'Come hai fatto a sopravvivere' sogghigno Tormund. 'Non ti ha fatto bruciare vivo all'istante' inarcò un sopracciglio il rosso.

'E' una lunga storia a dir la verità. Come sapevi?'

'La notizia della regina drago di nuovo a Westeros è arrivata fin oltre la Barriera e ho pensato che Spettro dovesse tornare dal suo padrone. I primi tempi dopo che sei partito ha avuto un comportamento strano, penso notasse la tua assenza e credo proprio che gli mancassi. Mangiava a mala pena ed era sempre accucciato, ogni rumore lo metteva in allerta, credo sperasse fossi tu'...

Jon accarezzò ancora una volta il suo amico lupo abbracciandolo per il collo come spesso era solito fare prima di andare via, anzi poteva dire da quando era divenuto un enorme cucciolone di metalupo.

'Dai entriamo.' In quel momento guardò Daenerys quasi a chiederle il permesso: un suo sorriso e un cenno di assenso furono più che eloquenti.

Lo condusse insieme Spettro, verso l'ingresso. Il fulvo notò subito quella strana entrata che pareva essere la bocca di un drago fino poi a giungere nella sala grande e lì il suo stupore aumentò:  tutta la sala era scolpita sul modello di un drago che giaceva sul ventre.

Daenerys non si unì a loro, immaginava che due vecchi amici anzi tre, con Spettro, avessero avuto tanto da dirsi. I due si sedettero ad un enorme tavolo l'uno vicino all'altro mentre il metalupo si raggomitolò ai piedi del suo padrone quasi a voler rimarcare quanto ne avesse sentito fortemente la mancanza. Furono portati carne di selvaggina e birra.

'Non sarà come quella del tuo nord ma...' sorrise sghembo Jon.

'Scherzi!'  Tormund ingollò un grosso boccale senza battere ciglio sbrodolandosi la barba.  'Questa birra è buonissima, non è certo come il nostro piscio!' E un'altra sonora risata parti tonante.

'A dir la verità...' Tormund si fece serio, ripulendosi la barba bagnata con una manica del giaccone. '... Sam Tarly ci ha mandato un corvo per avvisarci di nuove incombenti minacce e anche che tu stessi ritornando da Meereen. Mi è preso un colpo quando ho sentito quel luogo dopo il tuo messaggio così frugale e l'essere sparito dal giorno alla notte: non sapevo cosa pensare. Poi ho capito. Sono un uomo intelligente io!' E giù a tracannare un altro boccale di birra.

'Sam!' Un velo di tristezza appannò la gioia di aver ritrovato Tormund. 'Sai come sta... cosa sta succedendo qui. Bran ci ha minacciati tutti, per questo siamo tornati. Altrimenti ora probabilmente sarei ancora a Meereen con Dany.'

'Jon!' Sopirò pesantemente il fulvo omone. 'Io non so molto più di te, se non per il messaggio giuntomi da Sam Tarly. Le uniche voci che ho raccolto scendendo verso il sud è che il re non si è mai visto, nessuno sa nemmeno che aspetto abbia pensa un pò! Non so perchè alla fine abbia accettato un compito che non era in grado di svolgere, credo il lavoro maggiore lo faccia il concilio. A proposito... so che donna grossa è ora lord capitano.'  I suoi occhi si infiammarono e una gomitata colpì il braccio di Jon mentre Tormund ridacchiava compiaciuto. Poi si fece nuovamente serio. 'Il regno non sta meglio piccolo corvo, la gente ha paura e questo inverno inaspettato non ci voleva: i raccolti scarseggiano, c'è bisogno di qualcuno che finalmente riporti una cazzo di pace in questi dannato continente.'

Le notizie riportate da Tormund fiaccarono lo spirito di Jon. Lui si sentiva felice con Daenerys e i suoi figli e l'udire che nulla era cambiato, che tutto quello che aveva fatto, persino sacrificare il sangue del suo sangue, la persona che più amava a questo mondo, lo debilitarono nell'animo. Non sapeva se ci fosse qualcosa che potesse fare, aveva già fatto parte, come pedina dei giochi di potere, per la conquista di un trono e non voleva più entrarvici nella maniera più assoluta. Anelava solo pace e serenità dopo una vita trascorsa a combattere per poi essere ripudiato come la peggiore feccia vivente.

Scrollò un attimo tali pensieri c'era qualcun altro di cui voleva avere notizie. 'Arya?'

Scosse il capo, gli occhi bassi. ' Non so nulla di certo su dei lei, Jon: alcuni sostengono sia tornata, altri che sia morta dopo essere partita, non so cosa dirti di più.'

' Sansa?' D'improvviso i suoi occhi divennero cupi.

'Hey piccolo corvo, che succede! Credo che la tua cara sorella o cugina, non so come la chiami, se ne stia seduta al nord sul suo regale culo, più di questo non so.'

Jon annuì ma si vedeva chiaramente che covava qualcosa.

' Tu invece, quando mi racconti come è andata.' Il rosso era davvero curioso di sapere.

Jon spiegò a Tormund del suo lungo viaggio fino a Meereen aiutato da Ser Davos, dell'odio che lei, giustamente, all'inizio provava per lui e di come pian piano si fossero ritrovati. Aveva temuto per la sua vita ma vedere che il suo gesto sconsiderato non aveva prodotto quello che per la maggior parte degli uomini causa, lo aveva reso così felice che non gli importava quale sarebbe stata la sua fine: la donna che amava, ora senza più remore o giudizi morali di alcun tipo, era viva e questo a lui bastava. Aveva smesso di porre l'onore davanti a tutto, c'erano dei limiti che non potevano essere violati e lui purtroppo l'aveva capito tardi.

'Che tu sia dannato Snow! Cavalchi di nuovo draghi e hai riavuto l'amore della tua vita!' E giù un'altra pacca sulla schiena, mentre rideva così forte che tutta la sala rimbombò.

'Già' sorrise felice Jon Snow. 'Ma c'è una cosa di cui non ti ho ancora parlato.'

'Cosa?' Tormund aggrottò la fronte.

'Questa devi vederla'. Gli fece un cenno con il capo invitandolo a seguirlo.

Jon scortò Tormund fino ad una camera vicina a quella sua e della regina. Aprì la porta e due piccoli bimbi gli corsero incontro.

'Papà!'

'Papà!'

Entrambi si aggrapparono alle gambe di Jon;  lui si chinò e li prese tra le sue braccia.

'Ti presento Rhaenys e Rhaegar:  i miei figli e... di Daenerys!'

Per la prima volta Tormund era senza parole, li guardava tutti e tre sbalorditi, come se per un attimo non fosse più la realtà. Forse era morto e non lo sapeva, ma i non morti certamente non avrebbero mai avuto visioni così belle.

jon gli sorrise 'Questa notizia non era giunta oltre la barriera eh!'

Scuoteva il viso, illuminato da un sorriso radioso sotto quella fulva, intricata barba. 'Per gli dei! Sei... padre!' Spalancò la bocca , sembrava non riuscisse più a chiuderla per lo stupore.

'Si!' 

Il sorriso di Jon era... era qualcosa che Tormund, da quando lo conosceva, non gli aveva mai visto ed era felice, davvero felice per lui! Non poté fare a meno di constatare come quel ragazzo smunto, a stento lucido di mente, così disperato, che ricordava partito senza spiegazione fosse così cambiato: gli sembrava quasi un'altra persona, non lo aveva mai visto in tale maniera, da quando lo fece prigioniero, quando ancora Ygritte era in vita.

E' l'amore della sua vita, ora lo comprendo ancora di più. Ora posso capire cosa deve aver vissuto tutti quei mesi con quell'immagine di lei morta per sua mano tra le sue braccia.

Ancora una  delle sue possenti risate rimbombò tra le colonne dove draghi avviluppati snudavano i denti. 'Quindi non solo hai riavuto la donna della tua vita, ma ti ha dato anche due figli!' Poi di colpo si fece serio. 'Ma è sempre lei...dico... quella di...' non se la sentì di concludere la frase.

'Non è mai stata quella di Approdo del Re' proferì fermo Jon. 'E' sempre stata la donna che io conoscevo prima di allora e che conosco ancora meglio ora e se non fossi stato manipolato, se avessi avuto la forza di starle accanto, di farla sentita amata, a casa e non un'esule anche in questo luogo dove era tornata per ritrovare la sua patria, probabilmente non sarebbe giunta a quello che ha fatto e io non avrei dovuto ergermi a giudice giuria e boia arrivando ad una tale nefandezza.' Poi scosse il capo quasi a voler dimenticare tutto quell'orrore che li aveva avvinghiati come edera, strappandogli via quasi a morsi gli ultimi brandelli di anima che erano loro restati. 'Non voglio rivangare il passato, ci siamo odiati, ci siamo urlato contro il nostro dolore l'un l'altro ma infine... non so come... ci siamo perdonati. Abbiamo deciso di andare avanti tutti e due, insieme, e... siamo felici: loro sono il coronamento di quello che mai avrei pensato di poter avere nella mia vita.'

Tormund sorrise, credeva a Jon, senza dubbi: se lui diceva che Dany non era mai stata la donna di Approdo del Re, lui non poteva che dargli credito: lo conosceva troppo bene, aveva dato la vita per il popolo libero di cui a nessuno importava uno stramaledetto niente! Non avrebbe mai accettato quella persona di quei pochi momenti nella capitale, e "per gli inferi", si disse, "tutti possono sbagliare; in fondo i corvi e il popolo oltre la Barriera si erano massacrati per quasi cinquemila anni! Quello che realmente qualifica l'indole vera degli esseri umani è rendersi conto dei propri errori e cercare di rimediare, dovesse servire anche tutta una vita!"

Si soffermò sui bambini estasiato. 'Hey cuccioli, io sono lo zio Tormund... chiamatemi pure così!'  E il suo sguardo era qualcosa che Jon non gli aveva mai visto.

'Sono ancora piccoli ma sono sicuro che un giorno lo faranno' ridacchiò lui.

Jon e Tormund lasciarono i bambini a riposare con Kinvara e Hilena e raggiusero la sala del tavolo dipinto.

' Cosa avete intenzione di fare ora,  una guerra con tuo fratello, lo chiami ancora così?'

'Come ti ho detto è stato lui a minacciarci: per questo siamo qui, Daenerys aveva quasi rinunciato all'idea di tornare.'

'Davvero!' Tormund ne fu enormemente sorpreso, non che la conoscesse così bene ma... fu francamente meravigliato.

'Ora ci ha proposto una tregua, non so cosa voglia e sono preoccupato.' Ci pensò un attimo. 'Resta qui!' Lo disse di getto. 'Non tornare a nord per ora. Daenerys non dirà di no, ne sono sicuro.'

'Beh!...'  Si passò la mano in quell'intricato cespuglio rosso. ' Perchè no!' Assentì con il capo. 'Resterò qui a sud per un po' e non per te sia chiaro!...'

 Jon lo guardò meravigliato.

 '...  Ma per strapazzare di baci e coccole i tuoi bellissimi figli!'

Lui sorrise di gusto, la sua famiglia allargata sembrava si stesse ricomponendo e questo lo riempiva di una gioia che non ricordava avesse mai provato in tutta la sua vita.



Poco dopo raggiunse Daenerys nella loro camera. Era seduta alla toiletta a spazzolarsi lunghi capelli, boccoli d'argento e oro che ondeggiavano voluttuosi ad ogni passata del pettine. Si sistemò alle sue spalle, le mane che avvolsero dolci il suo collo, e la stampò un bacio sulla guancia.

'Grazie per Tormund.'

Voltò un poco il capo mentre cominciava ad avvolgere quelle lunghissime ciocche in spirali per formare una treccia.

'E' un tuo caro amico e poi ... non serviva che mi chiedessi il permesso' gli sorrise. 'Sono sicura delle tue decisioni'...

'Quindi ti va bene se rimane per un po' qui.'

'E' un gran combattente oltre che un tuo amico. Perchè dovrei avere qualcosa in contrario, avremo bisogno di ogni guerriero possibile.' Poi continuò. 'Ho riflettuto sulla proposta del corvo.' Lei lo chiamava solo così senza attributi regali. 'Farò giungere una missiva in cui accetto la tregua, ma solo alle mie condizioni.'

'Cioè' Jon no aveva idea a cosa si riferisse.

'L'incontro dovrà avvenire fuori da Approdo del Re, gli Immacolati verranno con noi e porteremo Drogon e Luxes così, nel caso malaugurato dovesse trattarsi di una trappola, saremo ben protetti e lontani dalla capitale. Domani farò mandare un corvo se sei d'accordo.'

' Va bene, se ritieni che sia quello che vuoi' la strinse ancora più forte, asserragliandole le spalle, beandosi del suo ambrato profumo.

'Jon Snow! E lo disse con tutta la dolcezza di cui era capace. 'Voglio la tua opinione, non comportarti come se fossi solo la tua regina, sai che non è così!'

Un altro bacio fu il suo modo per farle intendere che nemmeno lui si vedeva più in quella maniera. 'Concordo con la mia bellissima signora, va bene così' e le sorrise in quel modo sghembo che lei amava tanto.

La sollevò dallo sgabello della toiletta e, stretta tra le sue braccia, la lunga veste di organza azzurra che penzolava lieve... fluente, l'adagiò sul letto. Baci infuocati furono il preludio del loro amore.

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