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E' SOLO L'AMORE....

Daenerys si svegliò solare quella mattina, il suo corpo nudo avvinghiato a quello altrettanto svestito del suo Jon. Sorrise guardandolo mentre dormiva: Dei! Era così bello, i riccioli ribelli che ricadevano di lato mentre dormiva pacificamente, un braccio allungato verso l'esterno del letto, le due cicatrici sul cuore che sanguigne risplendevano sul corpo appena colorito dal sole di Essos. Era stato un periodo difficile ma ancora una volta il loro amore aveva trionfato, ancora una volta si erano ritrovati e riuniti. Quella sera avevano fatto l'amore come Dany non ricordava accedesse da quando si era presentato alle sue porte nella piramide di Meereen, esattamente come quella prima volta sulla nave che li avrebbe portati da Porto Bianco a Grande Inverno. L'aveva posseduta più volte quella notte, rammentava ogni bacio, ogni spinta, lui che troneggiava possente nella sua intimità. Elevò un braccio a capitello del suo viso, restò lì a guardarlo qualche momento, qualche attimo di pace ancora prima di ridestarlo.

Infine gli scoccò un leggero bacio sulla fronte. 'Buongiorno!'

'Mhh.' Mugugnò quell'unico verso, voleva ancora riposare. Era tanto che Dany non lo vedeva così pacatamente sereno. Un po' le dispiaceva l'idea di ridestarlo prepotente. Il pollice e l'indice della sua mano si chiusero in un leggero pizzicotto sulla guancia.

Mhh' ancora quel verso quasi simile ad un animale in agonia. 'Dany cosa c'è!' Bofonchiò, le lunghe ciglia nere che sfarfallano veloci mentre cercava di riaprire finalmente gli occhi.

'Jon! Suvvia non ricordi! Devi allenarmi!' Dichiarò con tono da bambina reclamante il suo balocco preferito.

Agguantò svelta la sua veste da camera in pizzo di Myr declamato in candido rosa e si diresse spedita verso il tavolo del solarium. La sua meta era una caraffa di fine cristallo, contente dell' acqua. Se ne versò una coppa, ma fu subito attratta da un a deliziosa composizione di frutta. Era indecisa tra mirtilli e more. un Jon quasi ridestato interruppe quel suo simpatico dilemma.

'Dae...nerys... davvero!' Era ancora tra le coltri della notte, ancora assonnato ma soprattutto sconcertato dalla richiesta avanzata.

'Certo che si!' Fu la sua pronta risposta.' Voglio essere preparata per quando partiremo.'

Si sfregò una mano sugli occhi ancora appannati dai fumi del sonno 'Tesoro! Dammi tregua!' Bianscicò a stento. 'Stanotte mi hai sfiancato, potrei dormire un altro po', per favore! Lo spiazzo per gli allenamenti non scappa!' brontolò ancora, voltandosi sul torso, i cuscini e la sua mano eletti a magione del suo capo, ancora voglioso di sonnecchiare un po'.

'Va bene. Vuol dire che ne approfitterò per fare colaz...' Non riuscì a terminare la frase, fu colta da un improvviso vorticare della testa.

Nonostante il torpore, Jon notò immediato che Dany si era improvvisamente interrotta e subito i suoi occhi furono sufficientemente vigili da capire che qualcosa non andava.

Non badò nemmeno a coprirsi pur di raggiungerla immediatamente.

'Dany cosa c'è! Sei pallida!' La paura lo colse subito. Temeva qualche ricaduta dovuta ai postumi del suo rapimento, dall' essere stata reclusa in un posto così ameno, sporco e maleodorante, corroso dalla muffa.

Lei continuava a sorreggersi allo spigolo di quel tavolo, nonostante Jon le avesse cinto strette le spalle.

'Dany!' continuò a chiamarla, anelando una sua risposta.

Finalmente i suoi occhi ritrovarono fortunatamente lucidità e preferì non preoccupare inutilmente Jon. Anche per lui il periodo del rapimento e anche il seguito erano stati devastanti e una piccola bugia a fin di bene non avrebbe fatto male a nessuno.

' Stai tranquillo' gli sorrise un po' stentata. 'Solo... un piccolo giramento di testa.'

Il respiro di Jon snow tornò finalmente regolare. Aveva sentito il suo cuore battere come un tamburo da guerra in quei pochi attimi. 'Niente allenamento per oggi' fu perentorio dopo tale accadimento.

'Ma!... Jon!' Daenerys non era affatto concorde con codesta decisione.

Inarcò leggermente il capo, gli occhi divennero due piccole piccole fessere di ossidiana: non ci voleva un maestro della cittadella per comprendere che quel suo fare era un chiaro messaggio che riportava un solo e unico pensiero: non avrebbe sentito ragioni.

Dany era testarda, non meno di Jon tuttavia, dopo aver preso una decisione.

'Non se ne parla nemmeno. Domani! E solo se il tuo maestro d'armi ti darà il permesso!' Sorridendo, le sfiorò la guancia con due dita partendo dall'incrocio delle sue turgide rosee labbra sino a giungere alla tempia.

Storse il naso un po' indispettiva, ma infine anche lei gli elargì un luminoso sorriso. 'Sei poco credibile nudo come il giorno in cui sei nato Jon Snow' lo punzecchiò un poco.

Rosso in viso, le donò svelto un fugace bacio e corse a riprendere la sua vesta da camera. Stava allacciandosi ancora la cintola quando, finalmente coperto, intimò dolcemente a Dany di andare immediatamente a rifocillarsi con una abbondante colazione. Tutto quel periodo l'aveva messa a dura prova e un piccolo malore era il minimo che potesse aspettarsi.

Nonostante quell'episodio, tuttavia, Daenerys avvertiva di sentirsi pienamente in forma, probabilmente anche grazie alla ritrovata intimità con Jon ma, visto che lui non le avrebbe mai permesso di allenarsi per quella mattina, decise di raggiungere di gran lena la camera dei suoi bambini.

'Puntuale come ogni giorno vostra grazia' fu il saluto entusiasta di kinvara, pr quanto una donna così pacata potesse parere tale. Le tre accolite la imitarono all'istante proferendosi in un profondo inchino.

Sorrise radiosa mentre intravedeva i suoi cuccioli. 'Come potrei non vedere i miei bambini dopo esserne stata privata per tutto il tempo che sono rimasti a Volantis!' Quel periodo senza di loro era restato una cicatrice sul cuore di Daenerys. Riuscire finalmente ad avere non un figlio, ma ben due, vivi e sani tra le sue braccia era stata una tale benedizione che lasciarli le era doluto più una pugnalata. Alla sofferenza fisica si poteva rimediare col tempo, ma quello che sentiva dentro, l'aver abbandonato i suoi piccoli, anche se al sicuro nelle mani di chi li avrebbe protetti meglio che lei in quel frangente, non l'avrebbe mai lasciata. Allora pensava solo alla vendetta contro chi l'aveva privata di tutto, l'odio verso Jon la divorava giorno e notte. Era stato solo con il trascorrere del tempo e l'aver a lungo vaticinato su quanto era accaduto, su suoi stessi errori - l'arrivo improvviso di Jon a Meereen - che le carte si erano rimischiate nuovamente. Ed ora aveva l'amore sempre sognato e i figli che tanto desiderava. Forse sarebbero stati gli unici due, ma non poteva chiedere di più dopo aver pensato per tanto tempo che la gioia della maternità le sarebbe stata per sempre preclusa.

La regina salutò con baci e coccole i suoi due bambini che oramai riuscivano a stare in piedi e a muovere i primi passi. Si dilettò a vestirli con abitini che aveva fatto realizzare da uno dei più abili sarti di Meereen: rosa per la dolce Rhaenys e e azzurro per il suo piccolo prode Rhaegar, che somigliava ogni giorno di più a suo padre. Quando i bimbi furono attratti da alcuni balocchi sull'ampio tappeto di Myr dove erano soliti dilettarsi tutti insieme, la regina pensò di mettere la sacerdotessa rossa a parte dei suoi piani.

'kinvara' iniziò sua grazia. 'Presto le navi Grejyoj arriveranno e partiremo per Westeros, vorrei che voi mi accompagnaste nel continente occidentale. Siete stata con i miei figli fin dalla loro nascita, li avete protetti quando io non potevo, desidero che continuiate a star loro vicina.'

'Non abbiate dubbi maestà.' Dichiarò decisa la donna rossa. 'Resterò accanto a voi e ai vostriii...'

Kinvara di colpo si bloccò. Lenta si avvicinò ad un palmo di naso dalla regina e la fissò forte negli occhi. Daenerys si sentì penetrare le iridi, quasi divenissero fuoco, per l'intensità del suo sguardo.

'Cosa c'è! Qualcosa non va.' Si allarmò immediatamente dopo il leggero malore della mattinata, malore che subito condivise con la sacerdotessa. 'Vi prego non fatemi preoccupare' non avrebbe potuto sopportare altro dopo l'orrore del suo rapimento.

Continuò a scrutare gli occhi della regina, mentre si appropriava di una ciocca dei suoi capelli annusandola, cosa che risultò a lei veramente strana, non più di quello che, tuttavia, successe dopo.

La sacerdotessa rossa lentamente si chinò mantenendo sempre il contatto visivo con lei, le iridi scure di lei che indagatrici sondavano il muliebre viola di Daenerys. Fu a al quel punto  che le sollevò la veste: Daenerys arrossì immediatamente:  era una situazione che aveva davvero dell'assurdo. Visibilmente imbarazzata cercò di fermarla. 'cosa state fac...'

La frase non fu mai terminata, la mano della sacerdotessa del Dio Rosso si era posata sul ventre della regina.

Kinvara chiuse lentamente gli occhi per un tempo che sembrò infinito, la mano sul grembo pareva bruciasse.

Forse brucia davvero. Perchè? Cosa sta facendo?

Infine sbottò.  'Vi prego parlate!'

Quando riaprì gli occhi il monile a foggia di esagono sul suo collo sottile sembrava emanare barbagli di luce, il suo rosso, sanguigno colore parve divenirlo ancora di più.

'Maestà!' Proferì con un filo di voce, quasi incapace di esprimere ciò che le era fin troppo chiaro.

'Cosa? ditemi per favore!' L'ardore e la preoccupazione di Daenerys divennero sempre più forti, sentiva il suo cuore battere spasmodicamente, la respirazione divenne di colpo accelerata.

'Non allarmatevi vostra grazia, non c'è nulla che non vada, solo cercate di stare tranquilla dopo quello che vi dirò.'

'Non capisco, vi prego spiegatevi, basta con queste stranezze. Voglio sapere cosa avete visto, perchè avete avuto comportamenti che davvero non riesco a comprendere.

Fu diretta e immediata. 'Voi aspettate un altro bambino vostra grazia!' 

Fu come se il cuore le si fosse fermato, e non per un battito di ciglia, gli occhi di Daenerys Targaryen persero di colpo lucidità, sentì la testa vorticarle di nuovo al punto che velocemente cercò una sedia. Vi si sedette cercando di regolarizzare il respiro. Hylena le fu subito accanto porgendole un bicchiere di acqua. Lo bevve tutto di un fiato mentre finalmente le coltri nebbiose che avevano appannato i suoi occhi cominciarono a dissiparsi.

'Kinvara!' la sua voce pareva la fiammella di una candela che sta per spegnarsi quanto era soffusa. 'Ne siete certa...' e pronunciò quella frase sperando con tutte le sue forze in un assenso.

'Non ho sbagliato la prima volta e non sto sbagliando nemmeno ora!' affermò decisa la sacerdotessa rossa piegando leggermente la testa e incrociando le braccia sul ventre, il suo modo di farle intendere la sua assoluta risolutezza e sicurezza. 'Se volete potete consultare un maestro di medicina ma io ne sono sicura. E' ancora un piccolo germoglio maestà, ma c'è... lo vedo...lo sento!'

Daenerys era sconvolta e al settimo cielo al contempo, non poteva crederci. Aveva sempre creduto che Rhaenys e Rhaegar sarebbero stati gli unici figli che mai avrebbe avuto

'Come può essere?' chiese sbigottita. 'Pensavo che quella benedizione fosse stata dovuta unicamente agli eventi magici di quel periodo a Westeros e voi stessa non avevate potuto, per tutto il tempo che sono restata a Volantis, esprimervi a riguardo. Le fiamme nulla dicevano, foste chiara su tale questione' continuò tra il sognante e l'incredulo.

'E' il sangue del drago!' rispose la donna rossa. 'Il vostro ventre era stato reso sterile dalla maledizione della strega, della maegi. Quello che serviva era il sangue del drago per ridargli nuova linfa, il sangue di Jon Snow!'

'Ora capisco perchè non è mai più successo dopo Rhaego' e ripensò con rabbia a quell'orribile Mirri Maz Duur,  che le aveva portato via Drogo e il suo amato figlio in una sola volta.

Jon le aveva ridonato la gioia di essere madre: di Rhaenys e Rhaegar e ora anche di un nuovo figlio!

Non c'era nessuna magia: era solo il loro amore e il sangue dei draghi che gli  scorreva dentro!

Sorrise come una bimba al pensiero di un nuovo pargolo, cercava di immaginare la faccia di Jon alla notizia ma, improvvisamente, il suo viso si fece immediatamente pensieroso. C'era qualcosa a cui non aveva pensato, troppo felice per quella rivelazione, ma con cui dovette subito fare i conti.

La sacerdotessa rossa aveva subito notato il cambio d'umore di Daenerys. 'Cosa vi turba vostra grazia.' 

'kinvara... Jon non deve saperlo, almeno per ora! Non fraintendetemi: vorrei all'istante andargli incontro e dirglielo per vedere la gioia nei suoi occhi, ma non mi lascerebbe mai partire per Westeros se sapesse che sono incinta e io sento, dentro me, che devo assolutamente essere con lui.'

'Maestà!' kinvara sospirò. 'Jon è un uomo buono e ragionevole ma cosa accadrà quando lo saprà? Non la prenderà per il giusto verso e a ragione e voi lo sapete meglio di me!'

Già! Sarà sconvolto dal fatto che gli ho taciuto una simile notizia. Ma cosa posso fare! Non posso permettergli di partire da solo. Io devo andare con lui, lo sento, lo so anche se mi rendo conto quanto sbagliato sia, che mio figlio viene prima di tutto, prima di Westeros, prima di qualsiasi scranno o serto, ma qualcosa mi spinge ad essere forte per il piccolo granellino nel mio ventre, per me, per lui e ... non lo so per chi altri! Mi odiano tutti dall'altro canto del mare stretto, ma avverto forte la necessità di tornare lì, dove era la casa dei miei antenati.

'Lo so, me ne rendo conto, ma non posso farlo partire senza di me, non posso assolutamente!'

'Vi rendete conto che state andando in guerra! E quello che ciò comporta!' continuò kinvara. 'Dovrete cercare di riposare, di preoccuparvi il meno possibile, e non sarà facile in un simile frangente. Le prime lune sono le più difficili e potreste rischiare di perd...'

'Non lo dite, vi prego!' supplicò quasi la regina bloccando quel terribile finale. 'Desidero questo figlio con tutte le mie forze, per me e per Jon. Ho vissuto la gravidanza di Rhaeneys e Rhaegar da sola,  tra i fantasmi e il terrore di vederli morti col l'aspetto di rettili malformati,  i vermi fuoriuscenti dai loro piccoli ventri. E  per quanto non abbia mai provato sentimenti negativi verso loro, nonostante quello che allora sentivo per Jon, desidero che questa volta sia diverso! Desidero vivere questa esperienza con lui, dargli quella gioia che in passato gli ho negato, voglio che questo bambino non debba mai essere lontano da me e da lui: voglio il sogno questa volta!' Una singola lacrima solcò la sua guancia: non sembravano le parole di Daenerys nata dalla tempesta, madre dei draghi, spezzatrice di catene, ma quelle di una semplice donna che voleva solamente vivere l'esperienza magnifica di avere un figlio accanto al suo uomo.

'Come desiderate vostra grazia, io sarò con voi, le fiamme mi hanno indicato la via, ma vi consiglio di trovare un maestro di medicina da portare a Westeros: la prudenza non è mai troppa in questi casi. Dovete però promettermi che lo direte quanto prima a Jon, perchè merita di saperlo e di riguardarvi il più possibile. Riuscirete per almeno tre o anche quattro lune intere a nasconderglielo, ma dopo se ne renderà conto e spero che per allora gli abbiate rivelato la verità.'

'Prometto che saprà tutto appena saremo salpati.' giurò la regina.

Dopo quella splendida notizia Daenerys si precipitò a cercare Jon: lui stava ancora allenandosi. lo intravide dalla scala che si affacciava sullo spiazzo da combattimento. Percorse veloce quegli scalini tenendosi la veste color indaco tra le mani, le crinoline che lievi frusciavano sul marmo. attaversò spedita quello spazio, incurante delle macchie sull'abito o sulle scarpe di preziosa seta, e gli allacciò felice le braccia intorno al collo.

'Dany! Cosa c'è!' La baciò immediato vedendola così raggiante.

'Ti amo Jon Snow!' lo guardò sognante, rapita dai suoi intensi occhi grigi.

'Cosa?' Sorrise stranito,  non riusciva a comprendere tutto quell'impeto.

'Ti amo anch'io, Daenerys, non puoi nemmeno immaginare quanto!' chiusò infine.

'Nemmeno tu,  credimi, nemmeno tu!' Rispose di rimando Daenerys Targareys, stringendolo a sè con tutte le sue forze.

Si ripromise che non lo avrebbe ma più lasciato andare e di diventare una donna sempre migliore per essere degna di lui e dei lori figli. L'orrore che aveva provocato ad Approdo del Re sarebbe stato per sempre un monito che avrebbe reso più facile percorrere la retta via.

Da quella sua morte senza senso, scaturita dalle sue di motivazioni con ancora meno senso, lui le aveva ridato la vita, quella vera!

E ora capiva, sempre più, che tutto quello che era accaduto era dovuto ad un motivo, anche se per il momento non riusciva a cogliere di preciso quale fosse, ma di sicuro era certa che quell'uomo magnifico era riuscito a farla tornare quella ragazzina dolce e gentile di tanti anni fa, quando un trono non era tutto, ma il suo tutto era altro!

NOTA: le informazioni fornite da kinvara circa la possibilità di nascondere una gravidanza sono state estrapolate da un sito specifico dell'argomento: niente è lasciato al caso... alla prossima.

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