29.

NUOVE PROSPETTIVE

Daenerys era seduta su di triclinio fuori le sue stanze, azzurro e bianco i colori predominanti, perfettamente intonato al marmo viola del pavimento.  Beveva nervosamente del latte fermentato, in compagnia di alcune ancelle, in attesa che Jon venisse fuori.

Ci sta mettendo troppo tempo, che non stia ancora bene.

In effetti, Jon stava faticando parecchio a indossare brache e camicia e stivali. La ferita doleva ancora, nonostante tutto quel tempo. Si guardò i punti di sutura quasi del tutto rimarginati: un'altra cicatrice sul suo già martoriato corpo.

Quando finalmente le porte si aprirono, Dany scattò in piedi, un lieve rossore ad imporporare le sue guance.

'Mi spiace averti fatto attendere', le sorrise, 'ma ora potrai finalmente riavere le tue camere e il tuo amato letto'. Le prese le mani tra le sue, baciandole. A dir la verità, non erano le sue mani che avrebbe voluto baciare ma era ancora titubante su come muoversi con lei.

'Ti ho fatto preparare delle nuove camere, quella dove stavi era troppo piccola.

'Non ce n'era bisogno ma,  grazie' le disse dolcemente, col suo fare sempre composto.

'Certo che ce ne era bisogno, quello era un tugurio, non una camera. Una mia iniziale ripicca che in nulla differiva da una cella'.

'Cè una cosa che invece ci terrei a chiederti, e spero me lo permetterai. Camera a parte, vorrei tanto rivedere finalmente i bambini,  sono stati quasi una visione e spero che tu...'.

Jon temeva che Dany, dopo quel momento iniziale di paura per la sua vita, potesse impedirgli di incontrarli ancora.

'Certo che puoi vederli', lo disse di getto, senza pensarci.

Sono i suoi figli non posso e non voglio più negarglielo.

'Se te la senti di arrivare quasi in cima alla piramide possiamo andarci ora'.

Jon non se lo fece ripetere due volte e, nonostante la fatica, percorse tutte le scale che conducevano al ventinovesimo piano della piramide.

Daenerys aprì le porte salutando kinvara e le altre sacerdotesse, seguita da Jon.

'Vostra grazia' salutò la sacerdotessa, 'Jon! ... E' un piacere vedervi in piedi.'

'Di questo devo ringraziare anche voi',  un cenno con il capo a ringraziarla, cui corrispose un sorriso tirato, tipico di lei.

I bambini erano sul tappeto , stavano giocando. Jon li guardò rapito,  non poteva ancora credere che quello che stava vedendo fosse tutto vero.

'Mie signore,  lasciamo le loro grazie con i loro figli soli'. Salutarono e si accomiatarono, anche se a Jon era sembrato così strano essere appellato in quel modo così altisonante.

Daenerys si fiondò sul tappeto, abbracciando e baciando i suoi figli.

Vide Jon smarrito, il viso turbato, poteva comprendere tutte le emozioni che in quel momento stavano albergo in lui.

'Stai bene' gli sorrise dolcemente.

Riuscì a fare solo un cenno con il capo, troppo provato dal tumulto di sensazioni che si facevano strada in lui, mentre con la mano si portava via una lacrima dal viso.

Io sono padre

Continuava a cercare di elaborare quel concetto, qualcosa che aveva dovuto archiviare dalla sua esistenza, per impedire che la vita dei suoi possibili figli fosse l'inferno che era stata la sua, l'inferno della vita di un bastardo.

Daenerys cercò di sdrammatizzare la situazione, invitandolo a sedersi insieme a loro sul tappeto . Con movimenti stentati, dovuti ancora alla ferita non del tutto rimarginata, fu accanto a loro.

'Rhaenys, Rhaegar venite qui...'  i bimbi si avvicinarono, ascoltando la voce della loro madre.

'Lui è il vostro papà tesori miei, correte ad abbracciarlo'.

Rhaenys fu la prima a gattonare verso di lui, subito dopo Rhaegar.

Quando li ebbe tra le braccia Jon si sentì l'uomo più felice del mondo, non pensava si potesse provare un sentimento così forte, così totalizzante. Niente e nessuno avrebbe mai più potuto portarglieli via! Ora capiva il reale significato delle parole che, tante volte, Benjen Stark gli aveva ripetuto, cercando di dissuaderlo dal pensiero di prendere il nero. Solo ora poteva comprendere appieno quanto avesse avuto ragione. Ora capiva che quei fugaci momenti in cui si vedeva padre di un bimbo di nome Robb erano, in verità, tutto ciò che aveva sempre voluto e desiderato.

'Pa..pa' 

Sussultò a quella parola che la piccola riuscì a dire, più precoce del fratellino, un po' più sornione, come il padre del resto!

Jon la sollevò in aria per poi stringerla tra le sue braccia. 'Si, amore mio, sono il tuo papà e tu sei la bambina più bella che abbia mai visto.'

Rhaegar cercò di arpionargli la barba, e lui fu estasiato anche di questo, di ogni gesto compiuto da quelle due splendide creature.

'Daenerys, non... non credo avresti potuto rendermi più felice di così. Io non riesco ancora a crederci e... grazie per non avermi impedito di vederli ancora dopo quello... che...'.

'Mi hai salvato la vita Jon! Avrei dovuto essere io in quel letto tra la vita e la morte o, forse, persino morta!E' giusto così.'

Restarono a giocare con i piccoli tutto il giorno, fino a che non si addormentarono.

'Non credevo che in vita mia avrei potuto sentirmi così. Ho combattuto battaglie, ho conosciuto solo dovere, onore e sofferenza e non riesco ancora a credere di esssere qui con te, finalmente sereno. Quando sono arrivato a Meereen ho pensato a tutto: una rapida morte, una lenta morte' sorrise a quei pensieri... 'ma mai a questo... mai!!'

'Lo so, posso capirti. Nemmeno io, dopo tutto quello che è successo, avrei mai pensato ad un epilogo tale - e le sembrò quasi di tornare quella bambina che sognava una casa con la porta rossa e l'albero di limoni fuori la finestra -.

'Sai, prima, mentre giocavi con i bambini eri... così diversa! Non fraintendermi, adoro il tuo carattere fiero, temerario e risoluto, l'ho amato dal primo momento in cui ti vidi,  ma questa parte di te... così materna e sconosciuta per me... è bellissima!'. 

Quando mi hai incontrata a Roccia del Drago ero già parecchio indurita dalla vita. Sono stata venduta per un regno, a Kal Drogo, da mio fratello, mio fratello ! La mia verginità per un esercito! Ero ancora una ragazzina di tredici anni, ma ho dovuto crescere in fretta in tutti i modi possibili. Ho persino pensato di farla finita, in alcuni momenti, all'inizio della vita con mio marito. Sai, non era certo l'uomo che una ragazzina sogna, un uomo mai incontrato per cui sei solo una merce di scambio, che non comprende il tuo dolore fisico e mentale! Non parlavamo nemmeno la stessa lingua all'inizio!. Poi ... Viserys e Drogo sono morti, come anche mio figlio, insieme alla speranza di poter avere un altro bimbo un giorno, di poter di nuovo sentire una vita che cresce dentro di me! Così almeno mi disse quella strega' , si rattristò di colpo ripensando al suo Sole e Stelle e al suo piccole Rhaego.

'Dopo... è stato sempre più difficile. Ero sola, con i miei draghi appena nati, gli unici a darmi forza ancor prima di venire al mondo. Allora cominciai a pensare davvero a Westeros, sempre più, come a casa mia e decisi che almeno avrei potuto riprendere il posto dei mie avi,  ma fino all'arrivo nel continente Occidentale ho sempre combattuto per i più deboli, credimi Jon: Meereen ne è un esempio. Il mio esercito è nato così, liberando gli oppressi. In me non c'era quella brama di potere che mi ha portato ...'.

'Dany.... posso capire quello che senti, ma è inutile continuare a farti del male' le carezzò lievemente il viso per darle conforto.

'Lo so, non posso cambiare il passato, ma ci tengo che tu conosca la Daenerys che ero una volta, prima di quel tragico epilogo!'.

'Sto imparando a conoscerla giorno per giorno. Dany, ascoltami. Quella freccia era per te!! Lo sai! E nonostante ti avessimo detto tutti quanto fosse pericoloso, ti sei preoccupata più di agire per migliorare la vita della gente di Meereen, per tranquillizzarla da te e dai draghi, per riuscire a rassicurarla contro un possibile ritorno della schiavitù, piuttosto che pensare alla tua incolumità...'.

'Pian piano ti racconterò di me, di quella parte della mia vita che hai conosciuto poco'. 

'Ed io la mia. Ora finalmente la maledizione è spezzata: quella megera si starà contorcendo tra le fiamme dei Sette Inferi'.

Il viso di Dany si rattristò di colpo.

'Cosa c'è, ho detto qualcosa di sbagliato'.

'kinvara non sa se il mio grembo potrà partorire altri bambini' artiglio' forte le unghia sulla sua camicia.

Jon sgranò gli occhi interdetto.

'Cosa vuoi dire'.

'Quello che è successo, la nascita dei bambini, potrebbe essere legata solo alla magia che permeava Westeros allora. Le fiamme nulla hanno rivelato a riguardo. Il mio grembo potrebbe essere ancora ster... ' non riuscì a terminare quella frase troppo dura per lei. Jon l'abbraccio, la strinse forte a sé, sentiva che tremava, non era per il freddo, ma per quel macigno che si era portata dentro, per tutto quel tempo, senza poterlo dire a nessuno.

'Io non ci credo! Tu avrai altri figli, tutti con i tuoi splendidi occhi viola e argentee chiome e tutti cavalcatori di draghi.' 

Lo disse con una tale convinzione che Daenerys, per un attimo, ci credette davvero. Ma se neppure kinvara era stata in grado di fare luce su ciò, come poteva essere lui così certo. Non gli disse nulla, gli sorrise solamente, sperando che quella sua convinzione potesse essere vera.

Quando le sacerdotesse rientrarono Jon e Dany andarono via. Lui la accompagnò fino alle sue stanze; si guardarono negli occhi, viola contro ossidiana, le mani intrecciate in un sodalizio che non voleva spezzarsi. Infine si fece coraggio, proprio lui a cui il coraggio non era mai mancato, ma che dinanzi a lei si sentiva inerme, e la salutò con un bacio prima lieve e, visto che lei pareva corrispondere, quel bacio divenne sempre più lungo e intenso.

Daenerys aveva richiuso le porte dietro di sé, le mani che stringevano ancora le maniglie dorate, le spalle poggiate sulle ante intarsiate, quasi intontita a ripensare a quella perfetta giornata. Sentì bussare alla porta. Aprì senza alcuna esitazione, come se sapesse.

Era Jon. La guardò negli occhi e, senza chiedere permesso, entrò nelle sue stanze come quella lontana notte sulla nave.

 'Se non vuoi dillo adesso.' 

Lei lo fissò qualche attimo. Poi richiuse le porte dietro di loro...

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