28.
PAURE E...
Le condizioni di Jon furono, per molto tempo, altalenanti, per coloro a lui vicino un pendolo infinito di sentimenti contrastanti fatto di paure, di speranze e forti tensioni emotive. Alcuni giorni pareva migliorare, altri, invero, sembrava tornare nel baratro di febbri alte, deliri, urla terrificanti, placati solo con massicce dosi, al limite del lecito, di latte di papavero.
Il lungo calvario emozionale andò avanti per tutto un ciclo di luna e solo con la nuova luna il maestro Saylas, colui che aveva assistito Jon, lo ritenne, finalmente, fuori pericolo. Conveniva che le sue condizioni, ormai, fossero in via di definitivo miglioramento. Ed, in effetti, le sue parole trovarono conferma nei fatti.
Riusciva a riprendere i sensi per un po', quasi tutti i giorni, anche se spesso dormiva per via del bianco intruglio che gli somministravano per alleviare il dolore, le dosi via via diminuenti.
I medicamenti e i bendaggi venivano cambiati, anche oltre il necessario, per ordine della regina e, per quanto la febbre persistesse, non era più stata così alta.
Daenerys andava a trovarlo tutti i giorni, le salute di Jon aveva surclassato qualunque altro impegno a lei richiesto come regina, ma, per una volta, pareva non importarle. Il popolo era sempre stato la sua ragione di vita, dare ai più deboli l'esistenza che ogni uomo dovrebbe dignitosamente avere; insieme ai draghi aveva sempre sostituito la creatura che pensava mai avrebbe più potuto partorire e che, nonostante due figli, probabilmente mai avrebbe di nuovo potuto far nascere dal suo grembo. Le parole di kinvara erano state eloquenti, il dio della luce mai si era espresso a riguardo. Dunque, la sua condizione di sterilità poteva continuare a persistere, Mirri Maz Duur aveva fatto un buon lavoro, ma quantomeno ora c'erano i suoi due bambini. Con loro aveva riscoperto la gioia di partorire un figlio vivo, sentirlo scalciare nel proprio grembo. una sensazione che Daenerys sentiva sua; non a caso Mhysa l'avevano appellata sin dal principio e madre era il nome inciso sul suo cuore e sulla labbra dei tanti che aveva salvato.
Ma in quei giorni così convulsi pareva aver dimenticato tutto e questo la scuoteva nel profondo. Nei momenti in cui aveva seriamente temuto di perdere Jon tutti i muri che aveva ricostruito intorno al suo cuore per tenerlo lontano da lei erano crollati ed ora improvvisamente si sentiva nuda e vulnerabile e... a lei... quella sensazione non piaceva ... non amava sentirsi così! Aveva fatto quello che mai avrebbe pensato di poter fare, dire a Jon dei loro figli, e per la prima volta la temeraria regina Daenerys Targaryen non sapeva come comportarsi!
Tanto che le sue visite a lui erano sempre avvenute mentre dormiva: solo a quel modo si sentiva al sicuro.
Aveva fatto un rigenerante bagno. Gli oli di lavanda e limone avevano profumato la sua candida pelle e i lunghi argentei capelli, che Samira aveva con cura districato. Era da tanto che non si sentiva così tranquilla, Jon non rischiava più la vita e questo le dava una sensazione di intima rilassatezza.
La giovane ancella pettinò e intricò trecce su trecce fino a che Daenerys ritenne l'acconciatura più che soddisfacente. Ci mise parecchio per scegliere l'abito.
Negli ultimi tempi, aveva indossato, senza farci troppo caso, quello che Samira le lasciava sul letto. Lo indossava con il suo aiuto, incurante, ma quella mattina non riusciva a decidere.
Infine, dopo averci pensato più di quanto, in verità, avrebbe voluto, scelse un abito blu, con una profonda scollatura che le metteva in evidenza i seni piccoli e sodi, scaglie di drago sulle spalle e leggere maniche che le lasciavano libere le delicate e sottili braccia.
Si ammirò allo specchio, guardò quello scollo fin troppo audace e si ritrovò a pensare, quasi senza rendersene conto, se a Jon sarebbe piaciuto, se sarebbe arrossito di fronte a quella scollatura, come più volte gli aveva visto fare negli ultimi tempi. Sorrise, immaginando quello che si era prospettata nella sua mente.
"Dormirà, come ogni volta" realizzò di colpo, ma... a lei andava bene così. Troppo complicato sarebbe stato il giorno in cui lui non sarebbe stato più incosciente mentre lei era lì.
Scosse il capo, quasi stizzita, da quei languidi pensieri.
Sono una regina, non una ragazzina, e mi ritrovo a sognare ad occhi aperti dinanzi ad uno specchio, No, non può continuare così! Devo cercare di riprendere il controllo dei miei sentimenti.
'Io... Io...' si portò una mano alla fronte. '... Si, l'ho baciato e ora sa dei bambini... o... forse no! Magari penserà si sia trattato solo di delirio. Posso... si...io... posso ancora fare in modo che resti lontano da me e dai miei figli.'
Sentì il cuore placarsi, ma si chiese se fosse quello che in verità voleva davvero.
Si, è meglio che pensi si sia trattato solo di un sogno, altrimenti...
Nonostante i tormenti interiori su cosa fare o fosse giusto fare andò, comunque, a far visita a Jon, assicurandosi prima che stesse dormendo.
Entrò nella camera, cercando di fare meno rumore possibile. Lui era, come già le avevano annunciato, incosciente. Si affacciò all'ampio balcone , l'aria che le sollevava i capelli morbidamente sciolti sulle spalle. Il sole era piacevolmente caldo. Chiuse gli occhi inspirando profondamente. Era così rilassante quel calore accompagnato da quel leggero venticello che evitava eccessiva calura.
Tanta ansia per nulla! Si...io... io farò come ho deciso il giorno in cui...
'Da...ny'
Sussultò, il respiro le mancò di colpo, il cuore riprese a battere come un tamburo in battaglia. Lui... lui era sveglio! Si ritrovò di colpo a non sapere cosa fare. Aveva deciso tutto, programmato nella sua mente ogni parola che avrebbe detto eppure... aveva paura... lei, così coraggiosa... aveva paura!
Poi si fece forza.
Sono una regina, il sangue drago e i draghi non hanno paura!
Inspirò a lungo ancora una volta e infine si voltò verso di lui.
'Sei sveglio!' Fu l'unica cosa che le riuscì di proferire come se non fosse evidente: si rese conto di aver detto un'ovvietà, ma erano le uniche parole che le sue labbra erano state in grado di pronunciare.
'Po... tre... sti...' Jon fece cenno alla brocca sul mobile accanto al letto.
Lentamente si avvicinò. Aveva scelto di mostrarsi decisa e così, di conseguenza, si comportò. Versò dell'acqua nel bicchiere, gli mise una mano dietro il collo e l'aiutò a sorseggiare.
'Ti ringrazio' accennò un lieve sorriso.
Lei non disse nulla.
'Credo di aver... abusivamente occ... upato le tue camere e il tuo letto per mol... to tempo!'
'Devo ammettere che mi hai dato molti più grattacapi del solito Jon Snow! Ma ormai credo di essermici abituata!
'Accomodati per favore' le chiese con voce dolce.
Dany si rigirò alla ricerca di una sedia ma... 'No!' Jon la guardò facendole cenno con la mano di sedersi sul ciglio del letto.
'Non vorrei farti male!' il pretesto più naturale per evitare quella situazione, un lieve rossore che cominciava a sentire spandersi sulle sue gote.
'Non preoccuparti' insistette.
Con il cuore che quasi le si fermò, si sedette sul bordo del letto.
Jon cercò di tirarsi un po' su, mantenuto dai tanti cuscini che gli erano stati messi per ordine della stessa Daenerys, pur di farlo stare il più comodo possibile.
'Non credo di aver mai avuto tanti cuscini in vita mia!'
Con fare cauto cercò di avvicinarsi alla mano di Daenerys. In quel momento lei ripensò a tutto quello che aveva deciso di dirgli, menzogne per fargli credere fosse stato solo il suo delirio, nel caso avesse ricordato qualcosa.
La sua mente pensò di ritrarre la mano ma, per qualche misterioso arcano, restò esattamente li dov'era e lasciò che Jon gliela accarezzasse.
'Ecco... io.. non so da dove iniziare... non sono bravo con le parole...' dichiarò visibilmente insicuro '... ma ricordo alcune cose e...' si portò una mano al livello della ferita, un tremore segno evidente del dolore che ancora provava.
'Come stavo dicevo... spero tanto non fossero solo un sogno dovuto al delirio della febbre!'
Quel dolore che vide ancora una volta, quel dolore che provava solo perchè aveva scelto di salvarle la vita, evitandole morte certa, la mandò in confusione. Si chiese ancora una volta se fosse giusto mentirgli.
Io... io ... non so cosa fare!
Cercò di mantenere la calma. ' Cosa vuoi sapere' disse tutto di filato.
'Ricordo... le tue labbra sulle mie ... piangevi... dicevi di amarmi... e...' Jon abbassò il viso. Era già troppo per un uomo così riservato e schivo come lui.
Daenerys rimase in silenzio, interdetta sulla decisione da prendere. Era il momento della verità. Quello che si accingeva a dire avrebbe condizionato, per sempre, il resto della sua vita.
'Non stavi sognando...' suo malgrado quelle parole vennero fuori, mentre la sua mente pensava a dichiarare l'esatto contrario.
Sorrise, scuotendo il capo.
Ormai è fatta! Non posso più tornare indietro!
'Quello che ricordi è vero' abbassò leggermente la testa, visibilmente turbata.
Sgrano gli occhi esterrefatto. Non riusciva ancora a crederci.
E' tutto vero!
Prese coraggio e il viso di lei fu avvolto dalle sue mani, un attimo dopo stretto sulla sua spalla. Le mani scesero sino alla vita per per abbracciarla e lei, ormai inerme e disarmata, ricambiò quell'abbraccio. Non lo sapeva, ma aveva aspettato quell'abbraccio da così tanto tempo!
Due dita e le sollevò il viso, la guardò negli occhi, quegli splendidi occhi che vibravano di un colore quasi divino. Con un po' di timore avvicinò il suo volto a quello di lei, attese qualche attimo, le labbra a un battito di ciglia da quelle di Daenerys, ed infine... accade. La baciò, un bacio lungo, dolcissimo, sofferto, che suggellò un momento che nessuno dei due avrebbe mai potuto prospettare nella propria vita.
'Quindi... non l'hai detto solo perchè pensavi stessi morendo' sorrise sghembo.
'No' due lettere proferite a fil di voce. Il suo cuore aveva deciso per lei.
'Sai... qualche istante fa, temevo un ceffone da un momento all'altro' cercò di sdrammatizzare.
Era evidente quanto per lei quella confessione fosse stata difficile da proferire, dopo tutto quello che lui aveva fatto. La poteva capire e la comprendeva. Ancora meraviglia vi era in lui nel vedere che, invero, non aveva negato la verità dei suoi sentimenti. Ne avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo.
'Solo un'altra domanda, se mi è concesso, ma questo, sono certo, fosse solo il mio delirio.'
Sorrise, sapeva già a cosa si stesse riferendo e il castello di menzogne, che aveva così minuziosamente elaborato, cadde devastato dalla realtà di quello che sentiva.
Per quanto fosse dura ammetterlo, lei lo amava ancora e... non poteva farci nulla! Nemmeno quel dannato pugnale era bastato a distruggerlo del tutto e poi c'erano Rhaenys e Rhaegar, un perpetuo rimando a lui, all' unico uomo il cui amore era stato più forte di una maledizione!
Jon socchiuse leggermente gli occhi. 'Ricordo due bellissimi bimbi e tu che dicevi... "salutate il vostro papà".' Una lacrima scivolò, lenta, dai suoi occhi provati.
Daenerys non riusciva a rispondere mentre lui... lui era lì che la guardava sperando dicesse qualcosa.
Ha ripagato quel gesto terribile del passato perdendo quasi la vita. Io... non posso più mentirgli! A cosa servirebbe una mezza verità e una mezza menzogna! I dadi sono tratti. Vada come deve andare!
'Nemmeno quello era un delirio. Sono i... nostri... figli, Jon! Rhaenys e Rhaegar' sorrise mentre finalmente poteva aprirsi completamente a quell'uomo che aveva amato, odiato? E amato di nuovo! O, forse, nonostante tutto, non aveva mai smesso di amare!
Le labbra assunsero un' espressione di assoluto stupore, gli occhi sgranati di fronte ad una realtà assolutamente inaspettata. Per un attimo pensò stesse sognando, ma era tutto vero, per quanto così assurdo e inconcepibile!
Non riusciva a muoversi, non riusciva a parlare, ma il suo viso sorridente, come mai aveva forse sorriso in vita sua, era più che eloquente.
'Io... come?' riuscì infine a dire.
'Quando Drogon mi portò a Volantis... appena sveglia, kinvara, la sacerdotessa che mi aveva riportato in vita, me lo comunicò.
Nemmeno io potevo crederci, visto che per colpa di quella strega e della sua maledizione il mio grembo era sterile, ma... aveva ragione lei!... e dopo nove cicli di luna furono posti tra le mie braccia.'
'E' inutile chiederti perchè non me lo hai detto...' manifestò tutto il suo rammarico '... posso perfettamente comprenderlo, lo capisco, era giusto così, ma ti ringrazio per avermi detto la verità. Non sai cosa significhi per me avere dei figli. E' un sogno abbandonato da tanti anni che invece si è realizzato come mai avrei potuto pensare. Ero solo il bastardo di Grande Inverno per quasi tutti quelli che mi conoscevano e non volevo che i miei figli provassero quello che ho provato io per tutta la vita! Nonostante gli Stark mi avessero cresciuto, c'era sempre qualcuno a ricordarmi che ero solo il figlio nato dal lato sbagliato del letto di Lord Stark e non volevo questo per i miei bambini. Fu il motivo per cui preferii il nero.
'Ma tu ora sai di non essere un bastardo Jon, tu sei Aegon Targaryen!'
'Adesso lo so!... Ho fatto i conti con tutti i sentimenti possibili, dopo quella scoperta, anche... a tue spese, purtroppo! E non sai quanto mi dispiaccia averti ferita e allontanata. Ero cresciuto in un altro mondo che non concepiva una storia tra noi, ma ora mi rendo conto che... io ti amo Daenerys! A prescindere da tutto, dagli Stark, dai Targaryen, da ogni cosa!'
Sorrise per la prima volta di fronte a quella confessione del suo amore per lei. Ricordava ancora quando lo disse sulle terrazze della piramide, appena giunto a Meereen, la rabbia che le aveva provocato. Ma sentirglielo dire ora assumeva una dolcezza che aveva dimenticato. Mai ti amo detto da qualsiasi altro uomo le aveva toccato il cuore, lenito l'anima come adesso, detto da Jon Snow! Era lui, era sempre stato lui il grande, vero amore della sua vita, quello che, forse, solo una volta, il destino ti pone dinanzi.
'Quando starai meglio andremo insieme a trovare i bambini. '
Jon la strinse a sé con tutte le forze che poteva avere in quel momento e continuò a baciare quella splendida donna che, anche nei periodi più bui, in cuor suo, non aveva mai smesso di amare.
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