13
DI NUOVO TRE
Si svegliò sulla branda di Jon. Riaprì gli occhi lentamente, serena come non mai.
Dove sono!
Un rapido sguardo e poté comprendere di essere nella camera di lui.
Nonostante le ridotte dimensioni, nonostante il tanfo di muffa fatiscente e lo scomodo materasso, dovette ammettere con sè stessa che, forse, non aveva mai dormito meglio e più serena da mesi.
Jon era accasciato sulla sedia, ancora addormentato. Si ridestò per i rumori che giungevano sempre più numerosi.
Sgranò gli occhi quando la vide, sveglia, sulla sua branda.
Si levò di colpo, le mani spalancate di chi cerca di dare spiegazioni.
'Non è successo niente, ti sei solo addormentata qui' precisò subito, prima che lei potesse trarre conclusioni equivoche.
Ebbe una smorfia poco felice. 'Lo so, solo che è dannatamente tardi, tutti mi vedranno uscire di qui'.
"Non vuole che certe notizie giungano alle orecchie di Daario" immaginò lui.
Si levò dalla branda e si diresse alla porta, aprendola appena. Le guardie erano appostate fuori, ma pareva che, per il corridoio, non transitasse nessuno.
'Mi dispiace'.
'Jon! Smettila di dire che ti dispiace, ho perso il conto di quante volte hai potuto dirlo da quando sei qui a Meereen!.
Lui non ripose, ma si rese conto che aveva perfettamente ragione, un lieve sorriso sghembo si fece largo sul suo volto.
Daenerys aprì la porta di colpo, le lance delle guardie tuonarono sul pavimento di lucido marmo viola in segno di saluto.
Andò via senza dire nulla, senza voltarsi indietro.
Se mi guardo indietro sarò perduta!
Jon sapeva che quella, quasi sicuramente, sarebbe stata la sua ultima visita notturna. Se ne rattristò. Ogni volta che lei faceva il suo ingresso per parlare, lui si sentiva la persona più felice del mondo. Non erano state tante volte, ma aveva imparato a conoscerla meglio e lei lui.
Ora sente di aver raggiunto il limite, addormentandosi qui. Non tornerà più!
Gli occhi di Jon si fecero tristi. Quando andava via e la pensava tra le braccia di Daario una morsa al cuore lo dilaniava.
Rientrò rapidamente nelle sue camere e si tuffò sul letto, mandando in malora le candide lenzuola delicatamente rassettate.
Non avrei dovuto addormentarmi lì. Se la voce si spargesse.
Non che le importasse più di tanto, era la regina e faceva quello che più le aggradava, ma quello che non voleva assolutamente che si perpetrasse era un benevolo sentimento nei confronti dell'uomo che l'aveva uccisa.
Devo dare un taglio a questa cosa. Non è un pericolo per me, ormai ne sono più che certa. Ucciderlo?
Scosse il capo decisa.
Avrei dovuto farlo quel giorno, sulla cima della piramide, ma ora, ne sarei capace?
Io non voglio più essere la regina che lui ricorda come dagli ultimi atti da me compiuti. Non sono il mostro che ero diventata. Ucciderlo sarebbe dimostrare che lui aveva ragione, che tutti avevano ragione e che fece quello che era giusto fare. Non voglio che pensi questo. Sono sempre stata una persona che si è battuta per gli umili, i più deboli ! Devo tronare ad essere la donna che la gente chiamava solo e semplicemente Mhysa e questo sarà il mio primo atto verso la redenzione, graziare chi mi ha ucciso.
Che forse pensasse che quella sua assurda morte per mano di lui fosse stato l'unico modo per farla tornare la vera Daenerys? No, era concedere troppo. Non voleva pensarci, implicava riaprire troppe porte che, invero, dovevano restare chiuse.
Stava ancora pensando a tutto questo quando Samira entrò portando acqua calda per il bagno, insieme ad un paggio che recava la prima colazione. Mangiò davvero poco di quello che le era stato fatto portare dal capitano: c'erano cibi di ogni tipo, dolci e salati, miele, latte fermentato; ma lei lo toccò a malapena. Addentò una tortina di frutta ricoperta di glassa, e mandò giù alcuni sorsi di thè.
Liberarsi delle vesti e calarsi nelle dolci, bollenti acque della sua vasca di marmo viola incassata fu sicuramente il lenitivo migliore per i suoi nervi tesi.
Olii di lavanda permearono la stanza, mentre Samira le spugnava il corpo.
Senti i capezzoli inturgidirsi al passaggio della spugna. Stava pensando a Jon e questo era sbagliato! Soprattutto se avvertiva tutto il suo corpo ridestarsi dopo tanto tempo di letargo. Si sentì avvampare tra le cosce, per un attimo immaginò di essere tra le sue braccia, la dura virilità di lui che, piena, la riempiva. Mugugnò un verso che non lasciava molto all'immaginazione, tanto che
Samira si fermò, lasciando la regina da sola. Non era il caso di restare lì.
Devo essere impazzita a lasciarmi andare così. Pensando a lui poi! Forse... se giacessi con Daario.
Un tempo questo pensiero avrebbe ridestato il suo ardore, ma invero nulla accadde. Calore e voluttà si sprigionavano solo se pensava all'ultima persona al mondo con cui fare l'amore.
Cercò di lasciar correre le sue proibite, assurde fantasie e si recò nella stanza accanto, dove Samira l'attendeva alla toiletta.
Una spazzola districò e rese lucente la sua chioma lasciata libera, trattenuta solo da due piccole trecce.
Scelse un abito rosso, con spalline intrecciate color dell'oro, che sostenevano una lunga sciarpa che, dal collo, giungeva ai suoi piedi.
'Buongiorno mia regina', raggiante Daario la salutò mentre la vide giungere nella sala delle udienze. Si levò dagli scalini vicino allo scranno di lei, percorse l'intera sala, colonne di marmo viola che parevano silenti guardie.
Si avvicinò, pronto a mettere in atto tutte le sue arti seduttive.
Il comandante guardò il suo viso e comprese velocemente che c'era qualcosa che non andava, anche se non riusciva a capire cosa fosse. Nulla era giunto alle sue orecchie delle visite notturne di Daenerys a Jon Snow, per cui pensò fosse arrivato il momento giusto di fare la sua mossa, in fondo era da più di 7 mesi che lei aveva fatto ritorno a Meereen e ricordava ancora la voluttà con cui lo bramava nel suo letto.
Basta aspettare!
Si avvicinò e l'abbracciò. Dany lo lasciò fare.
Forse potrebbe essere la cosa migliore.
Lo pensò ma, non ne era per nulla convinta.
'Ti vedo stranita, stai bene' le disse dolcemente. Strinse ancora di più l'abbraccio, sempre di più, avvicinandosi al viso di lei. Dany non ci mise molto a capire le sue intenzioni.
Vuole baciarmi!
Un tempo questo l'avrebbe fatta felice, ma ora... Qualche istante fa le era sembrata una ragionevole idea ma, al contatto sempre più ravvicinato con lui, la convinzione venne meno poco alla volta.
'Daario ....no' proferì cercando di non ferirlo troppo.
Ma lui insistette, stringendola ancora più forte.
'Ho detto di no!' e questa volta fu perentoria e irremovibile.
Lui allentò la stretta.
'Avevi detto che quel giorno non era il momento, non lo è nemmeno questo!'.
'No, non lo è' lo squadrò furente, strattonandolo lontano.
'E' per quel bamboccio, Jon Snow...' voltò il capo in segno di disappunto.
Lei trasalì, ma capì subito non avesse nulla a che fare con quello a cui aveva pensato. 'Ti sbagli' si affrettò a ribadire, non senza cercare di celare il lieve rossore sulle sue gote.
'Va bene, come vuoi, so aspettare Daenerys, ma non usarmi ancora per farlo ingelosire! L'ho capito, sai! Quel giorno, nelle segrete, mentre ti strusciavi sempre di più a me'.
'Io non mi struscio con nessuno, sia ben chiaro!' lo schernì. 'Non è come pensi...' si pose subito sulla difensiva..
Lo era invece!
'Davvero!' incalzò Naharis.
In quel momento sentirono un tonfo provenire dall'alto.
'E' Drogon, finalmente mio figlio è tornato!...' Daenerys riuscì a divincolare da quell'ostico discorso, che le stava creando ulteriori tensioni.
Altri tonfi, tuttavia dopo il primo, vennero dall'alto.
'Cosa succede! Drogon...' urlò Daenerys, cominciando a correre su per le scale.
'Aspetta! Daenerys!!!...' Daario la seguì prontamente.
Quando fu sulla cima della piramide Daenerys restò esterrefatta. Drogon non era solo: altri due draghi, di stazza nettamente minore, erano lì con lui.
'Per di dei' esclamò Daario quando la raggiunse, insieme ad altre guardie, e vide gli altri due draghi'.
Dany li guardò, sorrise. 'Sono i ..figli di Drogon, non ci possono essere dubbi.'
A giudicare dalla stazza doveva aver deposto le uova forse prima della sua partenza per Westeros, dove, non poteva immaginarlo, ma ora capiva perchè spesso tendeva ad allontanarsi da lei, anche per molto tempo.
Daenereys si avvicinò a Drogon e ne accarezzò il muso, sollevava sbuffi di fumo dalle narici ed emetteva sommessi rantoli. I sanguigni occhi del grande drago nero incontrarono le scintillanti iridi violette di sua madre.
'Così non sei più solo figlio mio!'.
'Da dove vengono questi due' domandò Daario, evidentemente spaventato.
'Sono i figli di Drogon, dalla stazza penso siano nati poco prima o dopo la mia partenza per Westeros. E ora lui li ha condotti da me.'
L'uno si era rannicchiato, il corpo longilineo disteso, lo scheletro di carne delle ali a protezione del ventre e la lunga coda avvolta sotto il muso. Coriacee scaglie viola, con screziature dorate, guardava Daenerys con i suoi fiammeggianti occhi che parevano scrigni dorati, cosi come le corna. L'altro era vicino a Drogon, artigliava la pietra con le zampe posteriori, le ali semichiuse. Si guardava intorno. Scaglie bianche, viranti all'argento più chiaro erano i suoi colori, dalle corna sino alle zampe. e gli occhi argento puro.
Anche se più piccoli, erano degni figli di colui che orami veniva considerato Balerion il reincarnato: più grandi di quanto ci si sarebbe aspettati da draghi di quell'età.
Chissà se anche loro mi ameranno come mio figlio!
Drogon fissò sua madre per un attimo, la sospinse leggermente verso uno di loro. La testa dalle scintillanti corna si eresse, allungò il collo per annusare la mano di lei. Con lentezza le sue dita solcarono quelle scaglie bianche e coriacee. Tastò sottili sporgenze in rilevo, la dura carne bollente al tatto. Daenerys gli elargì carezze e delicate parole, profuse nel melodico alto valiryano. Emise un dolce bramito, un delizioso verso di rassicurazione.
Denerys sorrise, lieta. 'Ora ho di nuovo tre figli, sangue del sangue di Drogon!'. Ma, in quel memento, pensò a Rhaegar e Rhaenys: ne aveva ben 5 di figli!
Lievi lacrime imperlarono il marmoreo, perfetto viso di Daenerys Tangaryen: di felicità mista a tristezza, dovuta alla mancanza dei suoi due figli umani. Anelava il momento in cui avrebbe potuto ricongiungersi con loro.
'Hanno bisogno di nomi' sorrise la regina, guardando Daario, che si trovava a piedi di distanza terrorizzato.
Veraxes e Luxes, vennero di colpo, senza troppo pensarsi, perfetti per i figli di Drogon.
Nella piramide, invece, il baccano regnava sovrano. Jon bussava rabbiosamente contro la porta e imprecava perchè non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
'Aprite questa porta! Daenerys! Dov'è la regina!'
Sentì le mandate della sua porta disserrarsi. Lo sguardò di Daariò lo fulminò.
'Devi stare zitto e calmo Snow!' proferì con tono acido il comandante.
'Cosa è successo... Dov'è Daenerys!'.
'Daenerys sta conoscendo i suoi nuovi figli. Drogon è tornato con due altri draghi, probabilmente il risultato delle uova che deve aver deposto'.
'Davvero!' Jon sorrise incredulo. Ricordava ancora l'immane dolore che aveva provato per la morte di Rhaegal e Viserion.
' Cos'hai da ridere...' rimbrottò il comandante.
'Nulla, è solo che sono contento per lei, ha sofferto tanto per la perdita dei suoi altri due figli. Voglio vederla', lo disse di colpo, senza pensarci.
'L'unica cosa che vedrai saranno le frustate che ti beccherai se continui così, qui non sei nessuno e non dai ordini a nessuno, resterai qui... finchè lei lo vorrà...'.
'Guardiaaa, apri la porta...' irritato Daario Naharis si girò per andare via; poi, di colpo, rivolse di nuovo lo sguardo verso Jon. 'Daenerys mi aspetta con ansia per festeggiare' schioccò la lingua, occhieggiandolo. L'ennesima allusione alla loro rinata relazione!
Ancora una volta Jon si sentì avvampare, ma non gli diede alcuna soddisfazione, cercò di non far trasparire la tristezza che gli provocava pensare Daenerys con lui.
Quando il comandante tornò sulla piramide, tuttavia, Dany non c'era.
'Dove è andata la regina' chiese ad una delle guardie'.
'Non lo sappiamo, è... corsa via'.
'Gà' pensò Daario e immaginava anche il perchè.
Ancora una volta la porta della camera di Jon si aprì. Questa volta era Daenerys. Non pensava l'avrebbe rivista così presto dopo quella mattina.
Lui la accolse subito con un sorriso. 'Ho saputo dal tuo comandante del miracoloso avvenimento, sono davvero felice per te...'.
'Anche io non riuscivo crederci. Quella visione ha lenito un po' il dolore per la morte degli altri miei figli. Pensavo di essere sola, che sarei rimasta sola' scosse il capo sorridendo. '... Invece ho 5 figli!'.
Quella frase le sfuggì senza nemmeno rendersene conto.
'Come 5. Daario ha parlato di due altri draghi' Jon socchiuse gli occhi, piegando leggermente il capo verso la spalla.
'Si! certo! è quello che volevo dire! Mi... sono solo confusa' disse seria e preoccupata allo stesso tempo.
Jon era stranito, non pensava si fosse sbagliata, ma mai avrebbe potuto immaginare la verità.
'Come li hai chiamati? ..
'Veraxes e Luxes. ll secondo è completamente bianco, è davvero meraviglioso...' i suoi occhi si fecero quasi sognanti.
'Immagino!' replicò tristemente lui.
Lei ne comprese il motivo: era prigioniero e quella camera era solo un'alternativa, meno sgradevole ad una cella ma, nulla di più.
' Li vedrai, prima o poi, almeno il giorno in cui andrai via di qui'.
Ormai aveva preso la sua decisione: non lo avrebbe ucciso! Ogni qual volta aveva palesato quel pensiero, qualcosa glielo aveva impedito, non ultimi i visi dei suoi figli, che continuava a rivedere in lui. Forse era solo la sua ritrovata coscienza o forse qualcos'altro, non le importava: voleva solo mandarlo via, in fondo sapeva di aver sbagliato tanto a Westeros e non voleva più essere quella regina!
Tuttavia, mai si sarebbe aspettata la reazione di Jon Snow all'idea di essere lasciato libero.
'Io non vado da nessuna parte , io resto qui con te, sono venuto per questo' disse fermo.
'Ma io non voglio, non ti voglio qui! Torna a Westeros, a Grande Inverno, oltre la Barriera, ma non ti voglio più qui' incalzò Dany.
'Non mi importa, tienimi tuo prigioniero, fammi bruciare da Drogon se ti aggrada! Solo così potrai liberarti di me...'.
'Perchè Jon! Ti sto dando la possibilità di tornare a casa, di essere libero! Non capisco! Sai che è tutto inutile, non si può tornare indietro!' esclamò con un filo di tristezza nella voce.
'Siamo tornati indietro dalla morte, magari chissà!...' la guardò con occhi speranzosi.
Sussultò. Quelle parole riportarono alla mente di Daenerys Ser Davos "si è preso una pugnalata al cuore per i suoi uomini".
La cicatrice sul petto, non era una metafora, era la verità!
'Anche tu, dunque'.
'Si, al Castello Nero, una congiura ordita da alcuni guardiani della notte: ero reo di aver portato i bruti al di qua della Barriera, dopo 8000 anni di guerre! Non tutti furono felici di questa mia decisione, il risultato fu un'imboscata in cui... Melisandre mi riportò in vita'.
Daenerys si era sempre chiesta perchè quelle sue cicatrici fossero così rosse, sanguigne, come non del tutto guarite, nonostante il tempo trascorso. Ora ne aveva avuto la conferma, seppure qualche dubbio, da tempo, albergava in lei.
Cercò di non pensare anche a questo ennesimo, terribile dettaglio della vita di lui.
Se mi guardo indietro sarò perduta.
'In ogni caso tu andrai via...' ribadì perentoria.
'Io non lo farò' Jon si alzò in piedi, troneggiando, con aria di sfida, dinanzi alle esili e delicate fattezze di lei.
'Lo vedremo' apri la porta, furibonda, e andò via.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top