12.
LE NOTTI INSONNI DI DAENERYS TARGARYEN
Sognò di essere ad Approdo del re. Due bambini correvano felici per le viuzze della Capitale, sorridendo, schiamazzi armoniosi, dolci alle orecchie di Daenerys Targaryen.
Erano Rhaenys e Rhaegar, lei lo sapeva; Rhaenys coi lunghi capelli oro e argento e Rhaegar un intrico di boccoli neri. Ma erano più grandi, camminavo già.
'Fermatevi bambini' gridò, vedendoli allontanarsi.
Il sole che splendeva sereno divenne un manto nero. Alzò la testa verso l'alto. Drogon adombrava persino l'immane luce dell'astro diurno con la sua enorme stazza.
Fuoco.
Volute scarlatte, arancioni, gialle e nere si avvilupparono, i bambini furono colpiti in pieno dalla sua forza devastatrice.
Daenerys corse verso di loro. 'Noooo! Nooooo!' Urlò, si inginocchiò vicino loro. Erano lì, ormai morti, carbonizzati, due statue di cenere che si sbriciolavano, le sue mani e le sue gambe ricolme di polcere cinerea. Nauseante e corrosivo, l'odore della morte le pizzicò le narici. L'odore dei suoi figli morti le provocò conati di vomito
Cercò di rimettere insieme quelle ceneri ma... era impossibile. Chiuse gli occhi e respirò a fondo, nuove lacrime si accanirono sul suo volto, altre urla a dilaniarle la gola. Gridò i nomi dei suoi figli, rimase inerme e senza fiato, la bocca ricolma di fumo.
Noooo!
Si svegliò di colpo, madida di sudore, ansimante, il cuore che sembrava stesse per uscirle dal petto, le lacrime che avevano creato fiumi esondanti sulle sue guance.
Accese rapidamente una candela, non poteva restare ancora un solo attimo al buio. Cercò di calmarsi, respirò più lentamente.
E' stato solo un incubo. I miei bambini sono al sicuro, a Volantis.
Ma per tutti i bambini che quel giorno erano ad Approdo del Re, non si era trattato di un incubo. Era stato tutto vero!
Quante gente ho ucciso! Quanti bambini ho ucciso! Bimbi innocenti come i miei figli. Cosa... Cosa ho fatto! Cosa ho fatto! Come ho potuto! Perchè!
Si portò le mani sul viso, il dolore che provava era inenarrabile.
Dopo quell'incubo non riuscì più a dormire, le ancelle le portarono del latte, del miele, le fecero compagnia, ma sulla servì.
'Lasciatemi sola' infine disse.
Quella notte sarebbe rimasta sveglia, lo sapeva, nulla sarebbe servito. Si avvolse in una grande coperta bianca , un rimando alla pelliccia del leone albino dono del suo Sole- e-Stelle, in cui soleva raggomitolarsi quando stava male.
Nonostante cercasse di concentrarsi su altro, ora non riusciva che a pensare alle parole che le aveva detto Jon Snow!
No. Non puoi amare una persona e pugnalarla... E' vero, ho sbagliato, lo ammetto, ho fatto qualcosa che mai potrò perdonare a me stessa per tutto il resto della vita! Ma lui... aveva giurato di servirmi come sua regina! Come ha potuto amarmi e uccidermi!
Eppure le cose che aveva detto non erano sbagliate, continuava a martoriarsi.
"Cosa dovevo fare, hai distrutto una città intera! Dovevo continuare a guardarti mentre scivolavi nel baratro, consumata dal potere, vedere fino a che punto ti saresti spinta dopo Westeros, finchè qualcun altro avrebbe fatto quello che ho fatto io".
Continuava a pensare in maniera martellante a quelle parole!
E' tutto vero quello che ha detto, ma non avrebbe dovuto uccidermi!.
Il pensiero di lui che le piantava quel fottuto pugnale nel cuore non riusciva ad abbandonarla. D'altrode, come avrebbe potuto!!!
Infine non non riuscì più contenere ciò che arrovellava la mente. Si levò dal letto, indossò una veste da camera e uscì.
Le guardie cercarono di seguirla ma lei ordinò perentoria che rimanessero ai loro posti.
Attraversò una serie di corridoi e si ritrovò, quasi senza rendersene conto, dinanzi alla camera di Jon..
'Aprite' ordinò.
Jon sentì le mandate della porta disserrarsi e restò sbalordito nel ritrovarsi Daenerys in tenuta da camera dinanzi. Si alzò immediatamente cercando di darsi un contegno: anche lui indossava qualcosa di davvero poco appropriato.
Lei si strinse nella sua vestaglia azzurra di seta, lo guardò a lungo, senza proferire parola.
'E' successo qualcosa, stai bene? chiese preoccupato.
'Mi suscita sempre ilarità quando mi chiedi se sto bene'.
Jon abbassò gli occhi, in fondo aveva perfettamente ragione..
'Posso chiederti perchè sei qui '. cercò di dirlo nella maniera più pacata possibile, non voleva in alcun modo irritarla..
'Perchè sono qui! E' davvero una gran bella domanda. A dir la verità non lo so nemmeno io. A dir la verità tu dovresti già essere morto da tempo per mia mano... come tu hai fatto con me! Quindi, già il semplice fatto che tu sia ancora vivo, non so ancora per quanto, è una gran concessione che ti sto facendo'.
Jon sospirò, preferì evitare di replicare, era evidente quanto fosse furiosa, e forse quello era un eufemismo che nemmeno lontanamente rappresentava il suo reale stato d'animo.
'Non riuscivo a dormire... ' lo disse di colpo, d'improvviso. Si sfregava le mani continuamente, con sempre maggiore veemenza.
C'è qualcosa di cui vuole parlare.
Ed infine sbottò.
'Non riesco a comprendere... Come... come hai potuto fare quello che hai fatto!' Daenerys girò il capo inorridita.
Jon aveva gli occhi rossi di chi cerca di trattenere una tempesta. 'Io... non lo so... non so come ho potuto. Quando ho scoperto chi fossi solo la mia apparenza pareva immutata, ma, dentro di me, albergavano i sette inferi. Dovevo dominare quello che sentivo per te, perchè immorale secondo la vita che avevo vissuto e poi tu... hai...hai .. ' non riuscì a concludere quella frase troppo dura da dire.
'Mi sono lasciato plasmare come creta, ho creduto a tutto quello che mi dicevano, che non c'era altro che si potesse fare. Io... io non ero in me, non ero in grado di raziocinare!'.
'E questo dovrebbe giustificarti' tuonò lei, ma subito i suoi occhi si fecero cupi.
Non giustifica nemmeno quello che ho fatto io!
'No... no, non cerco giustificazioni, come ti ho detto sono qui per chiederti perdono, per quanto so sia ben misera cosa e perchè...' si portò il pollice e l'indice sugli occhi, massaggiandosi, poi, la tempia. '... Lo sai e so anche che non vuoi sentirlo, ma è la verità Daenerys, io non ho mai smesso di...'
'Sta zitto! Non parlare!...' piegata in due gli rigettò tutto il suo disprezzo. 'Ti odio! Ti odio dal più profondo del mio essere! Ringrazia, qualunque siano i tuoi Dei, di essere ancora vivo!'.
'Lo so che mi odi! Mi odio anch'io, cosa credi! Sarei morto con te, quel giorno, se non fosse sopraggiunto Drogon.'.
'Però sei ancora vivo.'.
'Non significa che non ci abbia provato!' non avrebbe voluto dirlo, ma non riusciva più a trattenere nulla, era come un fiume in piena.
La colpì allo stomaco quella dichiarazione.
Dunque ha tentato di togliersi la vita per quello che mi ha fatto!
Ma non lo avrebbe mai dato a vedere. Cercò di riprendere un ché di pacatezza.
Si guardò intorno, alla ricerca di una sedia. La camera era davvero piccola, una branda con un materasso pieno di paglia e un tavolo erano tutto quello che c'era. Le pareti erano scrostate, maleodoranti per la muffa. un pitale, fortunatamente vuoto, fungeva da latrina.
Anche Jon cercò di calmarsi. Si sedette sul letto, le mani intrecciate a tratteneregli il capo perso in chissà quali pensieri. Quando rialzò la testa, Dany era seduta, le gambe incrociate; la veste da notte si era leggermente aperta e la sottoveste che indossava era davvero trasparente, tanto che Jon arrossì. Daenerys se ne rese conto, si coprì subitamente.
'Scusami non era mia intenzione...' chinò il capo imbarazzato.
Un lieve rossore imporporò le gote della regina, cercò di sistemarsi i capelli sperando che Jon non lo avesse notato.
Anche lui indossava qualcosa di molto poco consono: una maglia di lana e brache analoghe di un lugubre grigio, che mettevano in evidenza i suo attributi, tanto che non faceva altro che spostare le braccia non sapendo cosa andare a coprire di preciso. Dany notò tutti quei movimenti e i suoi occhi andarono a posarsi proprio su ciò che Jon cercava di coprire in ogni modo: la sua virilità che, purtroppo, quei pantaloni rendevano estremamente evidente. In quel momento, fissandolo, la sua mente la riportò involontariamente a quella prima notte passata insieme sulla nave che, da Porto Bianco, li avrebbe condotti a Grande Inverno, ma scacciò immediatamente quell'immagini.
Lui è il mio peggior nemico, non devo mai dimenticarlo.
Si versò un bicchiere di acqua da una caraffa di ferro.
'Nemmeno tu dormivi', bevve avidamente, la sua gola era arsa.
'No, non dormivo, pensavo a te...'.
'Davvero' proferì incuriosita.
'Non faccio altro che pensare al male che ti ho fatto ma, sapere che sei viva è per me una benedizione che mai avrei osato sperare di ricevere. Mi auguro che Daario riesca a farti dimenticare il dolore che ti ho arrecato', il suo viso era una smorfia di sofferenza, '...per quanto non possa che farmi male saperti con lui'.
Dunque pensa che io e Daario siamo tornati insieme. Che lo creda pure, non mi importa.
'Invece tu cosa hai fatto... Sei rimasto fedele alla donna che hai pugnalato' lo guardò tra il sarcastico e l'interrogatorio.
Una pugnalata fu tuttavia quello gli procurò quella sua affermazione. 'Non sono mai stato con nessun'altra' la sua voce, invero, era molto seria.
'Peggio per te, allora' lo schernì irritata.
In ogni caso quella situazione cominciava a metterla seriamente a disagio, perciò si alzò dalla sedia diretta verso la porta, ma Jon riuscì a prenderla delicatamente per un polso. Le si girò di rimando e si ritrovò vicino al suo viso.
Jon sospirò, arrovellato tra parlare o meno 'Credimi quando ti dico che mi dispiace e... che ti amo Dany' dunque infine parlò.
Lei gli guardò magnetica le labbra 'E tu credimi quando ti dico che non mi importa assolutamente nulla di tutto ciò'
Un'altra pugnalata al cuore!
Daenerys si liberò dalla presa e si avviò verso l'uscita, ma Jon fu più veloce e si avventò sulla porta.
Lei, per un battito di ciglia, sussultò.
'Scusa, non volevo spaventarti...' e lo disse con quella voce così dolce che tanto aveva amato una volta.
'Fammi passare' ordinò, mentre lo squadrava rabbiosa.
'Ti chiedo solo una cosa: torna da me, ci sono tante, troppe cose che devo dirti, che avrei dovuto dirti già da quando eravamo a Westeros. Permettimi almeno questo prima di uccidermi'.
La fece sussultare quel pensiero. Per tutto il tempo che era rimasta lì, non aveva più pensato all'idea di condannarlo a morte. Lei sapeva che quello che aveva fatto ad Approdo del Re era profondamente sbagliato, non meno di quello che Jon Snow aveva fatto a lei. E poi c'erano Rhaenys e Rhaergar, e ogni volta che lo guardava, rivedeva i visi dei suoi bambini riflessi nel suo.
Assentì appena con il capo, in modo impercettibile. Non sapeva nemmeno lei perchè gli avesse detto di si.
Non avrei dovuto farlo.
Quando rientrò nella sua camera si tuffò sul letto, mentre salate lacrime imperlarono il suo diafano viso. Le mancavano i suoi figli e poi c'era lui, Jon. Continuava a tormentarla nonostante volesse solo odiarlo. Un pianto convulso perpetrò a straziare il suo volto e bagnare le coperte del suo letto sino a quando non riuscì, quasi inconsapevolmente, ad addormentarsi.
**********************
Qualche notte dopo Daenerys si ripresentò alla porta di Jon Snow. Le guardie erano state avvertite di non fare parola, di tali visite notturne, con nessuno.
Questa volta Jon era, se mai ciò potesse essere, ancora più a disagio della prima volta. Erano giorni che non vedeva nessuno e aveva sperato, in cuor suo, che quel lieve cenno di capo avesse trovato verità invero che essere dimenticato o scartato, come un errore stupido, da Daenerys.
Jon le sistemò la sedia in modo che potesse sedersi. Era ammaliato da quello che indossava questa volta, una vesta da camera in pizzo di Myr, rosa chiaro, a metterle ancora più in evidenza, i magnetici occhi viola in cui, ogni volta che la vedeva, si perdeva.
Daenerys prese posto sulla sedia.
' Mi fa piacere che tu sia qui'.
'Non è per quello che credi' fu perentoria. 'Ho intenzione di tornare a Westoros, il Trono di Spade è della famiglia Targaryen. Tu sei figlio di Rhaegar, sei l'erede al trono. Cosa hai intenzione di fare'.
'Per quanto tu possa odiarmi, ho scelto di servire te, ho scelto te come mia regina allora come adesso. Solo che non fui abbastanza forte da starti accanto fino in fondo.'
Si riempì un bicchiere di acqua, l'unica cosa che c'era in quella camera, e lo buttò giù.
'Tu parli di erede al trono; al momento, io sono solo un traditore e un regicida, condannato a scontare la sua pena alla Barriera. Quale sia il mio nome, ormai poco importa, per quanto abbia sempre desiderato sapere chi fosse mia madre da quando ho memoria. In ogni caso non voglio il trono Dany, te lo dissi allora e te lo ribadisco ora. L'unica cosa che desideravo era il bene del Nord e... stare insieme a te. Pochi conoscono il mio segreto quindi... credo che morirò come il bastardo di Grande Inverno, il figlio illegittimo di Ned Stark. Se ci sarà una guerra ti chieso solo una cosa. Pensa al tuo popolo!
Fu un pugno nello stomaco per Daenerys.
Anche gli abitanti di Approdo del Re erono il mio popolo!!!
'Se puoi, risparmia Bran, anche se non so quanto di lui sia rimasto nel corvo con tre occhi'.
'Bran non è Cersei Lannister' disse solo. Ma Jon intuì volesse far intendere che non era sua intenzione ucciderlo, se non fosse stato strettamente necessario.
Passarono parecchie notti e ogni notte Jon sperava che Daenerys tornasse a trovarlo. Ma le notti si susseguivano, le settimane trascorrevano, ma di lei non vi era stata più traccia.
Era sulla branda, le coltri della notte stavano prendendo possesso dei suoi occhi. Era nel dormiveglia quando sentì le mandate della porta disserrarsi.
Daenerys fece il suo ingresso, niente veste da notte, solo una candida camicia di seta che aderiva peccaminosa al suo corpo, adornata da pizzi di Myr.
Le mani di Jon si protesero verso il basso.
Un'erezione! No, non può vedermi in uno stato del genere.
Si sedette sul letto velocemente cercando di celare la cosa. Fortuantamente la regina era accompagnata da un paggio, recante un vassoio di dolci al limone e ai mirtilli e una caraffa di vino. Tutto ciò aveva allontanto lo sguardo di Daenerys da lui.
Non si è accorta di nulla, per mia fortuna!
'Avevo voglia di dolci, per cui ho pensato... visto che questo posto non ha nulla di commestibile...'.
Finalmente tornato a una normale apparenza, si levò dal letto e riempì due coppe di vino speziato al miele.
Lo mando giù lentamente, era tanto che non assaporava qualcosa di veramente buono. Quello che gli portavano come cibo era appena commestibile e il vino poi! Quale bendizione.
Daenerys addentò invece una tartina al limone, divorandola avidamente.
'Ti ho mai detto che ho vissuto in una casa con la porta rossa e un albero di limoni fuori dalla finestra?'.
Jon sorrise, riusciva ad immaginarla, da bambina, in un luogo che pareva una celestiale visione onirica. 'No, non lo sapevo'.
'Assaggia, sono molto buone, i dolci mi calmano quando sono nervosa'.
'Le donne gravide spesso adorano mangiare dolci..', aveva appena finito di pronunciare quell'ultima sillaba quando si rese conto del grave errore che aveva commesso.
Lei lo guardò visibilmente turbata.
'Scusami'. Jon si colpì il capo.
Come ho potuto dire una cosa del genere a lei!
'Sono un imperdonabile idiota. Non so come chiederti perdono per questa mia inadeguata affermazione e... anche per il passato'.
Daenerys lo guardò interdetta.
'Una volta mi dicesti che la dinastia Targaryen sarebbe morta con te, che gli unici figli che avresti mai potuto avere sarebbero stati i tuoi draghi. Ricordo ancora la stupida cosa che ti risposi, se eri certa di poterti davvero fidare di una ciarlatana. Ho sbagliato anche allora', chinò il capo contrito.
'Tu soffrivi terribilmente per qualcosa che io non potevo nemmeno lontanamente comprendre e non ho saputo esserti vicino neanche allora, dirti quanto mi facesse dispiacere questo tuo immane dolore... Adesso sono qui e posso dirtelo. Mi dispiace Daenerys, mi dispiace per questa immensa sofferenza che hai dovuto affrontare da sola, senza nessuno vicino a consolarti.'.
Daenerys socchiuse gli occhi. In quel momento ripensò al suo primo figlio, che aveva barattato per la vita di Drogo, per averne nulla in cambio.
'Ho avuto un figlio tempo fa', quella frase venne fuori quasi senza volerlo, non sapeva perchè glielo avesse confidato, '...nato morto perchè mio marito vivesse, ma sono stata ingannata. Ho perso lui e il bambino e quella donna mi ha maledetta affinchè il mio grembo divenisse sterile', socchiuse gli occhi, si morse la lingua, le sempbrava stesse rinnegando l'esistenza delle sue due creature vive e in salute, ma mai avrebbe potuto dire a quell'uomo che, invero, lui aveva potuto quello nessun altro nella sua vita era stato in grado di fare. Magia di Westeros o meno, quei due bambini stupendi erano, in ogni caso, figli suoi, frutto del suo seme e di ciò che un tempo li aveva uniti.
Jon restò sconvolto, 'Non sapevo fossi stata sposata, nè di questo tuo figlio. Quante cose non so di te! Quanto ho sbagliato con te! Mi dispiace Daenerys anche per questo tuo lutto, non oso immaginare il tuo dolore, non ho mai perso un figlio.
'Sono stata sposata due volte, l'una col il mio sole-e-stelle e la seconda con un uomo di Meereen solo per salvare la città'.
Lo sguardo di Jon si incupì, detestava pensare che la sua amata Dany avesse dovuto giacere con qualcuno solo per ragioni di stato.
'Lo so cosa stai pensando, ma una regina deve occuparsi del suo popolo prima di tutto, lo hai detto tu notti fa...'.
'Si, l'ho detto io, ma non se questo implica che tu sia obbligata tra le braccia di qualcuno solo per dovere. Ho solo sempre pensato che nella tua vita ci fosse stato solo Daario'.
Daenerys sorrise tristemente. 'Parlare di Daario è facile, lui è vivo e mi è devoto come nessuno. Il mio secondo marito non ha avuto grande importanza nella mia vita, è morto quasi subito dopo il matrimonio. Drogo era diverso. Sono stata condotta all'altare perche mio fratello avesse un esercito per riconquistare Westeros. Avevo tredici anni e fu terribile per me.
Jon si rifiutò di pensare a quello che fosse successo.
'I Dothraky sono un popolo nomade, dedito a depredare le città, fare schiavi e rivenderli. Per me era assurdo. Restai traumatizzata nel vedere gente che si uccideva al mio matrimonio, cosa normale per loro, che si accopppiava inselvatichita dinanzi a tutti. Dopo la prima volta con Drogo fu sempre peggio. Il dolore che provavo ogni volta che lui veniva da me era terribile. Ho pensato come te di farla finita'.
Jon non riusciva a sopportare quel racconto, non pensava che la donna forte e altera di Roccia del Drago nascondesse tanto dolore, tante cicatrici.
Ma in fondo avrei dovuto comprenderlo: nessuno è così duro se non ha sofferto!
'Daenerys mi dispiace!' non aggiunse altro, altro invero non avrebbe potuto aggiungere; forse la sua vita era stata molto meno traumatica della sua e lui...
Cosa ho fatto! L'ho uccisa!
Dany notò le lacrime che cercavano di venir fuori dai suoi occhi ma non poteva guardalo. Doveva continuare a pensarlo come un nemico. Per un attimo si chiese come una persona così orribile potesse dire delle cose che le toccavano l'anima ma ormai era tardi: per qualche misterioso arcano quell'uomo era riuscito a darle ben due figli e con questo la sua casata avrebbe potuto tornare a sperare di sopravvivere. Questo era importante, tutto il resto non contava più.
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