10.
PRIGIONIERO
I raggi del sole penetrarono, forti, attraverso le candide tende delle finestre nelle camere della regina. Una fantasmagoria di colori si riverberò sui suoi argentei capelli, rendendoli ancora più splendenti. Un raggio di sole, ahi lei meschino, dilagò sui suoi occhi ancora chiusi.
Daenerys si parò il viso, ancora intontita. Si mise a sedere, la spalla poggiata sulla testiera imbottiva del suo grande letto. Si stropicciò gli occhi, cercando di mettere a fuoco gli eventi.
E' successo davvero!
Per un attimo pensò fosse tutto, solo un malefico incubo, poi rammentò incredula quello che era successo la sera prima: Jon era lì, era stato arrestato per suo volere.
Non volle assolutamente pensare a quello che le aveva detto. In quel momento voleva solo capire cosa farne di lui.
Ho detto che lo avrei ucciso! E' giusto così, lui mi ha tradito nel peggior modo possibile. Ed è quello che farò!
Ormai era decisa nei suoi intenti. Eppure, dentro di lei, albergava un inferno di sentimenti.
Qualcuno bussò alla sua porta. Era daario naturalmente, chi mai poteva importunarla a quell'ora del mattino! Daario era un fedele alleato, ma a volte diveniva un peso che Daenerys non poteva assolutamente sopportare, non in un momento così critico.
Ebbe un moto di stizza, avrebbe voluto rimanere ancora sola, ma Daario oramai era lì, dietro la sua porta, e sicuramente non sarebbe mai andato via: era così pressante e lei, in quel momento, voleva solamente un pò di pace.
Indossò rapidamente una veste da camera e andò ad aprire la dannata porta.
Daario si sistemò con un spalla sul ciglio della porta, sorridendole con il suo fare suadente, proferendo un buongiorno languido e lascivio.
'Devo ammettere se speravo di trovarti più svestita', dichiarò irriverente .
'Non sono in vena di scherzare'. Al contrario di Daario, Daenerys non aveva nessuna voglia di giocare con lui. Non poteva capire quello che significava, davvero, per lei, la presenza di Jon Snow lì a Meereen.
'Scusami!' Naharis alzò le spalle, le mani davanti al corpo, facendo un passo indietro. ' Volevo solo cercare di spezzare questa atmosfera che si taglia con una lama'.
'Dov'è?' chiese senza mostrare emozione.
'E' nelle segrete, cosa vuoi fare'.
'Adesso fare un bagno e vestirmi, poi vedremo. Fai venire Samira'.
'Ai tuoi ordini'. Daario fu stupito dal gelido comportamento di Daenerys e non ne riusciva a comprendere la ragione ma, quando aveva quel piglio, sapeva che, la cosa migliore da fare, era non contraddirla per nessun motivo.
Dopo poco Samira bussò ed entrò in camera. Aiutò Daenerys a fare un bagno caldo, le pettinò i capelli e l'aiutò a vestirsi...
Indossò un abito azzurro con un profondo scollo sul davanti e lasciò stranamente i capelli sciolti, solo con due piccole trecce laterali.
Dopo un respiro profondo, scese le scale sino a giungere nella sala delle udienze, il suono cadenzato dei suoi tacchi a riverberarsi, echeggiando, tra i pilastri viola del grande salone. Daario era lì ad aspettarla.
Un luminoso sorriso si stampò sul volto di Naharis nel vederla così bella ed altera, la stessa donna che, si era ormai reso conto, non aveva mai smesso di amare. 'Allora mia regina cosa vuoi fare' le chiese il comandante, baciandole la mano.
'Scendiamo nelle segrete, voglio parlare con quell'uomo, tu devi essere con me'.
'Quell'uomo!!!!' sorrise alquanto sconcertato. 'Scusami, sbaglio o mi hai detto che è il figlio di tuo fratello. Magari tra voi non ha funzionato, "il che non può che rallegrarmi oltre ogni modo", ma perchè farlo arrestare! Oppure c'è altro che non so!' Daario si fece stranamente serio.
Daenerys lo fulminò con uno sguardo che avrebbe potuto fendere la carne.
'Sono io la regina e si fa quello che dico io'.
'Ma certo': a quel punto Daario, a testa bassa, preferì non fare più domande. Era inutile cercare di far breccia nella corazza di Daenerys Targaryen se non fosse lei a volerlo. 'Faccio strada'.
La piramide di Meereen aveva 99 piani, le segrete si trovavano nel sottosuolo, il che era tutto dire circa la ferocia con cui i prigionieri venivano trattati. Ci si accedeva mediante una porta situata sullo spiazzo da allenamento.
La prima porta era di legno e ferro, superata la quale vi era il carceriere. Lì era possibile prendere delle fiaccole, visto che il percorso era abbastanza buio.
Vi era un unico ordine di segrete, largo quanto la base della piramide. Le celle erano diverse a seconda del tipo di crimine commesso dall'incarcerato.
Scesero ripide e strette scale di pietra marcita, mentre Daario faceva strada con la luce di una lanterna. Daenerys si rese conto di quanto stessero scendendo in basso, aveva contato almeno 220 gradini quando giunsero infine nelle segrete. Erano umide e buie e un forte tanfo di muffa disgustò il suo olfatto. Le celle erano quasi tutte vuote o, quantomeno, quelle con l'entrata fatte di sbarre. Quanto a quelle con la porta in legno e ferro, non avrebbe saputo dire se dentro vi era qualcuno o meno e, francamente, preferiva non saperlo. Jon era rinchiuso nella seconda, incatenato ai polsi. Quando la vide, con quell'abito così seducente, un fremito attraversò il suo corpo.
Scaglie di drago azzurre peccaminosamente avvolte al suo corpo lasciavano scoperte ombelico, fianchi e tutta la voluttuosa schiena. Deglutì vistosamente e questo non sfuggì a Dany . Lui era abituato a vederla in abiti pesanti e quel vestito, da dove, quasi, poteva intravedere e immaginare i suoi sinuosi lineamenti, i seni così turgidi ed evidenti, lo turbò visibilmente.
Per gli Dei quanto è bella! pensò tra sè, come dimentico di essere rinchiuso lì, per suo volere.
La cella fu aperta aperta da uno dei Secondi Figli che faceva da guardia alle segrete.
'Daenerys, ecco qui il prigioniero. Cosa vuoi che ne facciamo...' Daario era molto curioso di vedere come lei si sarebbe comportatae poterne trarre delle deduzioni preziose ai suoi fini.
'I Secondi Figli lo controlleranno giorno e notte. Non voglio Immacolati qui', fu perentoria.
Perchè l'ho detto! Appena Verme Grigio lo avesse visto, lo avrebbe ucciso e io avrei, finalmente, avuto quello che desideravo: vederlo morto. No! Sono io che devo ucciderlo, come lui ha fatto con me!
Eppure il cuore le batteva spasmodicamente all'idea di trafiggerlo con una daga.
Daario non capì il perchè ma, visto com'era agguerrita quella mattina, fece ciò che lei voleva. In quel momento un pensiero balenò nella mente di jon.
Solo gli Immacolati sanno che sono stato io a pugnalarla, quindi, se Dany non vuole che siano qui... allora il comandante non sa qual'è la verità.
Lo guardò con occhi divenuti piccoli piccoli, collerici, si toccò le labbra con due dita della mano.
'Allora... Jon Snow, cosa devo farne di te!' gli girò intorno, osservandolo senza manifestare alcuna emozione.
'Dany' cominciò Jon, ma lei lo fulminò con lo sguardo, gli occhi due fessure che trasudavano disprezzo.
'Daenerys ...' proferì correggendosi. 'Tu sai... io ti ...' sospirò e subito si interruppe, rassegnato: era inutile dirglielo di nuovo. Sentiva che lo odiava e sarebbe stato vano ribadirgli i suoi sentimenti. Forse, in quel modo, l'avrebbe resa ancora più furente. 'Io... sono venuto qui a Meereen per perpetrare il mio giuramento, il mio dovere di servirti come mia regina: la mia spada è tua, sono qui per assicurarmi che nulla possa accaderti, lo giuro suo mio onore'.
Non mi crederà mai! L'ho pugnalata a tradimento e mi odia, e a ragione! Come potrebbe confidare in quanto ho detto, ma, del resto! Cosa avrei mai potuto dichiarare!
In effetti non c'era niente altro di vagamente sensato che avrebbe potuto proferire. La verità è che non c'era niente che avrebbe potuto dire a sua discolpa.
'Non hai fatto un buon lavoro a Westeros, visto che è tornata morta! La tua spada non l'ha protetta abbastanza a quanto pare...' sputò veleno Daario.
Invece Daenerys scoppiò a ridere. Il Comandante non ne capiva il perchè e cosa stesse succedendo. La guardò a lungo sbigottito, mentre con passo felino gli si avvicinava. Intrecciò un braccio con quello di lui e accarezzò languidamente con l'altra mano l'avanbraccio del Capitano.
Jon cercò di non far trapelare il suo disagio. Dopo la sua confessione della sera prima, lei sapeva benissimo che, così, lo avrebbe fatto soffrire, visto che lui era a conoscenza del fatto che, prima di partire per Westeros, Daario Naharis era stato il suo amante.
Sono tornati insieme allora! Che idiota che sono! Perchè mi meraviglia tanto.
'Allora Daario, dobbiamo o no fidarci di Jon Snow...' disse seducente, continuando ad avvicinarsi sempre di più al comandante, mentre Jon era in preda ad una collera a lui sconosciuta.
La mia Dany così vicina ad un altro uomo!
La gelosia era un sentimento così nuovo per lui che aveva amato solo due donne nella sua vita, ma Daenerys era qualcosa che andava al di là di ogni logica fisica e mentale, per lei aveva dato un calcio persino a tutti gli usi e i costumi secondo cui era vissuto tutta una vita, che rendevano il loro amore peccaminoso.
Il comandante si accorse dello stato di Jon e lo sfruttò a suo vantaggio.
'Cosa c'è Snow... non sapevi di me e Daenerys...' sogghignò spavaldo.
'Daario...' pronunciò il suo nome così gelida che il capitano comprese di dover chiudere la bocca all'istante.
'Io penso che dovrebbe restare qui, mia cara' sorrise, divertito da quella situazione.
Per quanto non volesse darla vinta a quell'irritante uomo, la rabbia montò. Il viso di Jon divenne rosso, mentre ansimava vistosamente. Poi... socchiuse gli occhi, cercando di riprendere contegno.
Ora è lui che ama! Devo calmarmi, non servirà a nulla tutto questo! Se non a peggiorare la mia situazione.
Non potè, dunque, fare altro se non guardare quell'immagine che mai avrebbe voluto vedere in tutta la sua vita, con occhi rassegnati.
Daenerys si accorse di questo suo stato, lo conosceva assai bene, in fondo. Voleva che soffrisse, voleva che morisse, lo aveva atteso da quando un alito di vita aveva ripreso possesso del suo corpo, ma ora! Lo guardò, ebbe un attimo di smarrimento, la testa cominciò a vorticarle, le immagini dei suoi figli quasi si sovrapposero a quelle di lui.
NO!
Una voce urlò dentro di sè, il suo cuore batteva furiosamente e non sapeva più cosa fare, qual era la cosa giusta da fare!
'Liberatelo', quelle parole vennero fuori quasi senza che la sua volontà ne prendesse coscienza. 'Fatelo seguire giorno e notte dai Secondi Figli. Resterà confinato in una camera ed uscirà solo se avrò bisogno di parlargli. Almeno per ora, salvo miei diversi ordini'.
Jon fu evidentemente stupefatto da quella decisione. In un angolo remoto del suo cuore, anche se l'avrebbe comunque amata, nel bene e nel male, pensava che, in fondo, lei potesse essere ancora rimasta la donna che aveva dovuto uccidere e che quella cella sarebbe stato l'ultimo posto che lo avrebbe visto vivo.
Mi ha risparmiato! Certo, sono suo prigioniero ma, sono vivo!
Un senso di calore lo invase e capì di aver fatto la scelta giusta nel venire a Meereen, ora più che mai. Aveva sempre saputo, in cuor suo, la verità, ma non aveva avuto la forza di opporsi ai tanti che dicevano il contrario.
La mia Dany non è mai stata quella di Approdo del Re! Che gli Dei mi perdonino per quello che ho fatto e possa anche lei perdonarmi!
Daenerys di colpo si voltò, senza nemmeno aspettare Daario e, accelerando il passo, si allontanò.
Cosa mi sta succedendo, cosa ho fatto! Perchè continua a farmi un tale effetto quando lo vedo! Io... io lo odio... lo odio!!! Avevo deciso di ucciderlo appena lo avessi rivisto, ma ora... cosa mi è preso! Devo decidere cosa fare con lui al più presto... prima che!'.
Non volle nemmeno pensarci.
Il comandante e Jon erano rimasti da soli.
'Liberatelo' ordinò con tono secco ad uno dei Secondi Figli.
Le catene furono sciolte rapidamente. Quando fu libero, Jon si massaggiò i polsi mentre il comandante aveva preso posto ad un palmo dal suo naso.
'Così tu saresti il famoso Re del Nord, Jon Snow! O forse dovrei chiamarti Aegon Targaryen!'. Jon sbiancò nell'udire quelle parole. Non avrebbe mai pensato che Daenerys gli avesse rivelato le sue vere origini.
Sono davvero molto intimi dunque!
'Non so quali problemi ci siano stati tra voi, ma lei è mia e tu sei qui solo perchè... non lo so perchè!', sorrise divertito. Poi si fece improvvisamente serio 'Ma certo non per quello che pensi!'.
'Sono qui solo per servirla come mia regina, niente di più' ribadì secco Jon. Non era certo il caso di aggiungere altro e, soprattutto, non a lui.
'Lo spero tanto, visto lo stato in cui è tornata' replicò il comandante che, decisamente, mal sopportava la presenza di lui, lì, nella sua città.
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