Chapter 10
E correvamo, correvamo. Dentro lì non si faceva altro che correre.
"Salite" urlò l'agente Hill aprendo la portiera del retro del suo jeep nero.
"Guido io?" chiese Fury
"No, faccio io" rispose Hill
Non c'era posto per me nella macchina, dovetti sedere sul retro della jeep, all'aperto, e fuori pioveva.
Con me, dietro, c'era il biondone. Sta volta s'era portato con se un martello, come se non fosse già strano il fatto che indossasse un mantello rosso e uno strano casco.
"Vuoi una mano?" disse con la sua voce calda porgendomi la mano, per aiutarmi a salire.
"No" dissi come se fosse ovvio, che non avevo bisogno di uno strano cervo bipede per fare un salto di venti centimetri.
All'interno della macchina, invece, c'era la Hill che guidava e accanto a lei Fury, che faceva da navigatore.
Dietro c'erano Tony, Natasha e il Capitano in calzamaglia.
Guardai all'interno dell'auto e vidi che Fury disse qualcosa all'agente Hill.
"E Banner?" riuscii la leggerne il labiale.
"Arriva da solo" disse lei.
Dal New Mexico a New York da solo? Bah.
La pioggia tentennava sulla mia testa. Mi piaceva la pioggia.
Alzai la testa e vidi il cielo. Era nero, nero pece dove vagavano tantissime stelle.
Un cielo stupendo, pensai.
"Vuoi venire sotto?" disse l'elemento alla mia destra, alzando il mantello.
Mi ero bagnata abbastanza, così mi avvicinai e mi misi sotto l'ambiguo mantello, portando le ginocchia al mio petto per farci stare sotto anche le gambe.
Dopo un po', con il rumore della pioggia, mi addormentai.
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Una portiera della jeep si aprì e sbatté nel chiudersi. Mi svegliai così.
Non c'era più pioggia che bagnava il mantello rosso che mi copriva la testa, ma i miei vestiti erano ancora leggermente bagnati. Il cielo, però, era ancora nero, anche se ormai era mattino.
Alzai il mantello, uscii da lì e con un balzo saltai giu dalla macchina.
Così fece anche l'individuo alla mia destra.
Si presentò davanti a me Hill.
Aveva le braccia tese, e posati sugli avambracci una tuta nera, come quella della Romanoff.
"Vestiti" mi disse con un tono secco, buttando per terra i vestiti che mi spettavano, atterrando accanto ai miei piedi.
Li raccolsi, continuando a guardarla mentre si allontanava, con un aria arrabbiata.
Mentre cercai di infilare la tuta, lo spilungone venne accanto a me sghignazzando, per la scena appena successa.
"Perché tutti ce l'hanno con me?" gli chiesi.
"Perché si sono fatti tutti un culo così per entrare nello SHIELD e a te ti è bastato solo entrare per sbaglio in una misera stanza" fece, ancora ridendo.
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"Tu starai qua. Ed è fondamentale che tu resti qua" mi disse Fury, portandomi dentro in un cubotto, montato con vetri, tipo quelli di Tony, che da dentro si può vedere l'esterno ma dall'esterno non si può vedere l'interno.
"Se uscissi?" chiesi
"Muori" disse.
Mmh, promettente.
"Qui ci sono degli schermi, vedrai tutto quello che fanno gli altri Avengers. Mi raccomando, contiamo su di te" continuò Fury.
"Okay" sorrisi.
"Oh, dimenticavo" disse Fury, tirando fuori un auricolare e porgendomelo "Con questo starai in contatto con tutti"
Fury uscì e rimasi da sola nel cubo.
"Riley?" disse qualcuno nell'auricolare.
"Agente Coulson?"
"Si, sono io"
"Salve"
"Ciao anche a te. Fury ti ha già spiegato tutto?"
"Ovvio"
Vidi Bruce che correva, raggiungendo gli altri. Ad un certo punto, tutti sbarrarono gli occhi, compreso Bruce, guardando dritti davanti a loro. Pensai che, siccome posti davanti alla StarkTower, erano impalliditi per quello che era successo, per come era stata distrutta. Ma non era così.
"Phil, Phil! Che succede?" chiesi, tenendo saldo l'auricolare.
"Mio Dio" rispose lui con un filo di voce.
"Agente Coulson. Mi risponda. Ora"
"Chitauri, Riley. Alieni. Stanno uscendo dalla StarkTower. Stavano aspettando solo noi"
Vidi Banner, che chinò la testa.
Lo guardai, confusa.
Alzò la testa di scatto e ruggì, trasformandosi in un uomo alto tre metri, e verde.
"Oh mio Dio" urlai spaventata, portandomi la mano alla bocca.
"Sta tranquilla, Riley, e dicci cosa fare" disse un'altra voce. Credo sia stato il Capitano.
Sugli schermi iniziarono ad apparire le immagini di quello che stava succedendo, gli alieni, Banner, la StarkTower.
Era un compito troppo pesante, per me.
Iniziai a pensare perché Phil avesse sostenuto così tanto me, ed il fatto che ormai io dovevo essere un'Avenger.
"Tony, vai a prendere Pepper. Cerca di entrare nella torre. Bruce, Capitano e.. il Biondone, distraete gli alieni. Hill, Romanoff, vedete se ha bisogno Tony"
"Per la cronaca, il mio nome è Thor" disse lo spilungone.
Ah. Capisco.
Tony mise la sua armatura e correndo entrò. E assieme a lui anche le due agenti.
Gli altri si scatenarono contro i Chitauri.
Tanta, troppa violenza. Troppa per me.
Vidi dagli schermi il sangue che usciva da ogni singolo corpo.
Buttai a terra l'auricolare, mi girai dall'altra parte, per non vedere ciò che gli schermi ritraevano.
"Riley, Riley?" sentì nell'auricolare per terra. Era Phil.
Sentii una lacrima cadere sulla mia guancia. Non avevo mai pianto prima d'ora. Mai.
La asciugai e ripresi l'auricolare, mettendomelo di nuovo sull'orecchio.
"Sono qui" risposi.
Phil blaterava qualcosa, ma non mi presi la briga di sentirlo: le immagini dello schermo mi rapirono.
Vidi un'alieno prendere di peso il Capitano, e nell'alzarlo gli fece sbattere la testa.
Lui perse conoscenza.
Il Chitauro, arrampicandosi sulla StarkTower lo portò fino in cima ad essa.
L'alieno aveva intenzione di buttarlo giù.
174 piani di caduta. Il Capitano non ce l'avrebbe fatta.
L'alieno, con un sorrisetto, lo mise all'orlo del tetto, gli diede un calcio e il Capitano iniziò la sua caduta.
"Prendetelo, correte. Prendetelo!" dissi a vuoto nell'auricolare. Nessuno rispose, erano tutti impegnati.
Esitai, incerta.
Mi ritornarono in mente le parole di Fury.
"Se uscissi?"
"Muori"
Ma come potevo non uscire?
Gettai di nuovo l'auricolare e corsi sbattendo contro il vetro del cubo, infrangendolo e procurandomi un taglio sulla tempia.
Appena uscii, i Chitauri caddero a peso morto per terra, tutti i Chitauri. Come se ad un tratto fossero tutti morti. Riusciii a scorgere le facce di Bruce e Thor che guardarono gli alieni, senza capire.
Corsi senza mai fermarmi di fronte alla torre, vedendo cadere il Capitano.
No, pensai, devo fare qualcosa.
Allungai le braccia, tenendole tese verso il Capitano.
Con un tremore e tutta la forza che avevo nelle braccia, azionai il mio potere.
Il corpo del Capitano sobbalzò, a mezz'aria, come avesse sbattuto contro qualcosa. Invece erano le mie braccia, che lo sostenevano.
"Andate a prenderlo, andate, correte!" dissi, con un filo di voce.
Mi capì Bruce, che aveva ancora un pugno puntato su un'alieno, ormai caduto.
Il suo corpo verde saltellava su tutto il palazzo, raggiungendo il Capitano. Ora capisco come raggiunse New York venendo da solo. Era agile e forte e veloce, tanto da fare correndo tutta la strada che percorreva dal New Mexico a New York.
Le mie braccia non resistevano più, il peso del Capitano era enorme. Le braccia iniziarono a tremare, per lo sforzo.
Bruce lo prese e io persi la presa del Capitano, cadendo all'indietro e sbattendo la testa, il colpo fece uscire del sangue dal naso.
Poi, vidi solo buio.
Salve a tutti c:
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