Chapter 1

28.04.13
Due giorni prima di quel giorno scoprii che lui sarebbe stato lì. Ovviamente con la fortuna che ho avevo la sicurezza di non poterlo vedere. Uscii di casa e passeggiai nelle strade del posto in cui lui sarebbe dovuto essere. Passeggiavo squadrando le persone da capo a piede per essere davvero certa che non fosse lui travestito da qualcun altro, che conoscendolo, sarebbe stato in grado di farlo.
Poi scorsi un tizio, con la testa bassa, con degli occhiali da sole e un cappello. Solo lui sarebbe in grado di nascondersi in quel modo. Risi, vedendolo arrivare. Non sono certa se risi per il suo aspetto o per la gioia di avere finalmente visto il mio idolo.. O magari per tutte e due le opzioni.
Stava per entrare in un bar quando, facendo finta di non averlo visto, sbattei la mia spalla sulla sua, passandogli di fianco. Così si sarebbe accorto di me e sarei stata sicura che fosse veramente lui. Come previsto si girò, guardandomi con la coda dell'occhio, pensando naturalmente che non l'avessi riconosciuto. In quel momento pensai a quanto fosse un ingenuo idiota.
"Mi s-scusi" dissi cercando di vederlo bene in faccia.
"Non si preoccupi" rispose. Con quel tono di voce. Con quell'aria da spilungone.
Dalla sua risposta fui certa di essere accanto al mio idolo.
"Tony? Tony Sta-" non finii nemmeno di dirlo con la mia faccia da pesce lesso che il suo indice si posò sulla mia bocca.
"Shhh. Non voglio essere scoperto." Disse con un tono secco.
"Ma davvero?" Dissi ironicamente. Penso di avergli fatto capire che lo avrebbero riconosciuto da lontano un miglio.
"Perché non entriamo a bere un caffè eh?" Chiese indicando il bar dove prima si stava infiltrando.
"Oh, ma certo" dissi.
Entrammo in un bar che non avevo mai visto in vita mia. Mai. Non c'era dentro quasi nessuno se non cinque persone sparpagliate nei tavoli e il barista.
Capii il motivo del perché Tony entrò in quel bar. Di sicuro nessuno l'avrebbe riconosciuto: il barista era un vecchio decrepito che di sicuro per colpa della sua scarsa vista credo l'avrebbe preso per un normale cliente. (Oddio.. Normale.. Di sicuro l'avrebbe ritenuto strano perché in una giornata scura e piovosa come questa indossare gli occhiali da sole non è l'ideale. Ma ok. Normale) Tutti gli altri invece facevano i cavoli loro.
"Vieni sempre qui quando non vuoi farti riconoscere?" Dissi, un po' scherzando.
"Vengo qui più di quanto credi" disse sghignazzando.
"Tu sei?" Mi chiese.
"Riley. O almeno in questo modo mi chiamano tutti"
"Nome buffo. Ma carino. Ma mi sembra di capire che tu sai chi sono, vero?" Allungò l'angolo destro della bocca, facendo un mezzo, ma tenero, sorriso.
"Oh, si. Ma se vuoi stare da solo, m-mi basta un tuo autografo e me ne vado, non voglio disturbarti" dissi abbassando la testa in cerca del blocchetto di fogli e della penna per la sua firma.
"Oh, nono. Non ti preoccupare. Un po' di compagnia non fa male a nessuno. Ti va di sederti?" Chiese.
"Certo" sorrisi.
Il vecchio barista venne al nostro tavolo.
"Buongiorno. Cosa volete che vi porti?" Chiese, nemmeno guardandoci in faccia. Sempre con gli occhi abbassati sul suo blocco note giallo.
"Io prenderei un caffè, lungo. E tu?" Mi guardò.
"Io un tè, se c'è. Freddo, e alla pesca" mi girai verso il barista.
"Arrivano subito" se ne andò.
"Allora.. Riley.. Che mi dici di bello?" Mi chiese.
"Di bello? Beh di sicuro sono felicissima di averti trovato.."
"Eheh.. Grazie" rispose sorridendo.
"No, grazie a te"
Mi guardò. Squadrando bene la mia faccia con sempre quel mezzo sorriso.
"Non pensavo potessi essere ammirato da una giovane come te"
"C'è sempre una prima volta nella vita" risposi guardandolo negli occhi.
"Probabile"
"Sai.. Ho sempre desiderato essere come te. Un eroe per la gente"
"Già. Non sai quanto sia difficile" sorrise abbassando la testa.

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