ventotto
Hawks si lasciò sfuggire un sospiro. Osservò i rimasugli della sua cena con aria svogliata. Avrebbe dovuto attendere fino alla mattina seguente affinché qualche addetto alla pulizia del suo appartamento si occupasse di riordinare. Non gli piaceva granché l'aspettativa di lasciare sulla scrivania i suoi avanzi, ma era riuscito a trovare una posizione comoda sul suo letto, da cui non aveva intenzione di spostarsi.
Nonostante la stanchezza, il suo volto era segnato da un sorriso. Quando era stata l'ultima volta che aveva trascorso del tempo in compagnia di qualcuno? In realtà, ogni singolo giorno della sua vita era dedicato al trascorrere il tempo in compagnia, benché fosse per lavoro. Era sempre circondato da folle di civili adoranti che lo incoraggiavano e ringraziavano per i servizi che svolgeva. Lui non credeva veramente di compiere gesti che valessero una tale adorazione. Faceva esattamente ciò che facevano gli altri heroes. Non si riteneva in alcun modo speciale.
Immaginava quante persone invidiassero la sua posizione, ai vertici della società, ma, per quanto lui stesse la ritenesse prestigiosa, tutti fallivano nel realizzare gli oneri che ne conseguivano. Erano sempre più rari i momenti in cui poteva permettersi di riposare senza pensare a niente. In qualunque momento avrebbe potuto ricevere una chiamata dalla Commissione Pubblica della Sicurezza. E non avrebbe potuto fingere di non aver sentito il telefono squillare.
Due settimane e si sarebbe trovato a Tokyo. Viaggiava spesso presso la capitale giapponese, anche se mai come turista. Amava la vitalità della megalopoli, però avrebbe gradito ancora maggiormente avere un po' di quiete.
Sospirò più rumorosamente. Aveva riferito a (T/n) che sarebbe stato disponibile per vedersi. Non era realmente sicuro di poter mantenere fede a quanto detto. La priorità andava automaticamente a qualsiasi ordine ricevesse dai piani alti, non poteva e non doveva trascurare i propri doveri, che in primis includevano la salvaguardia dei cittadini. Sperava che nel caso non fosse riuscito a incontrare la (c/c), quest'ultima non lo biasimasse.
Forse avrebbe dovuto avvisarla in anticipo che forse non sarebbe stato a Tokyo abbastanza a lungo. Era anche vero che non avrebbe fatto fatica a trovare un modo per ritagliare del tempo per la ragazza. Una pausa a pranzo sarebbe potuto concedersela senza difficoltà oppure avrebbe potuto chiederle di accompagnarla durante le sue pattuglie.
Ancora non comprendeva perché gli stesse tanto a cuore avere la possibilità di rivedere così presto quella ragazza. Gli sarebbe bastato attendere fino allo stage successivo, inoltrandole nuovamente una richiesta di collaborazione.
Forse ciò che tanto lo attraeva era la possibilità di avvicinarsi a Endeavor, colui che lo aveva spinto a seguire l'ardua strada per diventare un eroe. Non era però molto convinto che questa potesse essere una spiegazione plausibile. O forse lo era ma solo in parte. C'era anche altro che non riusciva a spiegarsi.
Quasi cadde dal letto, muovendosi scoordinatamente, alla ricerca di una risposta.
"Forse dovrei andare a dormire" si suggerì Hawks, facendosi scorrere una mano tra i capelli biondi. Avrebbe dovuto riposarsi mentre poteva. Non sapeva quale sarebbe stata la prossima occasione per poter dormire così a lungo. Nessuna pattuglia in programma, nessuna emergenza. Sembrava un sogno. Non gli sarebbe dispiaciuto se fosse stato così tutti i giorni. Sarebbe stato come vivere in un sogno.
Spesso si domandava cosa avrebbe se fosse riuscito a creare una società in cui gli eroi potessero avere a disposizione così tanto tempo libero dal finire con l'annoiarsi. Probabilmente non avrebbe fatto nulla. Ma non si sarebbe annoiato. Avrebbe potuto volare e vedere le città dall'alto come era solito fare, ma senza dover intervenire. Avrebbe potuto lasciare casa alle tre di notte alla ricerca di qualche locale ancora aperto in cui fare uno spuntino. Avrebbe potuto legarsi profondamente a coloro che lo circondavano, ma che di lui non sapevano neanche il vero nome.
Erano tante le cose che avrebbe potuto fare se avesse avuto a disposizioni più tempo. Azioni banali ma che gli risultavano difficili da compiere con frequenza.
Chiuse gli occhi. Non aveva voglia di pensare. Voleva solo rifugiarsi tra il calore delle sue coperte e non uscirne mai più. Sfortunatamente sapeva quanto ciò non gli fosse possibile.
Si alzò pigramente dal letto. Non sarebbe riuscito a dormire pacificamente se prima non avesse riordinato. Forse non sarebbe riuscito ad addormentarsi comunque. Era ancora troppo intento a pensare a quella presenza che aveva stravolta quella che sarebbe stata una serata trascorsa all'insegna della noia.
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