trenta

Quando quel giorno Fuyumi le chiese di controllare chi avesse citofonato, (T/n) si ritrovò ad imprecare. Era mattina e lei si era appena svegliata, ancora in pigiama, non aveva avuto il tempo di rendersi presentabile, che già si ritrovava a pochi passi dalla porta di ingresso. Si domandava chi potesse essere - scartò il corriere, in quanto non aveva ordinato niente, scartò anche il suo trio di amici, che non erano soliti presentarsi senza preavviso. Non pensava potesse trattarsi di qualche amico di Shouto, non aveva un motivo reale per dubitare fosse qualche studente della U.A., ma l'ipotesi non la convinceva affatto. Maledisse nuovamente sottovoce la sorella, occupata a fare qualcosa che (T/n) non aveva approfondito. 

Il giorno seguente sarebbe dovuta andare a Tokyo con Hawks e avrebbe preferito usare il tempo precedente l'incontro per prepararsi psicologicamente, ma chiunque avesse bussato alla porta sembrava essere determinato a rovinare i suoi propositi. Ovviamente, sperava di risolvere la vicenda il quanto più velocemente possibile, ma ciò non escludeva che ormai si fosse svegliata con la luna storta.

"Arrivo, arrivo..." borbottò, quando il citofono emise nuovamente quel suono fastidioso. Spalancò la porta svogliatamente e chiuse istintivamente gli occhi, che impiegarono qualche secondo ad abituarsi alla luce proveniente dall'esterno.

"Sono arrivato con un po' di anticipo, spero che non sia un problema." Hawks le sorrideva pigramente, appoggiato alla soglia della porta. "Sai, ho finito in anticipo e mi sono informato su dove abit-" 

Hawks non poté finire di parlare, interrotto dal tonfo sordo della porta che si richiudeva improvvisamente. Pochi centimetri e avrebbe preso in pieno il volto dell'eroe, che ora osservava sorpreso di fronte a sé. Capiva che non tutti gradissero le sorprese ma gli sembrava una reazione eccessiva. Tese l'orecchio contro il legno della porta, sperando di cogliere quanto accadesse all'interno della casa. Udì un "Fuyumi, abbiamo ospiti", il suono di passi caotici che si avvicendavano lungo il corridoio, salendo e scendendo dalle scale. Sembrava che qualcuno fosse inciampato dalle scale, giudicò il biondo.

La porta si spalancò nuovamente. Questa volta ad accoglierlo fu un giovane più alto di lui, i capelli bianchi e lo sguardo e i lineamenti severi di Endeavor. Doveva trattarsi del fratello maggiore di (T/n), ma Hawks non ricordava se la ragazza gli avesse parlato di lui.

L'eroe era titubante. Accadeva raramente che si trovasse così in difficoltà interagendo con dei civili. Non capiva se il ragazzo lo stesse invitando a entrare o lo stesse osservando duramente nella speranza che si rendesse conto da solo di non essere il benvenuto. Forse avrebbe dovuto avvisare (T/n) che sarebbe arrivato prima del previsto.

"Endeavor non è in casa." disse semplicemente l'albino. 

"Oh no! Hai frainteso, sono qui per (T/n)-chan!" Hawks accennò un sorriso. Avrebbe dovuto fingere di essere lì per Endeavor. Decisamente.

"Perché dovresti essere qui per mia sor-"

"Natsuo, non c'è bisogno di interrogarlo." lo rimproverò delicatamente una giovane, appena comparsa alle spalle di Natsuo. Hawks dedusse dovesse trattarsi di Fuyumi. La ringraziò tra sé e sé, non avrebbe saputo come continuare la conversazione con il fratello.

"Possiamo offrirti qualcosa da bere?" propose cordialmente la ragazza "Io sono Fuyumi e lui Natsuo, i fratelli di (T/n). Mi scuso per la sua maleducazione, a volte tende a essere un po' iperprotettivo." spiegò cordialmente Fuyumi. 

"Dell'acqua va benissimo! E non preoccuparti, anch'io al posto suo mi preoccuperei, suppongo." Hawks si era ritrovato a ciondolare, dondolando da una gamba all'altra, nell'attesa che Natsuo lo lasciasse passare. Nonostante quanto detto da Fuyumi, dubitava che il ragazzo lo avrebbe accolto così volentieri.

"(T/n) si sta cambiando, non si aspettava saresti arrivato oggi, non voleva chiuderti la porta in faccia ovviamente." Fuyumi rise e Hawks si ritrovò a imitarla. 

"Pensavo di farle piacere, ma a quanto pare mi sono sbagliato!" 

"No no, non ti sei sbagliato, è stato solo inaspettato. Sono convinta che sia felice di vederti." 

"Non ha fatto altro che parlare di te negli ultimi giorni..." aggiunse Natsuo con un sorriso, finalmente si era deciso a lasciare spazio a Hawks e quest'ultimo ne era grato. Gli sarebbe dispiaciuto essere in cattivi rapporti con il fratello di (T/n). Non avrebbe saputo giustificare il suo sollievo se non come motivato da un interesse naturale nei confronti della ragazza. 

La casa in cui si trovava era solo all'apparenza accogliente. Era una villa invidiabile, perfetta per crescere dei bambini che vogliono giocare a nascondino per le numerose stanze a rincorrersi in giardino, eppure, da quando aveva varcato la soglia, Hawks era stato perseguitato da una sensazione spiacevole che non riusciva a giustificare del tutto.

(T/n) aveva accennato riguardo l'ombra del padre, onnipresente e soffocante, ma aveva preferito credere ai propri ideali, a quella figura che lo aveva salvato quando era solo un bambino, all'idolo che aveva sempre osservato. Non voleva distruggere ciò in cui aveva sempre creduto, benché ormai se ne fosse reso conto.

Era un luogo freddo, non conservava il calore familiare che aveva immaginato. Tutto all'interno di quella casa raccontava storie ma lui non era più sicuro di volere scoprire che tipo di storie fossero. 

Solo in quel momento si rese conto del motivo per cui si fosse spinto fino a casa sua, invece che attendere come prestabilito. In fondo lo aveva sempre saputo, fin da quando l'aveva vista attraverso uno schermo durante il festival sportivo. Erano simili. Due uccelli in gabbia. Ali tarpate. Rivedeva nel suo sguardo il proprio. Voleva allontanarla da quel luogo, anche se per poco tempo. Le sue ali potevano volare molto, molto di più di quanto potessero fare quelle dell'eroe.

L'eco dei passi lungo le scale, (T/n) apparve alla soglia del soggiorno.

"Scusa per prima." sorrise, imbarazzata.

"Dovrei riflettere se accettare o no queste scuse..." Hawks sospirò, fintamente pensieroso "Sembri sincera, si può fare." ricambiò il sorriso.

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