quindici
"Sarà divertente!" le parole pronunciate con allegria da Mirio nel momento in cui venne decisa come meta del loro viaggio la casa di (T/n), risuonarono nella mente della (c/c). Non era sicura 'divertente' sarebbe stato l'aggettivo corretto per definire la giornata che si prospettava.
Una volta suonato il campanello, fu la voce di sua sorella Fuyumi a sollevarle il morale. Il fatto che ci fosse la possibilità che Endeavor non si trovasse a casa la rasserenava. Non condivideva con suo padre un rapporto amichevole, anzi, non sapeva nemmeno se condividesse un rapporto con lui; il massimo di interazioni tra i due erano avvenute in occasione degli stage di (T/n), benché avessero sortito ben pochi miglioramenti nella loro relazione padre-figlia.
(T/n) osservò la maniglia muoversi; fece un passo indietro. Quando la porta si aprì, Fuyumi, più trafelata di quanto (T/n) ricordasse, le sorrise.
Con l'invito della sorella maggiore della loro migliore amica, i tre studenti entrarono uno dopo l'altro, seguendo l'esempio della (c/c).
Nejire spalancò gli occhi. (T/n) notò quanto la sua amica si stesse trattenendo dal mostrare la sua meraviglia nei confronti della casa in cui viveva la sua migliore amica. Non aveva lontanamente immaginato quanto potesse essere immensa la residenza Todoroki, per quanto fosse a conoscenza del prestigio dovuto dallo status di Endeavor, pensava che uno dei motivi per cui (T/n) preferisse rimanere a casa di Nejire piuttosto che nella propria potesse essere una casa troppo piccola o sgradevole. Tutto il contrario di ciò che pensava Nejire.
Fu quando entrarono in casa che i sorrisi scomparvero dai visi di Nejire e Mirio. Per quanto Fuyumi tentasse di rendere quel luogo accogliente e famigliare, le risultava impossibile riuscire nel suo intento, in quanto l'unica all'interno della famiglia ad avere quell'obiettivo.
"Pensavo che tu oggi fossi al lavoro..." commentò (T/n) guardandosi attorno. Nonostante avesse appena messo piede all'interno dell'abitazione, l'atmosfera risultava già soffocante. Lo stesso aspetto di Fuyumi, agitato e disordinato, in disaccordo con l'immagine tranquilla che (T/n) aveva di lei, facevano presagire alla (c/c) la peggiore delle ipotesi che aveva preso in considerazione durante il tragitto in direzione della Prefettura di Shizuoka.
"Oggi è domenica (T/n)... anche Natsuo è casa." rispose Fuyumi sorridendo nuovamente. (T/n) sbuffò. Sorrideva solo per convincersi che andasse tutto bene. (T/n) odiava doverlo fare solo per mostrare una realtà diversa della casa in cui viveva. Non era facendo finta di essere felice che sua madre sarebbe stata dimessa dall'ospedale o che Touya sarebbe ritornato in vita. Non sarebbe cambiato nulla all'interno di quel microcosmo solo fingendo che tutto andasse bene.
(T/n) si voltò. Quel sorriso le dava il voltastomaco, per quanto avesse desiderato possedere l'ottimismo di sua sorella. Il suo sguardo cadde sulle scarpe posizionate accanto all'ingresso. Tre paia di scarpe. Sarebbero diventate più del doppio una volta che (T/n) ed i suoi amici ci avessero aggiunto le loro. Ebbe la certezza che anche suo padre si trovasse lì. Shouto non c'era invece.
"Ho bisogno di chiedere un favore a papà. Si trova qui, vero?" chiese (T/n), appoggiando la sua valigia accanto alla parete. Non voleva avere un'ulteriore conferma della presenza di Endeavor, ma l'improvviso rabbuiarsi degli occhi di Fuyumi fu abbastanza.
Non pensava che avere un autografo potesse essere così difficile.
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