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Love of mine,

someday you will die,

but I'll be close behind 

I'll follow you into the dark

Quando Lily Evans sentì il tonfo per le scale dovette trattenere un urlo di dolore.
Sapeva cosa fosse appena successo e lo sforzo che fece per non correre dall'amore della sua vita fu enorme. Il cuore le si lacerò nel petto e sentì il dolore invaderle tutto il corpo. Le gambe cedettero e cadde davanti a suo figlio, nella culla.
Sentì di aver perso.
Aveva perso il suo compagno e con lui aveva perso la guerra che stavano combattendo.
E di lì a poco avrebbe perso suo figlio.
Lo sentiva salire le scale, con lentezza, come se si stesse pregustando ogni minuto prima di farle del male.
La consapevolezza che James fosse morto e che, di lì a breve, sarebbe morta anche lei con il loro bambino, si fece prorompente e violenta nella sua mente, come un'onda contro uno scoglio.

Lily, prendi Harry e vattene! È lui. Vai, corri! Lo tratterrò io! 

Le ultime parole di James le rimbombarono nella testa e lacrime copiose iniziarono a riempirle gli occhi e scenderle sulle guance.
Si voltò verso Harry e cominciò a sussurrare. 

«Harry, sei così amato» disse sottovoce. 

«Il papà ti vuole bene» le lacrime le fecero tremare la voce. 

«La mamma ti vuole bene» i passi erano ormai vicini a lei, era arrivato sul pianerottolo ed era questione di secondi.

«Harry, sii forte» un singhiozzo la interruppe. «Sii coraggioso»

Stava dicendo addio a suo figlio con così poche parole; lo stava guardando per l'ultima volta.
Non c'era più tempo.
Il piccolo tese una manina che lei prese per poi stringergli un dito.
E subito dopo incontrò gli occhi di Harry: verdi, esattamente uguali ai suoi.
Sorrise tra le lacrime.
Fu come guardarsi allo specchio.
Improvvisamente fu presa dalla consapevolezza che, nonostante stesse per morire, le sarebbe mancato per sempre.

No blinding light, 

or tunnels to gates of white, 

just our hands clasped so tight 

waiting for a hint of a spark 

James arrivò in cucina con della spesa fra le mani. 

«Quando ce ne andremo da qui dovremo pensare ad un modo per ringraziare Peter per tutto quello che sta facendo per noi» disse con tono leggero entrando. «Insomma, indovina anche i gusti del piccolo Harry. Gli ha preso un... Cosa diavolo è?» frugò nelle buste. «Ah, sì, uno di quegli omogenizzati alla zucca per cui va matto»

Lily non rispose; era immobile, con le mani appoggiate al piano cottura e la testa rivolta verso il basso.

Stava ascoltando il radiogiornale e James se ne rese conto solo in quel momento.
Calò il silenzio, interrotto solo dal bollettino di guerra giornaliero.

«... Mary McDonald: dispersa» fece la voce alla radio e Lily strinse una mano a pugno. «Emmeline Vance: deceduta»

James accorse immediatamente da sua moglie e la avvolse tra le braccia, trattenendo le lacrime, le stesse che rigavano il viso della donna che amava. 

«... E con questi ultimi due nomi, si concludono le notizie del giorno. Lascio la parola a Dorcas e al suo programma, Resistenti e Uniti» informò la voce monotono che aveva parlato in radio.
Lily si lasciò abbracciare da James e si abbandonò completamente alla sua presa.

«Prima Marlene; poi hanno preso Frank ed ora... » iniziò a dire, con la testa affondata nel petto di lui.   

«Mary e Emmeline» sussurrò James. «Lo so, amore mio, lo so» le diede un bacio fra i capelli.

«Se anche Mary dovesse morire, io- » Lily scoppiò in lacrime. «Sono le mie migliori amiche, non posso sopportare un dolore come quello che ho provato per Marlene, non di nuovo» scosse forte la testa e James la strinse ancora di più a sé. «Ed Emmeline - » si bloccò e si rifugiò ancora più a fondo nella stretta di lui.

Emmeline era la donna che li aveva introdotti all'Ordine della Fenice, durante il settimo anno ad Hogwarts. La donna che gli aveva fatto scoprire cosa fosse la resistenza, cosa significasse combattere davvero. Le dovevano molto e sapere che non avrebbero più potuto ripagarla faceva soffrire entrambi terribilmente. 

«Ma almeno hai sentito Alice, lei e il bambino stanno bene» cercò di dire lui, in tono rassicurante.

«Sono passati mesi, da quando l'ho sentita, James» Lily si divincolò dalla presa del suo compagno e si passò una mano fra i capelli. «E se le fosse successo qualcosa? E se Neville fosse in pericolo? Dio, se fossero morti?» quasi urlò. «Se noi moriremo? Se Harry morirà?» Lily iniziò a singhiozzare e James si avvicinò nuovamente a lei. 

Il terrore le invadeva tutto il corpo e James lo lesse nel suo volto, nei suoi occhi, nelle sue mani tremanti.

«Siamo al sicuro, qui» la tranquillizzò con tono dolce. «Lo sai» le prese le mani fra le sue. «Solo Peter sa dove siamo. Abbiamo puntato su di lui proprio per evitare sospetti. Stiamo attenti da mesi. Non ci troverà nessuno, okay?» cercò una conferma nello sguardo di Lily e le prese il volto fra le mani. «Okay?» richiese, con tono più deciso. 

«Ogni volta che accendo quella radio» iniziò Lily con tono strozzato, senza rispondergli. «Sai che nomi ho paura di sentire. Ogni volta prego non so chi che non ci siano i nomi di Sirius, di Remus, o di Peter. Ogni giorno stringo i pugni e tiro un sospiro di sollievo quando non li sento. Perché io so che dolore è, questo. E oggi l'ho provato di nuovo. E non posso pensare all'idea che tu possa sentire il loro nome in questi radiogiornali, che tu possa sentir pronunciare Remus Lupin disperso, o Sirius Black scomparso, o Peter Minus deceduto. Se tu sapessi che i tuoi amici sono morti, moriresti con loro» 

James la strinse forte a sé, per poi chinare il volto e baciarla. Un bacio bagnato dalle lacrime di entrambi. 

«E io ti ringrazio, perché il Non-Sai-Chi che stai pregando, per ora, funziona» le passò una mano sul viso e lei fece un sorriso striminzito. «Ora, però, la cosa più importante siete voi due, per me» disse serio. «Niente conta più di te ed Harry e te l'ho detto: staremo bene» le disse, appoggiando la sua fronte su quella di lei. «Te lo prometto. Noi staremo bene. Harry starà bene. Farò di tutto per proteggerci» 

Lily annuì, alla fine, con occhi ancora bagnati dal pianto.  

«Hai ragione, staremo bene» gli confermò a mezza voce, con un gran sospiro.

Non c'era altra soluzione se non crederci, almeno per qualche momento della giornata, e chiudere il terrore in una scatola recondita del loro essere.
Sarebbero stati bene.
Tutto sarebbe finito presto e Harry sarebbe stato la loro felicità.
Avrebbero superato tutto, insieme.

And I held my tongue, as she told me "Son, 

fear is the heart of love" 

so I never went back

Lily salì le scale appoggiandosi al corrimano, stanca dopo aver sistemato la cucina a seguito della cena. 

Quando arrivò sulla porta della camera dove dormivano lei, James e il piccolo Harry, sorrise immediatamente davanti alla scena che le si presentò davanti. 

Il bambino si era addormentato sul petto di James che stava leggendo con voce dolce un libro.
Era uno dei suoi tanti libri sulla storia del Quidditch e stava giusto raccontando la famosa partita tra il Puddlemere United e i Chudley Cannons del 1962, vinta sulla scia degli ultimi secondi dai primi per una miracolosa presa di Boccino. Il Cercatore si era inizialmente messo in piedi sulla scopa e poi si era allungato a tal punto da perdere l'equilibrio e cadere, per riuscire a prenderlo.  

«Il Puddlemere United vinse, quindi, 360 punti a 310. Se non fosse stato per il Cercatore John Lyall la partita sarebbe finita in parità e sarebbe dovuta essere ripresa il giorno seguente» annunciò James con tono solenne. 

«Ti piace proprio quella partita, eh?» gli disse Lily, cogliendolo di sorpresa. 

James si voltò verso di lei e le sorrise. Si sistemò gli occhiali e chiuse il libro. 

«È la partita migliore dell'ultimo secolo, Evans» 

«È anche la ninna nanna preferita di tuo figlio» lei si avvicinò e si sedette sul letto accanto a lui, dando una carezza a Harry. 

James scosse la testa. 

«La sua ninna nanna preferita è, ovviamente, Hey Jude» 

«I Beatles fanno addormentare mio figlio?» disse Lily con una smorfia di disappunto. 

«Sono sicuro che quando crescerà non farà altro che amarli come fai tu» la rassicurò. «E quello che io gli leggo non capita a caso. Tu non lo sai, Lils, ma questo bambino sta imparando tutti gli schemi di gioco che io gli racconto prima di dormire. Così, quando sarà grande abbastanza per andare in campo, diventerà un campione. È tutta una tattica» disse convinto. 

Lily rise. 

«Un giocatore professionista di Quidditch, mh?» stette al gioco e si sdraiò accanto a lui, con gli occhi fissi sul bambino. 

James annuì con veemenza. 

«Un Cercatore» affermò con convinzione. 

«Non un Cacciatore come il papà?» *

James fece una smorfia indecisa. «Non lo so. Ha il faccino da Cercatore. Ha gli occhi sempre troppo attenti a quello che gli accade intorno» 

Lily annuì. «Forse hai ragione» 

«Quando sarà un professionista, sarà il Cercatore migliore di tutti. Gli spalti urleranno il nome Potter e tiferanno per lui e io sarò lì, in prima fila, a gridare quello è mio figlio!»

Lily sorrise maliziosa. «E se non gli piacesse il Quidditch?» 

James scoppiò a ridere e il movimento dello sterno fece sobbalzare appena Harry sul suo petto. 

«Evans, non scherziamo: è mio figlio. Il Quidditch lo ha nelle vene»

«Ma se volesse... Non so, fare l'insegnante?» insisté. 

James tossicchiò. «Ha volato su una scopa giocattolo che gli ha regalato Sirius, Evans. Direi che è abbastanza scontato che sarà un grande appassionato» 

«Okay, un grande appassionato, va bene» lo assecondò Lily. «Ma se volesse diventare un insegnante? Secondo te cosa potrebbe insegnare?» 

James si lasciò trasportare dall'immaginazione della giovane donna accanto a lui e osservò suo figlio con estrema concentrazione. 

«Qualcosa di figo. Come Incantesimi» 

«Difesa contro le arti oscure!» esclamò Lily. «Guarda, ha proprio la faccia di uno che insegna come difendersi da un attacco» 

Lui annuì sorridendo. «Immagina se Remus dovesse riuscire a fare l'insegnante come vorrebbe, superando tutti gli ostacoli che la sua condizione di salute gli mette davanti, e insegnassero insieme?» 

«Oh, santo cielo! James, tu torneresti a scuola solo per stare con loro» 

«Non sarei da solo» le fece notare. «Pensi che Sirius non verrebbe con me?» 

Lily rise. 

«Pur di stare con loro Sirius farebbe anche il lavoro di Gazza» 

«O di Madama Pince» rise James. 

«Sirius sarebbe un ottimo bibliotecario» lo rimbeccò Lily. «Con la libreria che ha in casa Black... Sa benissimo come gestire un'enorme quantità di libri» 

«E Peter?» 

«Peter vi aspetterebbe a casa con me» ridacchiò Lily. «E cucineremmo insieme la cena» 

James sorrise e la osservò con occhi sognanti. 

«E se diventasse un Auror? Come Alice e Frank» propose ancora lei.

«Mio figlio vestito in tiro per andare al Ministero della Magia e rischiare la sua vita ogni santo giorno?» James fece una smorfia. «Per Merlino, spero di no» 

Lily gli diede una leggera spinta.

«Per me sarebbe un bravissimo Auror»

«Io resto dell'opinione che diventerà un grande giocatore di Quidditch» fece James. «Anche se l'idea dell'insegnante non mi dispiace» rifletté. «Oltretutto sarebbe l'insegnante più figo di tutta la scuola. D'altronde io, non appena avrà l'età corretta, gli mostrerò tutti i passaggi segreti di Hogwarts che ho scoperto con i Malandrini nel corso degli anni. Produrrò un'altra mappa, insieme a loro, e...»

«Quando sarebbe l'età corretta, sentiamo?» lo interruppe lei inarcando un sopracciglio.

James fece spallucce. «Il primo mese del primo anno?»

«Nostro figlio non sarà il quinto Malandrino!» esclamò.

«Questo lo dici tu!» la rimbeccò lui. «Qualcuno dovrà pur continuare a far impazzire la vecchia Minnie» aggiunse con un ghigno.

«Quella povera donna vi ha sopportati abbastanza» scosse la testa Lily.

James sospirò profondamente, preso dai ricordi della sua adolescenza.
«Mi mancano tanto» sussurrò. «Vorrei che Harry li conoscesse, che crescesse anche con loro, con Sirius...»

Lily gli prese una mano e se la portò alle labbra, baciandola.

«Voglio faccia i barbecue della domenica con Sirius che brucia metà delle cose sulla griglia e Remus che sospira esasperato; mentre Peter dovrebbe essere a prendere le birre nel frigo, ma si dimentica e torna in cucina solo con una stupida Coca Cola babbana per Harry e un Succo di Zucca per sé» sospirò. «Voglio che Sirius gli insegni scherzi e che poi, davanti a te, neghi di averlo fatto; voglio che gli faccia bere il suo primo sorso di Whisky Incendiario a nostra insaputa e gli sussurri: Sarà il nostro piccolo segreto. Voglio che Remus gli sia sempre accanto al parco per paura che si faccia male, che lo spinga piano sull'altalena, che gli spieghi tutto quello che sa, che gli insegni a scrivere, che gli presti i suoi maglioni enormi. Voglio che Peter si faccia inseguire, che ci giochi a nascondino. Voglio che durante l'adolescenza, quando litigherà con noi, la persona da cui correrà sarà sempre Sirius e noi sapremo sempre dove trovarlo»

Lily si accorse solo in quel momento che delle lacrime gli rigavano il volto.
Si sporse verso di lui e lo baciò. 

«Tutto questo accadrà, te lo prometto» lo rassicurò. «Dobbiamo solo avere fiducia»

James le passò una mano fra i capelli e annuì. 

«Un giorno me lo prometti tu e l'altro io» sorrise appena. «Continuiamo a promettercelo a vicenda»

Lily prese un grande respiro. 

«Non possiamo fare altro» passò una mano nei capelli neri del figlio e sorrise. «Non vedo l'ora di vederlo crescere» sospirò. «Ti somiglia già, lo sai?» guardò il suo compagno che sorrise dolcemente ed annuì.

«Ma ha i tuoi occhi»

Lily si strinse a James che la accolse fra le braccia. 

«Potrebbe diventare qualunque cosa, per me» sussurrò, continuando ad accarezzarlo con dolcezza. «Lo amo così tanto che a volte mi fa male»

James si sporse per baciarle la fronte. 

«Lo so. Anch'io»

«Andrà tutto bene» gli sussurrò lei.

«Andrà tutto bene» confermò James.

E, per quella notte, si addormentarono credendoci per davvero.

The time to sleep is now

there's nothing to cry about 

'cause we'll hold each other soon 

in the blackest of rooms 

flowers' hall.

che dire, amici. 
è da un bel po' che non pubblicavo più nulla, ma questo 31 ottobre, tra la quarantena e il clima non sereno, mi ha ispirata a scrivere qualcosa di terribilmente angst ed eccoci qui. 
la canzone, fin dalla prima volta in cui l'ho sentita, mi ha subito fatto pensare ai jily e ad un certo punto non sono più riuscita a fermarmi. 
mi è capitato spesso di immaginare come la loro vita, da isolati, potesse essere. la paura della guerra, della morte, l'incertezza con cui mandavano avanti i loro giorni. ma anche momenti di dolcezza, di tenerezza, dove immaginare ciò che harry sarebbe potuto diventare riempiva il loro cuore di gioia e di leggerezza. 

che altro dire? spero vi sia piaciuta!

bacini sul naso e happy 31 ottobre, y'all!!! 

* so che james viene spesso detto sia un cercatore, ma nei miei head canon è un cacciatore e capo della squadra di quidditch, durante gli anni ad hogwarts. so, don't @ me

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