La Colazione
Mi svegliai prima del previsto: il telefono, che avevo impostato la sera precedente, doveva ancora suonare. Provai ad addormentarmi di nuovo, ma ero troppo agitata per farlo. Presi il telefono dal comodino per controllare i messaggi: tutti i miei amici e la mia famiglia mi auguravano buona fortuna per l'esame, Salvatore compreso. Sorrisi nel vedere il suo messaggio e dopo avergli risposto, scrissi anche a tutti quelli che mi avevano inviato un messaggio di buon augurio. Dopo aver riposto il telefono, mi sedetti sul letto a fissare il vuoto davanti a me, aspettando che la sonnolenza mattutina sparisse.
Avevo preso la mezza pensione all'albergo, ma la sala da pranzo dove servivano la colazione apriva alle otto, e adesso erano le sei e mezza. Dato che mi ero svegliata in largo anticipo decisi di andare fuori a fare colazione, per respirare aria fresca e calmarmi. Dopo una bella doccia calda che mi distese i nervi, mi vestii. Presi lo zaino ed uscii dalla stanza.
Uscita dall'albergo, notai che la città era ancora addormentata: per le strade passavano poche macchine o tram quasi vuoti e i marciapiedi erano deserti. Vidi un ragazzo appoggiato all'albero di fronte all'ingresso, che osservava la strada e le pigre macchine che la percorrevano. Quando si girò verso di me mi accorsi che era Salvatore; mi salutò sorridendo e percorse quei pochi metri che ci distanziavano. 《Buongiorno! Come ti senti?》 mi chiese, 《Agitata.》 risposi arrossendo,《Ahahah, immagino.》 ridacchiò nervosamente 《Cosa ne pensi se andiamo a fare colazione insieme? Se vuoi poi ti posso accompagnare al politecnico.》aggiunse, 《Penso sia perfetto. Anche perché non ho ancora controllato che metro devo prendere per arrivarci.》 risposi imbarazzata, 《Conosco un bar dove fanno delle ottimi cornetti.》 《Per me va bene.》 《Bisogna andare da questa parte allora.》 disse indicando una via e ci avviammo verso la nostra colazione. Non so se ero più agitata per l'esame incombente o per questo "appuntamento" inatteso. Sapevo solo che il mio cuore probabilmente non avrebbe retto tutte queste emozioni e sarebbe imploso.
Arrivammo davanti a un negozio che si chiamava "Los cornettos": Salvatore entrò senza esitare e io lo seguii. Appena entrati l'odore di cornetti appena sfornati mi investì come una dolce brezza e il mio stomaco si risvegliò dal letargo per reclamare a gran voce la colazione. Una ragazza uscì dalla porta dietro al bancone e chiese 《Ciao ragazzi, come volete il cornetto?》 Salvatore rispose subito 《Io lo prendo con il cioccolato alla nocciola.》 poi si girò verso di me 《Come lo vuoi tu?》 《Io lo prendo con il cioccolato bianco.》 risposi. La ragazza prese due cornetti caldi, li tagliò a metà, li riempì con il cioccolato che avevamo scelto e li spolverò con lo zucchero impalpabile. 《Da portare via?》chiese la commessa 《Si, grazie.》 rispose Salvatore, la commessa mise i cornetti in due buste e ce li consegnò. Stavo tirando fuori il portafoglio per pagare la mia colazione quando Salvatore mi fermó 《Offro io la colazione.》 disse deciso pagando entrambi i cornetti alla ragazza senza lasciarmi il tempo di controbattere. 《Grazie, non dovevi.》 sussurrai imbarazzata 《Invece si!》 esclamò passandomi il mio sacchetto.
Usciti dal negozio ci sedemmo su una panchina in un parco lì vicino. Salvatore mi esortò a mangiarlo mentre era ancora caldo, quindi dopo aver aperto il sacchetto lo addentai subito: il cornetto era sofficissimo e dentro il cioccolato bianco fuso era delizioso. 《È buonissimo!》esclamai 《Ne sono contento.》 disse sorridendo Salvatore. Finimmo la colazione senza parlare, degustando il cornetto. Presi entrambi i sacchetti e i tovaglioli sporchi e mi alzai per andarli a buttare in un cestino che si trovava poco lontano.
Quanto tornai vidi che aveva un sacchettino bianco in mano 《Cos'è?》chiesi sedendomi 《È per te.》 disse mentre mi porgeva il pacchetto. Io lo aprii e dentro trovai una penna gialla con la scritta "pokémon" ai lati e con un ciondolo a forma di pikachu. Ero senza parole: era un gesto molto carino e la penna era bellissima. 《Ti piace?》 chiese preoccupato Salvatore, visto che stavo osservando il regalo senza parlare. Lo abbracciai e gli dissi 《Grazie, è bellissima, la userò nel mio esame.》. Quando sciolsi l'abbraccio notai che era diventato leggermente rosso. Lui si alzò quasi di scatto e disse 《Vieni ti accompagno al politecnico. La fermata della metropolitana è dietro l'angolo, ma la strada è lunga.》 《Va bene, partiamo.》 risposi. Pensai tra me e me che era veramente tenero, ma il pensiero mi fece arrossire leggermente: non mi ero mai sentita così. Riposi con cura il regalo nello zaino e lo seguii.
Nel frattempo la città aveva iniziato a svegliarsi e le strade cominciavano a riempirsi, così fummo inghiottiti completamente dalla frenesia cittadina, mentre ci dirigevamo al politecnico.
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Stefano come tutte le mattine si era svegliato presto, mentre il suo coinquilino era solito alzarsi tardi. Dopo essersi infilato gli occhiali si diresse verso la camera del suo amico mugugnando 《Salvatore, cosa vuoi per colazione?》 però non ricevette alcuna risposta. Giunto davanti alla porta, si accorse che era accostata, la aprì e scoprì che Salvatore non c'era. 《Sarà uscito.》 disse tra sé e sé Stefano. Controllò il telefono per vedere se gli aveva scritto un messaggio, ma, ovviamente, non l'aveva fatto. Notò un post-it giallo sulla scrivania del coinquilino, lo prese in mano e lo lesse. Provò a chiamarlo per sapere dove fosse andato, ma il telefono era rigorosamente spento. Stefano si appuntò mentalmente di fare il quarto grado a Salvatore al suo rientro, poi si diresse verso la cucina, pregustando la colazione.
Spazio autrice
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. 😀
Ringrazio come sempre LaDonni per tutto il supporto e l'aiuto. ❤
Al prossimo capitolo.🤗
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