L' Albergo

Avevo camminato senza meta, mentre pensavo a cosa fare dopo che avevo perso l'alloggio. Entrai in un parco. Dato che mi stavo tirando dietro una valigia con un peso non trascurabile, decisi di sedermi su una panchina, mentre decidevo se disperarmi o no.

Dopo essermi seduta iniziai a cercare degli hotel nelle vicinanze con google maps, magari la fortuna voleva sorridermi invece di scagliarmi fulmini a ciel sereno e farmi trovare una stanza a un prezzo ragionevole.

Mi accorsi del ragazzo che era seduto di fianco a me solo quando esclamó  《Non ti fidare di google maps! Una volta, gli ho chiesto dove potevo trovare un' edicola nelle vicinanze e lui mi ha detto che la più vicina era a Parma!》 《E allora?》 dissi alzando un sopracciglio 《Comunque a Parma ci sono delle edicole fantastiche!》ribattei tornando alla mia ricerca, 《E come fai a dirlo?》 《Ci abito.》 dissi con la voce piatta. Il ragazzo si sporse per guardare la valigia e bisbigliò《Per caso c'è un prosciutto di Parma nella valigia?》 《E un salame di Felino》 risposi ironica, 《Davvero?!》chiese speranzoso, lo guardai negli occhi e sentenziai《No》.

Dopo qualche attimo di silenzio scoppiammo a ridere entrambi. Quando riuscimmo a smettere di ridere ci presentammo a vicenda: lui si chiamava Stefano.

《Perchè stai cercando un hotel nelle vicinze? Non era più comodo prenotarlo prima?》evitai di guardarlo male e risposi 《L'ho fatto, ma c'è stato un disguido e ora sono senza un alloggio.》 《A dieci minuti da qui c'è un albergo non troppo caro, se vuoi ti accompagno.》 《Va bene.》.

Passammo tutto il tragitto a chiaccherare: era molto simpatico e spiritoso. Arrivammo davanti all'albergo: era molto semplice, senza decori, ma non per questo sembrava poco adatto. Entrammo e io mi diressi alla reception per sapere se avevano una stanza libera.

Quando tornai vittoriosa con la chiave della mia stanza, Stefano non c'era più, era andato via prima che io potessi rigraziarlo propriamente. Mi diressi in camera per fare una doccia: era stato un lungo pomeriggio.

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《E anche oggi ho portato a termine la mia buona azione quotidiana!》disse tra sé e sé ridacchiando. Stefano camminava senza una meta precisa mentre osservava il cielo nuvoloso e ascoltava il suono caotico di Milano.

Stava pensando a come doveva essere bello passare del tempo con persone nuove che ti apprezzano per ciò che fai e che sei realmente, non per quello che credono di vedere attraverso uno schermo. Parlare con qualcuno che non emetta urli isterici o "fangirlizza" appena ti vede da un chilometro di distanza. Incontrare qualcuno che ti faccia sentire vivo dentro.

Quella ragazza lo aveva trattato come una persona normale, ed era stato fantastico. Quell'incontro aveva acceso qualcosa in lui, di cui al momento, non era consapevole.

Controllando il telefono scoprì di avere due telefonate perse dal suo amico Giuseppe. Si era completamente dimenticato l'incontro del pomeriggio. Lo richiamò e gli disse che stava arrivando, di non preoccuparsi.

Cercò di orientarsi e di dirigersi verso casa. Individuò la strada che doveva percorerre e iniziò a camminare spedito. Si maledisse mentalmente per non aver chiesto il numero di telefono alla ragazza.

Al prossimo capitolo 🤗

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