Pietre spezzate ✔
Sembra una sorta di profezia.
Facce della stessa medaglia
compagni fedeli in battaglia
Il legame causerà dolore
ma la distanza sarà assai peggiore
Figli dello stesso mondo
nascosti dagli altri nel cuore più profondo
Accompagnati dalla volontà di uno spirito
per chiudere il cerchio del rito
Il sangue dei Celesti ricoprirà
il volto dei disonesti
Mentre nell'oscurità l'essere si rigenera con una sola intenzione:
Sterminare chi non lo venera.
Sembra parli di due o più persone fedeli tra di loro e simili, stare insieme può far male ma sicuramente separati sarà peggio. Figli dello stesso mondo? Forse si tratta di persone provenienti da un posto diverso dalla terra. Si, ma quale? Perché dovranno risorgere? Accompagnati dalla volontà di uno spirito...Ci sono solo miti e leggende che interpellano gli spiriti, niente di reale però. La parola rito mi fa rabbrividire, non so perché ma l'ho sempre associata a qualcosa di oscuro e negativo. Mi immagino degli estremisti attorno ad un cerchio di sale e fuoco mentre sacrificano animali o peggio. Sangue dei Celesti, sangue proveniente dalle stelle forse? Non ha proprio senso soprattutto perché le stelle non posseggono del sangue e di conseguenza non possono ricoprire il volto dei disonesti. E poi chi erano questi disonesti? L'ultima parte però è quella che mi incute un profondo senso di disagio. Quelle parole...oscurità,essere, sterminare, venerare....sono macabre e non promettono nulla di buono. Mi sento turbata da questa sorta di scoperta. Non dovrei perché queste sono delle cose scritte da chissà chi moltissimi anni fa, eppure la questione dei Soulless si è avverata.
Devo indagare più a fondo senza però perderci la testa. Continuerò domani, con tutto ciò che è successo oggi direi che basta e avanza.
Guardo l'orologio, 19:15. Direi che posso iniziare ad avviarmi verso il posto in cui ci dobbiamo incontrare io e Skit. Dovrebbero ritornare da un momento all'altro dal Campo dei Fiori.
La scuola sembra deserta, non sembra è deserta. Ci sono solo i miei compagni di classe e sono quasi certa che tutti ne stiano approfittando per farsi una risanante dormita.
Raggiungo facilmente il tetto e mi stringo nella giacca a causa della gelida aria che mi punge la pelle. Il paesaggio mi mozza sempre il respiro, il bosco sembra un enorme cerchio che avvolge la scuola. Noi siamo proprio al centro, il diamante di un anello fatto di alberi. Il cielo è di uno strabiliante blu zaffiro, le prime stelle iniziano già a comparire come piccole lanterne di un bianco brillante.
Mi siedo per terra incrociando le gambe mentre mi godo il silenzio. Non vorrei pensare a tutto ciò che è successo oggi eppure il pensiero cade sempre lì come una trappola inevitabile. La profezia mi tormenta e anche il pensiero di Jonathan mi turba. Non voglio pensare a lui ma ciò che sento, ciò che mi ha rivelato sul suo conto mi manda in confusione. Lui è come me ma lavora per il governo, ha persino detto che loro mi stanno aspettando. Come fanno a sapere di me e soprattutto per cosa mi stanno aspettando? Lui non sembra minimamente preoccupato per tutta questa faccenda mentre io ho la testa che mi scoppia per tutte le paranoie che insorgono ad ogni secondo. E poi c'è quella D. Quella D che pizzica il mio cervello come se mi esortasse a ricordare qualcosa ma il problema è che io non ricordo assolutamente niente. Mi sembra di brancolare nel buio e ogni tanto inciampare su informazioni importanti senza però capirci nulla. E' così disarmante.
Prendo la collana e la premo tra l'indice e il pollice, abitudine che non riesco a togliermi. Pensavo di aver trovato più pietre, quella volta quando trovai il diario pensavo di aver trovato la prima pietra e che consecutivamente la strada sarebbe stata in discesa vincendo così il gioco. Ora però penso di aver trovato pezzettini di pietre diverse e di dover ricomporre tutti i pezzi. E penso che non siano cinque pietre ma molte di più. Non è affatto come il gioco che facevamo da piccoli Joel e io.
L'infanzia mi fa inevitabilmente ricordare Hans.
Hans...Non ho più scritto nessuna lettera per lui e questo mi fa sentire terribilmente in colpa. Dovrò rimediare.
Delle voci in lontananza mi fanno drizzare le orecchie. Mi avvicino cauta al muretto di pietra e guardo verso il basso.
Stanno ritornando. Ridono, corrono e chiacchierano. Per loro sarà stata una piacevole gita.
Vedo Steven camminare con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni cargo neri. Sento il cuore galopparmi in petto, vorrei così tanto correre verso di lui e baciarlo incurante delle persone attorno. Al suo fianco c'è la Lain, l'insegnate giovane e sexy. Sembra animata da una conversazione ma Steve sta guardando per terra quasi come se non ci fosse realmente con la testa. Dalle sue spalle capisco che è stanco.
Il mio sguardo quasi si sposta da solo verso Jonathan. Lui sprizza energia da tutti i pori. Ovviamente sta facendo lo sbruffone con delle ragazze del quinto anno. Abby con i capelli neri raccolti in una codina alta lo guarda con un sorriso sulle labbra. Jonathan cammina leggiadro e con un'invidiabile disinvoltura mentre lancia degli sguardi, che mi mettono i brividi, alle ragazze. Loro dall'altro canto pendono dalle sue labbra e si coprono il volto arrossato con i capelli come delle scolarette in preda agli ormoni.
Quando sposto lo sguardo verso Jonathan noto con mio grande terrore che mi sta fissando con un sorriso sulle labbra.
Mi butto all'indietro cadendo di sedere sulla pietra. Ma che diamine? Come ha fatto a vedermi? So che è quasi impossibile da laggiù.
Non è che...ha percepito la mia presenza? Sarebbe piuttosto inquietante.
-Tutto bene?- la voce di Skit mi fa saltare in piedi.
-Cavolo!- appoggio le mani sulle ginocchia piegandomi in avanti -Mi hai spaventata- faccio una risata nervosa per mascherare il fatto che fossi già da prima terrorizzata.
-Scusa- ridacchia mentre si siede dov'ero prima io.
-Com'è andata?- dopo che il mio battito torna regolare mi siedo al suo fianco.
Lui scrolla le spalle -Abbiamo fatto le stesse cose che facciamo qui ma all'aperto. Abbiamo anche lottato tra di noi-
Sorrido lanciandogli un'occhiata -Quindi non è stato unicamente Edward il tuo sfidante?-
Scuote la testa -No questa volta no, è stato interessante-
-E gli insegnanti e le Stelle cos'hanno fatto?- mi protendo in avanti e inizio a giocherellare con il lembo della giacca.
-Le Stelle hanno guardato tutto il tempo e ogni tanto sparivano, chissà per farsi un giro nei dintorni, mentre gli insegnanti hanno gestito gli scontri, le assegnazioni e i punteggi- sorride in preda ad un ricordo -Ho vinto il primo giro-
Gli do una gomitata sul braccio -Lo immaginavo sei in gamba Skit- Faccio una pausa e mi inclino per incrociare i suoi occhi grigi -Allora? Qual'è questa novità?-
Lui sorride -Sto uscendo con una persona, e penso mi piaccia proprio-
Batto le mani impaziente di sapere il suo nome -Chi è la ragazza fortunata?-
-Vedi...non è così come sembra- si blocca quasi come se avesse paura di ciò che deve dire.
E' innegabilmente in difficoltà.
-Non giudico promesso- mi faccio la croce sul cuore mentre continuo a fissarlo.
-Vedi...è che Edward...- arrossisce violentemente. Non l'ho mai visto tanto fragile.
-Ti piace Edward?- sono sinceramente stupita dalla sua rivelazione. Non pensavo gli piacessero i ragazzi, tanto meno il suo più caro amico.
-Si- su questo sembra deciso -E per fortuna lui...ricambia. Sai non lo sapevo nemmeno io che mi potevano piacere i ragazzi, non smetto di amare le ragazze però. Sono semplicemente bisessuale. Pensi sia un male?- questa volta mi guarda negli occhi aspettando una mia risposta.
-Assolutamente no. E su questo nessuno dovrebbe fiatare, infondo chi comanda il cuore? Chi sono gli altri per decidere chi o cosa dobbiamo essere?-
-Lo penso anche io. Gli altri lo sanno già e non sembravano contrari per fortuna ma infondo non mi deve importare ciò che pensano gli altri- mi prende una mano e io gli appoggio la testa sulla spalla -Ho sentito che anche El e Cami stanno insieme-
Ridacchio annuendo sulla sua spalla -Quelle due si amano come matte. Sono contenta che la faccenda degli orientamenti sessuali sia ormai qualcosa di comune e non qualcosa di straordinario. I tuoi lo accetteranno?-
-Non m'importa, devono accettarlo. Io sono sicuro di quello che sono-
La botola si apre di colpo. La faccia di Steven compare dalle scale.
Sembra perplesso mentre guarda Skit e poi me -Arenstorff posso parlarle?-
Faccio finta di essere stupita trattenendomi dal fissarlo troppo-Va...va bene- mi volto verso Skit appoggiandogli una mano sulla spalla -Ci vediamo domani?-
Lui annuisce e mi sorride -A domani Aly-
Scendo con Steven le strette scale e percorriamo in silenzio il corridoio fino a quando non entriamo nella sua stanza.
Corro verso di lui e gli salto in braccio circondandogli la vita con le gambe. Lui non esita quando si protende in avanti per baciarmi intensamente. Le nostre lingue si accarezzano a vicenda e intraprendono una danza tutta loro. Mi tiene stretta con un braccio sulla vita e l'altro sulla nuca. Gli passo una mano tra i capelli e faccio scendere la bocca sul suo collo assaporandone il profumo. Lui percorre la mia mascella con dolci baci fino a baciarmi lo spazio in mezzo alle clavicole. Quel bacio mi manda in fibrillazione e di conseguenza stringo di più le gambe.
-Mi sei mancata- mi sussurra tra i capelli.
-Anche tu- gli accarezzo una guancia guardandolo dritto in quei meravigliosi occhi verdi.
-Novità?- mormora sul mio collo.
Come faccio a raccontargli tutto tralasciando il fatto che sono scappata e che ho incontrato Jonathan per il quale sento odio misto ad attrazione? Semplice, non posso.
-No, mi sono annoiata a morte. La scuola era deserta. Tu come ti sei trovato?- mento spudoratamente e ogni parola è una lama che trafigge il cuore. Odio così tanto mentirgli.
Mi da un bacio delicato sulle labbra -Non è stato male, tutti ti rispettano molto di più nei panni del professore. Tranne quelle sei Stelle, quelle vivono in un mondo a parte-
Gli passo una mano tra i folti capelli neri -Perché dici così?-
Fa qualche passo indietro e si siede sul letto portandomi sulle sue ginocchia. -Sono così pieni di sé e lo fanno vedere ogni singolo istante-
-Voi quindi sapevate già del loro arrivo?- appoggio un braccio sulla sua spalla mentre giocherello con una ciocca dei miei capelli.
Lui preme le labbra l'una contro l'altra -Si, sono conosciuti molto al Nord, nella sede centrale del governo-
-Quindi sono tutti famosi?- concludo pensando a Jonathan.
Lui scuote la testa -Si e no, non sappiamo neanche che dono possiedono, sappiamo solo che sono bravi in quello che fanno-
Stringo le mani -E cosa fanno?-
-Semplice. Uccidono-
Sbarro gli occhi incredula -Cosa? E chi uccidono?-
-Ci sono delle insurrezioni. Persone che si ribellano al governo perché pensano sia corrotto, loro sono le loro vittime. Non gli uccidono sempre però, solo in casi estremi-
-Chissà cos'è estremo per loro- mormoro tra me e me.
Il governo sa di me. Ha subito puntualizzato Jonathan. Quindi lo usano per i loro scopi? O è lui a volerlo? A me però non sembra un tipo che si fa mettere i piedi in testa.
All'improvviso sento un'emozione stringermi lo stomaco. Quel calore...
E' qui, nei paraggi, quindi anche io riesco a percepirlo.
Cosa ci fa in quest'ala del castello?
Potete andare sulla mia pagina instagram dedicata alle mie storie.
Si chiama Agusmush
O sul mio profilo personale ---> agus_moss
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