Otto anime ✔


Quando apro gli occhi a causa della tenue luce mattutina noto che Steven non c'è.

Ovviamente lui è uno che si alza molto presto, potevo immaginarmelo.

Quando mi siedo pigramente sul materasso i ricordi della sera scorsa tornano impetuosi a turbare la mia mente. Mi raddrizzo di colpo e per un attimo mi sale il panico. Quante figuracce ho fatto?

-Merda!- impreco tra i denti. Non sono una che si esprime con questi termini ma in queste situazioni è giusto non badare al linguaggio.

Mi ritorna in mente il discorso di Camille e la sua confessione, la mia conversazione accusatoria verso Skit e la figura da vera idiota davanti a Steven.

Non devo più bere in quel modo ma chi volevo convincere nel far finta di reggere perfettamente l'alcol?

Mi passo una mano tra i capelli sentendo pesantemente la sensazione post-sbornia. Perfetto, il mio primo giorno da studentessa nella sezione Aes andato in fumo. Con questo mal di testa è già tanto se riuscirò a stare in piedi.

Mi alzo e noto con un sorriso che Steven prima di andarsene mi ha lasciato la nuova divisa e un bicchiere di spremuta d'arancia.

Bevo il liquido in fretta e mi infilo i nuovi vestiti, quelli appartenenti al gruppo degli Aes. Come aveva preannunciato tempo fa Ellen la mia divisa è formata da una giacca nera con una fascia azzurra sulla manica sinistra. Il colore del mio "presunto" dono. Infilo i pantaloni cargo neri e gli scarponcini del medesimo colore prima di catapultarmi fuori dalla stanza. Mentre corro per raggiungere la sala in cui si terrà la lezione mi lego i capelli in una coda alta. Nonostante la coda alta mi arrivano oltre metà schiena. Dovrei tagliarli, un giorno.

Quando entro il professore Henrik Bach mi guarda con i suoi piccoli occhi acquosi. I capelli neri come al solito sono laccati all'indietro e la sua corporatura massiccia e alta predomina su tutti.

-Non tollero il ritardo signorina...?-

Deglutisco e mi affretto a rispondere -Alyssa Arenstorff-

-Signorina Arenstorff, neanche dopo una notte di festa- afferma rigidamente mentre continua a guardarmi freddamente.

Abbasso la testa e annuisco -Mi scusi-

-Bene, sapete già chi sono quindi passiamo direttamente al sodo- fa qualche passo avanti osservando ognuno di noi -Voi siete l'anello debole, che vi piaccia o no siete quelli con il dono minore qui dentro-

Certo che è bravo ad incoraggiarci, un discorso che ci stimola sicuramente a dare del nostro meglio.

Reprimo l'impulso di alzare gli occhi al cielo e mi sforzo di continuare a sentire le sue velenose parole -Ovviamente nessuno voleva insegnare in questo gruppo, si sono accalcati tutti sugli Argentum e gli Aurum, io invece mi sono offerto volontario-

Che grande forza d'animo!

Patetico.

-E sapete perchè?-

Per umiliarci?

-Perchè grazie a me voi diventerete più abili dei vostri compagni, perché in guerra non basta avere il potere per vincere ma bisogna usare questa- si indica la testa osservandoci uno ad uno -Bisogna ragionare e pensare il più in fretta possibile, nel campo avrete solo una frazione di secondo per cercare di salvare la vostra stessa vita. Il combattimento corpo a corpo, che la maggior parte degli insegnanti tralascia, è essenziale per sconfiggere il nemico. Con i colpi nei punti giusti potete annientare il rivale senza neanche dover ricorrere al vostro potere. Voi avete un dono limitato e può succedere che usandolo per una lunga durata vi sentiate prosciugati e qui che entrano in gioco le tecniche di combattimento. Loro, gli Argentum e gli Aurum, pensano di avere tutto sotto il loro controllo ma noi possiamo dimostrare che non è così- fa un sospiro prima di cominciare -Ogni mese si tiene il Confronto Dei Tre, non è giusto lo so ma è una tradizione più vecchia di me e noi dobbiamo rispettarla.-

Non so per quale arcano motivo ma se la prima impressione mi era sembrata disastrosa ora devo ammettere di essere ammaliata dalla sua teoria.

Mi guardo in giro e nonostante negli occhi dei miei nuovi compagni persista del timore sento che anche loro stanno iniziando a capire.

Una ragazza con i capelli cortissimi neri alza la mano e dopo un cenno d'assenso da parte di Bach parla con tono alto -Ho sentito che domani ci sarà un'uscita nel Campo Dei Fiori, noi ci andremo?-

Lui fa una risata priva di allegria -Ovviamente no, è riservato agli Aurum e Argentum. Ma questa sarà un'ottima occasione per avere tutta la scuola per noi e allenarci maggiormente-

Mi guardo intorno e sorpresa noto che siamo appena in otto.

Alzo la mano -Siamo solo noi?- domando dopo il suo cenno.

Lui annuisce -Si, del primo anno siete solo voi. Gli Aes sono sempre un numero copiscuo ma quest'anno siete particolarmente pochi, mi capitava di avere classi da venticinque ma mai da otto. Gli Argentum sono all'incirca quattro classi da venticinque mentre gli Aurum due classi da venti-

Caspita non me lo aspettavo. Pensando in positivo posso dire che conoscerò meglio i miei compagni perché anche se nessuno lo ammetterà noi siamo ciò che rimane della nostra categoria.

-Bene ora chiedo i nomi così inizio ad impararmeli- Bach prende un foglio e inizia ad annunciarli. Senza alcuna sorpresa il mio nome è il primo della lista.

-Alyssa Arenstorff- incrocia subito il mio sguardo -Ah la ragazzina che arriva in ritardo-

Come prima impressione non è stata delle migliori, lo ammetto.

-Josephine Friis-

Una ragazza con i capelli corti biondi alza la mano. Ha gli occhi scuri, molto scuri e la pelle olivastra cosparsa da lentiggini. Non deve essere nata qui ad Inagaust, molto probabilmente viene da Hiarc.

-Kirsten Holm-

Una ragazza seduta dal lato opposto rispetto al mio alza la mano mentre si raddrizza con la schiena. E' la ragazza che ha fatto la prima domanda.

-Noah Jensen-

E' seduto sopra una panca e tiene le braccia appoggiate sulle gambe mentre fissa con gli occhi color nocciola il signor Bach.

-Livia Juhl-

E' difficile da non notare. Ha una grande massa di capelli ricci color rosso fuoco e due occhi color ambra quasi simile ai suoi capelli, ha la pelle così bianca che sembra non abbia mai visto un raggio di sole.

-Thomas Larsen-

Il ragazzo di fronte a me alza la mano a metà altezza. Sembra fatto di granito lì in piedi di fronte alla finestra.

-Elia Nilsson-

Vicino a Kirsten c'è lui, alto ma piuttosto esile. Sembra piuttosto a disagio dato che muove ripetutamente il piede per terra mentre tiene lo sguardo fisso sul pavimento.

-E per finire Ryan O'Connel-

Ed ecco che il ragazzo di fianco a me alza appena una mano. Ha i capelli biondi a taglio militare e porta innumerevoli piercing su labbra, sopracciglio, naso e chissà dove . Le braccia sono coperte da tatuaggi e sono sicura che si estendono anche sul petto. Ha due meravigliosi occhi verdi ma li rovinano il fatto che sembrino freddi e distanti.

-Ancora qui Ryan?- domanda con un sorrisetto Bach.

Lui appoggiato pigramente ad una colonna scrolla le spalle con noncuranza -Siete voi che avete scelto di farmi rimanere ancora al primo anno-

-Se tu fossi venuto più spesso a lezione magari avresti passato l'anno, forse avresti potuto evitare di spassartela con le ragazze- gli ricorda Bach con aria divertita.

Lui alza gli occhi al cielo -Si ma mi avete bocciato due volte, direi che potrebbe bastare-

Bach ripone sulla scrivania la lista dei nostri nomi -Certo se quest'anno cercherai di impegnarti e ti conviene dato che potrebbe essere l'ultimo-

Io continuo a fissarlo notando la sua strana e misteriosa personalità. All'improvviso i suoi occhi verdi si posano su di me e io imbarazzata e rossa per la vergogna mi volto subito dall'altra parte.

Non fisso mai nessuno e quando lo faccio mi sorprendono. Che sfigata.

-Bene, ora miei cari ragazzi partiamo con il combattimento corpo a corpo, vi sarà sicuramente stato insegnato nei due mesi precedenti. Voglio vedere a che livello siete-

Cavolo, la mia corporatura piccola ed esile non mi aiuta sicuramente.

-Non pensate a fare le coppie tanto tutti lotterete con tutti. Si anche maschi contro femmine perché in guerra non ci sono queste distinzioni-

Io e Livia ci guardiamo e decidiamo che possiamo partire noi due insieme. Tutti si dispongono in quattro coppie e iniziamo l'allenamento mentre Bach gira vicino a noi e ci osserva.

-Scusa ma non so lottare molto bene- mi giustifico prima di fare qualche figuraccia.

Lei sorride -Non ti preoccupare anche io sono una schiappa in questo-

Partiamo e bene o male riusciamo a cavarcela entrambe, faccio appello a tutto quello che ho imparato e sono abbastanza soddisfatta del risultato.

Poi tocca a Kirsten e come avevo predetto lei è molto forte dato la sua corporatura massiccia. Riesce varie volte a mandarmi a tappetto ma anche in questo caso non mi sono dimostrata un completo disastro.

Dopo Josephine, Elia e Noah tocca a Ryan. Avevo cercato di rimandarlo all'ultimo perché avevo visto la facilità con cui mandava tutti al tappeto.

Quando si dispone di fronte a me sento immediatamente la paura serrarmi la gola. Lui sembra notare qualcosa in me perché dice -Tranquilla non ti fracasso le ossa-

Certo non è un grande incoraggiamento ma almeno è sempre un primo passo.

Fa un passo avanti e io ne faccio uno indietro. Ma che diavolo stavo facendo? Non dovevo scappare ma combattere. Se mi fossi trovata davanti ad un Soulless non avrei potuto comportarmi così.

Deglutisco e faccio un passo avanti, la sua statura incombe sulla mia come quella di una giraffa di fronte ad una formica.

Lui con uno scatto mi blocca le braccia e mi volta in modo da farmi appoggiare la schiena sul suo petto -Per quanto tu sia spaventata non puoi restartene lì imbambolata-

Rabbrividisco al sentire il suo fiato caldo sul collo. Mi allontano in fretta e mi metto in posizione d'attacco.

Sono piccola ma questo può giocare a mio favore, agilmente sguscio sotto la sua difesa e mollo un pugno sul suo stomaco. Sarebbe stato fantastico se non fosse per il fatto che la mia mano ora pulsa di dolore. Cerco comunque di non darlo a vedere.

-Cerca di non avvicinarti troppo al nemico perché avrei potuto tagliarti la gola- afferma lui con voce seria.

Vorrei ribattere ma so che ha ragione.

Lui alla velocità della luce mi sferra una ginocchiata ma prima di farmi cadere per terra mi prende la mano a mezz'aria e mi tira su. Mi piego in due consapevole di non avere una massa muscolare che mi permette di far fronte a questi colpi. Mi circondo il busto con le mani e prendo il labbro inferiore tra i denti cercando di non pensare al dolore dirompente che mi percorre la pancia.

-Sei così fragile- afferma lui mentre mi osservava attentamente con i suoi intensi occhi verdi.

Alzo la testa e lo guardo malissimo -Grazie mille, davvero-

-L'ho fatto con più leggerezza possibile, il problema sei tu non io- afferma seccamente mentre incrocia le braccia al petto.

Stringo le mani a pugno e prima che lui possa reagire sferro un calcio sul suo petto che con mia grande sorpresa lo spinge indietro di almeno un metro.

-Ottimo calcio Alyssa- si complimenta Bach mentre passa nella nostra direzione.

Mi volto verso Ryan e gli rivolgo il sorriso più innocente che riesco a fare -Il problema è che tu sottovaluti le persone-

Lui mi fissa apparentemente impassibile ma so che in fondo gli provoca un gran fastidio. Improvvisamente queste lezioni sono diventate intriganti, ho il desiderio di imparare sempre di più e diventare il più abile possibile. Guardandomi intorno mi rendo conto che questa sarà la mia squadra. Otto ragazzi esclusi da tutti ma con la voglia di diventare i migliori e non poteva capitarci migliore insegnante di Henrik Bach.

Si, possiamo farcela.

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