Occhi di ghiaccio ✔

-Cosa ti è successo alle mani?- mi domanda Steve mentre scendiamo le scale, sfiorandomi delicatamente le piccole ferite causate dai rami.

Scrollo le spalle cercando di far vedere che non è nulla di importante -Lo sai, sono sbadata...sono finita sopra un cespuglio di rose...hai presente quello del giardino interno?-

Lui annuisce e sembra convinto delle mie spiegazioni -Cerca di fare più attenzione la prossima volta- mi lancia un sorrisino divertito che mi fa battere il cuore più velocemente.

-Quindi in cosa consiste questa sorta di riunione?- domando cambiando argomento non trattenendomi più.

Lui si passa una mano tra i capelli sospirando visibilmente -Sono sei ragazzi, eccellenti Aurum ovviamente, sono qui per sorvegliare le lezioni. Vogliono che tutti i professori adempiano alle regole e che i ragazzi rispettino i loro ruoli. Vogliono prepararci per la guerra. Saranno rigidi e in casi eccezionali possono persino punire gli studenti pigri-

Sussulto alla parola punire. Ho provocato uno di loro e in modo molto grave. Come se non bastasse ho dimostrato di possedere un dono fuori dalla norma. L'ho dimostrato men che meno a una delle stelle del governo. Ed era proprio questo che tutti abbiamo sempre cercato di evitare. Il governo.

Ho fatto proprio un bel casino.

-Eccoci, io raggiungo i miei colleghi mentre tu puoi andare dai tuoi compagni, va bene?- si abbassa per incrociare il mio sguardo.

Annuisco ancora tormentata dai miei pensieri -Va bene, ci vediamo dopo-

Steve mi posa un delicato bacio sulle labbra prima di entrare nella sala.

-Il governo ha voluto aiutarci spedendoci i loro migliori combattenti- la voce del preside Villards mi giunge attraverso le ampie porte di legno.

Mi tiro indietro i capelli cercando nel mentre di stabilizzare il mio respiro. Con passo incerto entro nella sala già gremita di studenti. Su una piattaforma di legno posta nella parte anteriore della sala ci sono il preside Villards e le sei stelle.

Lo riconosco subito. E' lì che spicca su tutti. Il suo aspetto è diverso da qualsiasi ragazzo presente in questa stanza. I suoi occhi, i suoi capelli, la perfezione della sua mascella e del suo corpo emanano tutto fuorché normalità. Forse è solo una mia paranoia ma continuo a percepire quel calore nel petto e odio il fatto che non ne conosco il motivo. Perché mi capita di ogni ma puntualmente la causa è sempre a me sconosciuta? Penso di essere proprio uno scherzo della natura. Non c'è altra spiegazione.

-Eccoti finalmente, mi ero preoccupato- mormora Skit sovrastando la voce del preside che continua imperterrito il suo discorso.

Ero così assorta nei miei pensieri da non essermi accorta di averlo proprio di fianco -Ehi- non so che altro dire perché ho ancora la mente in subbuglio, mi accorgo a malapena della sua presenza.

-Ti ho aspettata oggi- continua lui guardandomi negli occhi.

Oggi? Cos'è che dovev...-Oh santo cielo! Scusami! E' che mi sono sentita male e sono stata tutto il tempo nella mia stanza- ecco cos'è che mi sfuggiva.

Lui mi rivolge un sorriso -Non ti preoccupare, ho saputo. Stai bene ora?-

Annuisco ringraziando mentalmente il paziente carattere di questo ragazzo -Si, mi fa male ancora un po' la testa ma il resto è tutto okay-

-Mi fa piacere- fa un cenno con il mento verso il palco -Che ne pensi?-

Alzo le spalle evitando di incrociare lo sguardo di quel ragazzo -Non lo so, non mi va proprio a genio il fatto che ci possano punire o che stiano lì ad osservarci per poi fare rapporto al governo. Mi sento leggermente a disagio-

Lui annuisce -Io penso che sia tutto una bella merda. Gli hai visti? Anche solo dalle facce si capisce che passeremo dei mesi d'inferno, come se non avessimo altri problemi. Ci guardano come se fossimo dei piccoli insetti viscidi e schifosi- sorride tra sé e sé -Forse sto esagerando ma non cambia il fatto che non mi piace questa storia.-

-Neanche a me- oso alzare appena lo sguardo e con mio grande sollievo riesco a vedere a malapena il palco a causa di due ragazzi così alti da coprirmi la visuale. Non ci vuole molto a superarmi d'altezza ma sono sicura che sono più alti anche rispetto alla media generale.

-Ah c'era tuo fratello che ti cercava come un matto- annuncia Skit di punto in bianco -Ti ha cercata ovunque ma ha detto che non c'eri-

Ecco,mi ero dimenticata pure di Joel. Perfetto la mia memoria è pari a quella di un pesce rosso.

-Lo vado a cercare subito- appoggio una mano sulla spalla di Skit -Grazie, sei un grande amico, davvero- e lo penso seriamente. Riesco a parlare con lui ed è per questo motivo però che mi è più difficile nascondere la vera me. Mi vorrebbe ancora come amica se sapesse?

Anche lui mi appoggia una mano sulla spalla -Penso lo stesso di te Aly, che ne dici se questa sera andiamo nel nostro posto? Devo raccontarti un po' di cose-

Mi porto una mano sul petto fingendomi esasperata -Notizie belle spero-

Lui scoppia a ridere guardando la mia reazione teatrale -Notizie belle, tranquilla-

-Perfetto allora ci sto. Ci vediamo dopo!- mi volto e m'incammino velocemente per raggiungere Joel. L'avevo avvistato giusto qualche minuto prima nel lato destro della sala.

Ed eccolo lì appoggiato alla colonna con una smorfia sul volto. Si sta palesemente annoiando.

-Ehi Jo- mi affianco afferrandogli un braccio.

Lui mi guarda stupito prima di abbracciarmi con troppa foga -Cristo Alyssa! Pensavo ti fosse successo qualcosa di grave. Stai bene?-

Non riesco a nascondere niente a Joel così sento cadere quel debole muro che avevo innalzato -No, non va tutto bene-

I suoi occhi grigi sgorgano di preoccupazione mentre mi prende entrambi le mani -Cos'è successo?-

Mi guardo in giro e scuoto la testa -Non qui. Non ora-

Ci sono troppe persone in giro e con quelle sei stelle davanti a noi non mi sento per niente al sicuro. C'è la possibilità che qualcuno ascolti la conversazione e con tutti i problemi che ho non voglio aggiungerne altri alla lista.

Joel fa per muoversi -Possiamo allontanarci...-

Lo interrompo subito avvicinandomi a lui -No, daremo nell'occhio. Può aspettare, fidati di me-

Era così stupido quello che avevo detto. Come poteva fidarsi di me dal momento in cui ho abbandonato la struttura sicura per addentrarmi nel bosco in cui ho incontrato estranei e tanto per bastare ho usato la mia magia per infliggere dolore ad uno di loro? Che lavora nel governo ovviamente, non poteva essere un cacciatore qualunque, no figuriamoci.

-Mi fido Aly, mi fido- sospira prima di cingermi le spalle e voltarsi verso il palco.

-Le assegnazioni possiamo darle anche adesso- il preside prende un foglio e si schiarisce la voce prima di parlare -Scott Russel agli argentum sezione uno, Chrissy Palmer argentum sezione due, Bee Joly Aurum sezione uno, Jonathan Hans Walker Aurmun sezione due, Mason Martin Aurum sezione tre e Abigayle Blanc Aes-

Perfetto mi era capitata la ragazza dai capelli neri. Per un attimo ho temuto davvero che mi capitasse Jace...Jonathan. Ho davvero delle falle nel cervello.

-Domani partiranno le nuove lezioni, buona fortuna a tutti- il preside ci congeda con un sorriso alquanto finto.

Joel nell'attimo stesso in cui Villards finisce di parlare mi prende la mano e prima che me ne renda conto siamo nella sua stanza.

-E se arrivano i tuoi compagni di stanza?- domando preoccupata guardandomi attorno.

Si siede sul letto e mi fa segno di sedermi al suo fianco -No, vanno in palestra per allenarsi. Racconta dall'inizio-

Faccio un sospiro profondo e inizio a raccontare tutto. Sin dalla lezione del professor Bach fino al momento in cui mi era venuto l'attacco di panico. Gli racconto i miei pensieri, le mie paure e tutto ciò che avevo sentito e che sento tuttora al petto. Lui mi ascolta attento senza fiatare, dandomi tutto il tempo di raccontare anche i minimi dettagli.

-Sei arrabbiato con me vero?- metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio timorosa di quello che sarebbe successo dopo. Ma di una cosa sono certa, mi ha fatto bene parlare con lui. Avevo davvero bisogno di svuotare tutte quelle emozione che mi stavano corrodendo l'anima.

-Si, da una parte si. Non dovevi allontanarti dalla scuola. Non posso neanche immaginare cosa ti sarebbe potuto accadere, eri lì da sola con sei persone addestrate ad uccidere. E' stato un gesto irrazionale e sconsiderato. Sai che non posso attraversare quei campi di forza e non so neanche come diamine tu ci sia riuscita. Ma la cosa che mi fa più rabbrividire è che ti sei buttata sul quel muro avendo il 99% di possibilità di rimanere carbonizzata! Non hai pensato alle persone che ti vogliono bene Alyssa? Come pensi che ci sarei rimasto se mi avessero presentato di punto in bianco il corpo carbonizzato di mia sorella? Tu sei la persona a cui tengo di più al mondo e non ti permetterò di fare altre sciocchezze simili. Se entri in quello stato corri da me o vai sotto una doccia con l'acqua gelida ma non osare mettere di nuovo da parte il cervello e dar retta agli impulsi-

Me lo merito. Merito le sue parole e lo so che le sta dicendo perché è terrorizzato a morte. Tutto ciò che ho fatto è stato a dir poco indicibile.

C'è un lungo silenzio prima poi scorgo una lacrima scendere dai suoi occhi. Joel sta piangendo? Lo stesso Joel che non avevo mai visto fare una piega in qualsiasi situazione?

-Potevi morire. Eri sul punto di morire- sussurra guardando fisso il pavimento.

Mi avvicino a lui prendendogli le mani, ora anche le mie guance sono bagnate -Mi...mi dispiace. Io...io sono stata una stupida, non ti meriti tutto questo Jo-

Lui scuote la testa stringendo la presa -No, sei tu che non meriti tutto questo. Non dovresti vivere tutte queste situazioni Aly. Tu saresti dovuta andare scuola, avresti avuto delle amiche ma soprattutto una vita vera. Saresti entrata a Lapisclara con il dono dell'acqua e avresti sicuramente fatto parte degli Aurum. Non posso fartene una colpa capisci? Per te è tutto nuovo e quando agisci lo fai per istinto perché nessuno ti ha mai insegnato a vivere in questo mondo e tanto meno ti hanno spiegato i pericoli che incombono qua fuori. Tu stai solo cercando di adattarti come meglio puoi e lo so che ti stai sforzando tanto per farlo. Ti ammiro davvero e sono immensamente orgoglioso di te-

Un singhiozzo mi sfugge dalle labbra quando affondo il volto nell'incavo del suo collo -E' tutto così sbagliato Jo, non ne posso più-

Lui mi accarezza delicatamente i capelli stringendomi con l'altro braccio -Ci sono io al tuo fianco Scintilla. Puoi venire da me in qualsiasi momento okay? Basta che non ti metti di nuovo a correre nel bosco- fa una pausa osservandomi attentamente -Cosa pensi sia successo con Jonathan?-

Mi asciugo il volto e mi tiro sù -Non ne ho la più pallida idea. Joel ti giuro che ho sentito una sensazione stranissima che non pensavo potesse esistere e poi c'è quella faccenda del dolore che gli ho inferto...Come farò quando mi vedrà?-

Lui sembra ragionarci sù assottigliando gli occhi -Steven aveva parlato del controllo della mente-

Annuisco esasperata -Si ma quelle erano qualità da Ibkhros, fuori dal nostro pianeta. Non posso minimamente centrare con tutta quella roba. Sai tu come so io che sono nata ad Inagaust in una piccola città del confine, niente di anormale-

-Purtroppo Aly qui non c'è niente di normale. A partire dal tuo dono per poi passare al tuo marchio, al tuo aspetto e a tutto ciò che ti succede, compreso quello che hai fatto a lezione-

Ha ragione, come sempre. E' inutile negarlo, non c'è niente di normale.

-Non c'è modo di evitare la stella del governo però, sul quel fronte non possiamo agire. Tu dimostrati solamente indifferente come se non lo conoscessi. Sei sicura che lui ti abbia vista bene?- sembra stia cercando la soluzione migliore per me e di questo gli sono grata.

Mi ricordo i suoi occhi fissi nei miei e sono sicura che mi abbia vista e anche bene. -Senza ombra di dubbio-

Lui sbuffa portandosi entrambe le mani dietro la nuca -Va bene, risolveremo anche questo sorellina- guarda di sfuggita l'orologio e balza in piedi -Devo andare al Campo dei Fiori. Mi raccomando non fare stupidaggini intesi?-

Lo guardo dritto negli occhi, non voglio deluderlo -Starò tranquilla, non ti preoccupare-

-Passo questa sera okay?- mi sistema i capelli che si erano appiccicati alla guancia bagnata.

-No, oggi devo vedere Skit- dico convinta, questa volta non me ne sono dimenticata.

Joel aggrotta le sopracciglia -Devo farti qualche discorso?-

Ci metto un po' a capire e poi scoppio a ridere -Non stiamo insieme! E' solo un amico-

Lui però non sembra convinto -Dicono tutti così all'inizio, poi da un giorno all'altro venite con quella vocina a dire "La sai una cosa?"-imita la voce di una gazzella gracchiante e non posso fare a meno di ridere ancora di più.

-Fidati è un mio amico e penso che le piaccia una quindi non confabulare strane teorie- sono sicura che se gli dicessi di Steven lo ammazzerebbe, dopotutto abbiamo circa otto anni di differenza. Mi rincuora però sapere che lui farebbe così con tutti non solo con lui.

Alza le mani dandomela vinta. Per questa volta. -Io vado, tu stai attenta e per favore non buttarti dalla torre solo perché pensi che puoi volare okay?-

Metto il broncio facendogli il dito meglio -Non fare lo stronzo-

-E tu non fare l'incosciente- mi scompiglia i capelli ed esce saltellando dalla stanza facendo su e giù con le braccia imitando, presumo, un uccello.

-Che esibizionista!- gli lancio un cuscino ma ovviamente lui lo schiva e schizza via dalla camera prima che io possa fare qualcos'altro.

Quando rientro nella mia camera mi sento risanata mentalmente. E' una boccata d'aria fresca stare con Joel, è sempre stato la mia valvola di sfogo sin da quando eravamo più piccoli.

Mi inginocchio per prendere la collana che avevo lanciato prepotentemente prima. E' l'oggetto più prezioso che posseggo, è stato un brutto gesto. Infondo che ne so io di brutti gesti? Avevo tor....

-Ah ma che bella visuale- una voce particolarmente familiare mi fa alzare di scatto.

Jonathan è stravaccato sulla piccola poltrona di velluto rosso. I capelli spettinati e il volto rigido ma non quella rigidità del bosco...è diversa, c'è qualcosa di diverso. Non riesco a decifrare il suo sguardo fisso sul mio ma non penso sia niente di buono.

-Ti ho trovata finalmente-

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