Occhi aperti ✔
Sento il sangue defluire dal volto e ogni cosa in pare paralizzarsi. Un enorme vuoto rimpiazza il mio cuore e fa così male che mi sembra impossibile di star provando tale dolore.
Mi sento percorrere il cuore da brividi ghiacciati mentre tutto nella mia testa si riavvolge come un nastro.
Steven.
Lo stesso ragazzo che mi ha accolta quando per tutti ero solo la piccola e fragile Alyssa. Quello che mi stimolava ad andare avanti, che mi teneva la mano nei momenti peggiori. Lo stesso che mi ha sussurrato ti amo per la prima volta. E io ci ho creduto, come una bambina dinanzi a un sogno. Ero così accecata dal ricevere un po' di attenzione da qualcuno che non ho notato tutto ciò che si celava dietro, non ho mai pensato al male che poteva nascondersi dietro a quei sorrisi.
Mi alzo di scatto dal tavolo con gli occhi velati -Sono stata una stupida- tiro indietro la sedia e la faccio cadere producendo un rumore che fa sussultare Lizzie e Jesse -Una perfetta idiota-
Mi asciugo con impazienza una lacrima sfuggita al mio controllo -Come ho fatto a non capirlo? Come poteva essere interessato ad una ragazzina! Come? Era così ovvio eppure non ci sono arrivata. Non credevo ancora che qualcuno potesse farmi del male, pensavo seriamente che tutti fossero di animo buono? Tutto questo perché mi hanno rinchiusa in una maledetta casa per diciassette anni- sento ancora quell'intensa energia offuscarmi la mente.
-Lya...- Jesse mi tocca con cautela il braccio ma io mi scanso con uno scatto.
-Cosa? Cosa c'è ora? Un'altra informazione per distruggere ulteriormente la mia vita?- affermo stridula alzando le mani e fissandolo negli occhi.
Paura. Ha paura. Quando abbasso lo sguardo vedo ogni cosa tremare con violenti scossoni.
Sento una scarica pervadermi il corpo e poi il buio oscurarmi la vista. Sento il cuore sprofondare nel vuoto più totale.
-Yonathan! Stai più attento!- squittisco allontanandomi dal getto d'acqua.
Lui butta la testa all'indietro e scoppia a ridere -Ti ho presa! Ho vinto io-
Metto il broncio e lo butto nella pozzanghera d'acqua usando il dono -Ecco mio principe, ben ti sta-
Lui mi guarda imbambolato con un sorriso da ebete, gli occhi violacei sono adoranti.
Alzo un sopracciglio -Che c'è? Perché hai quello sguardo?-
-Hai detto mio principe- sorride di nuovo come se fosse in un sogno -Mi piace. Anzi lo adoro-
Il mio cuore manca un battito e non posso fare a mano di sorridere. Anche a me piaceva Molto.
Apro gli occhi con enorme fatica e sbatto le palpebre per l'intensità del bianco che mi circonda.
-Lya, come stai?- Brenda al mio fianco mi guarda con apprensione mentre posa una mano sul mio letto.
Mi guardo intorno e noto di essere nella mia stanza -Ho fatto del male a qualcuno? -
Notando il mio sguardo preoccupato mi appoggia una mano sulla gamba -No Lizzie ti ha fermata prima che potessi farlo. E' stato un metodo drastico ma ha agito d'istinto-
Annuisco e tutti i ricordi mi piombano addosso come acuminati meteoriti. Rabbrividisco e guardo Brenda con disperazione -Ho perso il controllo, di nuovo-
-Oggi inizierai l'addestramento va bene?- il suo tono di voce è un balsamo per i miei nervi. Il suo sguardo è rassicurante e tutto in lei mi calma.
-Va bene ma non basterà- mormoro appoggiando la testa sulla testiera del letto.
-Perchè dici così?-
Faccio un sospiro -Perchè l'unica persona che potrebbe aiutarmi a controllare questo dono è a centinaia di chilometri da qui- punto gli occhi nei suoi -Voi potete addestrarmi a combattere e potete tenermi al sicuro ma Jonathan è uguale a me. Chi meglio di lui può aiutarmi?-
Lei annuisce rendendosi conto della situazione -Lo sappiamo, noi cercheremo di fare il possibile ma prima di introdurre Jonathan nella base dobbiamo essere certi che non sia dalla parte del governo. Dopotutto lui è una stella, la sua fiducia è nei loro confronti-
Scuoto la testa con decisione -Lui starebbe sempre dalla mia parte Brenda. Non mi tradirebbe mai-
-Lo so, tesoro. Lui sta della tua parte non dalla nostra- abbassa gli occhi e ricurva le spalle come se fosse stanca -Devi capirmi, qui ci sono molti bambini e famiglie. Io devo garantire la loro sicurezza, non posso rischiare così tanto. Io sto proteggendo anche te Lya, non voglio che il governo ti trovi e ti usi. Noi possiamo sembrarti come loro ma qui puoi decidere. Io non ti obbligherò a stare nella base o a fare l'addestramento. E' importante che tu capisca questa differenza-
-Ma ci proverete a farlo venire qui vero?-
Lei annuisce -Si, ci proveremo-
Mi alzo dal letto contenta dei piccoli risultati. Devo sperarci e lottare ancora, fino a quando potrò.
Guardo verso il muro e resto qualche secondo a fissarlo -Non ci sono finestre-
Brenda scrolla le spalle -No, la nostra base è situata in posto in grado di nasconderla-
So che non posso fare domande al riguardo quindi cambio argomento -Che ore sono?-
-Le sei e mezza del mattino, tra un po' devi andare a fare la lezione con Josephine-
-Ho dormito un bel po'- qui dentro perdo completamente la cognizione del tempo. Mi sembra di essere in una realtà parallela.
-Vuoi fare colazione?-
Il mio stomaco non ne vuole ancora sapere di mandare giù del cibo così scuoto la testa -No, grazie-
-Va bene, è sempre aperta la cucina in caso ti venisse fame. Qui c'è la nostra divisa, se ti senti più comoda con i tuoi vestiti puoi lasciarteli ma molto probabilmente si rovineranno durante l'allenamento- mi porge dei vestiti argentati.
Sorrido prendendo la divisa con piacere -Che altro colore se non l'argento?-
-L'argento è associato alla luna. Risplende la notte nell'oscurità. A noi piace pensarla così.- scrolla le spalle e si alza dirigendosi verso la porta -Ti lascio cambiarti, ti aspetta Lizzie fuori-
-Grazie, Brenda. Per tutto-
-E' sempre un piacere parlare con te Lya- mi sorride un'ultima volta prima di chiudersi la porta alle spalle.
La divisa è formata da una felpa di nylon argentata e dei leggings neri con una striscia color argento sui lati. All'altezza del petto c'è un logo. Una luna marchiata da due spade incrociate.
Mi infilo velocemente un paio di scarponcini neri e vado davanti allo specchio per intrecciare i capelli in una corona di trecce. Per una volta devo ammettere che il colore dei vestiti insieme alla tonalità dei capelli e degli occhi mi fanno sembrare più luminosa.
Anche se penso che la luce bianca della base mi sta corrodendo il cervello.
Quando esco c'è la piccola Lizzie che gioca con un sensore -Ti sei dimenticata questo- me lo porge insieme ad una cintura nera -Puoi attaccarlo lì-
-Come funziona?- domando mentre armeggio con la cintura.
-Quando c'è un'emergenza schiacci il pulsante rosso e in automatico i nostri sensori si accendono, viceversa quando qualcun'altro lo schiaccia anche il tuo lampeggerà di rosso. Nello schermo comparirà il posto esatto in cui si trova la persona che ha chiesto aiuto. La nostra base è divisa in sei sezioni. A1 sala comune, cioè la mensa o l'aula magna, A2 Sezione addestramento dai cinque ai dodici anni. A3 Sezione addestramento dai tredici ai venti A4 sezione addestramento dai venti in poi, A5 armeria e A6 dormitori. Non te li ricorderai tutti, ora, ma imparerai- mi illustra velocemente tutto mentre cammina con il suo solito fare impettito.
Alzo le sopracciglia -Okay...E che mi dici di Josephine?- è una domanda che mi preme da un po' e siccome Liz è sempre entusiasta di poter spiegare qualcosa mi è parso il momento più opportuno.
-E' una tosta, è arriva qui alla base circa dieci anni fa ed è una manipolatrice dell'aria. E' una delle migliori qui dentro. Ah quasi dimenticavo- si porta una mano dentro la tasca della felpa e ne estrae un orologio nero -Qui dentro è difficile capire a che punto della giornata ci troviamo. L'orologio ti indica l'ora e il giorno. Ha integrata una sveglia programmata per le sei e mezza così non rischi di non svegliarti in tempo-
-Vedo che siete organizzati- mi allaccio l'orologio e osservo gli avanzati meccanismi.
Accenna un sorriso -L'ordine stabilizza l'equilibrio di un gruppo, il disordine è ciò che lo fa estinguere-
-Si, hai proprio ragione. Come trovate i fondi per fare tutto questo? Insomma, sono un bel po' di spese- non vorrei essere incauta o maleducata ma non ne posso fare a meno. Sento di dover assorbire più informazioni possibili.
Mi lancia un'occhiata -Sai per costruire le nostre basi cerchiamo luoghi specifici e per poter edificare dobbiamo scavare e indovina che luoghi cerchiamo?-
Ci ragiono un attimo prima di rispondere -Metalli preziosi. Avete delle miniere-
Lei annuisce fiera della mia risposta -Esatto- indica una sala e quando guardo vedo Josephine intenta a fare delle flessioni -Siamo arrivate, buona lezione Lya- mi saluta con la mano e si dirige dal lato opposto.
-Buongiorno- dico entrando titubante.
Lei si alza da terra e sfrega le mani sui pantaloni -Ciao Lya- il suo tono non è distaccato solo serio -Quando eri a Lapisclara vi facevano correre?-
Scuoto la testa -No, non l'abbiamo mai fatto. Almeno, nel periodo in cui sono stata lì-
Alza gli occhi al cielo -Tipico, fanno sempre così. Addestrano soldatini senza neanche insegnarli ad aumentare la resistenza-
Il suo astio mi fa capire che c'è qualcosa di più profondo, di più antico -Sei mai andata a Lapisclara?-
Lei fa un sorriso privo di allegria -Ci ho insegnato per tre anni, poi quando ho capito come funzionava il sistema ho finto di essere malata e poi mi sono data per morta. Sapevo delle Cappe d'Argento, mia sorella ci era entrata un anno prima di me. Io pensavo fosse pazza poi ho capito-
-Cos'hai capito?-
-Che non vogliono soldati, vogliono marionette. Delle piccole pedine da spostare e usare come piace a loro. Non riuscivo stare al gioco, tutta quella corruzione mi stava corrodendo l'anima. Poi c'era questo insegnante, Parker, non so se lo conosci, che era il più invischiato in tutta quella faccenda- il suo tono di voce trasuda veleno ma anche dolore. Molto dolore. -E' un essere repellente-
Parker. Il professore Parker -Si, lo conosco e...non pensavo fosse...così-
Il pensiero mi ritorna dolorosamente a Steven ma lo caccio via prima che mi coinvolga troppo.
Le persone si rivelano per ciò che sono alla fine.
-Bene! Iniziamo- batte le mani e si posiziona al centro della sala -Quindici minuti di corsa, forza Lya!-
***
Dopo la mia prima settimana alla Base sto cominciando a fidarmi di loro e le cose incominciano a quadrare. Sembrano realistiche, più veritiere.
Ciò che non riesco a capire però è perché Jace non mi ha mai detto niente. Eppure lui doveva saperlo per forza, doveva sapere della corruzione che avvelenava il governo.
Devo scoprirlo e non mancano molti giorni per la breve comunicazione che Liz mi ha concesso per rassicurarlo di essere viva. Voglio risentire la sua voce. Ne ho bisogno.
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