La Base ✔
Dopo qualche minuto, decido di rompere il silenzio che mi sta opprimendo. Ho bisogno di fare conversazione e distrarmi.
-Che ruolo hai all'interno delle Cappe d'Argento?- è la prima domanda che mi è venuta in mente e sono contenta quando lei risponde tranquillamente come se non la turbasse il fatto che io abbia deciso di chiedere qualche informazioni.
-Sono al comando della nostra base, insieme a mio marito Robert- il suo tono è soave e molto gentile, quasi rilassante direi.
-Dove si trova precisamente? So che è al sud ma dove?- continuo imperterrita cercando di riempire il più possibile i silenzi. Non voglio sembrare troppo precipitosa o invasiva ma ovviamente sapere dove diamine mi stanno portando mi tranquillizzerebbe di più.
Lei sembra comprendere come mi sento infatti il suo volto non si irrigidisce per il fastidio -Posso solo dirti che si trova nelle vicinanze di Nanteck ma non oltre. Mi spiace ma il punto esatto deve restare segreto, sai per impedire che ci sia una fuga di informazioni-
-Quante persone ci sono in questa base?-
-Siamo all'incirca duecento membri ma ci sono altre basi sparse in altre parti di Inagaust persino nei restanti tre continenti: Hiarc, Iunaliag e Olasin. Siamo in tanti questo è sicuro- conclude con la voce piena di qualcosa simile alla speranza.
-E tutti nella vostra base sanno di me?- sono terrorizzata all'idea che così tante persone sappiamo ciò che sono. Sono sempre stata abituata a confidarmi e a tenere il segreto all'interno della mia piccola cerchia, mai avrei pensato di ritrovarmi in questa situazione.
-Si- mi lancia una rapida occhiata e fa un leggere sospiro -Lo so che non ti fidi di noi. Lo comprendo benissimo ma voglio che tu sappia che nessuno e ripeto nessuno all'interno della base ti farà del male o ti consegnerà al governo. Tra di noi c'è un forte legame, il tradimento è impensabile. Ti sentirai spaesata all'inizio ma sono sicura che ti inserirai benissimo. I tuoi genitori ti amano Lya e non ti avrebbero mai mandata in un posto che ritengono anche solo lontanamente pericoloso. Non pretendo che tu mi creda, vedrai con i tuoi occhi come siamo- finisce il tutto con un dolce sorriso.
La stretta che mi stringeva lo stomaco si allenta un po' -Voi sapete cosa sono?-
Lei resta qualche secondo in silenzio prima di rispondere - Tu sei, insieme a Jonathan, gli unici sopravvissuti degli Ibkhros-
La guardo con evidente sorpresa -Sapete di Jace...Jonathan?-
Annuisce senza staccare gli occhi dalla strada -Si, lui è diciamo "famoso" è una delle stelle del governo e loro non fanno altro che sbandierare in giro il fatto di avere tra le proprie file uno dei più potenti terrestri-
-Quindi conoscente anche i miei doni-
Inclina la testa storcendo le labbra -Stiamo cercando di districare i nodi della vostre origini per capire meglio come possiamo aiutarvi nel miglior modo possibile-
-C'è questa sorta di spirito che sembra "vegliare" su di noi- affermo pensando subito a questo strano enigma.
-Si, Diwata. Me ne hanno parlato i tuoi genitori. Dicono che ti ha lasciato delle lettere e degli indizi-
-Una profezia, una strana profezia- mi tornano subito in mente le parole inizialmente senza senso.
Fecce della stessa medaglia
compagni fedeli in battaglia
Il legame causerà dolore
ma la distanza sarà assai peggiore
Figli dello stesso mondo
nascosti dagli altri nel cuore più profondo
Accompagnati dalla volontà di uno spirito
per chiudere il cerchio del rito
Il sangue dei Celesti ricoprirà
il volto dei disonesti
Mentre nell'oscurità l'essere si rigenera con una sola intenzione:
sterminare chi non lo venera
Ripetendola in testa più e più volte dei fili sembrano collegarsi e combaciare con cose che sono già successe.
Mi raddrizzo di colpo con i pensieri che si rincorrono l'un l'altro -Figli dello stesso mondo, siamo io e Jace perchè proveniamo entrambi da Racamna. Accompagnati dalla volontà di uno spirito, è Diwata. E' lo spirito di Diwata che ci guida- sento l'adrenalina salire e quella bellissima sensazione che si prova quando inizi a trovare un senso alle cose -Nascosti dagli altri nel cuore più profondo, io e Jace siamo stati custoditi nel cuore di Diwata che sicuramente nel nostro mondo la veneravano e quindi veniva considerata lo spirito con il cuore più puro degna di essere la portatrice delle nostre anime. Il legame causerà dolore ma la distanza sarà assai peggiore...potrebbe riferirsi al fatto che me ne sono andata, che sono fuggita lontano da lui...-termino con un filo di voce abbassando il volto.
Brenda non mi guarda come se fossi pazza ma sembra aver capito i miei ragionamenti -Non può essere riferito a questa distanza, lui può incontrarti in qualsiasi momento più avanti. La profezia è qualcosa di più profondo, penso si riferisca a una situazione in cui nessuno dei due riesce a ricongiungersi con l'altro- scrolla le spalle -Almeno, questa è la mia opinione che in poche parole non so quanto possa contare-
Le rivolgo un piccolo sorriso -Grazie di seguirmi in questi miei ragionamenti-
-Te l'ho detto con noi puoi condividere ciò che ti tormenta o le tue paure. Ci sarà sempre e ripeto sempre qualcuno ad ascoltarti- ridacchia tra se e sè -Non siamo una setta di fanatici, ogni tanto qualcuno che entra a far parte del nostro gruppo si assicura di non trovarsi tra pazzi con regole assurde-
-Non ho mai pensato questo, tranquilla- faccio uno sbadiglio stiracchiando i piedi.
-Dormi pure, c'è ancora un po' di strada da fare- con una mano prende un cuscinetto da viaggio e me lo porge con un sorriso.
-Grazie mille-
Me lo sistemo attorno al collo e dopo qualche minuto crollo nel sonno.
-Quando sarò grande diventerò una fata- afferma con decisione Beren mentre guarda il cielo violaceo.
Annael guarda la sorella e saltella sul posto -Anche io!-
-Vi stringerò un cordoncino sulle caviglie così non vi perderò di vista- sto al gioco visto che sembrano davvero serie.
Beren sorride e il mio cuore si scioglie. Con quelle guanciotte e quei meravigliosi occhi gialli emana una tenerezza assoluta -Non ce n'è bisogno, voleremo sempre accanto a te Ly-
-Non possiamo essere delle fatine felici senza di te- Annael mi guarda con gli stessi occhi della sorella e quell'amore che sprigionano mi riveste l'anima.
-Vi voglio così tanto bene, più della mia stessa vita- le prendo entrambe e le stringo forte tra le braccia. Sono disposta ad uccidere chiunque abbia anche solo l'intenzione di farle del male.
-Lya?-
La voce preoccupata di Brenda mi fa riemergere dai sogni.
-Tesoro stai bene? Stai piangendo- mi asciuga una lacrima con un fazzoletto e scruta il mio volto non capendo quale sia il problema.
Scuoto la testa sistemandomi meglio sul sedile. I loro volti d'angelo sono ancora impressi sotto le mie palpebre e il dolore mi fa venir voglia di rannicchiarmi in un angolino e piangere a dirotto. Ma non posso, non posso permettermi queste fragilità.
-Va tutto bene, perchè ci siamo fermate?-
Mi guardo intorno e vedo una landa di terreno arido di un rosso opaco. Le montagne rocciose del medesimo colore costeggiano tutto l'orizzonte impedendo alla vista di andare oltre. Sembra che in questo posto l'essere umano non ci abbia mai messo piede.
-Devo metterti la benda, siamo quasi arrivati- tira fuori una benda nera e me la porge con uno sguardo che mi fa intendere che neanche a lei piace l'idea di bendarmi, ma so che è necessario quindi non ribatto.
-Quando scendiamo tieniti al mio braccio e quando sarà il momento ti dirò di toglierla va bene?- ferma la macchina su un terreno morbido e dopo essere scesa viene dalla mia parte e mi apre lo sportello della macchina.
Io mi reggo al suo braccio mentre lei mi aiuta a camminare dritta e a non farmi cadere. Dopo un bel po' di camminata inizio a sentire un dolce profumo di alberi da frutto e persino l'umidità che bagna l'erba. L'aria è così piacevole che resterei qui per ore ad assorbirmi il tiepido tepore del tramonto.
Dopo qualche minuto stringe la presa sul mio braccio -Attenta ci sono sei scalini-
Mentalmente li conto uno a uno sperando di non inciampare e sbattere la testa sul cemento. Sento il rumore di porte pesanti che si chiudono e dopo qualche altro passo Brenda mi dice che posso togliermi la benda.
Nel momento in cui osservo ciò che mi circonda resto incantata dalla diversità che presenta questo posto rispetto all'Accademia. Qui è tutto molto più avanzato e tecnologico mentre là si attengono totalmente alle vecchie tradizioni e penso sia più un male che un bene. Alla mie destra, in questo atrio che dire che è spazioso è dir poco, c'è uno schermo enorme che mostra una mappa di un posto che non conosco. Ci sono piccoli schermi all'entrata di ogni corridoio che presumo servano ad aprire le spesse porte d'acciaio che sbarrano le entrare. Il soffitto è una gigantesca lastra di vetro che illumina il posto con una tenue luce dorata. I colori predominanti sono il bianco, il grigio e il nero e questo mi trasmette una sorta di disagio. Non è cupo è solo...esanime.
-Non è molto accogliente, purtroppo non abbiamo un bel camino ma noi contiamo di più sulla praticità e sulle nostre esigenze piuttosto che all'aspetto- scrolla le spalle in segno di scuse e poi mi appoggia una mano sulla schiena -Vieni, ti faccio conoscere alcuni membri-
Apre il primo sportello d'acciaio con una carta magnetica e mi conduce lungo un corridoio bianco. Infondo c'è una stanza dal quale provengono delle voci.
Lei entra prima di me sfoggiando un sorriso -E' arrivata- afferma subito facendo immediatamente tacere gli altri.
La prima cosa che faccio è guardare chi mi circonda. C'è un uomo, una donna, un ragazzo e una bambina.
La bambina è la prima ad avvicinarsi con determinazione e a porgermi la mano -Piacere sono Lizzie-
E' piccola, avrà non più di otto anni. Dai suoi particolari occhi blu scuro capisco immediatamente che è la figlia di Brenda. Persino le sue due trecce sono di uno sgargiante color rame come quelli di sua madre.
-Lya- mi piego per essere alla sua stessa altezza e le porgo una mano sorridendo dolcemente.
Brenda compare alle sue spalle e le appoggia una mano sul capo -Lei è mia figlia e come hai potuto notare non è affatto timida.- si volta verso gli altri per darmi una rapida presentazione -Faccio in fretta perchè ci sono molte cose da farti vedere. Lui è mio marito Robert- indica l'uomo alla mia sinistra e poi la donna alla sua destra -Lei sarà la tua istruttrice e si chiama Josephine mentre lui è Jesse- infine mi segnala il ragazzo moro che mi fa un cenno con il capo.
Robert è di corporatura massiccia e il volto emana sicurezza così come i suoi decisi occhi castani. I capelli neri sono leggermente ingrigiti ma non penso sia molto più grande di Brenda. Josephine è giovane, trasmette forza e salute da tutti i pori. Ha una massa di capelli rossi raccolti in una codina alta e risaltano sul volto olivastro. Infine il ragazzo sembra avere più o meno la mia stessa età, è alto e il suo corpo è appena delineato dai muscoli, niente di così evidente. Gli occhi sono di un castano così chiaro da sembrare dorato.
-Bene, tesoro io devo sbrigare alcune cose, ti raggiungo dopo- si volta verso la bambina rivolgendole un sorriso che mi fa sciogliere il cuore -Lizzie puoi accompagnarla nella sua stanza?-
Lizzie alza il mento e annuisce fiera di avere un incarico -Prego seguimi pure-
Trattengo una risata e la seguo a passo svelto. Mi ricorda molto Beren, anche lei amava essere al centro dell'attenzione.
Come prima impressione è stata buona, so che poteva andare molto peggio ma so anche che non devo abbassare la guardia. Non fino a quando non scoprirò esattamente come funziona questa base, non fino a quando non mi accerterò che chi ci vive non abbia secondi fini.
Ora circondata da tutta questa tecnologia devo fare in modo di riuscire a contattare Jace, quando sarà il momento.
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