Il nemico nascosto ✔
-Lo so è un po' vuota ma potrai risistemarla come vuoi- afferma Lizzie indicando con un gesto ampio la mia stanza. E' completamente bianca. Comodino, letto, finestre, la cornice dello specchio...tutto. E' tutto così asettico e caotico.
-Vedrò di darle una sistemata- la guardo con un sorriso gentile -Quanti anni hai Lizzie?-
Lei corruccia le labbra scrollando le spalle -Ne ho nove ma dicono che sono molto intelligente per la mia età. Penso abbiano ragione, non mi trovo a mio agio con i bambini della mia età. Dicono che sono strana ma non capiscono che sono solo più matura rispetto a loro-
Alzo le sopracciglia -Caspita, direi di si, sembri più grande- incrocio le braccia al petto cercando di sembrare il più tranquilla possibile -Ascolta...come funziona qui?-
Lei sorride e una piccola fossetta si forma sulla guancia destra -Stai già cercando di raccogliere informazioni eh? Comunque funziona come una qualsiasi base militare. Abbiamo i centri di addestramento e delle missioni da compiere. La nostra base è in continua evoluzione, se il governo cambia, cambiamo anche noi. I nostri schemi di attacco variano a seconda del posto e delle persone con cui ci ritroviamo, ogni volta che abbiamo una missione ci riuniamo per fare un preciso piano. Il nostro scopo principale è quello di non arrecare danni ai membri-
Sembra proprio di parlare con un adulto, è un po' inquietante -Quante missioni fate?-
Lei alza le spalle -Dipende, se il governo decide di mandare qualche loro ibrido noi ci muoviamo subito per bloccarli. Questo capita circa due volte a settimana-
Aggrotto le sopracciglia -Ibrido? Cosa intendete?-
-Hanno creato delle specie di lupi ma con capacità fuori dal comune. Hanno intrecciato il DNA di un lupo con un reattivo di un minerale di un cristallo. Da questo è venuta fuori una bestia feroce, completamente nera con degli occhi viola. Devi vederli sono giganti-
Deglutisco sedendomi cauta sul letto -Caspita e hanno fatto tutto questo lavoro per noi? Per distruggere le vostre basi?-
Lizzie si porta dietro la spalla una treccia -No, le hanno create per la guerra contro i Soulless ma nel mentre le usano contro di noi-
-Perfetto- sospiro strofinando le mani sui jeans -E che mi dici della vita qui dentro?-
Fa di nuovo quel suo sorriso sbarazzino -Siamo una famiglia Alyssa e tutti cerchiamo di proteggerci a vicenda-
-Mi chiamo Lya- sussurro anche se so che sarà inutile. Questa bambina sa tutto.
-Si scusa, il tuo nome di copertura. Ascolta- si avvicina a me in tono confidenziale -Tra due settimane esatte apriamo il nostro canale di comunicazione e lo estendiamo in tutta Inagaust per aggiornarci con le altre basi. Sarà aperto solo per pochi minuti- appoggia la sua piccola mano sulla mia -So da dove vieni e so anche che vuoi comunicare con quel ragazzo. Io posso metterti in contatto con lui. Tu però non potrai rivelarli dove sei ma potrai rassicurarlo di essere viva-
Inizialmente sono paralizzata mentre elaboro l'informazione poi sento un'ondata di gratitudine e di tenerezza invadermi il petto -Grazie Lizzie, grazie davvero-
La domanda è quali dei due ragazzi intende? Steve o Jace?
-Non pensare che io lo faccia per avere un favore in cambio o cose simili. Sono umana anche io anche se a volte mi scambiano per un automa- c'è una sorta di malinconia nella sua voce, rarissima per una bambina di nove anni.
-Non ho mai pensato che tu non fossi umana- le stringo la mano mentre ci scambiamo uno sguardo di comprensione -Anche io sono sempre stata considerata diversa-
-Penso che inizi a starmi simpatica Lya - mi rivolge uno sguardo complice e mi fa alzare dal letto -Forza, ti presento gli altri. Non hai fame?-
Sinceramente non avevo minimamente ancora pensato al cibo nonostante l'orario della cena fosse passato da un pezzo.
Lizzie cammina davanti a me con le spalle rigide e il mento alto. E' persino piccola di corporatura, così esile da farti pensare che possa spezzarsi da un momento all'altro. Mai avrei pensato che possedesse un carattere così forte e dominante.
I corridoi bianchi, i pavimenti con le piastrelle lucide e candide e le luci a led mi fanno venire il mal di testa. Mi viene voglia di prendere della pittura colorata e iniziare a spargerla come una pazza sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento.
Quando svoltiamo in un'ampia sala mensa e vedo del cibo il mio stomaco si sveglia e brontola.
-Non sono molti i giovani qui. Sai l'Accademia li reclama tutti e quelli che sono presenti qui non esistono più. Sono scomparsi dal mondo. Per questo il governo non può mai sapere quanti siamo. Perché non esistiamo- mi spiega Liz appoggiandosi allo stipite della porta.
Non possono neanche essere considerati gli esclusi della società. Loro sono tutti morti nei certificati. E' sconvolgente e geniale allo stesso tempo. Mentre il governo si affanna a cercare tra le persone ancora in vita loro si nascondono dietro il mantello della morte.
-A dire il vero siamo solo dieci ragazzi, compresa te- afferma pensierosa -Compresa me, ovviamente- fa un gesto sbrigativo con la mano e aggiunge -E poi ci sono i bambini-
Mi addentro tra i tavoli rettangolari che riempiono la sala fino a raggiungere il banchetto con la cena.
Guardo velocemente cosa riempie i vassoi e ordino le prime cose che vedo. La fame rende ciechi. -Vorrei una bistecca e un po' di patate-
La cuoca davanti a me ha i capelli bianchi raccolti in un codino spettinato. Porta grossi occhiali rossi con spesse lenti che le ingigantiscono gli occhi castani -Oh! Lya! Lieta di conoscerti sono Arlene- è così solare mentre riempie il mio piatto.
-Piacere- sono un po' imbarazzata ma la disinvoltura e l'allegria della signora mi fanno abbassare le difese.
-Lizzie, tesoro, abbiamo le carote come piacciono a te- la guarda con così tanto affetto che non posso evitare di sorridere.
-No, grazie Arl sono a posto così- alza i pollici sfoderando un sorriso tirato.
Arlene si mette le mani sui fianchi e la guarda assottigliando gli occhi -Hai mangiato qualcosa oggi vero?-
Lizzie sbuffa alzando gli occhi al cielo -Non ti preoccupare so badare al mio fabbisogno alimentare- mi guarda con urgenza -Andiamo Lya ti faccio strada-
Rido sotto i baffi e lancio un'occhiata di scuse alla signora.
-Guarda lì c'è il ragazzaccio che ti ha presentato prima mia madre- indica Jesse che è seduto con i gomiti sul tavolo.
Quando ci avviciniamo Lizzie gli fa un cenno col capo -Ehi carogna-
Lui alza lo sguardo verso di lei -Ciao Fragolina- posa lo sguardo su di me e sorride -Sei sopravvissuta alla piccola peste?-
Scrollo le spalle sedendomi per appoggiare il piatto -E' una ragazzina in gamba-
Liz sorride per il fatto che non l'ho chiamata bambina e si siede al mio fianco -Novità?-
Jesse appoggia la schiena sulla sedia e distende le gambe -Siamo al sicuro. Per ora. Com'è la vita dentro le mura di Lapisclara?-
Mando giù il boccone di carne prima di parlare -Non era così male, certo c'era la questione Aurum e tutto il resto ma era gestibile. Avevo trovato la cerchia giusta con cui passare il tempo-
-Loro sapevano di te?- lo dice con cautela come se avesse paura di ferirmi in qualche modo.
-Tre persone sapevano di me. Uno è il mio fidanzato, l'altro la mia seconda metà e infine il mio migliore amico- faccio un sospiro pensando a loro e a quanto mi mancano.
-Chi è il tuo fidanzato?- sembra sinceramente curioso e anche Lizzie si sporge in avanti per ascoltare.
-Steven Alec Black-
Entrambi sgranano gli occhi -Cosa? Stai scherzando spero- esclama confuso Jesse.
Aggrotto le sopracciglia e scuoto la testa -No perché?-
-Lui non dovrebbe essere proprio il tipo...non so come spiegarmi- inizia quasi trafelato Jesse prima di essere interrotto con impazienza da Lizzie
-Quello che vuole dire è che Walker è uno degli scagnozzi del governo. Non come sono le Stelle, cioè che fanno parte delle prime file dell'esercito, no, il suo lavoro è proprio quello di intrufolarsi nelle strutture e prendere i traditori-
La forchetta mi cade dalle mani e resto a bocca aperta con il cuore e il sangue congelati -Cosa? Quindi stava con me...-
Lizzie si porta una mano sulla faccia -Per farti passare dalla loro parte e farti il lavaggio del cervello probabilmente-
Jesse mi rivolge lo sguardo e mi parla con la massima serietà -Hanno Jonathan ora vogliono anche te-
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