Consapevolezza ✔

-Cosa? Siete impazziti? E cosa sarebbero le Cappe d'Argento?- sento il cuore restringersi per l'ansia. Ho una brutta sensazione annidata nello stomaco che mi fa capire che non sarà niente di buono.

-E' un gruppo di persone, molto grande a dir il vero, che si trova a sud di Inagaust. Non aderisce alle regole del governo- afferma mio padre senza mai lasciare la mano di mia madre.

-I ribelli? Volete che mi unisca ad una banda di ribelli?- domando sempre più sbalordita e indignata.

Mia madre scuote la testa -Non sono come li descrivono gli altri Uccellino, il governo non è composto da persone che pensano al bene della comunità. Agiscono solo secondo i loro interessi e pensiamo stiano complottando qualcosa con i Soulless-

Faccio una risata priva di ironia guardandoli per verificare che non mi stiano prendendo in giro -Certo! Infatti ci stanno addestrando perché pensano sia divertente!-

-E' solo una teoria ma vi stanno addestrando soprattutto per combattere le minacce più imminenti. E quelle minacce, secondo loro, sono i ribelli. Cioè noi- conclude mio padre pacato.

Strabuzzo gli occhi sporgendomi in avanti -Voi ?-

Mia mamma annuisce -Noi facciamo parte di quel gruppo Alyssa e sappiamo per certo che loro ti accoglieranno a braccia aperte. Non dovrai più avere paura di far vedere chi sei-

Stringo i pugni cercando di mantenere la rabbia -Voi non sapete niente di me. In questi tre mesi ho scoperto molte più...-

-Si che lo sappiamo Alyssa- mi interrompe mio padre con voce inflessibile.

La scena sembra congelarsi. Io con il volto pietrificato e miei genitori con il dolore dipinto sul volto.

-Cosa, cosa sapete?- la mia voce è tremante quasi timorosa di sapere la risposta.

-Ci teneva aggiornati Joel-

Quella frase mi provoca un cortocircuito , quasi come se qualcuno mi avesse risucchiato la linfa vitale dalle vene, come se mi avessero tagliuzzato il cuore con una forbicina microscopica.

-Joel? Lui sapeva...- non riesco neanche a formulare una frase decente ma i miei sembrano captare la mia silenziosa domanda.

-Si, per proteggerti Uccellino mio. Solo per proteggerti- mia mamma sembra trattenere a stento le lacrime ma in questo momento non riesco a provare compassione per lei.

-Smettetela! Smettetela con questa stupidaggine di proteggermi! Perché pensate tutti che io non sappia farlo da sola? Non sono più il tuo uccellino indifeso mamma!- mi alzo dal letto come una molla trasmettendoli con lo sguardo tutto il tradimento che mi sento addosso -Ho imparato molte cose a Lapisclara e una di queste è sapermela cavare da sola. Ora so che sono molto più forte di quanto credevo-

Mio padre si passa una mano sul volto stanco -Tu hai un potere enorme ma non lo sai controllare Alyssa. Loro ti possono aiutare-

-Ci sono già persone che mi aiutano- sibilo tra i denti.

-Loro pensano di aiutarti ma non hanno gli strumenti necessari. Noi vogliamo il meglio per te- ribatte mio padre quasi implorandomi.

-Non voglio che tu ti faccia del male nel tentativo di usare i tuoi doni- singhiozza mia madre.

-Non mi farò del male-

-Si invece! E' troppo grande per te e non hai acquisito abbastanza autocontrollo per saperlo usare- tuona mio padre con un tono tra il preoccupato e il supplichevole.

Sento un formicolio partire dal petto ed espandersi in tutto il corpo -Smettetela di dire così, voi non sapete niente! Niente!-

-Non fare così Alyssa, non far finta di avere tutto sotto controllo- afferma mio padre ora anche lui in piedi.

-E voi dovete finirla di dirmi cosa devo e non devo fare- la mia voce è bassa e il respiro pesante.

-E' per il tuo bene uccellino mio-

-Basta di chiamarmi così!- urlo. Quello che succede dopo però non l'avevo programmato.

Un'onda d'urto scaglia i miei genitori dall'altra parte della stanza, facendo cadere l'armadio e le mensole. I muri tremano come in preda a insidiose scosse. Sento il mio corpo carico di elettricità tremare come una foglia al vento.

Quando mi rendo conto del danno corro verso i corpi dei miei genitori. Mio padre si alza a fatica mentre mia madre con mio orrore non si muove.

Mi inginocchio al suo fianco e le appoggio una mano sulla spalla -Mamma! mamma svegliati per favore- alzo lo sguardo velato di lacrime verso mio padre -Papà...io non volevo- inizio a singhiozzare lì ricurva sul corpo di mia madre.

-Lo so, lo so- volta la mamma in modo da reggerle la testa tra le mani.

-Joel! Joel!- urlo in preda al panico per richiamare la sua attenzione.

Un attimo dopo lui arriva di corsa e quando vede la scena si mette le mani tra i capelli -Cos'è successo?-

-Ho...ho perso il cont...controllo, io no...non volevo- le lacrime mi scorrono impetuose sulle guance e ricadono sul suolo di pietra fredda.

Gli attimi successivi sono confusi. Joel porta delle bende e delle stecche di legno. Immobilizzano la gamba rotta di mia madre e le mettono del ghiaccio e delle erbe sul livido sulla fronte. Mi dicono che è svenuta, che presto starà meglio, che si riprenderà ma quelle parole sembrano affievolirsi nel mio cervello.

Non sai controllarlo Alyssa, hai bisogno di aiuto. Farai del male alle persone a te care.

Farai del male alle persone a te care.

Farai del male alle persone a te care.

Farai del male.

Quando mia madre apre gli occhi il mio cuore sprofonda negli abissi.

-Mamma, mi dispiace. Mi dispiace così tanto- mi appoggio sul suo petto e inizio a singhiozzare di nuovo. Potevo ucciderla.

-Non è colpa tua Alyssa- mi prende il polso e mi accarezza le vene -Non dare neanche la colpa al sangue che scorre in te. Non è una maledizione ma un dono-

-Come può essere un dono? Ti ho quasi uccisa-

Lei mi accarezza con tenerezza i capelli -Qualsiasi cosa usata male può essere un pericolo ma questo non vuol dire che sia di natura maligna. Tu puoi farcela, ne sono sicura-

Joel mi stringe una spalla per darmi conforto e io appoggio una mano sulla sua -Come fate a sapere che tra le Cappe d'Argento sarò accettata?-

-Perchè ce l'ha detto Diwata-

Sussulto -Sapete di Diwata?-

-Certo è stato lo spirito che ci ha guidati sin dalla tua nascita. Il tuo angelo custode- mia mamma accenna un sorriso accarezzandomi una guancia -Noi non faremo mai niente che ti metta in pericolo, lo so che ora possiamo sembrarti crudeli. Immagino che tu ti sia fatta degli amici e chissà magari ti sei invaghita di qualcuno ma la sicurezza viene prima di tutto. Se vuoi puoi tornare a Lapisclara ma metterai in pericolo gli altri ma soprattutto te stessa. Li ritroverai di nuovo tesoro ma prima devi capire bene come abbracciare il tuo dono senza scottarti. Con una guerra alle porte è importante che tu abbia consapevolezza di ciò che puoi fare. Non mi odierai vero?-

Sospiro inclinando la testa per appoggiarla sulla sua mano -Non ti odio- alzo lo sguardo verso mio padre e mio fratello -Non vi odio, non potrei mai-

Mi siedo sopra il letto incrociando le braccia sul grembo -Cosa diremo a scuola?-

Mio padre lancia un'occhiata a Joel -Tuo fratello potrebbe dire che stai male-

Scuoto la testa -No, potrebbero venire a cercarmi-

Joel sgrana gli occhi -Dici che dobbiamo...-

Annuisco -Si, io sono morta. Per tutti.- una lacrima mi scende lentamente dalle ciglia imitando il mio triste declino.

-Non ti sembra un po'...troppo?- sussurra mia mamma portandosi una mano sul collo.

-Non posso tagliare la mia vecchia vita se le persone che mi conoscono pensano che io sia ancora tra loro. Non si daranno pace-

Il pensiero corre a Steve e alla sua rassicurante presenza, agli occhi pieni di vita di Skit, alla frizzante Camille e alla brontolona El, al goffo e buono Brower e alla timida Marianne. Ma soprattutto va a Jace, al mio Jace. Quando sarà il momento farò il possibile per fargli sapere che sto bene, che l'ho fatto per il bene di tutti.

Ritornerò. Per loro.

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