Come cenere ✔
Sai Hans questa scuola non é come me la immaginavo. Più che altro non ha scaturito l'effetto che pensavo. Ho davvero voglia di mostrare ciò che potrei fare, forse il mio marchio non ha alcuna utilità ma se invece custodisse anch'esso dei poteri? Se potessi non essere più un mostro ma solo un'altra ragazza con un dono? Per adesso però devo restare in silenzio anche se durante gli scontri sento le risate di tutti e lo sguardo perplesso di Parker. Devo tenere duro, manca solo una settimane allo scoccare del mese e allora potrò andarmene. Comunque mi manchi, tanto. Quando chiudo gli occhi ti sogno e tu mi sorrisi mentre mi dai una margherita color perla e io ti sorrido mentre stacco i petali e li faccio volare nella tiepida aria. Almeno lì so che siamo felici. Con un immenso affetto,
Aly.
-Che fai? Hai il diario segreto?- mi domanda scettica Ellen mentre si allaccia gli scarponi.
-No, scrivo solo alcuni promemoria- mento io chiudendo subito il diario e posizionandolo dentro il comodino.
Ellen alza le spalle con indifferenza -Tranquilla, non giudico-
-Qualcuno ha visto la mia giacca?- Camille sbatte le ante del guardaroba con frustrazione -Insomma l'avevo lasciata sopra il letto!-
Ridacchio mentre le indico sotto il letto -Penso sia lì, ti sarà caduta non disperarti- il mio sorriso si spegne subito quando sento un intenso bruciore sulla spalla, proprio dov'è posizionato il marchio.
Camille si avvicina e mi alza il mento con uno sguardo indagatore -Ehi tutto bene?-
Annuisco troppo in fretta per risultare credibile -Si, solo un giramento di testa-
-Guarda che sono sicura che Parker non si arrabbierà se rimani qui- mi accarezza i capelli senza staccarmi lo sguardo di dosso.
Ellen ridacchia mentre s'infila la giacca -Non so come fai ma penso che tu sia la sua preferita nonostante, scusa le parole, sei la peggiore del corso-
Sorrido per il suo modo diretto di parlare -Lo so El, puoi dire anche che sono la peggiore della scuola! E comunque non sono la sua preferita, vuole solo che faccia dei progressi o temo se la prenderà con se stesso per aver fallito. E' una questione di orgoglio- in queste tre settimane ho legato molto con le ragazze, per giustificare il mio passato ritiro sociale ho inventato di aver avuto una malattia che mi impediva di stare troppo tempo sotto la luce del sole. Mi chiesero se fosse l' XP ma io risposi di no, che era meno grave la mia e che adesso stavo bene. Mi parlarono molto anche della loro vita.
Camille è una ragazza benestante, non le è mai mancato niente, i genitori lavorano nel governo. A scuola è sempre stata la prima della classe anche se questo la portava a non avere un gran numero di amici. La sua migliore amica, una certa Sarah, è stata smistata in un altro gruppo e l'unico momento in cui poteva vederla a Lapisclara era nella mensa ma Camille ha notato con grande dispiacere che la ragazza si è ben presto fatta altre amiche. La sua vita non è stata infelice e dopo la scuola obbligatoria vorrebbe essere un medico, e imparare l'arte del curare le persone. Allo scoccare dei diciassette anni il suo dono si è manifestato, grazie al suo accurato studio per le arti magiche è riuscita a padroneggiarlo subito.
Ellen dall'altro canto è sempre stata una ribelle a scuola. Molte volte doveva rimanere più ore per le punizioni dai professori impartite. I suoi genitori sono ricchi e non hanno mai tollerato il suo comportamento, la ritengono una vergogna per la loro società. Forse è per questo che ha sempre avuto l'impulso di fare di tutto per rompere gli schemi. Odia quelli del suo rango, i suoi genitori con i loro metodi frivoli l'hanno spinta a tanto odio. Ha una sorella che si chiama Gea e ovviamente è l'opposto di Ellen, lei gode e parole di El "sguazza nell'agio". Frequenta il quarto anno e prosegue il suo percorso con fierezza e determinazione.
Scuoto la testa -No, è meglio che vada a lezione. Non voglio saltarle per cose così stupide. Vado un attimo in bagno e poi scendiamo- rivolgo alle ragazze uno dei migliori sorrisi da "va tutto bene" che io riesca a fare.
Mi chiudo la porta alle spalle e corro allo specchio. Noto con timore che il marchio ha assunto una sfumatura più scura, più cupa. Non so cosa significhi ma penso nulla di buono. E' da qualche giorno che mi prudono le mani quasi come se avessi elettricità nel sangue, mi è capitato già tre volte di avere dei capogiri così forti da dovermi fermare per qualche minuto.
Sbuffo e tiro su la spallina prima di uscire dal bagno.
-Pronta?- Camille ed Ellen sono già fuori dalla porta e mi guardano come se dovessi svenire da un momento all'altro.
-Si, andiamo- chiudiamo la porta e scendiamo di corsa le scale prima di entrare nella grande aula.
Alle nostre spalle entrano Juliette e Maya, dopodiché Parker batte le mani per richiamare l'attenzione -Bene ragazzi, oggi i compagni di battaglia li scegliete voi- Prende l'elenco e una penna -Edward penso tu voglia combattere contro Skit ovviamente-
Edward annuisce con vigore -L'unico momento che ho per lottare voglio usarlo bene- guarda Skit con cattiveria ma l'altro sembra quasi divertito dalla situazione.
-Io voglio combattere contro Alyssa Arenstorff- proclama Sheila marcando particolarmente la parola "combattere", notando gli sguardi perplessi fa un sorrisino che non promette nulla di buono -L'avete battuta praticamente tutti e voglio aggiungermi alla lista-
Sento il sangue ribollirmi nelle vene ma non lo do a vedere e prima che Parker intervenga mi affretto a rispondere -Va bene, accetto-
Tutti mi guardano con quel tipico sguardo da "Ma sei impazzita?" ma io prontamente non ci faccio caso.
Dopo un attimo di esitazione Parker continua con la lista, mi guarda in modo strano quasi come se temesse per la mia incolumità. Sinceramente anche io temo questo scontro perché so che tra le ragazze Sheila è quella più forte e quella che fa meno caso al male che potrebbe fare a chi le sta davanti.
Dopo aver finito la lista l'insegnante domanda come sempre chi vuole iniziare per primo. Questa volta però è proprio Sheila a parlare -Dai, iniziamo noi. Farò veloce- ammicca verso i due ragazzi, Edward sembra quasi dispiaciuto mentre Skit ricambia freddamente il suo sguardo.
-Bene, Sheila non esagerare. E' solo una lezione, non siamo in guerra- l'avverte Parker mentre la guarda con una cupa serietà.
-Se lei non sa fare un bel niente non è colpa mia- si giustifica scrollando le spalle e posizionandosi a qualche metro da me.
Io mi trascino verso il centro della sala con una strana rabbia che mi pervade ogni arto, sento un intenso calore ovunque.
-Che c'è bambolina sei arrossita?- ovviamente doveva farlo notare a tutti e questo mi fa innervosire maggiormente.
Mi butta senza esitazioni una palla di fuoco che per miracolo riesco a schivare. Lei fa un verso spazientito -Non c'è proprio gusto a lottare con te. Sei un mollusco-
Sento le risate di sottofondo che colpiscono la mia pelle causandomi un intenso formicolio nelle mani. Sheila mi scaglia una frusta di fuoco che si arrotola nella caviglia e mi fa cadere rovinosamente a terra. Con una smorfia di dolore sollevo il pantalone notando una spessa striscia rossa.
-Sheila! Regola la temperatura del fuoco! Avevamo detto che non deve superare i venti gradi- Interviene subito Parker piuttosto adirato.
-Bene, cerca di reagire Alyssa perchè mi sto annoiando-
-E io mi sto arrabbiando- rispondo di getto. Lei scoppia a ridere e liquida la mia affermazione con un cenno della mano.
-Questa farà male piccola, attenta ai tuoi capelli potrebbero andare a fuoco e sarebbe davvero un peccato...-
Non la lascio finire che mi scaglio contro di lei in preda ad una primitiva voglia di farle del male. La prendo dal collo e la alzo senza nessuna fatica -Stammi a sentire brutta smorfiosa, se continui a importunarmi ti faccio ancora più male- Spingo il suo corpo per aria facendola sbattere contro la parete opposta.
Solo quando nella sala cala il silenzio mi rendo conto di cos'ho fatto. Sento tutta la rabbia scivolarmi via come acqua e al suo posto mi pervade un misto di paura ,stupore e vergogna. Era come se fossi posseduta da una ragazza di nome Violenza. Sento le mani tremare e il respiro accorciarsi. Quando sollevo lo sguardo vedo Sheila che si alza a fatica con l'aiuto di Edward. Persino Skit mi guarda con i suoi grandi occhi grigi, lui che sembra sempre così indifferente al mondo.
Parker si avvicina a me -Stai bene?- mi domanda ancora stupito dal mio atteggiamento.
La voce stridula di Sheila rompe il mio silenzio -Stai bene?! Sono io quella che è stata aggredita da questa sorta di animale. Avevano ragione su di te sei proprio una fottuta Chimera!- mi urla mentre viene verso di me con uno sguardo schifato.
Ed eccola ancora lì quella rabbia -Zitta- sibilo portandomi le mani sugli occhi e premendoli.
-Zitta? Sei un mostro! Un orribile mostro!- continua a parlare con un tono velenoso.
-Okay basta Holk- interviene Parker allontanando di qualche passo la ragazza.
-Dobbiamo toglierla da questa scuola è pazza!-
Qualcosa dentro di me si accende, come un interruttore. Sento l'energia scorrermi impetuosa nelle vene e pulsarmi sotto la pelle in attesa di uscire.
Alzo lentamente la testa e la guardo intensamente, non so cosa veda nel mio sguardo perchè impallidisce -Ti ho detto di stare zitta-
Lei arretra un po' prima di raddrizzarsi -Mostro-
Senza esitazione, come se fosse un istinto guardo Sheila che dopo qualche secondo annaspa senza riuscire a respirare, la stringo mentalmente in una morsa d'acciaio. Intorno a me sento delle voci che si domandano cosa sta succedendo. Non so come ma so di riuscirle a parlare nella mente.
Sei solo una lurida puttana che cerca continuamente attenzioni. Se osi di nuovo parlarmi così la prossima volta ti fermo il cuore con un battito di ciglia. La lascio andare e godo quando la vedo disperatamente annaspare. Qualcuno mi sta parlando ma io sono lì ferma come una statua con un ghigno sulle labbra.
-Alyssa!- non so dopo quanto tempo una voce riesce a passare attraverso il mio muro e a riscuotermi come se fosse un secchio di acqua gelida.
Mi volto lentamente verso Parker -Mi senti?- mi domanda lui cercando di parlarmi con cautela.
- Hai finito di fare il tuo teatrino?- sibila Ellen rivolgendosi a Sheila.
- E' stata lei!- urla disperata la ragazza ma per una volta nessuno pare crederle.
Nella stanza una cerchia di persone è attorno a Sheila mentre, noto sconvolta, tutti gli altri sono attorno a me. Sembra che tutto stia andando a rallentatore come nei film.
Annuisco e sento una lacrima scorrere sulla guancia prima che il buio mi circondi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top