Appendice - La lingua elfica
La lingua elfica
Jerash Ergafis
Piccola nota introduttiva
In questa appendice tenterò di fare una breve presentazione delle regole alla base della lingua elfica che uso nel mio romanzo.
Non sono un filologo, e nemmeno pretendo di avere chissà che conoscenza, pertanto potrebbero esserci errori/imprecisioni/cavolate. Se le indivduate, fatemelo sapere, in modo che io possa andare sempre più a fondo nello studio di questa lingua. Così come dubbi, idee, perplessità... Ogni commento sarà per me un piacere.
Grazie mille in anticipo!
La lingua elfica - Jerash Ergafis
Ogni popolo di Ergaf ha una sua lingua, ciascuna con le sue differenze regionali, le sue inflessioni e i suoi accenti, variabili da zona a zona.
Ogni essere senziente ha però una magia che lo attraversa, grazie a cui "sente" ogni persona parlare nella propria lingua, nel proprio accento e nella propria cadenza, permettendo così a tutti di capirsi senza bisogno di interpreti o traduzioni.
A questa regola sfugge però una lingua, la Jerash Ergafis, letteralmente "la lingua di Ergaf", dai più conosciuta come la lingua elfica.
Ora, non mi soffermerò sul perché di tale differenza tra la lingua elfica e le altre, dato che questo sarà spiegato nel romanzo e in eventuali apposite appendici.
Al momento, mi interessa solo specificare come tale lingua, che da tutti è conosciuta come la lingua elfica, sia in realtà la Jerash Ergafis, cioè la lingua di Ergaf. Essa quindi non è la lingua di un popolo, quello elfico, ma la lingua intima con cui Ergaf comunica, la lingua che gli elfi hanno appreso grazie a una profonda connessione e comunione con Ergaf, il mondo che abitano.
Ergaf quindi comunica con gli elfi, e comunica loro alcune parole, le quali sono le parole della maggior parte della lingua elfica. Sono le cosidette parole naturali.
Il vocabolario elfico, però, ha bisogno ogni tanto di parole che Ergaf stessa non traduce. Tali parole sono quindi "inventate", create a tavolino per rispondere a un'esigenza di comunicazione degli elfi, e prendono quindi il nome di parole artificiali.
Ecco, con questa prima distinzione, le parole artificiali e le parole naturali, andiamo ad addentrarci nelle regole della lingua elfica.
Soggetto
Il soggetto, nella Jerash Ergafis, è sempre la prima parola della frase. Esso è sempre declinato alla forma "pura" della parola e, rispetto all'italiano, non può mai essere sottinteso. Esso deve essere sempre esplicitato, ed essere sempre indipendente. Possono esserci attributi legati al soggetto, e anch'essi saranno sempre declinati alla forma "pura" del sostantivo e saranno sempre scritti dopo il soggetto.
Per fare un esempio, il proverbio elfico che abbiamo nel capitolo 2, "Larán ak ir ravè krakal heral" (ogni vittoria avvicina alla prima sconfitta), il soggetto è "vittoria" (Larán), e quindi esso è all'inizio della frase. C'è poi la parola "ak", traducibile con "ogni/ciascuno", che non è il soggetto vero e proprio, ma un attributo del soggetto. Esso quindi è scritto subito dopo il soggetto stesso.
Verbo
Il verbo si trova sempre scritto dopo il soggetto (e dopo gli eventuali attributi del soggetto). Esso è sempre scritto all'infinito e si riconosce dalle altre parole perché termina con la lettera "è".
Non terminano con "è" solo alcuni particolari verbi, definiti irregolari (come il verbo essere, la cui forma all'infinito è aņeim).
I verbi, sempre scritti all'infinito, possono essere scritti principalmente in tre modi:
- da soli, dopo il verbo. In questo caso abbiamo il verbo coniugato all'infinito;
- anticipati da una particella che indica la persona. Queste particelle sono quelle che noi traduciamo con "io", "tu", "egli", "noi", "voi", "essi". Quando il verbo è anticipato solo da una di queste particelle, abbiamo il verbo declinato al presente;
- anticipato dalla particella che indica la persona, ma anche da una seconda particella, posta tra la persona e il verbo all'inifinito, che indica a quale tempo verbale coniugare il verbo (passato, futuro, perfetto, congiuntivo, condizionale, necessitante, gerundio).
- esite anche il tempo verbale "necessitante", usato quando si indica una necessità.
Particelle
Al verbo seguono altre parole, che si declinano nelle varie modalità esistenti (complemento gerundio, dativo, di luogo, ...)
Quese parole si presentano nella loro forma di soggetto, a cui viene aggiunta la particella che indica il complemento.
Prendendo sempre come esempio il proverbio elfico "Larán ak ir ravè krakal heral", "ogni vittoria avvicina alla prima sconfitta", le parole "krak", "sconfitta", ed "her", "prima", trovano l'aggiunta della particella "al", particella che indica il complemento dativo.
Verbali
Nella lingua elfica, la maggior parte dei verbi terminano in "è". Quando un verbo viene usato come sostantivo, perde la "è" finale e diviene un sostantivo che in elfico viene definito "verbale".
Sempre nel proverbio "Larán ak ir ravè krakal heral", "ogni vittoria avvicina alla prima sconfitta", la parola "krak", sconfitta, è in realtà il verbale della parola "krakè", sconfiggere. Perde la è finale per divenire un verbale.
Plurali
In elfico, non esistono parole con la lettera "d".
La lettera "d" può essere presente solo all'inizio delle parole. Quando si trova all'inizio di una parola, la sua presenza indica che quella parola è al plurale.
Nomi di persona
Nella lingua elfica i nomi di persona sono parole vere e proprie (tutte parole artificiali), “create” tramite l’accoppiamento di più parole, non legate fra loro da congiunzioni o indicazioni sul genere (singolare o plurale) e caso della loro declinazione.
Ad esempio, Ari, Guardia della Cittadella, ha in realtà, come nome completo, "Aril Laan", formato dalle parole "Ari","Forza", e "Laan", "elfo". Qualunque elfo tradurrebbe questo nome con "Forza degli elfi" (i nomi non hanno mai particelle che indcano il complemento a cui si coiugano, è però abitudine degli elfi tradurli con i vari complementi, come qua che viene tradotto col complemento gerundio)
NB per Ari, nel testo si è scelto di fare l'unica eccezione di tutto il romanzo. Mentre tutte le parole sono scritte come vengono pronunciate, per Ari viene scritto che il suo nome intero è Arillan, ma qualunque elfo lo pronuncerebbe Haril Laan. Si è scelto di trascriverlo come Arillan in quanto suonava molto, molto più fluida della pronuncia corretta, molto più pastosa e difficile da pronunciare
Parole che iniziano per vocale
Le parole che iniziano per vocale possono essere monisillabi, e in quel caso vengono scritti e pronunciati regolarmente, oppure con due sillabe o più. Nel caso abbiano due sillabe o più, e siano dopo una parola che inizia per consonante, esse vengono anicipate da un'h muta.
Nel proverbio "Larán ak ir ravè krakal heral", "ogni vittoria avvicina alla prima sconfitta", abbiamo la parola "prima" che normalmente si traduce con "eral". Avendo però due sillabe o più, essa viene pronunciata come "heral".
Dizionario
--- A
Agunar --- Grotta (sostantivo regolare)
Ak --- Tutto/Ogni (aggettivo irregolare naturale) [ak]
(l’elfico non differenzia “tutto” indicante l’intero e “ogni” indicante il tutto in ogni sua parte come invece fa l’italiano)
Al --- Particella dativo indicante il complemento d’agente nella frase (particella naturale) [al]
(si associa anche a eventuali aggettivi che si riferiscono al complemento d’agente)
Alet --- Territorio / Terreno (sost reg nat) [halet]
(Non indica un territorio sottoposto a un re, un reame, quello è indicato da “Lotimalet”. Indica una prozione di territorio o comunque un territorio materiale)
An --- morte (sost. Reg. Nat.)
Ann --- Particella passivo [añ]
(Si inserisce al termine dei verbi transitivi regolari naturali, sostituisce la è finale che si perde nel verbo passibo)
Anneim --- Essere (v irreg nat) [hañeim]
Arilè --- Rendere sacro, onorare, santificare (v trans reg nat) [arilè]
Ari --- Forza (sost reg nat) [ari]
Ash --- Calante (verbale, voc nat) [A∫]
--- B
Barët --- Bosco (sostantivo regolare, vocabolo naturale) [barët]
Barët Flaam --- Bosco verde chiaro (nome proprio di luogo, vocabolo artificiale) [barët flaam]
C
D
D --- Plurale. Dinnanzi alle parole indica che la parola è plurale. Viene sempre letta come lettera a sé stante anche se è scritta attaccata alla parola cui è collegata
D hagunar D ikïkis --- Grotte dei fuorilegge (nome proprio di luogo, vocabolo artificiale, plurale)
Demokir --- Noi (io che parlo, tu che ascolti, una terza persona non presente più una o più persone qualunque) (pronome nat) [d hemochir]
Demokires --- Nostro (di me che parlo, di tu che ascolti, di una terza persona non presente più di una o più persone qualunque) (pronome nat) [d hemochires]
D ilpakës --- formata dalle parole “D ilpa” e “kës”, sinificanti “montagne” e “fine/termine”, è il nome geografico delle montagne a nord delle terre elfiche e che formano una catena montuosa invalicabile, ponendo il limite all’estremo nord di Ergaf delle terre conosciute. (nomeproprio artificiale) [d ilpakës]
E
El --- Particella di luogo [el]
Elamen --- Cielo (sost reg nat) [helamen]
Elapar --- Padre (sost reg nat) [helapar]
(usato come titolo onorifico per indicare rispetto e devozione verso il proprio genitore di sesso maschile o verso un proprio capostipite. Indica però anche amore e devozione verso il proprio capofamiglia a cui tutto si deve)
Em --- Io (pronome nat) [due differenti pronunce: [hem] se è la prima parola della frase o se è preceduta da un monosillabo; [em] se preceduta da una parola con più di un monosillabo. In questo caso si pronuncia quasi come proseguo della parola precedente]
Emokir --- Noi (io che parlo, tu che ascolti e un terzo non presente) (pronome nat) [hemochir]
Emokires --- Nostro (Di io che parlo, tu che ascolti e un terzo non presente) (pronome nat) [hemochires]
Er --- Primo (aggettivo regolare naturale) [er]
Erafan --- Occhi che donano la morte (nome proprio, artificiale)
Formato dall’unione delle parole “erk” e “an”, rispettivamente significanti “occhi” e “morte”, questo nome proprio viene abitualmente tradotto dagli elfi con “occhi che donano la morte”. È normalmente un nome dato ai bastardi o ai disarmonici
Ergaf --- Ergaf (sostanti regolare, naturale)
Èrk --- Occhio (sostantivo regolare naturale)
Difficilmente per questa parola si trova l’uso plurale. Sembra che gli elfi la usino indistintamente per parlare di occhio o di occhi
F
Flaam --- Verde chiaro (sostantivo regolare, vocabolo naturale) [flaam]
G
H
Hari l laan --- Forza degli elfi (nome proprio artificiale) [hari l laan]
(letteralmente “forza elfo”, gli elfi traducono abitualmente con “forza degli elfi”. È formata dalla composizione della parola Hari, forza, e L laan, elfo)
I
Ikïk --- fuorilegge (sostantivo irregolare, vocabolo naturale)
Termine utilizzato per indicare chiunque condannato per un reato. Benché sia un vocabolo naturale, viene preso da un vocabolo che per Ergaf indica chi si pone fuor dalle regole del proprio villaggio senza l’eccezione della condanna
Ilpa --- Montagna, intesa per intero, dalla base alla cima. (sostantivo regolare, vocabolo naturale)
Imà --- Immenso (agg reg nat) [imà]
Ior --- fiume (sost reg nat)
Ir --- Egli/ Ella/ Esso (pronome nat)
(i verbi elfici devono sempre essere accompagnati dal proprio pronome. anche se il pronome è già presente nella frase, esso viene ripetuto prima del verbo)
Isha --- Presenza (sostantivo naturale) [i∫a]
(Riferito al fatto che qualcuno vivo si trovi in un dato luogo. È riferito solo a esseri viventi, persone o animali)
J
Jerash --- Lingua,linguaggio (sostantivo regolare, naturale)
Questa parola, che traduciamo sia come lingua che come linguaggio, per gli elfi indica indistintamente la lingua come parte del corpo, e la lingua come linguaggio parlato
Jerash Ergafis --- Linguaggio di Ergaf / Linguaggio elfico (nome propr di linguaggio, parola artificiale)
Composta dalle parole “Jersh”, “linguaggio”, e “Ergafis”, “Di Ergaf” (Ergaf più pronome possessivo), è la parola inventata dagli elfi per indicare il linguaggio di Ergaf che hanno imparato. Presso gli altri popoli, questa parol non viene tradotta come “linguaggio di Ergaf” ma come “linguaggio degli elfi”.
K
Kàbal --- Sole (sostantivo regolare naturale) [Kàbal]
Kàbalash --- Ovest (sostantivo regolare naturale) [Kàbala∫]
Kar --- Mano (sostantivo regolare naturale)
Karisïkon --- Mano Letale (Nome proprio artificiale)
(il nome si traduce con “mano letale”, che per gli elfi è un aggettivo che indica un abile guerriero. Un elfo con questo nome è probabile che sia figlio di qualcuno ritenuto un abile guerriero. È formato dalla composizione della parola Kar, mano, e Sïkon, letale)
Kës --- fine, termine. indica il punto finale di qualcosa, un punto netto e ben riconoscibile in cui qualcosa termina. (sostantivo regolare, vocabolo naturale)
Krak --- Sconfitta (verbale naturale) [krak]
L
Laan --- Vita (sost reg nat) [laan]
Si scrive “lan” ma, quando non è a inizio frase, la vocale in mezzo viene allungata
Lan --- Vita (sost reg nat) [laan]
Larán ak ir ravè krakal heral --- Ogni vittoria avvicina alla prima sconfitta (proverbio elfico) [laran ak ir ravè krakal heral]
(Larán – vittoria // ak – ogni // hir ravè – avvicina // krakal – alla sconfitta // heral – alla prima
Larán --- Vittoria (verbale naturale) [laran]
Lantù --- Venire (v tr nat) [lantù]
L Laan --- Elfo (Sostantivo regolare artificiale) [l laan]
(parola creata dagli elfi, poiché Ergaf non chiama i popoli con diversi nomi ma usa per tutti lo stesso nome. Questa parola è stata creata dagli elfi in considerazione che la parola vita, “laan”, nella scrittura elfica si differenzia dalla parola morte, “an”, per l’aggiunta di un solo simbolo prima di “an”, un simbolo che potremmo tradurre nella nostra scrittura come una “l”. Come dire che la vita non esiste se non è presente la morte. Gli elfi ritengono però che ciò che veramente differenzia la vita è quella “l” iniziale, è lei a indicare la vita e a differenziarla dalla morte. Perciò hanno chiamato sé stessi “l laan”, cioè hanno aggiunto un’ulteriore “l” iniziale alla parola “laan”, come a dire che gli elfi sono “Vita di vita”. Non esistendo però lettere doppie nella lingua elfica, gli elfi non sanno leggere le doppie e leggono questa parola come formata da due differenti parole, cioè leggono “l laan”)
Lot --- Responsabilità (sost reg nat) [loot]
(nel senso di dovere. È la responsabilità in senso estremo del termine, è quando si è responsabili di qualcosa o qualcuno a costo della propria vita. È indicativo che tale termine sia uno di quelli che formano le parole Lotimà e Lotimalet, rispettivamente significanti “Re” e “Regno”)
Lotimà --- Re / Sovrano (sost comp nat) (lot + imà, impegno / responsabilità + grande / immenso) [lotimà]
(Sovrano, responsabile di un territorio e dei suoi abitanti)
Lotimalet --- Regno / Territorio soggetto a qualcuno (sost comp reg) (lot + imà + alet, impegno / responsabilità + grande / immenso + territorio / porzione di terreno) [lotimalet]
(Territorio su cui qualcuno ha il controllo di cose e persone. Si distingue da “Alet”, il quale indica genericamente un territorio, senza che ci sia bisogno che qualcuno ne sia a capo)
M
Màl --- Dolce (sost reg nat)
Malan --- Dolce vita oppure dolce morte (nome di persona, artificale)
questo nome femminile ha una difficile traduzione anche se è uno dei nomi più diffusi tra gli elfi disarmonici. Può siginificare sia dolce vita che dolce morte, essendo le parole vita e morte molto simili (laan e an) ed essendo la parola dolce terminante proprio con la lettera l (mal). È quindi un’unione delle parole Dolce (mal) e vita (laan) oppure delle parole Dolce (mal) e morte (an)
N
Nif ï --- Silenzio (sostantivo naturale) [nif ï]
(riferito a cose o persone, non alla naturale assenza di suoni) [nif ï]
Nifish --- Silenziosa presenza (nome personale artificiale) [[nifi∫]
(lett: silenzio presenza, gli elfi traducono abitualmente con “silenziosa presenza”. È formata dalla composizione della parola Nifi, silenzio, e Isha, presenza)
Nin --- calmo, tranquillo, placido (verbale regolare naturale)
O
Ok --- Tu (pronome nat) [due differenti pronunce: [hok] se è la prima parola della frase o se è preceduta da un monosillabo; [ok] se preceduta da una parola con più di un monosillabo. In questo caso si pronuncia quasi come proseguo della parola precedente]
Okes --- Tuo (pronome nat) [hoches]
P
Q
R
Ravè --- Avvicinare (Verbo transitivo regolare naturale) [ravè]
S
Sher --- Portatore, colui che porta qualcosa (principalmente inteso un dono, un regalo) (sostantivo regolare, parola naturale)
Sherlan --- Portatore di vita / colui che porta vita / colui che dona vita (nome proprio di persona, vocabolo artificiale)
Sïkon --- letale, mortale, che dà morte (aggettivo regolare naturale)
T
Til --- Particella congiuntivo presente [tiil]
U
Uny --- Nome (di persona) (sost reg nat) [unì]
V
W
W --- Che (cong nat) [‘kw]
X
Y
Z
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