47 - Vuoto Primordiale
Oltre la curva la grotta si allargava in un’ampia circonferenza illuminata da una luce soffusa, che rimbalzava sulle pareti pur non avendo un’origine visibile. A terra, sparsi lungo la superficie irregolare, erano adagiati alcuni lupi. I pochi adulti erano stesi su un fianco, le zampe allungate e gli occhi socchiusi in una quieta indifferenza. La maggior parte erano invece cuccioli, che correvano mordendosi le orecchie e lottando tra loro emettendo guaiti gioiosi.
Rimasero però completamente indifferenti all’apparizione dei mercenari, degnandoli appena di uno sguardo disinteressato quando apparvero nell’ampio circolo. Gli adulti non aprirono neppure gli occhi.
In fondo, adagiato su un’enorme pietra, si stagliava il lupo più grande che i guerrieri avessero mai visto. Il pelo era di un bianco talmente candido, che sembrava emettere luce. La coda voluminosa si muoveva pigramente nell’aria. Gli occhi erano di un intenso colore giallo, lucente e caldo, ben piantati nei cappucci dei combattenti non appena fecero la loro apparizione, quasi trapassandone lo spesso tessuto per inchiodarsi direttamente nei loro volti duri.
Nessuno provò timore. Nei suoi occhi si poteva leggere una vita antica, che sembrava diffondersi tutt’attorno riscaldando l’aria e ammorbidendola.
I corpi dei mercenari, che già avevano sentito rinvigorirsi nell’entrare nella grotta, furono attraversati da una sensazione di freschezza pungente. I muscoli parvero rilassarsi, i volti si distesero in sorrisi tranquilli, il respiro iniziò a essere calmo e regolare. Persino Raxel, il cui tossire raschiante era diventato una costante, smise di emettere quei suoni preoccupanti.
Dietro di lui, nel poco spazio tra la pietra e la parete della grotta, si erano accucciati i tre figli, Fobos a destra, Deimos a sinistra e Kaos appena dietro fra i due.
Benvenuti, mercenari.
La voce non era fatta di suoni. Era un insieme di colori, odori, immagini e pensieri che infondevano il significato nelle loro menti, rendendo il senso ancora più profondo che se fossero state pronunciate. Era una dolce percezione che ristagnava l’aria, entrando nei pensieri e dialogando con essi, per alcuni versi simile alla condivisione dei pensieri tra Daer e Reyk. Nessuno ebbe dubbi che quella gamma di sensazioni provenisse dall’enorme lupo bianco sulla roccia.
Io sono Vuoto Primordiale, capostipite dei Grandi Lupi, padre di Ergaf. Uno degli esseri primordiali che hanno creato i mondi.
Il silenzio avvolse la grotta, dando tempo ai guerrieri di assorbire tutto il profondo calore che traspariva da quei pensieri. Attorno a loro i cuccioli avevano interrotto i giochi e gli adulti accovacciati avevano rizzato il muso, rivolgendolo verso di lui. Presso l’ampia curva fungente da entrata iniziarono ad assieparsi i lupi presenti nel resto della grotta, bramosi di ascoltare i caldi pensieri del capo branco.
Sono contento di poterti finalmente incontrare. I miei figli mi hanno parlato molto di te.
Tutti si volsero verso lo Stregone delle Ombre. Il lupo bianco non aveva mosso un solo muscolo, non aveva neppure battuto ciglio. Eppure tutti avevano compreso che si stava rivolgendo a lui.
“Avrei preferito conoscerci in circostanze più liete.”
La voce dello stregone era incrinata e, per la prima volta, l’inespressivo muso della creatura si mutò in quello che assomigliava a un sottile sorriso fra i denti aguzzi.
Tu devi essere Daer.
Ancora una volta il lupo non mosse alcun muscolo, non volse lo sguardo sul comandante. Eppure egli si sentì ugualmente attraversato da quegli occhi gialli e sentì pensieri caldi galleggiare placidi nella mente.
Uno dei guerrieri più famosi di tutte le terre, che con tanto sangue ha lordato il suolo del mio mondo.
Forse, quelle parole dovevano essere un rimprovero, una minaccia. Eppure non c’era nulla di accusatorio. Solo una quieta osservazione, priva di condanna o elogio, che si immerse nella profondità del suo animo e lasciò una stilla di calore sul fondo, con una leggera nota nostalgica.
Quanto è imprevedibile la storia. Pare che dipenda da te, un assassino, e dalla tua banda di reietti, salvare quegli stessi mondi da cui siete stati rifiutati. Questo viaggio poteva essere affidato a re, nobili e potenti. È stato destinato a te, un analfabeta che arriverà a conoscere molte più cose di ogni altro saggio che solcherà i mondi per millenni a venire.
Nessuno si sentì minimamente offeso da quei pensieri. Erano pronunciati con caldo ardore, quasi con amore, e tutti sapevano bene che non erano altro che pura verità.
Leggo nei vostri cuori che avete delle domande. Ma desidererei che me le poniate fra qualche ora, quando un altro si unirà alla nostra discussione. Nel mentre, riposate.
Quel pensiero riecheggiò nelle loro menti, più forte dei precedenti. Si insinuò nei loro corpi, come un lieve formicolio, una pressione dietro gli occhi. Come quando si trattiene il respiro per troppo tempo.
Wors si portò una mano alla tempia. Ari fece un passo indietro, scuotendo il capo come per scrollarsi di dosso qualcosa. Lya ansimò, la mascella che si contraeva.
Un lampo di immagini esplose nei loro pensieri: volti contratti in urla di dolore, sangue versato, ordini gridati nel caos di una battaglia, mantelli strappati mezzi immersi nel fango.
Lasciate i vostri pesi. In questa grotta, nessuno può disturbarvi. Né i nostri comuni nemici, che in questo luogo non possono ancora penetrare, né le insidie del tempo, quali il freddo e il gelo, né i miei figli, che hanno l’ordine di non sfiorarvi. Ma soprattutto, qui potete rimarginare le ferite più profonde, quelle del tempo.
molti caddero in ginocchio tenendosi la testa fra le mani. A tutti parve che il terreno tremasse, e che quella scossa estraesse da loro gli incubi peggiori, staccandoli da loro come fili di fumo che salivano fluttuando verso la volta della grotta.
Riposate le membra, le ferite, la pelle tagliata dal gelo. Questa grotta curerà in vostri corpi e le vostre anime.
I pensieri scivolarono lontani, mentre le menti si facevano confuse e i loro occhi divenivano pesanti. Riposate.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top