I tormenti di Haida(s)
Haida( s) il simulacro totem contemplò smarrito il campo di battaglia: i pavongatti vittoriosi facevano scempio delle aquipere, sbranandole, così calmavano la fame furiosa che le aveva fatti combattere con tanta determinazione; i volatili superstiti si erano raccolti in un angolo della plancia, laddove l'apertura d'ali dei pavon gatti non permettevano il volo spiegato.
Haida( s) volteggiò verso ICA, si appoggiò alla piastra pentagonale che lo identificava e così lo pregò:
" Da simulacro a simulacro, hai un'idea per reggere questa situazione? I pavongatti hanno vinto, cosa posso fare per impedire l'assalto finale alle mie aquipere? Non ti dico di agire, so bene che non puoi ma dammi il tuo parere.
ICA non avrebbe dovuto ma un moto di simpatia irrefrenabile lo spinse verso il totem mutilato: per la sua stessa natura ICA poteva solo contemplare, non agire ma niente gli impediva di consigliare perciò si limitò a dire: "
quaranta mio nobile amico, quaranta!
Haida( s) avrebbe voluto seguire subito il consiglio avveduto di ICA ma una debolezza inspiegabile lo teneva adeso allo scudo pentagonale di IDA: il simulacro computer capì e con un altro raggio protonico saldò le fratture che indebolivano Haida(s).
Il simulacro totem si precipitò verso la camera germinale lasciata incustodita dai pavongatti, si barricò all'interno e digitò la sequenza 40 del dna unita a un'altra sequenza opportuna: quando il processore finì la trasmissione genetica la camera germinale cominciò a sfornare delle orride bestie: avevano il corpo di un topo e le zampe multiple di un ragno.
Haida( s) mandò nel campo di battaglia i suoi aracnotopi: i pavongatti non credevano ai loro occhi, però abbandonarono la caccia alle aquipere e si gettarono famelici sugli aracnotopi.
Haida ( s) pure trovò rifugio accanto ad ICA, i due simulacri si complimentarono a vicenda:
"ottima idea caro ICA, hai fornito del cibo per i pavongatti e hai dato la giusta tregua alle povere stremate aquipere".
Se avesse potuto ICA avrebbe sorriso, si limitò a dire:
" senza contare che così abbiamo garantito la sicurezza degli embrioni germinali, per adesso possiamo prendere fiato".
Intanto l'icosaedro prendeva velocità affondando sempre piu' nella notte stellare adesso sfiorava gli anelli di Saturno, e con difficoltà cercava di evitare i frammenti piu' grossi, le vibrazioni adattative scuotevano lo scafo.
Dino il pavongatto che si era distinto alla guida dei felini sollevò il muso dal suo pasto, capiva bene che la sua era stata una vittoria effimera, egli era stato generato per primo nella camera germinale, e il suo intelletto era di molto superiore a quello dei suoi compagni, capiva che solo l'accesso agli embrioni dell'icosaedro avrebbe garantito la sopravvivenza dei pavongatti che altrimenti sarebbero morti di fame durante gli anni del viaggio.
Egli si avvicinò al simulacro ICA e con insospettata autorità lo interrogò:
" ICA la tua azione non può essere così unilaterale, tu non sei un giudice, non puoi tutelare una sola delle parti in causa, così come le aquipere hanno uno stratega anche noi pavongatti esigiamo un tutore, io ti ordino di colmare questo dislivello.
ICA non potè sottrarsi, il raggio protonico si abbassò sugli altri frammenti del totem, che furono saldati: la doppia testa della civetta era raggiante di consapevolezza:
" fratelli, siamo di nuovo operativi".
Haida( s) sgomento si nascose dietro alle sue aquipere.
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