ADHD (fuori gara)
Quando avevo sette anni mi diagnosticarono il disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività, elencandomene i sintomi. Tante parole, il cui significato compresi solo col tempo perché le vissi sulla mia pelle.
Iperattività e disorganizzazione: non mi fermavo mai, passando da un'attività all'altra senza tregua, senza potermi fissare su ciò che facevo e senza finire mai nulla. Disattenzione: una testa piena di distrazioni mi faceva ritardare agli appuntamenti, eseguire male i compiti e distrarre quando i professori e i miei cari parlavano. E poi c'erano i momenti in cui mi coglieva l'abulia, l'incapacità di prendere decisioni. Come un ago incastrato in un ingranaggio, mi paralizzava, senza che potessi reagire.
Ora ho diciott'anni. La mia situazione è migliorata molto, grazie a medicine, psicoterapia e alla vicinanza dei miei parenti. Mi considero davvero molto fortunato perché potrò avere una vita felice, al contrario di altri nella mia stessa condizione, che soffrono di depressione e talvolta abusano di droghe.
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