La cartomante.
Mycroft si arrese al nodo della cravatta che non voleva saperne di essere perfetto, era leggermente spostato a destra, questo già gli fece presagire una giornata sbagliata.
Da un mese circa Molly Hooper lo aveva coinvolto in una caccia domenicale di libri usati, copie rare o pezzi unici che lei trovava così importanti per la sua collezione. Così avevano preso a frequentare mercatini d'antiquariato insieme.
Sherlock e John lo avevano quasi costretto, quando si erano accorti che dopo la devastante esperienza di Sherrinford, si era incupito. Nemmeno l'invitarlo spesso a prendersi cura di Rosie a volte lo scuoteva. Così con molte insistenze e suo malgrado, aveva accettato. Non gli dispiaceva stare in compagnia di Molly. Lo trascinava avanti e indietro in quelle incursioni festive piena di entusiasmo. In fondo erano soli entrambi, e lui nonostante passasse più tempo a brontolare che altro, stava bene con lei.
Sì, si sentiva decisamente meglio.
Dopo la morte del governatore in quell'isola maledetta per mano di Eurus, era riuscito a concedersi una tregua e a elaborare una specie di lutto. Il dolore che lo aveva accompagnato in quei sei mesi, si era fatto trasparente, si era quasi appassito.
Lasciò il nodo com'era, e lì di fronte allo specchio, sbuffò divertito. Molly lo avrebbe accusato di essere troppo formale. Aveva addirittura suggerito che cambiasse look. Lei era...divertente, niente a che vedere con le compassate donne dell'alta borghesia che per lavoro frequentava.
Chiamò Albert con l'auto. Uscì sereno, portandosi dietro il suo fidato ombrello.
Molly era già pronta, lo attendeva sulla porta di casa, vestita come al solito con colori sgargianti, lo zainetto in spalla, quello che come al solito avrebbe riempito di libri polverosi. Scosse la testa divertito. Chi avrebbe mai pensato che dietro quell'aspetto minuto si celasse una delle migliori patologhe di Londra.
"Ciao, Myc." Lo apostrofò piena di voglia di vivere. Mentre lui si sentiva una statua di marmo. "Sempre entusiasta, vedo. E dai, sorridimi."
Glielo concesse quel sorriso forzato, per farla sentire meglio. Molly, salì in auto e si sistemò invadendo anche i suoi spazi. Ormai era rassegnato alla sua irruenza.
Raggiunsero il mercatino rionale, appena fuori Londra, mentre lei aveva parlato per tutto il viaggio, e lui come sempre l'aveva ascoltata silenzioso.
Albert parcheggiò e loro scesero.
Molly lo trascinò subito in mezzo alla gente, Mycroft non era troppo propenso per quella "full immersion", ma ormai accettava di essere ora spinto, ora fermato da un: "Ma è fantastico. Guarda Myc!" Urlato dalla sua amica, con un libro in mano che agitava verso di lui.
Percorrevano avanti e indietro il mercato sbirciando tra le vecchie edizioni di Shakespeare e quant'altro.
Poi Hooper la vide. La vecchia maga Aghator che spesso bazzicava in quei posti.
"Guarda, Holmes c'è una cartomante. Ha i tarocchi. Mi piace sentire quello che dice, vieni."
"Molly, non crederai a quelle cose?"
"Non ci credo, ma un po' di pazzia ci vuole." In breve lo spinse afferrandolo per la manica sotto il suo gazebo.
Si fece leggere le carte. Le solite baggianate, pensò, eppure lei era contenta e questo gli bastò. Rimase in piedi mentre Molly ascoltava ridicole predizioni. La sua carta "la ruota" le riservava un cambiamento positivo e un futuro splendente vicino ad una persona amorevole.
Che probabilmente non era lui.
Molly insistette, e le fece girare il mazzo per Mycroft.
Ma quando lui vide "L'appeso" tremò. Rapida la cartomante estrasse la successiva che non fu migliore "La torre."
Due carte non certo positive, piene di significati interiori, almeno per lui. Espiazione e sacrificio la prima e crisi e perdita in ogni senso, la seconda.
Cambiò espressione e probabilmente Molly se ne accorse perché pagò la veggente e lo trascinò via.
"E' un gioco Myc, uno razionale come te, non si lascia distrarre da due tarocchi." Lo portò in una pasticceria, cercò di alleviargli il tormento. Gli ordinò dei dolci alla panna.
Ma Mycroft aveva sentito di nuovo l'angoscia salire.
Improvvisamente si ricordò di sua sorella Eurus, quando era poco più che una bambina, con due codini castani che si agitavano in continuazione. E di quei tarocchi che le aveva regalato zio Rudy, di cui si era innamorata, portandoli ovunque.
Incatenò la sua mente a quella frase, che le aveva detto appena più grande di poche spanne, mentre la sera prima dell'incendio a Musgrave, gli aveva detto di conservarli per lei. Lo aveva guardato seria, mentre le sussurrava all'orecchio: "Sarai buffo da adulto, un giorno me li restituirai, e sarai con me."
Ora li aveva lui, in casa a Pall Mall, da qualche parte dovevano esserci ancora.
Fu gentile con Molly per il resto della mattinata cercando di mascherare il disagio, mentre lei continuò la sua caccia ai libri.
Non fu molto di compagnia, perché non distolse mai il pensiero da Eurus.
La mattinata si concluse con uno zaino pieno di libri e Molly che lo frastornava di parole.
"Pranziamo insieme?" Le chiese serena, mentre stavano per tornare a Londra.
"Non oggi Molly. Devo sbrigare del lavoro." Una scusa banale subito smascherata.
"Di domenica Holmes?" Lo fissò preoccupata. "È stata la cartomante, vero?"
"Non proprio, solo vecchi ricordi che ritornano. Eurus aveva un mazzo di tarocchi, che mi consegnò prima che incendiasse casa e li voglio ritrovare. Probabilmente dimenticati in qualche cassetto."
" Mycroft ancora ti torturi con quello che è successo! Vai oltre, ti prego!"
"E' quello che voglio fare, lei quella sera disse una frase che voglio verificare." Molly sospirò rassegnata.
"Parlane con tuo fratello, non andare da solo a Sherrinford." Hooper sapeva del suo pellegrinaggio mensile insieme ai genitori. Sherlock suonava il violino insieme a lei. Unico punto di contatto rimasto.
"No di certo, sta tranquilla." Erano arrivati, Molly si arrese tristemente. Le sarebbe piaciuto trascorrere la giornata insieme, ma come era successo con Sherlock, Mycroft non intuì che lei aveva preso a volergli bene. Era serena insieme a quell'uomo così complicato, ma rassicurante e gentile. Sopraffatta dal dolore che lui aveva stampato in volto, le allungò un bacio sulla guancia. "Grazie per tutto Myc, e cerca di stare bene."
Scese veloce prima che lui potesse replicare.
Infondo i suoi tarocchi avevano detto la verità, era lui la persona amorevole che avrebbe voluto al suo fianco.
Peccato che lui non si accorgesse di nulla.
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