Capitolo 61
Era l'ennesima notte in cui Erick piombava in camera mia, svegliandomi perché urlavo nel sonno-Di nuovo quell'incubo?-chiese sedendosi accanto a me. Mi scostai il ciuffo blu dagli occhi e annaspai in cerca d'aria. Non riuscivo a respirare.-Io... oh mio Dio. Non... non ce la faccio.-mi mancava ancora il respiro. Scossi la testa appoggiandola poi alla spalla di Erick-Mi dispiace. Ne hai parlato con Hannah?-domandò sottovoce accarezzandomi i capelli-Si. Ma non è servito a nulla. Quella scena resta davanti ai miei occhi senza che io possa fare nulla- scoppiai a piangere-Shhh non piangere piccola. Ci sono io- tirai su con il naso-È difficile vedere il proprio migliore amico morire. Anche se in un sogno. Ma mi sento come se mi uccidessero insieme a lui. Fa un male tremendo. Come quando ho visto Alex lasciarmi sola-mi strinse ancora di più a sè.-Secondo me...sei sicura che tu non voglia andare a trovarlo a Londra?- provò. Ma io tremai alla sola idea-No. Non andrò nel luogo da cui sono fuggita- mi tappai le orecchie mentre gli insulti che ricevevo a scuola mentre vivevo a Londra tornavano a tormentarmi. Il mio cuore batteva all'impazzata, come se volesse uscirmi dal petto. Mi poggiai una mano all'altezza del cuore, come se aiutasse a fermarlo. Pochi minuti dopo mi ero calmata-Ok. Ora provo a dormire. Grazie Erick-lui uscì senza dire nulla. Mi sdraiai nuovamente. Mi portai sotto agli occhi il bracciale di Luke. Mi mancava terribilmente. Non sarei però andata a Londra per diversi motivi. Primo su tutti,Michael. Poi c'erano gli ex compagni di scuola che avrebbero inveiito,e i
Cimitero. Se fossi arrivata a Londra, sarei andata sicuramente li. E non ero pronta a vedere di nuovo i miei genitori e Alex attraverso una lapide. Non ce l'avrei fatta. Feci il conto delle ore che mi separavano dal mio angelo. Afferrai il cellulare-Ciao Luke. Mi manchi. È difficile qui. Ma è okay perché ho il tuo cd a farmi compagnia.Biggiexx- scrissi e inviai. Mi alzai e andai in bagno. Mi guardai allo specchio. Abbassai lo sguardo sulla bilancia. Era da una settimana che non mi pesavo. Ci salì sopra e sorrisi soddisfatta al risultato: quattro chili in meno da quando avevo lasciato Sydney. La mia mano corse al cassetto dei miei oggetti. Frugai dentro e trovai una scatolina con la combinazione. Girai la rotella con il numero e la aprì. Estrassi il leggero e sottile metallo affilato e lo osservai sotto la luce dello specchio. Non avrei dovuto infrangere un'altra delle promesse fatte a Lucas, ma ne avevo bisogno. Dopotutto erano due giorni che resistevo, una debolezza poteva starci. Passai la lama sul mio braccio. Senza premere troppo, facendo attenzione a non sporcare in giro. Mi appoggiai al muro, scivolando fino al pavimento e mi godetti la piacevole sensazione del sangue caldo che scorreva lungo la mia pelle. Guardai il soffitto-Scusa Luke. Sono una delusione. Scusa tanto- mormorai al nulla, sapendo che lui non mi avrebbe mai sentita. Mi strofonai gli occhi che bruciavano e mi alzai. Pulì il sangue dal mio braccio e amdai a sdraiarmi sul letto. Vidi lo schermo lampeggiare-Ciao. Anche tu mi manchi Biggie! Sono felice che il mio regalo sia servito a qualcosa.-E quelle parole fecero più male di un coltello, mi si spaccò il cuore. ''Sono una delusione'' pensai-Ora vado, buonanotte pinguino- risposi senza troppa convinzione. Non sarei riuscita a dormire sapendo di avergli mentito. Mi sentivo uno schifo, per usare un eufemismo.Premetti il tasto di sblocco e feci illuminare lo schermo. Il mio Iphone non mi era mai sembrato così triste. Il viso di Luke, i suoi occhi, il suo sorriso, noi. Mi stava devastando. Sbuffai mentre un bruciore familiare si diffondeva nel mio cuore. Mancanza. Dovevo reagire.
Scesi a preparare la colazione per gli altri, e mi sorpresi di vedere Erick e Sam discutere in cucina.-Ciao.- li salutai-Abby... ho un idea-. Alzai un sopracciglio guardando Erick-Andiamo a Sydney, a trovare Josh e Bonnie?- per poco non mi strozzai con l'aria.-Cosa?Sul serio?- ero incredula a dir poco. Mi mancava moltissimo la mia migliore amica e mi mancava tantissimo mio cugino-Si. Partiamo tra un'ora- Feci un balzo e abbracciai Erick come se non ci fosse un domani-Grazie grazie grazie!- Mi sentivo elettrizzata all'idea di vedere di nuovo la mia migliore amica, anche se andare in quel posto mi avrebbe ricordato Michael. Ma poco importava.
Mentre ci inoltravamo nel traffico di mezzogiorno di Sydney, osservai i luoghi intorno a me. Era tutto dannatamente familiare, ogni singolo centimetro di quel luogo mi ricordava qualcosa che avevo vissuto con Michael, o con Luke. Il che era preoccupante. Passammo al Dixie, ma il padre di Bonnie disse che la figlia era a casa. Notai il nuovo bar tender. Gabriel, me ne aveva parlato Bonnie. Aveva ragione, era bello da mancare il fiato. Ma Calum era mille volte meglio, a mio parere. Diedi l'indirizzo a Erick, che lo impostò sul navigatore satellitare. Non avevo voglia di dargli le indicazioni per casa Grey. Preferivo perdermi nei miei ricordi-Come ti senti?- mi domandò Erick, con gli occhi fissi sulla strada-Fredda. Vuota. Tutti questi posti anno un significato per me, ma senza Loro qui, è come se stessi guardando un film. -In effetti, era come se stessi guardando la mia vita da fuori come spettatrice e non protagonista. Spettatrice onniscente.Sospirai, mentre passavamo davanti a casa Clifford. Mi sembrava di soffocare-Quella è casa sua- dissi indicandogli una delle villette. Era bella, i ricordi mi affollarono la mente.
Dopo quelli che mi sembrarono secoli ci fermammo davanti a casa di Bonnie. Scesi dalla macchina, chiedendo ad Erick di aspettarmi li. Citofonai alla mia migliore amica-Si?- chiese Edward-Eddy, sono Abby. Vorrei parlare con Bonnie-. Lo sentì sospirare-Mi dispiace lei non- lo interruppi, aggrappandomi con le mani ai bordi del citofono-Ti prego. Cinque minuti. Lo so che è in casa. Ho solo bisogno di abbracciarla e me ne vado.-. Sperai con tutta me stessa che accettasse. Alzai lo sguardo e notai la bionda guardarmi da dietro la finestra di camera sua. Sorrisi.-Vieni- disse Edward prima di aprirmi.-Ma che hai fatto ai capelli?- chiese il ragazzo guardandomi-Necessitavo di cambiare- risposi per poi dirigermi in camera di Bonnie.Aprì la porta e mi ritrovai Bonnie ad abbracciarmi. La strinsi e lei cominciò a piangere-Mi mancavi tanto- le mormorai accarezzandole i capelli.-Anche tu. Scusa se non mi sono fatta sentire-. Le asciugai le lacrime e dissi-Non ti preoccupare. Adesso sono qui- La rassicurai. Ci sedettimo sul letto-Hai saputo dei ragazzi?- chiese, guardandomi con gli occhi arrossati-Si ... mi mancano- risposi guardandomi il braccialetto che aveva lasciato Luke.-Sai... temevo la prendessi peggio. Pensavo che non saresti riuscita a dirlo così tranquillamente. E invece sono io quella messa peggio- tirò su con il naso. -Devo dirti una cosa- la buttai lì. Dovevo distrarla-Cosa?- chiese sgranando gli occhi- io e Luke ci siamo baciati. Due volte- mormorai guardando i miei piedi.-Cosa?E che vuol dire?Voi...?- si era di colpo rianimata-No alt. Non vuol dire niente. Ci sentivamo di farlo e l'abbiamo fatto. Ma non vuol dire che ci amiamo. Era un bacio di arrivederci..... o forse un addio- l'ultima parola mi fece male-Perche mai dovrebbe essere un addio?-Chiede gesticolando-Perchè per quanto possiamo ignorarlo, negarlo o rimandarne la consapevolezza, arriverà il successo e lui non avrà più tempo per una ragazza depressa a cui badare-. In fondo, sapevo che sarebbe stato così-Non conosci Luke a fondo allora. Lui è uno di quelli che tiene a poche persone, ma quelle poche non le lascia mai andare-. Sottolineò il Mai. Mi sentì sciocca a dubitare di Luke.-Ti fermi a cena?- chiese osservandosi le unghie-No, scusa ma devo andare da Josh e dobbiamo essere a Melbourne stasera perchè domani abbiamo scuola-. La abbracciai-Non so perchè mi sono chiusa a riccio. Mi dispiace perché mi ha allontanata da voi tutta questa storia.- Notai con certezza il dispiacere sul suo volto.-Lo so. E dispiace anche a me. Ma ci sono sai.... se vuoi parlare o.... se vuoi solo qualcuno con cui stare.-. La guardai prima di girarmi e uscire.-Abby?-.Mi voltai verso di lei che stava in cima alle scale-Grazie. Michael non sa che cosa ha perso-. Mi sistemai il ciuffo dietro l'orecchio-Grazie, ma credo lo sappia- Uscì da quella casa dopo nemmeno mezz'ora. Che strano, una volta passavamo ore a parlare, confidarci e ridere ed ora in meno di dieci minuti ci eravamo dette tutto quello che avevamo da dirci. Tirai un sospiro mentre entravo in macchina-Hai fatto presto-.Osservò Erick-Lo so-risposi. Chiusi gli occhi. La voce di Michael e gli altri mentre cantavano mi svegliò dai miei pensieri. Ma quando diavolo avevo cambiato suoneria?-Pronto?-Domandai guardandomi intorno-Ciao Biggie- mi salutò Luke. Sembrava stanco.-Luke stai bene?Mi sembri stanco-. Lui attese un po' prima di rispondere-Si, ho dormito poco e lavorato tanto. Io sono quello messo meglio tra tutti-. Sentì una leggera risata lasciare le sue labbra-Se uscite copriti bene, Londra non è Sydney. Ti ammali come niente. Li dovrebbe essere primavera ma fa freddo lo stesso-. Mi sentivo una mammina a dirgli di coprirsi-Guarda che c'è già mia madre a dirci come vestirci. È partita con noi-.-Beh fammela salutare. Povera donna, sola con dei pazzi come voi- dissi sconsolata-Ciao Abby!- mi salutò Liz-Salve Liz!La stanno facendo impazzire?- chiesi passandomi una mano sugli occhi.-No nom troppo. Anche perché lavorano cosi duramente che non ne hanno il tempo. Sono fiera di ciò che stanno facendo-. Si sentiva dalla voce l'orgoglio che provava.-Mamma lascia quel telefono- si lagnò Luke dietro di lei. Mi immaginai la faccina che stava facendo-Si tesoro. Ti lascio parlare con Biggie- la risata di Liz mi fece sorridere-Hey- disse Luke-Hey-risposi. Sbadigliò-Buonanotte cucciolo-mormorai guardando fuori dal finestrino-Luggie- sussurrò. Era distrutto-Luggie- risposi, per poi chiudere. Ci fermammo davanti a quella che era casa mia fino a due mesi prima. Scesimo e suonai al campanello. Non avevo pensato di portare con me le chiavi.-Abby?- domandò sorpreso Josh. Gli saltai con le braccia al collo-Ciao Jojo!-. Mi scostai e gli presentai Erick-Piacere- dissero stringendosi le mani. Entrammo e ci misimo a chiacchierare-Come va con Kim?- Domandai sorridendo-Beh, è partita per un anno. Fa un erasmus negli usa-. Annuì-Ti spiace se vado in camera mia?Ho dimenticato un libro-. Mi alzai e andai in camera. Aprì l'armadio e recuperai il libro, oltre che una sciarpa che avevo dimenticato. Era rimasto tutto uguale, non aveva tolto nulla che mi appartenesse. Persino il letto era rifatto come il giorno che avevo lasciato quella casa. Mi cadde la sciarpa di mano, mi piegai sulle ginocchia per la raccoglierla. La mia attenzione fu catturata da un laccetto nero. Lo presi tra due dita e lo riconobbi.Un braccialeetto di Michael. Il fiato venne meno e gli occhi mi si inumidirono. Lo strinsi nel pugno e serrai la mascella-Hey ti sei addormentata?-la voce di Erick mi fece sussultare-No mi ero persa nei miei pensieri come al solito-. Finsi un sorriso-Torna giù, arrivo subito.-. Appena chiuse la porta alle sue spalle, poggiai la roba che avevo in mano sulla scrivania e ne aprì un cassetto. -Bastardo-. Si era ripreso i post it e aveva rubato la lettera per Alex in cui parlavo di lui. Afferrai una di quelle buste lilla che avevo nel cassetto e me la misi in tasca. Gli avrei spedito il bracciale e i complimenti per la violazione della privacy. Ero furiosa. Passi per i posti it, li aveva scritti lui e mi stava bene. Ma la lettera era mia e mia doveva restare, nella mia stanza. Scesi e cercai di abbozzare una faccia rilassata-Abby sei dimagrita?- chiese Josh guardandomi.-No, ho sbagliato taglia ma al negozio non ne avevano più quando sono andata per cambiarla-Mentii. -Sai, sembri tanto più magra, stai mangiando?-. Adesso partiva a fare il carabiniere.-Si che mangio!- risposi stizzita. Ok, mangiare era una parola grossa, ma qualcosa ingerivo.-Ok. Come va a scuola?- cambiò argomento, notando che mi alteravo.-Bene dai. Non è poi tanto male la Melbourne High-scrollai le spalle con noncuranza.-Abby, dovremmo andare, sennò si fa tardi- mi avvisò Erick alzandosi. Mi misi in piedi e abbracciai Josh-Ciao Jojo.vieni a trovarci ogni tanto-. Ci fermammo ad un distributore di carburante, Erick scese a riempire il serbatoio e io scesi per prendere aria. Accanto a noi si fermò un auto che conoscevo bene.-Abby?-Mi guardò come se fossi un alieno-Karen-risposi dondolandomi da un piede all'altro-Che ci fai qui?Sei tornata a vivere quui?-Un lampo di speranza le illuminò gli occhi-No... sono passata a salutare Bonnie e Josh-Mi venne in mente di consegnarle il bracciale di Michael. Ma qualcosa mi diceva di tenerlo.
Arrivati a casa mi chiusi in camera mia. Osservai per qualche secondo le foto appiccicate all'armadio, ed involontariamente mi passai una mano tra i capelli, stringendone poi le punte. Avevo fatto una pazzia a tagliarli, ma mi piacevano. Anche il colore, sebbene stesse leggermente sbiadendo, mi faceva impazzire. Presi il quaderno con la copertina verde e cominciai a scrivere. Me lo aveva consigliato Hannah. Scrivere per sfogarmi. Forse poteva uscirne qualcosa di buono. La penna andava da sola, mentre la voce di Luke nelle cuffiette mi rilassava. Lo facevo anche per lui, scrivere per non stare male. Scrivere per non tagliarmi. Scrivere per non infrangere ancora la promessa fattagli. Avevo incorniciato la mia foto di sfondo dopo averla stampata e ora quei volti sorridenti mi osservavano dal vetro. Eravamo così felici, mi sembrava fossero passati secoli. Rivolevo quella frlicità, o almeno una che le si avvicinasse. Era così impossibile ottenerla?No. Dovevo solo crederci. E ce la stavo mettendo tutta. Circa due ore dopo Erick bussò alla mia porta-hey. Vieni a cena?- chiese senza entrare nella stanza-No. Non ho fame. Grazie.-. Osservò per qualche secondo il quaderno aperto davanti a me. - il lavoro per la Miller?-. Io annuì sorridendo. In un certo senso mi aiutava molto lei, pur lasciando che fossi io a far tutto. Era davvero in gamba quella donna. Chiuse la porta tornando di sotto,lasciandomi alle prese con la mia storia.
Michael's pov.
Ero seduto sul divano della casa, i ragazzi erano usciti, mentre io avevo preferito restare a casa. Da quando ci eravamo trasferiti non avevamo avuto un attimo di tempo libero e volevo leggere la lettera che Abby aveva scritto su di me. Ripresi il foglio lilla dalla valigia e lo aprì.Rilessi dall'inizio, accorgendomi delle lacrime che solcavano le mie guance''Alle volte mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi uno come Michael. Lui è perfetto, renderebbe felice qualsiasi ragazza. Dolce, gentile, premuroso e affettuoso. Certo, a volte la sua gelosia è pesante, ma sa sempre farsi perdonare. Proprio non riesco ad essere arrabbiata con lui, quando lo guardo negli occhi mi viene un nodo allo stomaco e lo perdono, perché fa gli occhioni da cucciolo ed è irresistibile. Avresti dovuto conoscerlo, sono sicura lo avresti adorato anche tu. Luke è un po' preoccupato, teme che correndo a mille all'ora uno dei due cada e si faccia male. Eppure sono sicura che se dovessimo cadere, lui farebbe in modo che mi ferissi il meno possibile''. Mi fermai quando sentì la voce di Liam , seduto accanto a me.-Mike, che hai?- chiese, in tono da fratello maggiore.- Stavo leggendo una lettera che ha scritto la ragazza che amo alla sorella. Le parla di me.-Affermai sventolando debolmente il foglio.- E cosa dice?-.Presi un respiro-Solo cose buone. Così buone che mi fa ancora più schifo averla fatta soffrire.- Mi passai una mano nei capelli, tirandoli leggermente per le punte-Ti va di parlarmi di lei?-Domandò con un lieve sorriso.-Preparati a diventare vecchio mentre te la racconto.- risposi. Mi misi più comodo sul divano e dissi- La prima volta che l'ho incontrata, si era appena trasferita a Sydney. Ce l'ha presentata Luke. All'inizio, io non ero troppo sicuro di volerla nel gruppo, pensavo ci avrebbe divisi. Però, quando l'ho guardata dentro di me è esploso qualcosa, non so se rendo l'idea-Lui annui sorridendo-Bene. Era davvero bellissima, con questi occhi color miele e i capelli castani lunghissimi. Non mi ricordo come era vestita, mi ero perso nel suo sorriso e nella sua voce. Sono rimasto paralizzato da quanto fosse stupenda, facendo la figura dello stoccafisso.-Risi leggermente, immaginandomi in versione di pesce.- I giorni passavano ed io pensavo quasi sempre a lei, e ogni volta che la vedevo abbracciare Luke, sentivo il mio cuore urlare che non era giusto, che volevo abbracciarla lui. Il più stronzo della scuola, quello che se la fa con tutte, il primo giorno ci ha provato con lei. Lei in tutta risposta lo ha scaraventato a terra, sai ha fatto karate e boxe per tanti anni. In quel momento è diventata il mio idolo! Comunque....un giorno le ho chiesto se potevo vederla mentre boxava e lei mi ha detto di si. Non me l'aspettavo, non eravamo neanche così amici e lei è molto riservata, non è una che ama mettersi in mostra.- Accesi lo schermo del mio cellulare per guardare la sua foto, poi continuai- Beh... da li, non so come, abbiamo legato sempre di più e finalmente ho capito che lei per me non era solo un'amica. Vuoi sapere come ci siamo messi insieme?- chiesi guardandolo-Beh, ora sono curioso di sapere cosa ti sei inventato per lei-ridacchiò.- In realtà, non ho fatto nulla io. Allora, aveva un incontro di boxe quella sera, quel tipo era davvero un mostro- reprimetti un conato di vomito al ricordo dello spaccaossa, che osava toccare e ferire la mia Abby- Sai, lo considerano il più spietato. Non era mai stato battuto, di solito rompeva qualcosa agli avversarsi. Io non ce la facevo a guardare Abby che lo prendeva da quel bastardo, ogni volta che un suo colpo la sfiorava mi sentivo morire. Lei però a vinto. La mia piccola e dolce Abby ha vinto. E' una forza della natura quella ragazza. Dio mio, non credevo ce l'avrebbe fatta. Ho temuto di perderla sul serio quella volta. Poi scesa dal ring si è buttata tra le mie braccia e beh li ci siamo confessati i nostri sentimenti-Andai avanti a raccontare la nostra storia, mostrandogli le nostre foto. - Siete davvero bellissimi, e mi dispiace che tu l'abbia persa per una stronzata simile. Spero che un giorno le cose tornino come prima per voi. Lo spero tanto.- Lo abbracciai e lo ringraziai.
Abby's pov
Avevo deciso di reagire e lo avrei fatto. Lo dovevo a Luke, non volevo essere la sua ennesima delusione. Lo avevo già deluso piangendo in aeroporto. Ci stavo mettendo tutta me stessa nel riuscirci, e ero pienamente convinta che se mi fossi impegnata al pieno delle mie possibilità, potevo riuscirci. I giorni passavano e a poco a poco miglioravo. Per esempio, la lametta la prendevo sempre meno. L'unica pecca era che perdevo facilmente peso. Ero dimagrita molto, ma il mio corpo proprio non ne voleva sapere di assumere tanto cibo.
Era il nove di luglio, quando chiesi a Erick di accompagnarmi in un posto. Io e lui avevamo legato molto, molto di più di quanto avessi fatto con Nathaly. Forse il fatto che lei fosse più grande, che non frequentasse la mia scuola e che fosse spesso in giro per lavoro erano uno dei motivi per cui non parlavamo molto. -Che cosa ci devi fare in un negozio di tatuaggi?- Chiese preoccupato.-Secondo te?Ci compro le caramelle-alzai gli occhi al cielo. Sapeva essere piuttosto stupido a volte. -Voglio fare un tatuaggio.-continuai osservando i disegni appesi alla parete.-Salve signorina, come posso esserle utile?-Chiese una ragazza bassina, piuttosto carina nonostante gli innumerevoli tatuaggi che le coprivano ogni millimetro di pelle.-Uhm... vorrei tatuare il nome Luke- esclamai con un sorriso da orecchio a orecchio-Tesoro,permettimi una cosa. Pensaci bene, sai quante ragazze vengono qui per coprire un nome o l'iniziale del fidanzato quando la storia finisce?-Scoppiai a ridere-Luke è il mio migliore amico, non il mio ragazzo!-Lei a quel punto sorrise.-Ah, questo cambia tutto. Bene, scegli il carattere e il posto dove lo vuoi.- gl indicai appena sotto la piega del gomito, dal lato dove c'era il muscolo.-Bene. Ti faccio lo schizzo e te lo mostro-
Tornai a casa soddisfatta del risultato. Ora avevo sul mio corpo i nomi delle due persone piùimportanti della mia vita, mia sorella e il mio migliore amico.-Se andassimo a Londra per il suo compleanno?-Domandai ad Erick, mentre mangiavamo pop corn-Ti ci accompagno, se vuoi-Sorrisi-Infatti volevo lo facessi. Prenotiamo i biglietti!- Presi il pc e prendemmo due biglietti andata e ritorno per Londra. -Luke ne sarà felice, voglio che questo sia il mio regalo.-mormorai osservando la mail di conferma per i biglietti.
Eravamo atterrati all'aeroporto di Londra da qualche minuto, così presi il cellulare-Ciao Ash-, lo salutai quando rispose-Senti, ho fatto una cosa un po folle...Vieni in aeroporto a prenderci?Io e Erick siamo venuti per il compleanno di Luke-Il silenzio dall'altra parte per qualche secondo poi-CERTO CHE VENGO CHE RAZZA DI DOMANDE FAI?-urlò, costringendomi ad allontanare il cellulare dall'orecchio. Quando lo vidi fermare la macchina davanti a noi sentì il cuore prendere a martellarmi nel petto. Lo salutai-Mi ha sorpreso non poco la tua telefonata sai?-Domandò quando fummo immersi nel traffico di Londra. A distanza di dieci mesi, la città non era cambiata di una virgola, la solita Londra con le solite persone. Passammo davanti al ristorante in cui ci aveva portate Sam l'ultima volta che avevamo cenato con Alex. Il mio cuore si ribellò, costringendomi a distogliere lo sguardo. -Credi che Luke sarà contento di vederci qui?-Chiesi io, per distrarmi dai ricordi. Sapevo che tornare lì mi avrebbe portato alla mente molte cose passata, ma lo avevo accettato mettendolo in conto. -Come minimo gli viene un infarto! Era così dispiaciuto di festeggiare senza di te, che a momenti manco voleva farlo.-Sospirai, non era giusto che si privasse della festa di compleanno per me.-Ti ricordi cosa avete fatto per me al mio compleanno,no?Mi sembra giusto ricambiare un po' la gioia che mi avete donato.- Gli sorrisi. Dopo circa una mezz'ora, arrivammo davanti al cancello diuna villa.-Cazzo è enorme-Esclamò Erick osservando l'imponente proprietà.-Vai vicino alle rose, dico a Luke di venire li, così gli fai una sorpresa- mi ordinò dolcemente Ashton, così acconsentì e mi misi vicino ai fiori. Mi sentivo in imbarazzo, quella casa ,e la festa, era enorme. Mi chiesi se girassero per i corridoio in auto. Sentì dei passi dietro di me e mi voltai sorridendo. Luke rimase interdetto per un paio di secondi, a qualche metro da me. Mi corse incontro e mi abbracciò con un trasporto esagerato. Per evitare di cadere feci dei passi indietro, seguita da lui. Il nostro abbraccio era così stretto che non sarebbe passato un filo d'aria tra i nostri corpi. Sorrisi sentendo il cuore esplodere di gioia.-Sei davvero qui?- Chiese in un sussurro, come se avesse paura di svegliarsi da un sogno. -Si. Si, sono qui. Tranquillo Lukey- Luke era scosso da fremiti incontrollabili.
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