Capitolo 59
Fuori pioveva ed io mi sentivo triste e sola. Come da copione, d'altronde. Mi sfiorai le labbra con la punta dell'indice e chiudendo gli occhi sentì la sensazione delle labbra di Luke sulle mie. Un turbinio di emozioni mi travolse, rimembrandomi tutto ciò che quel nostro bacio mi aveva trasmesso.-Abby dormi?- mi risvegliò dai miei pensieri Stephy.-No. Pensavo- risposi guardandola.-Al biondino della foto?- chiese indicandomi il cellulare-Si no cioè. È che mi manca come .... non esiste un termine di paragone.- lei mi sorrise dolcemente-Tesoro... sei sicura sicura che per te sia solo un amico?- chiese prendendomi la mano.-Si. Luke ... quello che provo per lui va oltre ogni limite, oltre ogni amore.- lei mi scrutò con i suoi occhioni scuri.-Posso dirti una cosa?- alzai lo sguardo dal mio piumone e annuì.-Secondo me tra di voi c'è del tenero. L'altro giorno quando ti ho accompagnato in stazione prenderlo ho visto come vi guardate. Dio, il mondo è sparito appena vi siete guardati! Avresti potuto avere Katy Perry davanti e non te ne saresti accorta. Appena l'hai visto tutto il resto si è annullato. Esistevate solo tu e lui. Credimi, voi magari non ve ne rendete conto, ma vi guardate come solo chi si ama fa- guardai la punta delle mie converse rosse, adagiate sul pavimento. Presi qualche secondo per formulare una risposta, ma non mi venne in mente niente che non fosse- Hai ragione. Io lo amo. Amo il mio Luke, il mio angelo. Mi ha salvata dalla malinconia che mi portavo dietro e sta facendo di tutto per salvarmi. E' il mio migliore amico, e sento qualcosa all'altezza dello stomaco ogni volta che ci separiamo che mi da la nausea e voglio solo piangere. Perciò si, lo amo. Più della mia vita. Ma non come amo Michael, lui è un altro discorso. Io non amo Luke come si ama un fidanzato. Lo amo ad un livello più proofondo, come solo due migliori amici fanno-
Passavano i giorni e io non mi sentivo meglio, anzi. All'inizio stare senza Luke era difficile, ora ogni volta che ci sentivamo era un inferno. Appena chiudevo scoppiavo in lacrime e puntualmente due minuti dopo aver spento il pc Lucas mi telefonava e parlava ancora un po con me. A volte cantava, ma sentivo che anche lui piangeva o cercava di trattenersi. Stavo uccidendo pian piano entrambi. Erick mi ronzava sempre attorno, era asfissiante e alle volte volevo solo che mi lasciasse sola. Avevo notato che alcune ragazze lo guardavano, ma lui sembrava non volerne sapere. Mi chiedevo per quale strano motivo non volesse nessun altro intorno. Gli avevo detto di lasciarmi in pace che volevo stare da sola, ma lui aveva obbiettato che non potevo vivere da sola.
Michael's pov
Da quando era partita mi sentivo costantemente vuoto. Avevo pure mollato la scuola. Senza di lei non avevo motivo di andarci. Già la odiavo prima, ma la frequentavo solo per poter vedere tutto il giorno Abby, ora che lei era a Melbourne mi sembrava di stare all'inferno. Mamma aveva perso le speranze. Non ero neanche più in grado di provare quell'adrenalina tipica delle prove o delle volte in cui registravamo un brano. Era difficile suonare quando la mia unica ragione per farlo mi aveva lasciato li a collassare. Guardai per l'ennesima volta la foto del mio sfondo. Io e lei, la sera del nostro primo vero ballo, quel vestitino verde acqua, quel leggero color pesca sulle sue guance e i suoi occhi incorniciati dall"ombretto chiaro. Era così perfetta, stretta li tra le mie braccia. Era così fragile ma sembrava immensamente forte. Ero stato molto stupido a credere che non le avrei mai fatto male, ero stato un incosciente a pensare che non si sarebbe spezzata.-Mikey... che fai?- mi chiese dolcemente Bonnie.-Guardo tutto quello che ho perso- che tanto mentirle non sarebbe servito a nulla.-Lo sai che non ti aiuterà, vero?- il suo tono era identico a quello di mia madre. Aprì il menu dell'Iphone e c'era la nostra foto al mare come scenario. La galleria poi era colma di tutte quelle cose nostre che mi affogavano nella malinconia.-Hai ragione. Io vado. Salutami i ragazzi- biascicai uscendo dal Dixie. Salì in auto e misi in moto, guidando a caso per le strade di quella città magnifica offuscata dal ricordo di lei.
Mi accorsi di star andando in tutti i posti che avevamo visto insieme. Era quasi ora di pranzo e così andandai in quella pizzeria dove le avevo cantato "We found love" di Rhianna e presi una pizza margherita, quella che lei preferivaDa bere che cosa ti porto?- domandò gentilmente il cameriere-una fanta grazie- aspettai la mia ordinazione guardando le foto che avevo sul cellulare. Sospirai. Era come prendere un coltello e piantarmelo in gola. Sentivo un nodo bloccarmi la faringe. Era tutto troppo pieno di lei.-Hey ma tu hai cantato qui una volta- mi disse una ragazza, con la divisa del ristorante-Si. Per la mia ragazza- lei sorrise con un espressione dolce-Si mi ricordo... era davvero commossa- sorrisi ricordandomi il suo sorriso-Si ... era felicissima.-mi accigliai. La mia pizza arrivò. Cominciai a mangiare. Era come averla davanti. Vedevo il suo viso, i suoi occhi, il suo sorriso, sentivo il suono della sua voce. Il gusto aranciato della fanta non mi era mai parso così buono. Quando ebbi finito, pagai ed uscì. Amdai a prendere un caffé in quel bar dove avevamo litigato. Se solo avessi saputo che sarebbe finita così, l'avrei trattata con i guanti bianchi anzichè tirare in ballo Luke. Presi un thé freddo al limone, che lei sceglieva sempre. Stranamente, trovai lo stesso tavolino della prima volta libero così mi ci sedetti. Giocai con il ghiaccio del bicchiere, rileggendo i nostri messaggi. Infilai le cuffie e ascoltai le registrazioni vocali che aveva fatto.'Hey unicorno. So che ci siamo salutati tre minuti fa, ma... mi manchi. Ciao' sorrisi. Il cellulare prese a squillare e il mio cuore prese fuoco con la speranza. Il numero era sconosciuto, magari era lei-Pronto?Abby sei tu?- chiesi frettolosamente-Mi dispiace ho sbagliato numero,mi scusi- rispose una voce flebile dall'altra parte. Quella speranza mi aveva affondato. Pagai il caffé e andai in spiaggia. Mi sedetti sotto lo stesso albero dove avevo ad Abby che non le avrei causato alcun dolore. Mi venne in mente la sua espressione preoccupata, i lividi dell'incontro sul suo corpo. Ricordare quelle macchie violacee sulla sua pelle candida e rabbrividì. Strinsi i pugni conficcando le unghie nella pelle. Quel piccolo fastidio non era nulla in confronto a quello che avevo nel petto. Le ennesime lacrime mi bagnarono le guance scorrendo fino al collo.-Se solo potessi tornare indietro nel tempo, giuro non ti chiederei mai di essere mia. Abby giuro che lascerei che tu fossi libera, ma almeno ti avrei qui- Sentì qualcuno accanto a me-Sai che non ci credi nemmeno tu in quello che dici- Ashton.-Non importa. Lei non dovrebbe essere in una città che ha scelto per scappare da me, rinunciando ai suoi amici!Capisci che lei ha molto tutto a causa mia?A causa di Vanessa, che non è nemmeno lontanamente degna di "sostituire" Abby,anche se solo per una sera guidata dall'alcohol?- lui mi guardò-Per te esiste qualcuno lontanamente paragonabile o degna di Abby?-chiese con un sorriso-No ma questo non centra. Lo capisci che lei non sta più con i suoi amici per me?-la mia voce era tremolante-Si ma questo non cambia le cose- sbuffai.-Che ci fai qui?Me ne sono andato dal Dixie per stare da solo!-ero scontroso ma davvero avevo bisogno di stare Da solo, se non c'era lei a farmi compagnia.-Ero venuto a correre. Poi ti ho visto ed eccomi qui.-. Scrollai le spalle. Andai a casa e quando entrai a casa, mi sentì morire.
Abby's pov
Digitai il numero di telefono senza pensarci-Pronto?- rispose la donna-Ciao Karen-la mia voce tremò-Ciao Abby, che bello sentirti-esclamò contenta. Scoppiai in lacrime-Karen,Karen...mi manca-mormorai piangendo-Tesoro, sfogati-morsi forte il labbro prima di dire-Michael... mi manca da vivere. Io non ce la faccio più. Lo vedo ovunque... ogni volta che vedo degli occhi verdi, dei capelli colorati, la pelle bianchissima... faccio il confronto con lui. Mi sembra di impazzire- mi parve di udirla trattenere il respiro prima di rispondere-Non stai impazzendo. Sei-siete solo innamorati- si grazie, non mi aiutava così-Karen io senza di lui mi sento vuota. Come si mi avessero strappato l'anima. Mi manca da vivere. Perche dire che manca da morire è troppo poco, una volta che muori non soffri più e io.... mi sento come se mi avvesserò strappato lo stomaco a mani nude, come se mi avessero dato fuoco- singhiozzai-Abby... io non so che dirti, se non che provate le stesse cose. Non fa altro che ripetere le tue stesse cose. E mi si spacca il cuore a sentirvi cosi.-fece una pausa-Abby ma perchè hai chiamato me e non Luke?Non che mi dispiaccia ma...-lasciò la frase a metà.-Io non lo so Karen. Avevo bisogno di una madre che mi rispondesse come farebbe con il proprio figlio, credo- mi accorsi di avere le unghie conficcate nella pelle-Abby cara- venne interrotta da una voce che conoscevo bene e mi mancava come l'aria-ABBY?!?Mamma dammi il telefono!- sentì il passaggio forzato del cellulare alla sua mano-Abby, Abby amore mio. Ti prego dimmi qualcosa. Qualsiasi cosa.- non resistetti e automaticamente chiusi la telefonata. Lanciai il cellulare sul cuscino prima di scivolare contro la parete dell'armadio nero. Lasciai i singhiozzi abbandonare le mie labbra
Michael's pov
Tremai. Tremai come in preda alle convulsioni. Avevo ancora il cellulare di mia madre attaccato all'orecchio, mentre il bip del termine conversazione mi faceva compagnia burlandosi di me-Certo che sei coglione eh.- pronunciò mia mamma guardandomi-Tu stavi.. stavi parlando con lei. Con la mia Abby- un sorriso amaro e malinconico mi sfuggì, formandosi sulla mia bocca-Se avessi aspettato razza di idiota, lei si sarebbe confidata, avremmo parlato e mi sarei guadagnata la sua fiducia- la guardai stranito-E...?- lei scosse la testa-Zuccone pian piano l'avrei convinta a parlarti. Ma hai mandato tutto in fumo idiota.- scossi la testa. Ero shockato.-Sei un genio del male - mormorai facendola ridere-Si ma mio figlio non fa altro che rovinare i miei piani geniali per riportargli la sua Giulietta!- non risposi e andai in camera mia. Mi sdraiai sul letto, rimanendo a fissare il soffitto. Era bianco, sporco e leggermente crepato. Forse avrei dovuto ripassare la vernice. Ma non mi importava. Avevo avuto la possibilità di sentire la sua voce e l'avevo buttata nel cesso. Se invece di urlare, avessi chiesto a mamma di mettere il vivavoce, probabilmente ora starei ascoltando la mia canzone preferita. Presi la chitarra accanto a me, e cominciai a suonarla. Erano note messe un po' a caso, non mi importava. Mi bastava sapere di star suonando. Mille parole mi vennero in mente, correndo da una parte all'altra senza un senso logico. Cominciai ad impormi di ritrovare un ordine, dovevo per forza trovarne uno. Sapevo che quella melodia improvvisata si poteva trasformare in una canzone-ne ero certo. Mi venne in mente che quelle stesse parole le avevo già messe in ordine, una volta. Presi il cellulare e posando la chitarra al cavalletto, mi andai a sedere alla scrivania. Presi carta e penna, entrambe in gran numero. Avevo il maledetto vizio di mordicchiare e rompere la parte superiore delle penne quando ero nervoso o assorto nei miei pensieri. Abby voleva farmi smettere, ma aveva la stessa abitudine e quindi aveva fallito. Come me con la sua promessa. Rilessi il messaggio che le avevo mandato, quello che l'aveva fatta partire per sempre. Ricopiai alcune delle frasi, quelle che mi facevano sentire più vicino a lei. Ed ecco che presto la mia stanza fu piena di fogli appallottolati e scribacchiati, lanciati in aria perché qualcosa non mi convinceva.
-Tesoro, la cena- mi chiamò mia madre.-Mamma ora non ho tempo, sto scrivendo-. E a casa mia quel ''sto scrivendo'' voleva dire '' state alla larga da me finché non urlo di gioia perché ho finito''-Ok, ma vedi di non perderci il sonno- rispose. Come se nelle ultime settimane avessi dormito. Avevo passato le giornate a letto, a rileggere i nostri messaggi, o in giro per la città a vedere le cose che avevo visto con lei. Ok. Presi un respiro e recuperai tutti i fogli. ercai di stirarli e li rilessi tre volte ciascuno. Andai nello studio di mamma e le chiesi se potesse prestarmi la sua lavagna con i fogli, quella che usava per prepararsi gli schemi per il lavoro. Lei acconsentì contenta di vedermi di nuovo vivo, almeno parzialmente. Aprì un pennarello nero e cominciai a trascrivere le frasi che mi convincevano di più. Dopo un'ora avevo riempito di tracce nere il grande foglio bianco. Rilessi il tutto per la ... trecentesima (?) volta e presi la chitarra. Battei il ritmo con un piede sulla moquette blu e cominciai a pensare all'intonazione da dare al tutto. Dopo pochi secondi mi venne in mente un'idea geniale.
''Oh, oh, oh oh. Don’t talk .Let me think it over. '' Abby lasciami pensare.
''How we gonna fix this?How we gonna undo all the pain?'' Come possiamo sistemare le cose? Come manderemo via il dolore?
''Tell me.Is it even worth it?''Si, ne vale pena per me. Ma dimmi se per te ne vale la pena, amore mio.
''Looking through a straight line.Taking back the time we can’t replace'' Guardando a questa strada che abbiamo percorso, riprendendoci il tempo che non possiamo sostituire. Io lo rivoglio quel tempo insieme a te, rivoglio i miei momenti con te,Abby.
''All the crossed wires.Just making us tired.Is it too late to bring us back to life?'' Tutti i fili intrecciati, questo grovigio di emozioni tristi e deprimenti ci stancano e basta. Questo senso di vuoto che mi hai lasciato, in mezzo a questa matassa di sensazioni mi distrugge. E' troppo tardi per tornare a vivere,vivere sul serio? Vivere io e te, contro tutto e tutti, felici e insieme?
''When I close my eyes and try to sleep.I fall apart, I’m fighting hard to breathe.You’re the reason, the only reason....Even though my dizzy head is numb.I swear my heart is never giving up. You’re the reason, the only reason'' Sono settimane che non dormo, perché ogni volta che chiudo gli occhi e ci provo, vedo te, cado a pezzi e faccio fatica a respirare. Mi manca quando eri tu il mio repsiro, quando respiravo il tuo profumo di lavanda e miele, quandol'ultima cosa prima di Morfeo era il tuo messaggio della buonanotte. Sai nella mia testa sono insensibile, mi dico che sei solo una ragazza e che non sto poi così male, che mi dispiace ma che alla fine non sei poi così speciale. Ma ti giuro Abby, te lo giuro in inglese,tedesco,cirillico, rumeno, giapponese e qualsiasi lingua ti viene in mente, che io non ci riuncio. Il mio cuore non vuole arrendersi, lui sa che tu sei la cosamigliore che potessi avere e la peggiore che potessi perdere in questo universo spazio-tempo.
''I feel you burning under my skin.I swear I see you shining. Brighter than the flame inside your eyes'' Ti sento che bruci sotto la mia pelle sai? E' come se un fuoco con il tuo nome avesse preso il posto del mio sangue. Giuro che ti vedo brillare più intensamente di quelle fiamme di rabbia nei tuoi occhi,di quelle fiamme d'amore che avevi in quelle iridi color miele che ho perso. E diamine fa male, penso di sentirmi come un bucomane che sta ''a rota''.
''Bitter words spoken.Everything broken.It’s never too late to bring us back to life'' Hai detto quelle parole amare, e ne ho dette anche io, che hanno distrutto tutto. E' andato tutto in pezzi: io, tu, noi e questo nostro amore complicato, fragile, nato al primo sguardo anche se al colpo di fulmine io e te non ci crediamo. Ma Dio, io sono caduto ai tuoi piedi al primo sguardo che mi hai rivolto, quando ti vedevo accanto a Luke il primo giorno che ci siamo visti e solo io so quanto avrei voluto essere io a presentarti.Ma io ci credo ancora in noi, so che non è mai troppo tardi per tornare a vivere.Ti prego facciamolo.
''When I close my eyes and try to sleep. I fall apart, I’m fighting hard to breathe
You’re the reason, the only reason
Even though my dizzy head is numb
I swear my heart is never giving up
You’re the reason, the only reason
You’re the reason, the only reason'' Sei l'unica ragione Abby, l'unica che voglio sentire. Non me ne frega nulla del resto, del sole, della pioggia, delle guerre nel mondo, dei meteoriti o degli alieni; voglio solo sentire che tu ci sei, che sei di nuovo accanto a me.
''Don’t talk'' Non parlare, a meno che non vuoi dirmi che mi ami, che torni a casa con me
''Let me think it over'' lasciami pensare ad un modo per averti qui
''How we gonna fix this?'' a come possiamo aggiustarci, aggiustare questo casino che è il nostro amore
''How we gonna undo all the pain?''Come possiamo mandar via il male che proviamo?Forse se torni con me e io torno da te se ne andrà da solo.
''When I close my eyes and try to sleep'' Se solo sapessi quante volte chiudo gli occhi e provo a dormire
''I fall apart, I’m fighting hard to breathe'' e poi crollo a pezzi
''You’re the reason, the only reason''tu sei la ragione, la mia unica ragione
''Even though my dizzy head is numb'' ogni pensiero che la mia testa produce, tutte quelle stupidaggini a cui cerco di credere
''I swear my heart is never giving up''giuro che il mio cuore non si arrende e prende a calci tutte le bugie che voglio costringermi a credere, quelle che dicono che non ti amo e che non conti nulla....
''You’re the reason, the only reason'' eh si. Forse è la centesima volta che lo ripeto ma non mi stancherò mai, sei la mia ragione
''When I close my eyes and try to sleep
I fall apart, I’m fighting hard to breathe
You’re the reason, the only reason
Even though my dizzy head is numb
I swear my heart is never giving up
You’re the reason, the only reason'' La ragione dei miei respiri, dei miei sorrisi, dei miei sogni, dei miei pasti, delle mie canzoni e di tutto ciò che faccio, dico, penso. Sei tutto. La mia only reason.
Ricopio il testo in bella grafia- per quanto bella potesse essere- e la firmai. Esultai.-Dio mio. E' bellissima Mikey- guardai mia madre appoggiata allo stipide della porta, con gli occhi lucidi. Mi alzai e la abbracciai- Grazie... per tutto. Per il complimento e... per riuscire a reggere tutto questo. Io non ce la farei- mormorai - Ce la faresti benissimo, quando avrai dei figli tuoi capirai che noi per voi figli venderemmo l'anima, pur di avervi felici- mi scostai e le asciugai una lacrima che era sfuggita dai suoi occhi azzurri- Hey, non voglio che piangi. Non me lo merito, cosi come non merito che tu faccia di tutto per rportarmi Abby- lei sorrise e mi poggiò la mano sulla spalla- Ho partorito un bambino non uno zombie, e se permetti lo rivoglio indietro, a qualsiasi costo.- sorrise e mi sentì felice e grato di avere una madre così. Telefonai a Luke- Hey pensavo di non sentirti più- beh il fatto che avesse risposto era già qualcosa- Ho una nuova canzone- dissi con un sorriso. Anche se era triste, era per Abby e lei era appunto '' the only reason''.- Seriamente?- chiese con un tono speranzoso-Si. L'ho appena finita- ero immensamente fiero di ciò che avevo scritto- Ok, la voglio sentire-
Abby's pov
-Stasera danno Forrest Gump in tv- a quelle parole caddi in ginocchio accanto al divano. Presi ad avere il respiro affannato, che fece preoccupare Erick- io... non posso guardarlo- Lui si chinò accanto a me- Perché?- lo guardai con le lacrime agli occhi- E' il suo film preferito... io non lo voglio vedere.- risposi con un filo di voce.- Tu lo guardi invece. Perché così riuscirai ad andare avanti, chiaro?-lo guardai sgomenta e allibita- NO.- sibilai.- Si invece. E non si discute- replicò con la voce autoritaria. Lo fulminai con lo sguardo, poi asciugandomi le lacrime andai in camera. Indossai una tuta grigia e la felpa di Luke, con sotto la sua canotta dei nirvana. Mi presi qualche secondo ancora prima di scemdere e sedermi sul divano accanto a Erick. Vicino a lui Nathy e poi Sam. Già ai titoli di testa mi sentì male, lo stomaco in subbuglio e il cuore che partiva a mille. Ero cosi presa da quel film emotivamente. Non riuscivo proprio a reggerlo. A circa metà mi alzai e corsi in camera mia, con le lacrime che mi tempestavano la faccia. Mi gettai sul letto a faccia in giù, per isolarmi. Sentì la porta aprirsi-dovresti smetterla- sibilò Erick.-Di far che?- chiesi ingenuamente-Di stare male per qualcuno che non ti merita!Che ti fa solo soffrire, eh. Guardati- disse puntandomi il dito. Giuro che se in quel momento non avessi avuto autocontrollo, lui sarebbe morto. Ringhiai guardandolo negli occhi- Ma come ti permetti?Come vi permettete tutti di giudicarlo senza conoscerlo? Per voi è solo il ragazzo bastardo, quello sbagliato, senza cuore. Quello che mi ha fatto soffrire. Ma voi non sapete niente di Lui! Se non fosse per lui io non avrei mai incontrato il mio idolo, non avrei mai cominciato a credere di nuovo nell'amore, non avrei più provato emozioni!- urlai in preda alla collera -Ah si? Ti ha fatto così bene che guarda dove sei adesso! In una stanza dipinta di grigio e arredata di nero. A piangerti addosso tutte le notti credendo di non essere sentita, quando invece sappiamo benissimo tutti che tu ancora frigni per quel coglione- lo interruppi spingendolo verso la porta- Sai che c'è? Fottiti, fottetevi tutti! Non vi ho chiesto un parere, lasciatemi in pace. Non ho bisogno di altre critiche e di altro fango gettato addosso, ne ho ricevuti abbastanza. Fuori da camera mia!- lo spintonai ancora mentre i singhiozzi mi facevano tremare- Domani vai dalla psicologa- sibilò con un ghigno-Cosa?Io non ho bisogno di nessuna psicologa!- replicai con la gola che bruciava- Non importa. Domani dopo scuola ti ci accompagno- sbuffai.
Camminavo silenziosamente accanto ad Erick. Indossavo la felpa nera di Luke, la maglia della band e i jeans neri. Guardavo davanti a me ignorando il ragazzo che avevo accanto. Odiavo che mi si imponesse cosa fare, ma ovviamente Erick non si curava di chiedere il mio parere. -Eccoci- disse suonando al citofono. Lessi il nome di quella che sarebbe stata la mia '' confidente'', per dirla alla maniera di Erick. Salimmo le due rampe di scale e suonammo ad un campanello dorato. Lessi la targhetta decorata con una scritta elegante '' Dott.ssa Hannah Miller''. Repressi la nausea al solo pensiero di dorver raccontare i fatti miei ad un' estranea. Fulminai con lo sguardo Erick che cercava invano di rassicurarmi.- Tu ora te ne torni a casa- gli ordinai con ben poca gentilezza.- Aspetto che entri, non mi fido abbastanza di te- lo guardai come se vlessi ucciderlo. Ah, se solo lo sguardo fosse assassino!- Sei tu che mi hai costretta a venire qui e sappi che stai sprecando tempo e soldi, dato che farò scena muta.- pochi minuti di silenzio dopo venne chiamato il mio nome. Mi alzai controvoglia e varcai la porta dell'ufficio. MMi guardai intorno per qualche secondo prima di volgere lo sguardo sulla donna. Era piuttosto giovane, sulla trentina direi, con gli occhiali neri e i capelli raccolti con un fermaglio dietro la nuca. Erano lisci e castano mielato. Per quanto riguarda il suo abbigliamento, avevo parecchio da ridire, ma forse era per il fatto che ero troppo abituata al mio vestirmi comoda e da adolescente. Mi salutò con un sorriso e mi fece cenno di sedermi davanti a lei- Buongiorno, signora Miller-dissi accomodandomi sulla sedia. -Chiamami Hannah. Allora, presentati un po'- uffa, già cominciavamo con le cose che odiavo. Odiavo parlare di me, odiavo far entrare le persone nei miei pensieri e permetter loro di usarli poi contro di me. Forse ero un po' troppo paranoica, ma dati i miei trascorsi mi sembrava più che normale.- Mi chiamo Abby, ho diciassette anni e vorrei essere all'inferno piuttosto che stare qui- ero sincera, preferivo mettere le cose in chiaro da subito.- Posso chiederti di essere un po' più espressiva?Dubito fortemente che tu sia solo Abby di diciassette anni che vuole essere ovunque meno che qui-. Sarebbe stato interessante vedere fin dove si sarebbe spinta la suddetta Psicologa.- Beh, faccio l'ultimo anno e la scuola più o meno mi piace. Odio la matematica ma amo inglese, facevo la pugile e mi piaceva. Ho smesso sei mesi fa- lei scrisse rapidamente gli appunti su un blocchetto bianco, e da quanto potei notare aveva una bella grafia, ordinata e disgustosamente elegante.- E poi?- chiese guardandomi con un lieve sorriso-Non ho intenzione di dirle altro. Sono stata costretta a venire qui- dissi torturandomi le mani.- Abby, Sam mi ha detto un paio di cose su di te, ma preferirei saperle dal tuo punto di vista. Non ti dico che devi fidarti subito perché non è possibile farlo, ma mi piacerebbe aiutarti- la guardai e scorsi sincerità in quegli occhi color pece, ma sapevo che era il suo lavoro- lei è pagata per questo.- lei scoppiò a ridere- In effetti si, ma se non mi piacesse non sarei qui-. Sospirai e restai in silenzio per un po'.Suonò il mio cellulare e la faccia buffa di Luke comparve sullo schermo-Luke!-avvertì un sorriso dall'altra parte.-Hey Biggie!- mi schiarì la voce e gli domandai dolcemente-Possiamo sentirci dopo?Sono impegnata ora- Lui disse che andava bene.Chiusi la telefonata. Hannah mi guardava con un sorriso da orecchio a orecchio-E' molto importante per te, vero?-scossi la testa e sorrisi-Lui è davvero l'unico a farmi sorridere. Lo adoro.- Calò un altro silenzio fitto. Non ero pronta a raccontarle di Luke, o degli altri.- Ieri davano forrest gump in tv- . Mi rivolse uno sguardo stupito e poi disse- S, lo so- strinsi le mie ginocchia e mormorai- E' il film preferito di Michael.- La donna si tolse gli occhiali e mi domandò-Chi è, Michael?- la guardai con la vista che si annebbiava per le lacrime.- Mi scusi...io penso sia ora di andare.- Dissi con la voce rotta e alzandomi. Infilai il telefonino nella tasca e uscì salutandola-Ci vediamo dopodomani- mi ricordò la donna. Annuì e quando mi chiusi la porta alle spalle Erick si alzò venendomi incontro. Lo superai e scesi le scale velocemente. Aveva cominciato a piovere e non me ne ero accorta. Camminammo per un po' in silenzio, finché non mi sentì afferrare il polso. Mi voltai e mi trovai a pochi centimetri da Erick. I suoi occhi verdi fissi sui miei.-Mi dispiace averti costretta. Ma non posso vederti cosi- lo guardai furiosa-Cosi come?- la rabbia era tangibile nella mia voce- Così triste, disperata e attaccata al tuo demolitore- lo strattonai per liberarmi e le sue mani mi afferrarono le guance delicatamente.-Sto per fare una pazzia, ma al mondo si è tutti pazzi- e mi baciò.Le sue labbra sulle mie, la pioggia sopra e intorno a noi, i rumori delle gocce che s'infrangevano sull'asfalto. Ma io non vedevo lui, non sentivo Erick. Nella mia testa vedevo Michael e quel pomeriggio a casa sua, quando invece di studiare ci eravamo baciati sotto la pioggia e faceva male, perché i vestiti appiccicati addosso non erano quelli di Michael, il profumo che sentivo non era il suo e lui non era li, ma a chilometri di distanza. Mi staccai e urlai- Sei tu ad aver bisogno di una psicologa- mi allontanai correndo. Non seppi esattamente dove stavo andando, ma ero certa di volerlo lontano da me. Era riuscito a portare a galla i miei ricordi più profondi e intimi con Mikey, e ciò mi aveva demolita. DOpo forse mezz'ora di corsa, mi accasciai contro il tronco di un albero. Con le mani tremanti presi il cellulare e digitai a memoria il suo numero.-Luke, Luke dimmi che puoi parlare- le mie lacrime si mescolavano con la pioggia che scendeva copiosa dal cielo- Biggie, Biggie che è successo?- Chiese con un tono molto preoccupato.- Erick mi ha baciata- risposi con i singhiozzi che mi scuotevano, mentre la stoffa di cui ero vestita si impregnava di quell'acquazzone.-Io lo ammazzo- ringhiò Luke.- Luke, ho bisogno di te-mormorai-Si, anche io. Ci vediamo presto. Te lo giuro. Ascolta, ora vedo se ho qualcosa da fare nel week end e disdico tutto, prendo il primo treno e vengo da te.- sorrisi.Era davvero la persona migliore che avessi mai incontrato nella mia vita-Grazie, Lukey. Sei il pinguino migliore del mondo.- lui sospirò e mi salutò dicento-Ora sta arrivando Mikey, ci vediamo dopo con Skype.Luggie- Luggie era il nostro modo di dirci ciao.-Luggie-. Mi alzai e cominciai a camminare silenziosamene verso casa.-Hey ma tu sei la ragazza che era nel Backstage con i 5Sos- mi disse una ragazza fermandomisi davanti. Mi passai una mano tra i capelli corti e le sorrisi, indecisa su cosa fare. Decisi di mentire.Non perché volessi allontanare le loro fan, ma non ero dell'umore.-Hem, no mi hai confusa con qualcuno che mi somiglia- lei alzò gli occhi al cielo e mi mostrò il cellulare, su cuicampeggiava una bella foto dei ragazzi con me e lei accanto.Vedere quella foto mi fece stringere il cuore.-Guarda, questa sei tu- mi indicò. Avevo i capelli su una spalla e Luke con la testa appoggiata sull'altra, mentre abbracciava sia me che lei.- No, guarda. Siamo diversissime!- lei rise-Hai la felpa che indossa Luke, e il bracciale che ha lei- mi fece notare quel piccolo dettaglio-La felpa l'ho comprata uguale e....devo andare- avevo balbettato e poi aggiunto qualcosa di incomprensibile per poi scappare via. Odiavo vedere il passato in una foto, essa rappresentava tutto ciò che avevo perso. Quando mi fermai davanti alla porta di casa di Sam, sentì un vuoto invadermi, non ero pronta a quello che era successo.
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Eccomi qui Cakers del mio cuore! Voilà! La mia piccola pausa è diciamo sfociata in questo capitolo. Sinceramente non so quando posterò nuovamente, perché come già detto ho mille pensieri per la testa. Perciò spero vi piaccia, che non vi abbia delusi. Se notate degli errori segnalatemeli e li correggerò.Un bacio cuccioli
VI AMO CAKERS
Cake
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