capitolo 52
Quel sabato Sam venne a trovarmi con sua sorella. Un taxi li lasciò davanti a casa mia e io ero li ad aspettarli con Mike e Luke. -Ciao Sam- lo salutai senza spostarmi, non mi ricordavo ci fossimo più scambiati segni d'affetto da quando Alex...si beh avete capito. Invece lui mi sorprese, avvicinandosi e abbracciandomi. Dopo qualche secondo ricambiai, sentendomi in imbarazzo .Non ero iù abituata ai suo abbracci. -Abby, come sei cresciuta.- appurò guardandomi. Gli feci un mezzo sorriso. -Beh,si spera. Comunque loro sono Luke, il mio migliore amico e Michael il mio fidanzato- li presentai indicandoli. Loro allungarono una mano verso di lui, per presentarsi ufficialmente.-Sam-disse stringendo prima la mano di uno poi dell'altro.- Lei è Nathaly,mia sorella. Tu non l'hai mai incontrata, giusto?- mi domandò indicandomi una stupenda ragazza di diciannove anni. Feci cenno di no -Abigail- mormorai sorridendole e porgendole la mano. Lei però mi abbracciò e poi disse-Io sono Nathy, non chiamarmi con il nome intero. Lo fa solo Sam quando è incazzato.- risi involontariamente, non ce lo vedevo Samuel incazzato. -Ok,va bene Nathy. Ma sbaglio o manca qualcuno?Non hai un altro fratello?-chiesi, se proprio dovevo conoscerli, volevo farlo subito .-Erick è ancora negli states a studiare....torna fra un mesetto.-sorrise Nathy. Era molto bella, dovevo ammetterlo. Anzi, bellissima. Mi riscossi dai miei pensieri, non era carino escludersi dal mondo quando c'erano ospiti. -Volete entrare?- domandai indicando la porta. -Si,grazie!Possiamo portare dentro le valigie? Sai non abbiamo avuto tempo di depositarle in hotel- spiegò Sam-Certo,venite. Dammi, ti do una mano.- feci per prendere una valigia a Nathy, ma Luke e Michael mi precedettero. Guardai in cagnesco Michael -Come siamo galanti signorino Clifford- sibilai a denti stretti. Lui alzò gli occhi al cielo e sbuffò - Oh, come se non lo fossi mai stato con te-rispose. In effetti era così di natura, non lo faceva per farsi vedere. Mi ricordai di quella volta che mi portò al ballo da Bonnie e l'idea di noi che ballavamo vicini in mezzo a un sacco di coppie mi fece sorridere. -Se magari apri entriamo- rise Luke vedendomi assorta. -Oh,si scusami. Certo.- mi avvicinai alla porta e la spalancai dopo aver girato la chiave nella serratura. Sam lasciò le valigie nell' atrio e io offrì loro un caffé e una fetta di torta che io, Mike e Luke avevamo preparato il mattino. Stranamente non si erano buttati sul dolce come se non mangiassero da due vite come loro solito. La sorella di Sam era davvero carina, si preoccupava di disturbare. - Ehm, dov'è la toilette?- domandò con voce piccola, quasi si vergognasse di quel suo bisogno naturale. -Vieni ti faccio vedere- e mi alzai con lei per andare a mostrarle il bagno.- Così voi siete due delle persone che hanno fatto sorridere Abby-disse Sam guardando Mike e Luke. -Si, anche se mancano Ash e Cal e Bonnie.- rispose Luke stiracchiandosi. -Hey, Sam. Non mi hai mai detto di avere fratelli.- gli ricordai – In effetti no. Loro vivevano negli usa con i miei genitori quando io mi sono trasferito a Londra dai miei nonni- spiegò con un sorriso , ricordando Mariah e Ronald, i simpatici genitori della madre. Snceramente, li avevo sentiti più vicini dei miei nonni naturali. I genitori di mamma la avevano allontanata quando aveva scelto si sposare papà, perché secondo loro era meglio un tipo di cui avevo dimenticato il nome; i nonni da parte di papà... beh loro non si erano mai minimamente innteressati ai nipoti, al contrario adoravano fare bella figura con gli estranei. Poco importava che portassi il nome di mia nonna, lei manco si ricordava della mia esistenza. Mi chiamavano per il compleanno solo se papà si premurava di avvisarli, ma dopo la sua scomparsa mamma aveva perso la voglia di instaurare un minimo di conversazione con i suoceri, che non si erano nemmeno presentati al ''funerale'' del figlio. Funerale si intendeva una messa in suo onore, con una bara vuota e una lapide a rimembrare qualcuno che era stato corroso dal sale del mare.-Come stanno i tuoi nonni? Mi mancano i biscotti di Mariah- affermai sorridendo. Ricordavo con piacere l'affetto che io e mia sorella ricevevamo dalla nonna di Sam, lo stesso che riservaava ai nipoti. Mi piaceva fare i biscotti con lei , ricoprirli con la glassa colorata e poi farli assaggiare a Ron. Era davvero soddisfacente mangiarli con un sorriso dopo gli allenamenti boxe, con Ron che guardava il telegiornale e Mariah che lavorava a maglia,seduta sulla sua sedia a dondolo.- Stanno bene, quando hanno saputo che venivo in australia e che sarei stato a poche ore di macchina da te erano felicissimi. Anche tu manchi loro, così come Alex. Sperano li andrai a trovare se mai tornerai in Inghilterra.- ovviamente le probabilità che tornassi li erano scarse, ma mi sarebbe piaciuto rivederli. Purtroppo però non avevano l'età ne la salute per viaggiare venti ore in un trabiccolo sospeso per aria, era una trasferta lunga per me che avevo 17 anni, figurarsi per loro che ne avevano 70 e 75!- Beh, lo sai com'è... Non credo che tornerò a Londra. Ma dammi il loro numero di telefono e magari gli telefono qualche volta.- lui annuì , mentre sua sorella rientrava in cucina. Il campanello suonò , facendomi sobbalzare. Mi alzai- scusatemi, torno subito- dissi avviandomi verso la porta. La aprì e al di la c'era Ben. Lo invitaai ad entrare, cercava il fratello. -Salve, mi spiace interrompere ma Luke la nonna non sta bene.... si è sentita male ed è in ospedale.- disse guardando il fratello. Vidi Luke sbiancare e i suoi occhi si sbarrarono. Si alzò di scatto facendo cadere la sedia. -Scusa Biggie.- si chinò a raccoglierla , ma lo fermai per un braccio- Lukey vai in ospedale muoviti!- lo rimproverai con dolcezza. Lui mi guardò con lo sguardo perso, per poi salutarmi con un bacio sulla guancia -Grazie sei la migliore.- disse prima di voltarsi e salutare tutti- Ciao-, il saluto venne ricambiato , ma molto probabilmente non se ne accorse ne lui ne suo fratello maggiore. -Era Ben Hemmings quello?- domandò Nathy, ancora scossa dall'accaduto.- Si è il fratello di Luke. Come lo conosci?- chiesi sedendomi difronte a lei. -Uh, beh diciamo che ci siamo incontrati ad un convegno sul legno- rispose accigliata Nathy.- Legno?- ripetei, non credevo fosse appassionata di legno- Si, amo il legno. Lo so, è un lavoro da uomo ma voglio fare l'intagliatrice di mobili, disegnarli, produrli... qualunque cosa centri con il legno- rispose sorridente – Beh, lei ha ben poco da dire dato che faceva il pugile.- ammise Michael, che era insolitamente taciturno. -Oh sta zitto che al mio primo incontro sei quasi svenuto!- lo rimbeccai sorridendo- Ok, bandiera bianca tesoro- rispose prendendomi la mano. - Sono felice che ti sia trovata bene qui- si espose Sam -Grazie, spero avrai la stessa fortuna.E' molto bello arrivare in un posto ed entrare in sintonia con le persone che ci abitano- risposi guardando di sfuggita Michael. - A che anno di scuola sei?- mi interrogò la sorella di Sam- ultimo...ho gli esami quest'anno. Uh Mike ora che ci penso...come stiamo messi con la famosa ricerca?- domandai al mio ragazzo non che compagno di studi. - Ancora due dettagli e abbiamo finito. Poi tra tre settimane la esponiamo.- Meno male...non cìvedo l'ora di togliermi questo peso. Io proprio non le sopporto la biologia e la chimica.- sbuffai. Mi alzai per posare le tazze nel lavandino e lavarle.- Che vi va di fare? Sidney ha molto da offrire.... è una bella città- spiegai mentre mi asciugavo le mani.- Mi piacerebbe vedere il mare.... Sai una mia amica è stata qui due anni fa e mi ha incuriosita con foto e racconti- guardai Mike che annuì semplicemente. Era l'unico ad avere la patente e conoscere le strade. - Ok, vada per la spiaggia. Tra l'altro a quest'ora è bellissima, si sta avvicinando il tramonto. E' uno spettacolo credetemi.- Dissi mentre salivamo in macchina. Mi allacciai la cintura,nel frattempo Mike mise in moto e partì. Il viaggio fu abbastanza silenzioso, Sam e Nathy si godevano il paesaggio della città che scorreva davanti ai loro occhi. Ero assorta nei miei pensieri, ma presi in mano il cellulare e scrissi un messaggio a Luke''Hey, appena posso ti raggiungo. Ok?'', bloccai la tastiera e mi concentrai sulle note della canzone che stavano passando in radio. Alla canzone successiva, Sam si rabbuiò, e io mi sentì un nodo allo stomaco. Thousand Years, Christina Perri. Alex. Guardai il ragazzo di mia sorella, aveva gli occhi sbarrati e la bocca leggermente aperta, lo sguardo perso nel vuoto. Istintivamente mi allungai verso la radio e feci partire un cd, credo fosse dei Green Day o roba simile. Non avevo più ascoltato un suono da quando avevo notato l'espressione sofferente di Sam. Lui era uscito distrutto dall'incidente, era convinto che se avesse aspettato con noi, avrebbe evitato la morte della sua ragazza.Ma la verità era che anche se ci solpevolizzavamo non avremmo cambiato nulla. Avremmo potuto anche trovare il ragazzo che l'aveva investita, ma non sarebbe servito molto. - Abby?Tutto ok?- sussurrò Michael poggiandomi addosso uno sguardo piuttosto preoccupato. Avevo cominciato a mordicchiarmi le unghie, cosa che da quando ero a Sydney non avevo più fatto. Lo guardai, ma la vista mi si era fatta sfocata. -SI- balbettai, mentre parcheggiava vicino alla spiaggia. Scsimo dall'auto e mi assicurai che Sam stesse bene, io avevo trovato un modo per reagire, per accantonare quella sensazione di mancanza che mi aveva lasciato Alex, lui no. Sembrava forte e determinato, una roccia in poche parole. Chiunque lo avesse visto avrebbe detto che non aveva mai versato una lacrima o che non si fosse mai lasciato andare al dlore.Quelle spalle larghe, l'altezza spiccata, la mascella ben definita e i tratti duri, lasciavano ben poco spazio all'ipotesi di dolcezza. Al contrario di quello che sembrava, era molto dolce, sensibile, emotivo e sofferente. Amava Alex più della sua vita, saprere che era morta perchè l'aveva voluta portare a cena lo faceva stare male più del normale. NON CHE il dolore si potesse quantificare, ognuno lo vive in modo diverso, ma ero certa che se fosse morta tra le sue braccia come era successo a me, non sarebbe arrivato vivo fino in macchina all'uscita dall'ospedale. Ci incamminiamo verso la sabbia ancora calda. Ci togliamo le scarpe e le prendiamo in mano.Allaccio le dita a quelle di Michael, che le stringge forte. Era il suo modo per rassicurarmi, il modo silenzioso per dire''Io ci sono, non avere paura'' Gli sorrisi -Vi piace?- domandò ai miei ospiti che tenevano lo sguardo fisso sull'acqua che si stava colorando di rosso.- Si- risposero in coro. Rimanemmo in silenzio per un bel po', poi Sam mi si fece vicino e mi chiese di fare due passi. Per la prima volta da quando eravamo arrivati mi allontanai dalle braccia calde del mio ragazzo. Mi sembrano passati secoli dall'ultima volta che ho passeggiato vicino a Sam. Il suo sguardo vaga sulle persone intorno a noi, sapevo che stava trovando il modo per parlare, per affrontare un discorso. Lo conoscevo abbastanza bene, quando faceva così la conversazione che si immaginava, o che voleva affrontare, era abbastanza delicata. Gli sfiorai il braccio con la mano, incitandolo a parlare. Negli anni che avevo passato con lui, avevamo trovato il modo di dialogare senza veli, senza vergogna ne timidezza. Eppure da quando Alexandra se n'era andata, tra noi era mancata la voglia di parlare. Ci eravamo chiusi nei nostri pensieri, con un bel muro spesso attorno per difenderci, per allontanare quel dolore che ci aveva divisi e legati in eterno.- Ti va di dirmi come va? Sul serio, senza quei sorrisi fatti tanto per, dimmi come ti trovi...quello che provi.Soprattutto dimmi di lui- disse accennando alle nostre spalle il ragazzo che ormai dista centinaia di metri.-Beh, lui è fantastico. Non hai idea di quanto sia speciale. Mi ha fatta innamorare senza neanche muovere un dito. Anzi, la prima volta che ci siamo visti a stento si è presentato. Però, conoscendolo, parlandoci, tutto è cambiato. E' un pazzo scatenato, è stravagante, si tinge i capelli più spesso di quanto metta in ordine la sua stanza, che è davvero molto pulita credimi, suona n una band rock...Ma quello che amo di più in lui è che anche quando fa il coglione, lo fa con una leggerezza tale che quasi ti convince di essere una persona seria. I suoi occhi poi...mi fanno tremare ancora adesso, dopo tre mesi che stiamo insieme. Mi fa sentire in Paradiso, ogni volta che sorride è come se mi strappassero lo stomaco e lo mettessero in una centrifuga. Io...ah non so nemmeno come spiegartelo.- terminai coprendomi il volto con le mani, mentre un sorriso a trentadue denti si faceva spazio sul mio volto- Sembra stupendo, ma non ti pare di aver accettato la cosa troppo facilmente? Siete giovani e potresti soffrire-mi fece notare, tornando ad essere il Sam protettivo e quasi paterno che conoscevo.-No, mi fido di lui. Mi ha promesso che non mi farà del male, e io non posso fare a meno di credergli. E' riuscito a cancellare la mia fobia per QUELLA canzone, non credi che meriti un poco di fiducia?-non avevo detto il titolo, ma sapevamo entrambi benissimo quale fosse la canzone. E faceva ancora tremare,faceva paura apere quanto bene e male mi facesse. Ci facesse.- Si, hai ragione. Mi fa piacere che tu abbia trovato la forza di credere nuovamente nell'amore. E di Luke? Che mi dici?- domandò. Un altro sorriso mi illuminò la faccia, come ogni volta che parlavo dei due ragazzi più importanti della mia vita.Gli racconto tutto quello che siamo io e Lucas, gli parlo di tutto ciò che mi ha portato fin li, della sua amata chitarra, di come si preoccupi per me, di quanto bene gli voglia. Ogni tanto mi interrompe con qualche somanda interessata. Scoppiò a ridere quando gli raccontai che Liz, la mamma del mio adorato Luke, non mi poteva vedere-Sul serio. Credeva che io non fossi una compagnia affidabile per il figlio, che lo distraessi dallo studio e dalle cose importanti. Che stessi rovinando il suo ''bambino''Anche non credo che un ragazzo di un metro e ottantanove sia un bambino.Poi quando le ho detto che forse poteva essere dislessico, per via delle difficoltà che avevo notato avesse nel leggere e scrivere, mi voleva ammazzare! Quella sera Luke è entrato in camera mia dalla finestra, non tollerava più gli insulti della madre verso di me.- Continuai a raccontare altri episodi, includendo il resto del gruppo. Parlai tanto che il cielo era imbrunito e Michael aveva telefonato per sapere se fossi caduta in mare. Quando tornai, mi abbracciò stringendomi forte a se.Mi baciò leggermente sulle labbra, per poi chiedermi silenziosamente se fosse tutto ok, era sempre molto attento in presenza di altri. Gli feci capire che non poteva andare meglio, così tornammo in macchina e accompagnammo Nathy e Sam al loro hotel, dopo aver recuperato le valigie.
Sam e sua sorella rimasero a Sydney tre giorni, durante i quali chiacchierammo e ci divertimmo. Era strano risentire la risata di Sam, mi parevano passati secoli dall'ultima volta.
Era una delle ultime ore che Sam e Nathy avrebbero passato con noi, ed eravamo in giro per la città a cazzeggiare. Ad un certo punto Samuel domandò ai ragazzi della musica, e loro ebero finalmente l'occasione di sfogarsi con qualcuno che non li aveva mai sentiti suonare e cercare di incuriosirlo. -Come va con la band?- chiese sorridendo – Uh alla grande- sorrise Ashton facendo spuntare le sue graziose fossette – mancano due concerti e poi il tour è finito... mi sembra ieri che ci hanno chiamato dalla casa discografica.- disse trasognato – Su ragazzi non c'è bisogno che mi ringraziate ogni volta.... Lo so che se non avessi messo quelle cover su youtube voi non sareste nessuno, ma non ripetetelo ogni volta che mi vedete- scherzai – Guarda che avevo avuto la stessa idea, tesoro. Se non lo avessi fatto tu, l'avrei fatto io- mi rimbeccò Luke – Ti da solo fastidio che ti abbia battuto sul tempo- gli feci la linguaccia – ripetilo se hai il coraggio – Ti da solo fastidio che ti abbia battuto sul tempo- ripetei seria, con la sfida negli occhi. -OK ora ti tocca il solletico amica mia..- sibilò scattando in avanti, ma io fui veloce, cominciando a correre velocemente. Per fortuna non c'era nessuno in quella strada. Mi voltai indietro e ridendo dissi – Hey Lucas, prova a prendermi lumaca- lo presi in giro, ma non vidi un buco e presi una storta, rischiando di finire a terra. Stavo ancora ridendo e non mi ero accorta di stare cadendo. Le braccia forti di Luke mi avvolsero la vita, trattenendomi. Mi salvò dal rompermi un braccio. Sospirai sollevata- Grazie, pinguino- sorrisi a Luke che ancora mi stringeva.- Hey Hemmings, smettila di abbracciare la MIA ragazza come se fosse la tua chitarra- cercò di sembrare indispettito Michael, ma stava per scoppiare a ridere.- Come dici? Stringerla cosi, intendi?- mi strinse più forte, facendomi aderire con la schiena al suo petto-reggimi il gioco, ok?- mi sussurrò. Feci un rapido cenno di si- Hey amico, libera la mia migliore amica o la chitarra te la faccio mangiare!- lo minacciò Bonnie avvicinandosi pericolosamente. - Dai amore, lascia che se le prenda da Mike- la afferrò Calum per i fianchi. La baciò rapidamente, riuscendo a convincerla a desistere. - Ti ho detto di lasciare la mia ragazza- ringhiò Michael.- Ahahahah come al solito ti fai prendere in giro da me troppo facilmente- rise Luke, lasciandomi andare solo dopo avermi dato un bacio sulla guancia. - Dai, non litigate. Oh è tardi, dobbiamo accompagnare Sam e Nathy all'aereoporto.- dissi ridendo all'inizio mentre Mickey mi abbracciava da dietro. Era così coccoloso alle volte, che mi chiedevo se fosse un cagnolino misto a un gattino che fa le fusa, o un cantante rock. La risposta era che era tutte e tre le cose, almeno metaforicamente. Inutile dire che il lato rock dei ragazzi prevalse, quando in radio mandarono ''American Idiot'' dei Green Day. Si scatenarono coprendo la voce di Billie Joe di tanto, sembravano un quartetto di ragazzine in delirio. Scossi la testa e dissi- Tranquilli, non fanno sempre così.- poi diedi un'occhiata rapida ai quattro ragazzi che cantavano a squarciagola fingendo di suonare e soffiai- a volte sono pure peggio- Nathy e suo fratello scoppiarono a ridere vedendo la mia faccia sconsolata e Ashton disse- è per questo che ci ami tanto no?- era seduto al posto di guida, davanti a me, così mi sporsi e gli cinsi le spalle con le braccia- Certo, vi amo tanto tanto tanto- risi prima di tornare a sedermi. Avevamo preso la setteposti della madre di Cal, che per gentile concessione ce l'aveva prestata. Bonnie ci aveva lasciati perchè doveva correre al locale del padre, così ero sola e abbandonata con quattro pazzi scatenati che mi portaavano all'aereoporto. - Siete esilaranti ragazzi- commenta divertita Nathaly mentre ci avviciniamo all'imbarco del loro aereo. Dopo circa mezz'ora chiamano il loro volo e ci salutiamo.-Ciao Abby. Ti aspetto a Melbourne ok?- la sorella di Samuel era molto simpatica, aveva un allegria contagiosa e travolgente. Riuscì a strapparmi la promessa che sarei andata a trovarla a casa sua- Certo, vengo presto.- Poco dopo il loro aereo prese il volo, pronto a riportarli a casa.- Sai ho dimenticato di ringraziarlo- mi sussurrò Luke cingendomi le spalle con un braccio. Poggiai la testa sulla sua spalla e gli domandai- Per cosa?- girai lo sguardo verso di lui, da quella prospettiva i suoi occhi sembravano più azzurri e i capelli più biondi.- Per esserti stato accanto tutti questi anni- rispose con un mezzo sorriso. Successivamente prese a giocare con il piercing al labbro, tirandolo con i denti. Era di una bellezza spiccata, peccato non avesse trovato una ragazza capace di renderlo felice. Ero sicura che però, da qualche parte nel mondo, ci fosse qualcuno ad aspettarlo, ad aspettare che lui aprisse il suo cuore.
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Eccomi di nuovo qui!!! Volevo aggiornare la prossima settimana ma non ce l'ho fatta.... Ho promesso ad un paio di persone che presto i capitoli si sarebbero fatti più ''interessanti'' e non vedo l'ora che succeda!!!! Detto questo vi lascio, scusate eventuali errori! Un bacio, vado a preparare il prossimo obrobrio da pubblicare
-Cake
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