Capitolo 15
Sabatomattina mi telefonò Bonnie. Aveva preso la febbre e non potevavenire al cinema. Fantastico, mi sarei trovata con Calum e il suoamico anonimo. Che meraviglia...Però non era colpa di Bonnie, non loaveva programmato. Andai a trovarla verso le tre del pomeriggio e mifece entrare Edward -Ciao!- salutai salendo le scale. -hey Bonnie!Come stai?- chiesi sedendomi al bordo del letto -Male... mi sembra diessere stata investita da un treno! Ora parliamo di cose serie: cosati metti stasera?- No, allora tu stai male e mi chiedi cosa mimetto per andare al cinema?Non puoi essere normale...-Non ne hoidea, sceglierò qualcosa a caso.- Lei sorrise furbetta e disse -Nonse ne parla proprio! Su aprimi l'armadio che arrivo- si alzò inpiedi e venne verso di me. Diede una lunga occhiata ai suoi vestiti edisse -Non so se farti mettere la gonna...no meglio i Jeans- Tiròfuori un jeans nero con una fila di stelline lungo la gamba destra.Ma che diavolo..? Poi prese un top senza maniche rosa antico e unagiacca di pelle nera, che arrivava a metà busto. Mi diede delleballerine color cipria e una borsa abbinata. Mi fece i capelli riccie mi truccò. Nel fare tutto ciò si fecero le 18.30 e dovevoprendere il bus per andare al cinema. -Sei energica per averetrentotto e mezzo di febbre...- Lei ridacchiò e mi spinse versol'esterno do casa sua -Su, Clifford ti aspetta!- E mi fecel'occhilino, chiudendosi in casa prima che potessi rispondere.Sbuffai e a passo lento mi diressi alla fermata. Sospettavo che leisapesse fin dal primo istante che Michael era l'amico misterioso diCal e che avessero voluto combinarci un appuntamento.
Quandoarrivai davanti al cinema trovai solo Michael. -Hey- Lo salutai-Ciao. Cal non viene, va da Bonnie a farle compagnia... e mi halasciato i biglietti-. Mormorò grattandosi la nuca. Sospirai senzafarmi sentire e cercai qualcosa da dire -Immagino che non usarlisarebbe un peccato perciò... entriamo.-. Decisi di comprare unaporzione gigante di pop corn, così da avere la scusa per non parlaree avere qualcosa con cui distrarmi dal fatto che Michael sarebbestato seduto vicino a me. Non sapevo esattamente cosa provassi perquel ragazzo, ero indecisa se era disagio o semplice imbarazzo delmomento, dato che stavamo per sederci a guardare un film romantico.Ma con tutti i film che davano quella sera, proprio un film dacoppiette dovevo vedere? Con Michael per giunta!
Cercammoi nostri posti tra le file di poltroncine rosse e ci accomodammo unoaccanto all'altra. Le luci vennero abbassate e lo schermo davanti anoi si accese mostrando i primi fotogrammi del film. Riuscì arestare concentrata su esso forse per i primi dieci minuti, ma poi ilmio sguardo venne catturato dal viso di Michael illuminato dalla lucedello schermo. Era ... bello. Si, lo era e davvero molto. I suoiocchi sembravano più chiari visti da quella prospettiva. Lo vidileccarsi le labbra prima di portarsi un pop corn alla bocca e perpoco il mio cuore non perse un battito. Mi sentivo dannatamentestrana, era un mix di imbarazzo e disagio. Lo stavo fissando come unadiavolo di psicopatica, così mi costrinsi a guardare il film, anchese con la coda dell'occhio scorgevo il più piccolo movimento diMichael.
-Tiè piaciuto il film?- Chiese mentre uscivamo e il vento tiepido dellasera ci accarezzava i vestiti. Il rumore della città in movimentointorno a noi era così diverso dal silenzio che ci aveva avvoltofino a pochi minuti prima. -Non è il mio genere- risposi, ancheperché non potevo dare un'impressione su qualcosa che non avevonemmeno seguito. -Ti stai trattenendo dallo smontare ogni singolosecondo di quel flop cinematografico?- Chiese ridacchiando -Diciamoche non mi piace essere troppo cattiva nei giudizi- Ridacchiai a miavolta, più per nascondere quella specie di bugia mal riuscita cheper il divertimento. -Che ne dici se ci andiamo a prendere unapizza?- Domandò indicando una pizzeria -Fammi capire, hai mangiatomezzo chilo di pop corn e ora vuoi una pizza?- Chiesi fingendomisconvolta -Si, perché?- Mi guardò come se avessi chiesto qualcosache non sta ne in cielo ne in terra. -Nulla, mi chiedo solo come tufaccia a metabolizzare tanto- Replicai con un sorriso mentrecamminavamo verso la Pizzeria. Mi tenne la porta aperta e in seguitochiese un tavolo. -E' carino qui- Dissi dopo un paio di secondipassati in silenzio. -Si, hai ragione. Che pizza prendi?- Chiese conlo sguardo fisso sulla carta delle pizze. -Una margherita e unafanta, grazie- Risposi senza nemmeno leggere le altre possibiliscelte. Non prendevo mai una pizza diversa dalla margherita ne bevevoaltro che la fanta. -Mh, ok-. Quando la cameriera arrivò Michaelordinò per entrambi e intavolò una conversazione sulle cose piùbanali.
Tuttosommato la serata non era andata poi male, infondo se mettevo inconto che non ero molto a mio agio con lui potevo quasi azzardare edire che era andata bene. -Beh infondo è andata meglio di comepensavo- Confessò Michael. Lo guardai con la fronte aggrottatachiedendomi se pensasse le stesse cose che frullavano per la miatesta. -Voglio dire, dopo quel film orribile è andata migliorando laserata, no?- Sorrisi senza motivo e annuì, trovandomi d'accordo conlui. Era stato carino da parte sua cercare di rimediare portandomi aprendere una pizza, ero certa che non fosse nei nostri pianioriginali cenare insieme. -Beh, si è fatto tardi. E' meglio che vadao perdo l'ultimo bus per casa.- Mormorai spostando il peso da unpiede all'altro -Vuoi...vuoi un passaggio? Credo che tu abbia giàperso la corsa, perché se è quello che sta partendo adesso puoidire addio al tuo bus- Constatò indicandomi proprio il bus cheserviva a me. -Immagino di dver approfittare della tua gentilezzaMichael- Replicai guardando il mezzo allontanarsi. Fantastico,sembrava proprio che io e Michael dovessimo stare vicini finoall'ultimo secondo quella sera. Mi rassegnai all'idea che sareirimasta immersa nell'imbarazzo ancora per venti minuti e salìsull'auto di Michael.
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