"Rischi di perdermi"

"Ahi" disse soffrendo a causa del ghiaccio sulla ferita. Avevo deciso di portare Daniel in infermeria, e ovviamente, quando la signora che si occupava delle medicine ci vide, si fece rossa in volto. A quanto pare, nessuno in quella scuola era davvero abituato a certi avvenimenti, e sapevo già che il preside sarebbe intervenuto con punizioni parecchio grandi.

"Scusa... Non volevo..." sussurrai. Odiavo Dylan in quel momento. Odiavo il fatto che fosse intervenuto per nulla in modo esagerato, arrivando addirittura a picchiare il mio fidanzato. Perché per una volta che trovavo io un ragazzo, Dylan non riusciva ad accettarlo? Non avevo detto nulla riguardo alla sua relazione con Caroline e di certo non mi ero messa a prenderla a schiaffi solo per dei sospetti inutili. La nostra vita non era una serie televisiva in cui un personaggio doveva per forza nascondere qualcosa alla protagonista per poterle farle del male, no. La nostra era la vita reale. "... Non riesco ancora a crederci che ti abbia preso  a pugni. Che idiota."

"Cambiamo argomento, che è meglio. Se no, rischio di andare dal tuo amico per finire per bene il nostro litigio.

"Alla fine cos'è successo ai tuoi genitori? Come mai sono venuti a trovarti?"domandai per cambiare argomento. Non avevo più avuto il tempo di parlare con lui proprio perché in mezzo si era messo Dylan.

"Sono solo venuti a farmi visita e a chiedermi per la millesima volta che se è cambiato qualcosa in me da quando mi hanno lasciato vivere da solo! Poi oggi devono anche andare a parlare con il preside e chissà come la prenderanno..." mi disse mentre continuavo a premere il panno con dentro il ghiaccio sul livido.

"E se vengono a scoprire di quello che è successo oggi? Non è che decidono di riportarti con loro in California?"chiesi preoccupata. Non conoscevo bene i genitori di Daniel, ma sentivo che non avrebbero preso per niente bene quella notizia e nella mia mente cominciò a farsi spazio l'idea che decidessero di portarsi indietro il figlio per dargli un'educazione migliore là, anziché a Cannon Beach dove faceva a botte a scuola.

"Non credo che ne abbiano il coraggio... Ti ricordo che mi hanno mandato qui perché si vergognavano di me in California! Non avrebbero mai il coraggio di riportarmi là. Rischierebbero solo di fare una figuraccia più grande" mi spiegò e io cercai di auto - convincermi del fatto che stesse dicendo la verità e che una cosa del genere non sarebbe potuta succede! "... Comunque mia madre pensava che quello fosse nostro figlio e ci è rimasta davvero male. Ho fatto davvero fatica a trattenere la risata!"

"Come ha fatto a pensare a una cosa del genere? è impossibile"

"Pensava avessimo fatto adozioni o qualcosa del genere. E che addirittura l'idea fosse partita da me per dargli fastidio. Sì, mia madre si fa troppe fantasie..." disse. "... comunque, certo che il tuo amico tira dei pugni proprio potenti. Non dovevi fermarmi... Volevo dargli una bella lezione "

"Non avresti risolto la situazione in questo modo"

"E invece si. Ma chi diamine si crede di essere? Prima ti ignora, pensa solo a Caroline... Ora invece si mette a fare il bravo amico che ti difende. Quel tipo non me la racconta giusta. Ha una cotta per te al cento per cento, solo che ancora non lo sa. O forse non lo vuole semplicemente ammettere, che è la cosa più probabile."

Decisi di non dare troppa importanza a quelle sue parole... Più volte avevo pensato la stessa cosa per poi contraddirmi, e non avevo pazienza e voglia di pensarci troppo su. A Dylan piaceva Caroline. Caso chiuso.

"Non ha importanza adesso, va bene? L'importante è che questo gigantesco livido guarisca presto. A Dylan ci penserò io appena torna l'infermiera. Puoi starne certo che questa volta non la passerà liscia." spiegai. Dylan me l'avrebbe pagata cara.

Sul volto di Daniel comparve un piccolo sorriso e allungò la mano per afferrare la mia. Mi trascinò lentamente verso di se e mi fece accomodare sulle sue gambe, dato che era seduto sul lettino.

"Mi dispiace che tu ti sia dovuta vedere quella scena... Ho cercato di trattenermi, ma lui non la smetteva" intrecciammo le nostre dita. "Non succederà più, te lo prometto."

"Tu non c'entri nulla, Daniel. Mi dà fastidio solo il comportamento di Dylan. Non ha ragionato, si è lasciato prendere dalla rabbia facilmente e non è da lui... Ma forse le persone cambiano con il tempo. Cambiano così tanto che diventano a tratti irrisconoscibili. Il mio migliore amico non si è mai lasciato prendere così tanto da una ragazza e non ha nemmeno preso a pugni una persona che sapeva che fosse importante per me" spiegai. Ero arrivata alla fine. Tutto ciò che avevo provato in quegli anni per Dylan, tutte le piccole cose che mi avevano fatta innamorare di lui, non avevano alcuna importanza ormai. Non provavo più nulla per lui, e mi sembrava assurdo. Pensavo che non sarebbe mai potuto succedere... E invece, in quella piccola stanza dell'infermeria io non provavo più nulla per lui. I miei sentimenti erano svaniti, o meglio, erano passati in mano a qualcun altro, Daniel... L'unica persona che da quando era arrivata aveva fatto qualcosa per me: mi aveva fatto sentire importante. "Spero solo che l'infermiera arrivi subito, perché non vedo l'ora di dirne quattro a Dylan."

"Lucy, non ti preoccupare. Ha fatto quel che ha fatto... Risolveremo la questione tra noi due, perché c'entriamo solo noi. Tu non devi metterti in mezzo. Hai appena risolto la questione con Dylan, non puoi peggiorare le cose"

"Lui è mio amico, Daniel, certo. Ma non può fare di testa sua. No. Non me ne starò zitta. Deve capire che se si mette contro le persone che amo, si mette anche contro di me"

"Non ti avevo mai visto così determinata." sorrise e mi lasciò un bacio sulla superficie della mano.

"Nemmeno io" risposi abbozzando un piccolo sorriso sul volto e appoggiando la mia fronte sulla sua. Decidi di chiudere gli occhi per qualche secondo e di prendere un respiro profondo. Il profumo di Daniel riuscì in qualche modo a darmi una piccola carica di energia e riaprii gli occhi quando l'infermiera entrò nella stanza.

Lasciai che la signora si occupasse di Daniel e lo salutai prima di uscire dalla stanza. A passi molto rapidi finalmente arrivai nella stanza in cui Dylan stava mente aspettava il suo turno di andare a medicarsi. Quella volta non l'avrebbe passata liscia. Come aveva detto Daniel, ero determinata.

Arrivai nella classe vuota. C'era solo il mio migliore amico seduto su un banco che si massaggiava la spalla dolorante. Attraversai quella stanza in pochi secondi e appena arrivai a lui, gli afferrai la spalla sana e lo spinsi.

"Che diavolo ti è saltato in testa?" domandai. "La sera prima ti presenti a casa mia dicendo che mi vuoi bene e che vuoi vedermi felice.E oggi picchi Daniel senza alcun fottuto motivo? Giuro che se questa volta non mi dia una spiegazione più che valida, rischi di non vedermi mai più. Rischi di perdermi. Per sempre."

Non disse una parola. Lasciò che il silenzio dominasse quella stanza così vuota e triste. Ma io volevo una risposta. Io volevo che Dylan si comportasse da vero amico. Volevo che mi dicesse la verità per sapere che diavolo chi passasse per la testa in quell'ultimo periodo di scuola.

"Puoi parlami? Sai che mi dà fastidio quando non rispondi alle mie domande"

"Non ho voglia di parlarti Lucy. Non voglio dare così tanta importanza a quella testa di cavolo. Non voglio nemmeno sentirlo nominare. A proposito, perché non sei con lui?"

"Io continuo a non capirti. Mi spieghi che diamine ti ha fatto di male? Lo odi così tanto senza alcun motivo. Non ti ha fatto nulla, e non ha mai avuto il coraggio di fare ciò che hai fatto oggi. E comunque...." non riuscii a finire la frase perché lui parlò. Ciò che mi disse mi lasciò a bocca aperta.

"Ti ha portata via da me."

"Mi ha portata via da te?"alzai la voce a casa della rabbia. " Mi spieghi che cosa ti sei sognato? Daniel non ha mai avuto intenzione di portarti via da me e io non ti ho mai fatto sentire meno importante di lui. Queste sono tutte scuse, Dylan. La verità è che tu non hai un motivo valido per giustificare ciò che hai fatto. Se c'è qualcosa che vuoi dirmi, parla adesso perché dopo sarà troppo tardi"

"Ti ho già dato la mia risposta. E ora vorrei stare un po' da solo. Mi stai facendo venire il mal di testa"

"Ma la tua risposta non mi basta. Sei il mio migliore amico. Devi essere sincero con me."

"DYLAN." gridò qualcuno entrando nella stanza e correndo davanti a lui per abbracciarlo forte. Caroline si era intromessa come sempre, e in quel momento io ero solo il terzo incomodo. Lei gli afferrò subito il volto e gli lasciò un bacio sulle labbra. Si sussurrarono parole dolci, che io però preferii non sentire. Infatti me ne andai per andare alla seconda lezione, dato che la prima ormai l'avevo completamente saltata.

Al pomeriggio Daniel mi chiese di fare un salto a casa mia per stare un po' in tranquillità prima di tornare alla sua con i genitori chiaramente arrabbiati per quello che era successo a scuola. La casa era vuota, per mia grandissima fortuna. Altrimenti mamma e Ricky avrebbero riempito di domande sia me sia Daniel. Erano fatti così... Un ragazzo che non fosse Dylan si presentava a casa nostra, e le domande venivano fuori in meno di cinque secondi.

"Mi passeresti un panno con del ghiaccio? Fa davvero male" mi chiese Daniel accomodandosi sul divano del salotto.

"Certo" dissi allontanandomi da lui. Raggiunsi la cucina e cominciai a preparare l'impacco, con il cellulare che nella tasca della felpa continuava a vibrare a causa dei continui messaggi da parte di Dylan. Già, a lui non era per niente piaciuto come si era conclusa la nostra discussione quella mattina a scuola e voleva a tutti i costi riparlarmi per chiarire la situazione. Lui voleva. Io no. Ormai il suo atteggiamento cominciava a darmi fastidio, era diventato insopportabile. 'Forse lo è sempre stato, ma eri così tanto accecata dall'amore che non te ne sei nemmeno resa conto. Magari ti piaceva quando ti dava tutte queste attenzioni' aggiunse la mia coscienza.

La ignorai, com'era il mio solito e decisi di sbrigarmi a raggiungere il povero ragazzo che nell'altra stanza stava soffrendo a causa del mio migliore amico. Quando arrivai, mi accolse con un dolcissimo sorriso, come se per lui in quel momento fossi veramente indispensabile ed era proprio quello sguardo e quel sorriso da ragazzo innamorato che più mi avevano colpita. Sentivo di non essere solo la solita migliore amica sempre pronta ad ascoltarti nel momento del bisogno... Per lui ero molto più di questo.

"Grazie" mi ringraziò mentre appoggiai delicatamente il panno sulla zona violacea. Sussultò quando entrò in contatto con il ghiaccio, ma non lo fece notare più di tanto per non farmi sentire in colpa. "Spero tu non ti sia troppo arrabbiata con lui"

"No... Ho solo deciso di non rivolgergli più parola" ironizzai.

"Cattiva la ragazza" sorrise lui.

"Se lo merita" aggiunsi.

"Mi stupisci, Lucy..." commentò Daniel. "...Fino ad adesso non ti ho ancora vista così sicura di andare contro Dylan. Insomma, non è facile mettersi contro la persona che si ama"

"Ma infatti io non lo amo più. Non sono più innamorata di lui e anzi, credo di non esserlo mai stata. Ero più ossessionata che innamorata di lui... Dovevo prima trovare il ragazzo giusto per rendermene conto. " confessai.

"Quindi hai trovato quel ragazzo giusto?" domandò lui.

"Sì" risposi sicura di me.

"E chi sarebbe il fortunato?"

"Non so se questo ragazzo possa definirsi fortunato o no... Si deve sopportare una come me" ridacchiai.

"Stanne certa che lo è. Io lo sono ad essere qui con te, in questo momento." sussurrò dolcemente afferrandomi la mano e sorridendomi.

"Beh, allora sarai contento di sapere che quel ragazzo sei tu." confessai.

"Davvero?"sembrava davvero sorpreso.

"Sì. Certo, ti sembrerà strano dato che siamo partiti fingendo di stare insieme per attirare l'attenzione di Dylan...Ma la verità è che quello mi è servito. Mi è servito a capire chi voglio accanto a me e chi potrebbe rendermi veramente felice." dissi.

Bastarono quelle mie parole per far piombare nella stanza il silenzio. Le sue labbra sfiorarono immediatamente le mie, accarezzandole delicatamente le mie. Appoggiai le mani sulle sue braccia per mantenere l'equilibrio mentre lui si lasciava andare delicatamente su di me. Ero stesa sul divano, mentre le sue labbra continuavano a massaggiare le mie.

Giocavo con i suoi capelli mentre il mio collo veniva dolcemente torturato dai suoi morsi e dai suoi baci. Lo strinsi forte a me quando entrambi fummo senza maglietta. Per molto tempo avevo cercato un ragazzo che fosse in grado di farmi dimenticare Dylan, e in quel momento io l'avevo trovato. Da quel pomeriggio per me esisteva solo Daniel.

N/A:

E dopo questi ultimi capitoli... #TeamDylan o #TeamDaniel? 🤔❤️

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