Il mio cuore batteva per lui..

Furono giornate tranquille quelle che seguirono gli avvenimenti del mio discorso con Tyler. Non avevo mai avuto paura di lui, anzi, credevo che si comportasse da duro e acido solo per nascondere la sua fragilità, ma mi sbagliavo di grosso.

Quel ragazzo è proprio così come vuole apparire : bastardo e stronzo.

Mi sarei aspettata quel colpo basso da qualsiasi persona presente sulla Terra, ma non da Tyler, il ragazzino che all'età di dodici anni mi aveva salvata da un gruppetto di bullette.

La giornata stava già cominciando male e a darmi la conferma c'era il mio amato  tè che stava mandando a fuoco la mia lingua.

<<Imparerai prima o poi a non berlo subito! Lo sai che i tè della macchinetta sono micidiali>>mi rimproverò Beth.

Già, con tutte le cose che avevo per la testa non riuscivo nemmeno a ricordarmi di soffiare sulla superficie del tè per non morire. Prendevo respiri rapidi e profondi con la speranza di allontanare via il dolore, ma nulla, non bastava.

E con la grandissima fortuna che avevo, arrivarono nella nostra direzione anche Dylan e Tyler.

Fantastico.

Chissà che cosa stesse pensando Dylan vedendo una stupida continuare a saltellare e a fare facce strane per il dolore. La situazione era davvero imbarazzante.

<<Buongiorno principesse>>ridacchiò Tyler rivolgendo un'occhiatina a Beth, che di colpo sembrò immobilizzarsi e imbarazzarsi, come se Tyler avesse appena confidato qualcosa di imbarazzante a tutti.

Quanto avrei anche solo voluto tirargli un altro schiaffo o prendere il cellulare per mandare quella stupida foto imbarazzante a tutti. E l'avrei anche fatto, se solo l'amicizia di Dylan non fosse stata messa in mezzo.

Quanto odiavo trovarmi in quella situazione.

Nessuno capirà mai come ci sente a voler difendere una persona alla quale si vuole tanto bene, ma non poterlo fare per paura di perdere la persona che si ama.

<<Lucy, va tutto bene?>> mi chiese Dylan.

<<Si è scottata la lingua. Di nuovo.>>commentò Beth voltandosi verso la macchinetta e selezionando una bevanda.

<<Non imparerai mai, vero?>>chiese Dylan sorridendo e voltandosi verso lo zaino per tirare fuori una piccola scatolina. <<Tieni, allevierà il dolore>>

Mi porse una gomma da masticare al mentolo, e anche se avevo dei dubbi, la mangiai lo stesso.

La campanella suonò segnando l'inizio delle lezioni, e Dylan mi fece segno di allontanarmi con lui, dato che avevamo lo stesso corso. Non mi fidai molto a lasciare Beth da sola con Tyler. Avevo paura che lui continuasse a sbatterle il faccia ciò che era successo un po' di tempo fa.

<<Beth, ti va di venire con noi?$>le chiesi.

Lei guardò per qualche secondo Tyler, e dopo averci riflettuto su per bene, disse:<<Devo parlare di una cosa importante con Tyler. Non ti preoccupare>>

Non mi aspettavo una risposta del genere, e rimasi particolarmente stupita. Mi allontanai con Dylan, che era stranamente silenzioso.

Di solito, a quell'ora del mattino, era la persona più chiacchierona del mondo. Parlava così tanto che, per quanto potessi amare la sua voce, non riuscivo in alcun modo a sopportarlo.

<<Va tutto bene?>>chiesi.

<<Certo, perchè?>>

<<Di solito a quest'ora parli più di Sarah, la pettegola>>dissi facendolo sorridere.

Amavo farlo sorridere.

Sapere che il motivo di quel sorriso ero io, mi faceva sentire la persona più felice della Terra.

<<In realtà Sarah a quest'ora è mezza addormentata>>rispose.<<Comunque, stavo pensando a Tyler e Beth. Sai se c'è qualcosa tra di loro? Perché ultimamente si stanno comportando in modo strano>>chiese.

Non sapevo cosa rispondere. Lui sapeva di quello che era successo tra di loro? Era a conoscenza del fatto che Tyler fosse un'idiota?

Nel dubbio decisi  di dire:<<So che c'è stato qualcosa tra loro un po' di tempo fa...>>

<<Si, lo so. Ma sai se hanno più sistemato le cose? So che lei se l'era presa parecchio>>

Lui sapevo tutto. Come faceva a parlarne con tutta questa leggerezza? La cosa mi diede parecchio fastidio. Non riuscivo a crederci che ero stata l'ultima ad essere venuta a conoscenza di una cosa del genere.

<<Mi sembra ovvio che se la sia presa! Si stavano frequentando e Tyler l'ha trattata malissimo dopo quella notte>>difesi la mia migliore amica.

<<Si, ma ha esagerato! In fondo,so che si sono divertiti. Che c'è di male? Sono cose che succedono>>rispose indifferente.

Presi dei respiri profondi per mantenere la calma e per cercare di non reagire male a questo suo commento.

<~A me non sembra una cosa molto bella! Se l'è portata a letto e l'ha scaricata il giorno dopo.>>

<<Sono cose che succedono. E comunque, Beth è abbastanza grande da poter fare delle proprie scelte! Era consapevole di quello che sarebbe successo, ed è andata avanti senza farsi troppi problemi. In fondo, la loro non era neanche una vera e propria relazione! È come se io e te decidessimo di andare a letto per una notte e per poi far finta di niente.>>spiegò e quel suo unico paragone mi fece venire i brividi.

Davvero Dylan sarebbe stato in grado di fare una cosa così crudele alla sua migliore amica, ossia io? Avrebbe reagito esattamente come Tyler? Gliel'avrei domandato, se solo lui non avesse deciso di cambiare improvvisamente argomento:<<Girano voci che tu e il nuovo siate parecchio in sintonia>>

Rimasi a bocca aperta non appena sentii queste sue parole. Non mi sembrava in alcun modo di aver avuto particolari atteggiamenti con il nuovo ragazzo, anzi.

C'eravamo parlato pochissime volte solo perché non sapeva in quale direzione si trovassero le aule dei corsi che frequentava. Erano cose tipiche che si fanno nelle scuola con gli alunni nuovi.

Si cercava di dargli una mano. Ed era quello che facevo.

<<Non è assolutamente vero. Ci siamo parlati pochissime volte...>$sussurrai, ripensando ai pochi momenti passati con quel ragazzo.

Cominciai a pensare,o meglio,a sperare che fosse stato Dylan ad accorgersi dei miei momenti con Daniel e che avesse cominciato a sentire gelosia o comunque un certo fastidio, ma mi sbagliavo.

<<Non secondo Beth. Continua a dire che dopo avervi presentati alla festa siete diventati inseparabili>>ridacchiò.

Lui rise, io mi disperai.

Tutte le mie speranze svanirono. Ma certo! Chi altro si sarebbe mai potuto inventare una certa sciocchezza?

Sapevo benissimo che non avrebbe mollato dopo la storia del misterioso ragazzo della festa ed ero anche sicurissima che avrebbe continuato a sbattere questa cosa in faccia a Dylan per cercare di avere una sua reazione.

Un reazione che però non sarebbe mai arrivata proprio perché lui mi vedere solo come la sua migliore amica. Il suo cuore era di Caroline, e il mio era suo.

Era tutto un casino, anzi un disastro.

<<Diciamo che...abbiamo un bel rapporto>> chiusi il discorso anche perché finalmente eravamo arrivati davanti alla porta della classe.

Entrammo e andai a sistemarmi al mio solito posto,poco distante da Dylan che così avrebbe potuto aiutarmi con i compiti di matematica. Non era il mio forte e mai lo sarà.

<<Potrei chiederti un favore? >> chiese ad un certo punto il mio migliore amico, facendomi salire la gelosia.

Sapevo benissimo di che cosa si sarebbe trattato.

<<Ho bisogno di sapere cosa ne pensa Caroline di me?>>disse sedendosi. <<Siamo usciti insieme ieri pomeriggio, e credo di aver passato la giornata migliore di tutta la mia vita. Ma non so se per lei è stata la stessa cosa! Sembrava leggermente in imbarazzo a fine giornata... >>

Fu in quel momento che sperai con tutta me stessa che Caroline avesse passato un pomeriggio noioso con Dylan e che avesse deciso di lasciarlo perdere. Ma allo stesso tempo speravo per il bene di quel ragazzo che stava seduto davanti a me,che le cose fossero andate bene e che Caroline si fosse divertita.

Sicuramente la seconda opzione era quella più probabile.

Dylan era diverso con le altre ragazze.

Si divertiva a prenderle in giro e a flirtare con loro,facendole ridere sempre e facendo anche battute squallide.

<<Ci proverò >>dissi quando il professore entrò in classe.

La lezione cominciò e io come sempre non riuscivo a capire niente.

Ogni volta che il professore scriveva p diceva qualcosa era come se stesse parlando una lingua completamente diversa dalla mia.

Numeri, formule e calcoli sono cose che non ho mai sopportato ed era proprio in quei momenti che speravo che matematica diventasse facoltativa per il bene degli studenti che avrebbero dovuto continuare in quella scuola.

<<Sanders, le andrebbe di venire alla lavagna per svolgere questo esercizio?>>chiese il professore, interrompendo i miei pensieri.

Non avevo per niente voglia di andare alla lavagna e soprattutto non volevo fare la strana cosa scritta alla lavagna.

Mi alzai dal mio comodo posto e mi indirizzai verso il professore.

Quando giunsi davanti alla lavagna,afferrai il gessetto e fissai i numeri. Non sapevo cos'altro fare.

Sicuramente non ero in grado di svolgere quella roba, e fingere di ragionarci sopra mi sembrava una cosa intelligente da fare.

<<Sanders?>>chiese il professore. <<Allora?>>

Scena muta.

La mia testa sembrava essersi completamente svuotata e l'unica cosa che riuscivo a vedere erano gli sguardi dei miei compagni puntati su di me. Gli sguardi di tutti, tranne quello di Dylan che sembrava particolarmente concentrato sul quaderno, o meglio, sul cellulare nascosto.

<<Questa cosa l'ho spiegata cinque secondi fa! È lo stesso identico esercizio, signorina Sanders. A quanto pare lei non ha prestato attenzione alla lezione e per questo passerà il suo pomeriggio in punizione>>disse arrabbiato.

In quattro anni di high school, non ho mai avuto problemi con gli insegnanti.

Nessuno aveva mai avuto il coraggio o il motivo per farmi trattenere al pomeriggio in punizione.

Non riuscivo a crederci! Non avevo neanche idea di dove si trovasse l'aula delle punizioni.

<<Può pure tornare al suo posto>>concluse il professore, seguito dal suono della campanella.

Meravigliso! Questa giornata non poteva andare peggio. Passai il resto della lezione a farmi gli affari miei.

Ormai mi ero rassegnata.

La matematica non l'avrei mai capita e perciò non sarebbe nemmeno valsa la pena di continuare ad ascoltare il professore fastidioso che, per mia grandissima sfortuna, continuava a fissarmi e a controllare che fossi attenta.

Usai la mossa del 'sorridi e annuisci' e per mia fortuna funzionò.

La giornata passò altrettanto velocemente,e arrivò il fatidico momento dell'ora di punizione da scontare. In quattro anni, mai avevo avuto un motivo valido per mettere piede dentro quella stanza, e ancora non riuscivo a credere che stesse succedendo sul serio.

Restai immobile davanti alla porta per qualche minuto,fino a quando il solito gruppetto di bulletti non si avvicinò ed entrò come se fosse una normalissimo corso che frequentavano tutti i giorni.

Presi un respiro profondo, ed entrai.

Non rimasi stupita quando le persone che trovai furono tutti i ragazzi che avevano ripetuto più e più volte lo stesso corso, ma rimasi a bocca aperta quando in fondo all'aula trovai il ragazzo nuovo, Daniel.

Capitava raramente che uno nuovo si mettesse nei guai dopo neanche una settimana che frequentava le lezioni.

Mi sorrise quando sollevò lo sguardo,e perciò decisi di andare a sedermi accanto a lui dato che non avevo per niente voglia di mettermi accanto a Spike e il suo gruppetto di ragazzi con delle noccioline al posto del cervello.

<<Non sembravi il genere di ragazza che si mette nei guai>> mi disse Daniel.

Ero abituata ad essere sottovalutata da Tayler, ma non immaginavo che anche il nuovo arrivato di fosse già fatto questa impressione di me.

<<Posso stupire le persone, sai?>>dissi ironicamente, appoggiando la borsa a terra e tirando fuori un qualsiasi quaderno.

<<Come mai sei finita qui?>>chiese.

<<Ho qualche problemino con il professore di matematica. Mi odia.>>risposi seria. <<Tu?>>

<<Mi hanno beccato a copiare durante la verifica di biologia. Non mi sono ancora messo a passo con lo studio, e speravo di riuscire a farmi suggerire qualcosa>>fece spallucce.

Mi stupii. Come aveva fatto a farsi beccare dalla professoressa di biologia? Nemmeno Tyler era mai riuscito.

<<Ma non importa! Recupererò prima o poi>>

Avrei tanto voluto avere la sua stessa sicurezza per quanto riguarda la matematica.

Il pomeriggio in aula non fu per niente noioso, anzi. Il professore che avrebbe dovuto tenerci d'occhio si era addormentato,lasciandoci così un'intera ora di nullafacenza.

Parlare con Daniel mi aveva aiutata a far passare il tempo più il fretta e ammetto che ero parecchio curiosa sulle cose che erano successe nella sua vita e quelle che l'aveva portato a trasferirsi in un luogo sconosciuto come Cannon Beach.

<< I miei genitori sono due persone molto importanti e conosciuti, e di certo non potevano permettersi che il loro figlio  ribelle li rovinasse la reputazione. Perciò hanno deciso di mandarmi qui ,per poter finire gli studi senza che una mia sospensione o altro possa fare tanto scandalo>> mi spiegò mentre stavamo passeggiando tranquillamente, calpestando ogni tanto le foglie colorate.

Era in quei momenti che mi sentivo particolarmente fortunata ad avere una madre in
grado di amarmi nonostante qualsiasi cosa brutta io facessi. Non sarei mai stata in grado di vivere con dei genitori che si vergognavano di me.

<< Mi dispiace...>> dissi.

<<Non fa niente! Ormai ci ho fatto l'abitudine...cosa mi sai dire di te?>> chiese.

<<Non ho molto da dire in realtà. Ho una vita monotona ,noiosa, odio questo posto e odio anche la scuola.>>lo feci ridere.

<<Wow>>commentò.

E avrei anche dovuto aggiungere alla lista la disgrazia di essermi innamorata del mio migliore amico. Quella era la ciliegina sulla torta.

<<Ora sì che ti conosco bene>>continuò a ridere.

<<Visto? Basta sapere poche cose per conoscermi>>continuai, ricambiandola risata.

Continuammo a passeggiare per un po' e lui mi chiese:<<Vai alla prossima festa di Clarisse?>>

<<Un altro punto da aggiungere alla lista delle cose che devi sapere di me : odio le feste>>ridacchiai.

Dopo lo schifo che avevo rischiato di bere alla festa si Clarisse,non avevo alcuna intenzione di rimettere piede dentro quella casa.

<<Cosa c'è di male? Ci divertiremo>>sorrise.

<<Ci divertiremo?>>chiesi sbalordita.

Mai in tutta la mia vita mi era capitato di essere invitata a una festa da un ragazzo,e ne rimasi sorpresa.

<<Sì. Così ti darò qualche indicazione sulle cose da bere e non sputerai tutto come l'ultima volta>>cominciò a ridere, e io lo seguii ricordando quella stupida serata.

In fondo non c'era niente di male ad andare alla festa con lui. Mi sarei divertita e avrei anche stretto amicizia con una nuova persona.

E poi, non vedevo l'ora di vedere l'espressione sul volto di Dylan quando mi avrebbe visto con un ragazzo che non conosce.

L'idea non mi dispiacque, perciò risposi:<<Solo se mi prometti che sarà diverte>>

<<Promesso>>disse.

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