'Bacialo. Bacialo. Bacialo.'
L'ultima ora scolastica arrivò anche troppo presto per i miei gusti, e fu proprio in quel momento che mi sarebbe piaciuto avere un'ora in più di lezione, solo per poter rimandare lo stupido allenamento con Clarisse. Ma chi me l'aveva fatto fare di diventare una cheerleader? Ah, si, mia madre. Lei e la sua voglia di vedermi percorrere la sua stessa strada...
"Ehi, biondina"gridò qualcuno dietro di me, mentre io camminavo con la testa da tutt'altra parte. Non riuscivo a smettere di pensare a Caroline e Dylan. Erano i miei due chiodi fissi! Sembrava che nella mia testa ci fosse spazio solo per loro due e la cosa mi faceva parecchio imbestialire.
"Lucy"qualcuno continuava ad insistere e quando mi fermai sul posto di colpo, le mie spalle toccarono il petto.
"Che diamine vuoi?"chiesi voltandomi e pentendomi della mia reazione non appena incontrai i suoi occhi verdi. In meno di un attimo, la sensazione delle sue labbra sulle mie cominciò a farsi sempre più chiara nella mia testa e senza volerlo, i miei occhi finirono sulla sua morbida bocca. Sentivo il mio cervello continuare a ripetermi 'Bacialo. Bacialo. Bacialo.' Avevo dei grandi problemi.
"Ti sei dimenticata il cellulare sul banco questa mattina e te l'ho riportato. Non te la prendere!"si difese.
Allungai la mano verso la sua e afferrai quell'aggeggio inutile.
"E poi...volevo anche chiederti scusa per questa mattina. Pensavo fosse la cosa giusta da fare! Insomma, la situazione era perfetta. Lui ci stava guardando mentre eravamo insieme e l'unica cosa che volevo fare era quella di baciarti! ...per il piano, ovvio! Mi dispiace"si scusò passandosi nervosamente le mani tra i capelli e continuando a guardarmi con quegli occhi chiari e perfetti.
Non sapevo cosa dire perché semplicemente non sapevo neanche cosa stesse succedendo dentro di me e che cosa pensassi veramente di quella situazione. Daniel mi aveva baciata per un motivo più che valido : aiutarmi a far ingelosire Dylan. E poi era stato anche un bel bacio proprio perché era inaspettato... 'Lucy, che problemi hai?' mi sgridai mentalmente. Però, allo stesso tempo, continuo a credere che abbia agito in modo scorretto! Ci saremmo almeno potuti mettere d'accordo, o qualcosa del genere, per evitare che ad assistere a quella scena non ci fossero troppe persone che non sanno farsi gli affaracci propri.
"Devo andare... Faccio tardi ad allenamento"mi allontanai con questa banalissima scusa.
Camminai velocemente con la speranza che non gli saltasse in mente di seguirmi, e per fortuna non lo fece. Non avrei saputo cosa dirgli per paura di dire la cosa sbagliata.
La mia testa era piena di strani pensieri e percorrevo i corridoi, ma era come se in realtà davanti ci fosse solamente un grandissimo schermo nero e fu proprio per questo che andai addosso a Beth, che gridò per lo spavento e mi fece tornare con la testa in questa scuola.
"Lucy, mi spieghi cosa stai combinando? DANIEL TI HA BACIATA QUESTA MATTINA?"ci mancava solo lei con i suoi scleri quotidiani. Amava ficcare il naso nelle faccende di cuore, soprattutto quando si trattava di me.
"Non serve che lo gridi"le dissi. Già la voce si stava spargendo troppo velocemente, non avevo bisogno che lei aiutasse a farlo.
"Raccontami tutto. Come è successo? Com'è stato? Sembra essere molto esperto in queste cose. Sa baciare bene? E..."continuò a farmi domande fino a quando non arrivammo in palestra. Pure io fui stupida dalla sua fantasia. Non sapevo che potessero essere fatte così tante domande per un singolo e inaspettato bacio.
"Beth, l'ha fatto perché Dylan ci stava guardando. Non per altro"cercai di zittirla, ma con questa mia risposta non feci altro che farla incuriosire ancora di più e accrescere la sua fantasia nelle domande.
Entrai nello spogliatoio, seguita dalla voce di Beth che cominciava a diventare davvero fastidiosa, e quando girai l'angolo per raggiungere il mio armadietto, improvvisamente tutte le ragazze si zittirono e puntarono il loro sguardo su di me.
"Ah si, mi sono dimenticata di dirti che ero talmente emozionata e felice per te che ho sparso un po' la voce in giro..."sussurrò Beth al mio orecchio, notando lo strano comportamento delle ragazze.
Avrei tanto voluto ammazzarla in quel momento. Pensavo che un semplice bacio come quello non sarebbe mai stato in grado di scatenare così tanta sorpresa nelle persone, e mi sbagliavo.
Alcune delle ragazze si avvicinarono incuriosite e la prima domanda che mi fecero fu:"Ma a te non piaceva Dylan?"
Tutti lo sapevano, tranne Dylan, e l'idea che in tutto questo tempo avesse semplicemente fatto finta di niente cominciò a farsi spazio nella mia mente. Non potevo e non volevo pensarci.
"Siamo migliori amici"risposi vagamente.
Per fortuna, in spogliatoio entrò Clarisse con la solita espressione scocciata e la voglia di torturarci. Credo che fu l'unica volta in cui ringraziai mentalmente quella ragazza.
"Allora, di là ci sono i ragazzi che si stanno allontanando. Non voglio vedere ragazze distratte, che sbavano, che fingono di stare male per potersi sedere in panchina e guardare i ragazzi...insomma, che per qualsiasi ragione non riescano a concentrarsi sul l'allenamento. Chiaro?" Gridò enfatizzando per bene quel 'chiaro'.
Mi cambiai velocemente e seguii le ragazze, pronta per quel lunghissimo allenamento di due ore e mezza. Anche tre, perché per qualche strana ragione Clarisse riusciva sempre a trovare una scusa per farlo durare di più.
Cominciammo con i soliti giri di corsa, i soliti addominali, ecc. Era particolarmente difficile però concentrarsi al cento per cento quando si sapeva che a pochi metri di distanza c'erano i bellissimi ragazzi della squadra di calcio che ridevano, scherzavano e si prendevano in giro a vicenda. Mi sarebbe piaciuto fare allenamento in un'atmosfera come quella, senza pressione e senza torture. Noi cheerleaders non eravamo così, purtroppo. Le ore di allenamento per noi erano momenti di tensione e di duro lavoro sia fisico sia mentale.
Mi capitava ogni tanto di lanciare qualche piccola occhiata in direzione di Dylan e ovviamente ne rimasi incantata : era bello vederlo felice e spensierato con Tyler, non aveva più quell'espressione tesa che al contrario aveva quella stessa mattina.
Poi, notai quel ragazzo dagli capelli scuri ricci e dagli occhi verdi fare flessioni insieme ad un altro ragazzo : Daniel era riuscito a farsi inserire nella squadra?
"Cinque, sei, sette, otto"gridò Clarisse per farsi sentire e cominciammo a perfezionare una delle tante coreografie che la stessa Clarisse aveva ideato.
Avevo tanti pensieri per la testa che non facevano altro che distrarmi, perciò sbagliai la coreografia e andai anche fuori tempo. La mia grandissima fortuna era che Clarisse era davanti a noi cheerleaders e girata di spalle, perciò non aveva visto la mia orribile esecuzione.
Dopo un'ora di allenamento intenso, Clarisse ci lasciò i soliti cinque minuti di pausa, e, cosa ovvia, le ragazze si sistemarono sulle panchina in modo da poter osservare i ragazzi che in quel momento stavano facendo una mini-partita tra di loro. Mi sistemai accanto a Beth e segui con lo sguardo quel pallone che continuava a rotolare avanti e indietro per il campo.
Il calcio era uno sport che in un certo senso mi affascinava e non mi sarebbe mai dispiaciuto far parte di una squadra femminile...se solo mia madre non avesse già programmato il mio futuro.
La palla entrò in porta e quando sollevai lo sguardo per vedere chi fosse stato a segnare il punto, incontrai quegli occhi chiari che erano puntati esattamente nella mia direzione. Sentii le mie guance tingersi immediatamente di un rosso molto vivace e mi voltai da un'altra parte, non essendo in grado di sostenere quello sguardo. Quel momento era stato particolarmente strano.
"Aw, Lucy. Ti sta guardando! Che dolceee"canticchiò Beth, facendomi arrossire ancora di più. "Ahi, Dylan se n'è accorto"
Quel 'Ahi' non mi piaceva nemmeno un po', e quando tornai a guardare la situazione nel campo, vidi Dylan guardare Daniel, ma non riuscivo a capire se provava ostilità o altro nei confronti del ragazzo dai cos capelli ricci.
"AVANTI SCANSAFATICHE , TORNATE QUI"incitò Clarisse.
Ricominciammo l'allenamento ripassando una delle coreografie più difficili, in cui tutte noi avremmo dovuto sollevare Caroline e lanciarla in aria per farle fare un'acrobazia speciale.
Partimmo proprio da questo punto e, qualche istante prima del salto, Caroline inciampò, gridando dal dolore.
Ci fermammo tutti, compresi i ragazzi del calcio.
Una persona in particolare percorse più di metà campo solo per raggiungere la ragazza dai capelli neri e per aiutarla a portarla in infermeria: Dylan.
Proprio così. Non l'avevo mai visto così tanto preoccupato per qualcuno.
La sollevò e la portò passo dopo passo dentro la scuola.
"Come faremo senza di lei? COME?"cominciò a disperarsi Clarisse.
Passai le ore successive a pensare a Caroline e aa Dylan. Odiavo ammetterlo, ma Dylan ne era davvero innamorato. Quello sguardo era la conferma a tutti i miei dubbi e capii che sarebbe stato difficile cancellare dalla sua testa quella ragazza così perfetta.
Quando finì allenamento mi cambiai in meno di due minuti, un record per me, dato che di solito dopo allenamento ci mettevo tanto tempo.
Raggiunsi l'infermeria e quando arrivai all'ingresso, vidi Dylan seduto su una delle sistemate in corridoio.
"Lucy"sussurrò alzandosi di scatto per avvicinarsi e abbracciarmi. Chiusi gli occhi e mi focalizzai su quel bellissimo e breve momento, in cui resto del mondo sembrava essere scomparso.
"Si è fatta molto male"disse allontanandosi. "L'infermiera dice che non sarà in grado di far parte delle cheerleader nella prossima partita"
E chi avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo a Clarisse?
"È così grave?"domandai.
"A quanto pare sì, si è presa una bella storta...sai, mentre eravamo dentro, in attesa dell'infermiera abbiamo parlato un po'. Mi ha detto 'Pensavo non ti importasse nulla di me' "confessò. "E non riuscivo a crederci. Si diverte così tanto a prendermi in giro? Mi preoccupo per lei, ed è così che mi ringrazia?"
Notai il suo sguardo perso, tormentato e non riuscii a trattenermi dal dire:"Credo che Caroline non ti stesse mentendo."
Dylan rimase a bocca aperta e io continuai :"Gira voce che lei voglia cercare di conoscerti. Non so se vuole una semplice amicizia o altro, ma questo è quello che dicono"
La tristezza venne immediatamente sostituita da uno sguardo pieno di speranza e di grinta. Mi piaceva vederlo così, anche se purtroppo la causa di tanta felicità non ero io.
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