•9•
"Siamo arrivati" urlo non appena entriamo in casa.
"Ehi ragazzi" dice mia madre venendoci incontro e abbracciandoci.
"Come state? Vi siete divertiti?" chiede poi.
"Tutto bene, ci siamo divertiti tantissimo" dice Alan "Ora scusate ma ho bisogno di andare a riposare un po'." salendo le scale per raggiungere la sua camera.
"Va bene, Sofi che ne dici ci sediamo a bere una cioccolata insieme ? Cosi mi racconti questi giorni in montagna" propone massaggiandosi il pancione
"Certo Mamma"
Dopo aver raccontato a mia madre questi giorni, ovviamente tralasciando qualche dettaglio, salgo di sopra a prepararmi per uscire.
Stasera andremo in un locale a bere qualcosa con gli altri. Mi asciugo i capelli in morbide onde, indosso una gonna nera e un top dello stesso colore, termino applicando il mascara alle ciglia e un rossetto nude.
Arriviamo al locale e raggiungiamo gli altri al tavolo. Marco non mi guarda nemmeno continuando a smanettare con il cellulare.
"Vado a prendere qualcosa da bere"dico ad Elisa prima di alzarmi per raggiungere il bancone, lei in risposta annuisce.
"Un mojito, per favore" dico rivolta al barista che due minuti dopo me lo serve.
"Grazie" lo ringrazio per poi prendere il cocktail e dirigermi verso il tavolo, ma vengo investita da un coglione che mi da una spallata che per poco non mi fa cadere il bicchiere.
"Ma che cazz... fai più attenzione" lo rimprovero
"Scusami, non ti avevo vista. Tutto okay? Ti ho fatto male?" mi dice con espressione dispiaciuta
"No no tranquillo" lo rassicuro
"Menomale. Comunque io sono Luca piacere" dice tendendomi la mano
"Sofia" dico stringendogliela
"Dovresti stare più attento" sento dire alla mie spalle da una voce che riconosco subito
"E tu chi saresti? Non ti intromettere" risponde Luca
"Sono quello che ti spaccherà la faccia se non ti volatilizzi tra tre secondi" dice avvicinandosi con aria minacciosa
Decido di intervenire
"Scusalo Luca" dico mettendomi tra i due "Marco è un mio amico che tende ad esagerare nelle sue reazioni, però adesso forse è meglio che vai"
"Va bene, spero avremmo modo di rivederci, Sofia. Ciao" mi saluta per poi allontanarsi mi giro verso Marco fulminandolo con lo sguardo per poi uscire dal locale infuriata.
"Sofia, Sofia" urla correndomi dietro
"Che cosa vuoi?" dico fermandomi
"Perché sei così arrabbiata?"
"Perché? Fammi pensare, forse perché per poco non hai aggredito un ragazzo senza motivo poco fa?"
"Era un coglione"
"Ah certo aggrediamo tutti i coglioni del mondo. Fantastico! Allora inizia a schiaffeggiarti."
"Non sei simpatica" mi risponde irritato
"Non sarai mica geloso?" chiedo
"No"
"Menomale. Perché tra noi non c'è niente, non vorrei che tu in-"
improvvisamente mi bacia interrompendo il mio discorso insinua la sua lingua fino a incontrare la mia. Mentre la sua mano dietro la mia schiena preme il mio corpo sul suo, facendo scontrare i nostri bacini.
"Parli troppo Bambolina" mi dice staccandosi dalle mie labbra.
"Tra noi non c'è niente, io ti odio"
"Anche io Bambolina" dice per poi ricongiungere nuovamente le nostre labbra in un bacio passionale carico di desiderio.
Il suono del mio cellulare interrompe il nostro bacio, così lo prendo leggendo il nome di mio padre.
"Pronto" dico
"Sofia stiamo andando in ospedale la mamma non si sente bene"
"Che cosa? O Dio mio, arriviamo subito" dico riattaccando
No, no, no. Non succederà niente ne a mia Mamma, ne alla piccola Giulia, non può essere, non so che farei se succedesse qualcosa a una delle due.
Sono in preda al panico mentre Marco mi guarda senza capire cosa stia succedendo.
"Mia madre è in ospedale dobbiamo andare" dico correndo dentro il locale per trovare Alan e avvisarlo.
Arriviamo in ospedale, corriamo per il pronto soccorso trovando mio padre nella sala d'attesa.
"Papà che è successo?" Chiede Alan avvicinandosi a lui
"Non lo so, vostra madre ha iniziato a dire che non sentiva la bambina muoversi da un paio d'ore così abbiamo deciso di venire in ospedale per accettarci che sia tutto okay"
Io sono sotto shock non riesco a muovermi la paura di quello che potrebbe accadere mi paralizza. Mi toglie il respiro.
"Sofia" mi chiama Elisa correndo per il corridoio e sedendosi al mio fianco. La guardo negli occhi, e mi rendo conto che lei ha già capito, quando il suo braccio mi avvolge le spalle e fa posare la mia testa sul suo petto. Ho bisogno di lei, che in silenzio ha compreso ogni mia paura. E restiamo cosi abbracciate, ad aspettare. Odio le attese, odio quest'ansia che prende pieno possesso di me, odio essere così impotente, non poter far niente tranne aspettare. Marco si avvicina a noi portandoci due cioccolate
"Grazie ma non mi va" dico prima di rifiutarla, non insiste e si allontana
Sono passate un paio d'ore e non abbiamo ancora notizie. Alan cammina avanti indietro per il corridoio dando di matto, mentre Marta prova a calmarlo.
"Ma è possibile non ci diano ancora nessuna notizia?" chiede al limite della sopportazione
"C'è il dottore" dice mio padre vedendolo arrivare per poi alzarsi
Mi alzo anche io, staccandomi da Elisa mi avvicino a sentire.
"Abbiamo dovuto fare un cesareo d'emergenza"
"Cosa? Ma non era ancora entrata all'ottavo mese, mancava ancora qualche giorno" dice preoccupato mio padre
"Lo sappiamo, ma non potevamo fare altrimenti, le condizioni della bambina erano critiche, se non intervenivamo subito le avremmo perse entrambe. Così l'abbiamo fatta nascere, sua moglie sta bene ma purtroppo alla nascita il cuore della bambina non batteva, abbiamo provato a rianimarla ma non c'è stato niente da fare, mi dispiace."
A quelle parole mi si annebbia la vista, la stanza inizia a girare e le gambe cedono, crollo. Quello che credo sia Marco mi afferra in tempo prima che mi scontrassi con il pavimento, per poi accompagnarmi alla sedia. Copiose lacrime rigano il mio volto, mentre continuo a ripetermi che non è così, che non può essere vero. Elisa viene ad abbracciarmi e io continuo a urlare a darle pugni sul petto, e a supplicarla di dirmi che non è vero, che è tutto un brutto sogno. Ma purtroppo non è così, è morta la mia piccola Giulia. Lei è morta prima ancora di scoprire veramente cos'è la vita.
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