Sofia pov's
Arrivo a casa mentalmente e fisicamente esausta ed esasperata. È tutto un gran macello e io non so che fare. Sbuffo mentre mi siedo sul divano in salotto
Inizio a pensare che forse ho sbagliato a tornare, forse la scelta più giusta sarebbe stata restare a Zurigo e crescere mio figlio li. Qui non sembra esserci più posto per me, per noi. Chiudo gli occhi mentre pensieri contrastanti continuano ad affollarsi nella mia mente.
"Rientrata prima?" sobbalzo e apro gli occhi sentendo la voce di mia madre
"Mi hai fatta spaventare! Finito prima al ristorante?" domando
"Si come te a quanto pare" afferma scrutandomi con sguardo inquisitore
"Già" confermo
"Come mai ? Successo qualcosa?" indaga intuendo che c'è qualcosa che non va
"No, tutto bene!" mento fingendo un sorriso
"E perché ho l'impressione non sia così ?Hai parlato con Marco?" mi chiede mettendo forse involontariamente il dito nella piaga
"No. Non del bambino almeno" mi correggo
"Sai che devi farlo. È suo figlio. Ha il diritto di saperlo" mi scruta con sguardo accusatorio
"Lo so Mamma. Pensi che io non lo sappia?" Sbotto "Ma non è facile. Ha un'altra cazzo. Non voglio che si senta in obbligo a fare qualcosa nei miei confronti solo per il bambino. Voglio prima capire se prova ancora qualcosa per me. Se c'è speranza per noi." abbasso lo sguardo sentendo pizzicare gli occhi a causa di lacrime che non ho la minima intenzione di versare
"Capisco quanto sia dura, ma se non è più così, dovrai accettarlo non puoi forzare qualcuno a provare dei sentimenti che non ha." mi sbatte in faccia una verità che in fondo ho sempre saputo anche io. Eppure fa male sentirselo dire, ma fa male pensare di non essere più nulla per lui.
"Il fatto è che dentro al mio cuore non penso sia finita." confesso
"Non importa se lo credi, devi solo accettarlo." asserisce
Le sue parole mi colpiscono come un pugno in pieno volto. Mi mettono al tappeto, e fanno vacillare in me quelle piccole speranze che mi tengono in piedi. Calde lacrime solcano il mio viso.
"Fa così male...Mamma." scoppio a piangere mentre mia madre mi stringe tra le sue braccia
"Hai sempre fatto la forte tu. Mi ricordo che da piccola quando cadevi, non piangevi mai. Nemmeno quando crescendo sono arrivate le prime batoste e delusioni. Anche dopo il tradimento di Andrea e le fine della vostra relazione tu non hai pianto, o almeno non davanti a noi, non hai mai mostrato il tuo dolore. Non ci hai mai dato la possibilità di starti accanto. Tu non piangevi mai. E poi dentro morivi, il mondo faceva male, la gente non era quella che ti aspettavi, non ti sentivi fiera di ciò che eri diventata. Ma hai imparato. Hai imparato che nascondere tutto dentro finisce per farti esplodere, hai imparato che permettere a tutti di farti del male non è il modo giusto. La tua vita, la tua felicità devono essere più importanti di ciò che le persone vogliono da te. Ognuno di noi vive una vita unica, non possiamo assomigliare ad altri e non possiamo essere ciò che gli altri vogliono." ho la testa poggiata sul suo petto mentre mi parla e mi accarezza i capelli. Mi sento piccola. È assurdo come proprio ora che io stia per diventare madre, sia riuscita dopo tanto tempo a sentirmi di nuovo figlia. A concedere a me stessa di esserlo ancora una volta.
"Urla se serve bambina mia. Piangi e libera il cuore. Piangi e libera le spalle delle responsabilità di cui ti sei fatta carico, del dolore che la vita ti ha inflitto. Piangi e libera gli occhi. Solo così potrai vedere cose nuove. Vedrai te stessa, quella che non vuoi diventare e quella che sei in grado di essere. E io sono certa che sarai in grado di essere una mamma meravigliosa, sicuramente migliore di me"
"Mam-ma" biascico tra le lacrime
"Si tesoro?" Mi chiede
"Ho molta fame" ammetto "Molta" chiarisco
Scoppiamo a ridere entrambe
"Il mio nipotino ha fame. Vi preparo subito qualcosa" dice prima di accarezzarmi il ventre e correre in cucina
Il giorno dopo
Il risveglio dopo una serata ricca di emozioni come quella di ieri è sempre traumatico. Allo stesso tempo però mi sento anche più leggera.
Probabilmente avevo bisogno di sfogarmi un po', di alleggerirmi, di lasciare andare attraverso le lacrime un po' delle preoccupazioni e delle paure che mi tengo dentro.
"Buongiorno!" esordisce mia madre piombando in camera
"Ti sei svegliata! Bene! Ti ho preparato la colazione di sotto. Preparati che oggi abbiamo appuntamento dalla ginecologa" mi ricorda
"Si. Mi preparo e Arrivo subito" le dico mentre mi posa un bacio sulla fronte ed esce dalla camera
A Zurigo avevo fatto le prime visite ma c'ho riflettuto e penso che continuerò la gravidanza qui, a prescindere da come andranno le cose con Marco.
Vivo di appuntamento in appuntamento oramai.
Il mese da quando ho scoperto di essere incinta per me è scandito da un unica e sola data... l'incontro con mio figlio, per sapere se è cresciuto, se sta bene, e per vedere quel suo cuoricino che batte insieme al mio.
Prima di partire ho passato giornate intere tra analisi del sangue, visite e controlli, e ne sono così felice.
Qualsiasi cosa che so di fare per lui e con lui è per me motivo di gioia immensa.
Ho da poco completato il quarto mese e sto decisamente bene.
Non si può spiegare la serenità che infonde il pensiero di avere una vita dentro di me.
Quando tutta questa situazione con Marco mi sembra più grande di me e penso di non farcela, mi ricordo che tu, piccolo/a, vivi dentro di me e una voce mi dice che tutto andrà bene.
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