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Sofia pov's

"... Hai organizzato tutto nei minimi dettagli senza pensare ai tuoi amici. Hai mai pensato quale reazione hanno avuto gli altri? E Ginevra? Te ne sei andata senza nemmeno salutarla..."

Continuo a ripensare alle parole di Marco mentre mi allontano da lui e rientro nel locale.

Gli altri...? Non avevo mai pensato a come potessero aver preso la mia partenza.

Quando mi avvicino al tavolo mi prendo qualche minuto per osservare i miei amici.

Giovanni e Ginevra sono intenti a guardare il cellulare, mentre Marta e Alan raccontano a Francesca di come si sono conosciuti. La piovra dai capelli biondi si alza non appena mi vede, dirigendosi verso la porta probabilmente intenzionata a raggiungere il suo ragazzo fuori.

Sposto la mia attenzione su Caleb e mi accorgo che mi stava già guardando, mi sorride appena come a volermi rassicurare.

La gentilezza e l'affetto di Caleb sono sempre stati un rifugio per me. Ho sempre sentito di avere il suo appoggio in ogni situazione.

Resto in piedi davanti al tavolo e faccio finta di tossire per attirare la loro attenzione. Nel frattempo sono rientrati anche Marco e la piovra. Il padre di mio figlio mi guarda confuso

Mi schiarisco la voce e inizio a parlare
"Vorrei parlarvi" asserisco

Ginevra sbuffa annoiata mentre gli altri mi fissano interrogativi in attesa che io prosegua

"Io so di avervi ferito, di avervi deluso, lo so, e questo mi fa stare male. Sono consapevole che anche per voi non è stato facile. Abbiamo tutti perso Elisa..." sospiro mentre sento il familiare nodo alla gola stringersi al solo pronunciare il suo nome

"Tutti... abbiamo dovuto fare i conti con la sua assenza.
Io l'anno scorso ho perso tutto. Me stessa. I miei sogni, le mie aspettative, le mie speranze, il mio futuro, la voglia di credere ancora in qualcosa, in qualcuno.
Non ho intenzione di chiedere scusa però. Non vi chiederò scusa per essermene andata. Non vi chiederò scusa perché per la prima volta ho scelto di essere egoista, ho scelto di pensare a me.
Perché in quel momento ero io ad aver bisogno di me. Ero io a dover trovare una strada per ricominciare.
Voi ora ce l'avete con me ed è questa la cosa che più mi addolora, senza il vostro affetto sento di aver perso l'unica cosa che contava.
Ci si può abituare a tutto, i momenti difficili passano, ma se provi veramente amore, affetto per qualcuno niente può cancellarlo in nessun modo. Ho capito una cosa importante in questi mesi, quella che chiamiamo CASA non è dove viviamo ma il luogo dove vogliamo tornare. E io sono tornata e spero di essere ancora in tempo." ammetto mentre sento una lacrima, un sola lacrima solcare il mio viso.

È vero me ne sono andata ma spesso ci vuole molto più coraggio ad andare via che a restare.

Non mi aspetto niente, nessuna risposta. Non posso pretendere niente da loro, come dal canto mio non posso fargli promesse. Non posso assicurargli che non me ne andrò di nuovo, che non li abbandonerò.

Non so ancora se resterò qui o tornerò a Zurigo. Non so ancora come si evolveranno le cose con Marco una volta che gli avrò detto del bambino.
Non so come sarà la mia vita tra qualche mese. Quello che so è che devo pensare a mio figlio e a nient'altro.
Farò tutto quello che riterrò opportuno per proteggerlo e far si che cresca sereno e felice, qualunque sia il costo. Anche a costo di rimanere sola, anche a costo di perdere i miei amici, anche a costo di non essere compresa e di essere giudicata male. A qualunque costo perché ne vale la pena, perché tutto è giusto quando hai qualcuno da amare incondizionatamente.

"Ci sentiamo" è l'ultima cosa che dico prima di voltarmi e incrociare gli occhi di Marco

E non mi sento giudicata dal suo sguardo, mi sento al sicuro, il suo sguardo sembra quasi uno scudo che mi protegge dal freddo di questo mondo.
C'è qualcosa di profondo tra di noi, una complicata sintonia silenziosa. È la capacità di volersi, è una complicità speciale che rende tutto un po' più difficile, ma estremamente unico.

Sto per andarmene ma Marco mi raggiunge alla porta e afferra il mio braccio. Un brivido.

Ecco cosa provo mentre la sua mano stringe il mio braccio. Stringe forte ed è in questo momento che capisco che tutto ciò che provo per lui, non potrei provarlo con nessun altro.

"Ti accompagno!" asserisce con un tono che non ammette repliche

Sto per rispondere quando ci raggiunge anche Alan stringe la presa intorno alla mano di Marco avvolta al mio braccio. Per poi rivolgersi a me

"Ti porto a casa io" ringhia furioso continuando a guardare Marco 

Mi libero il braccio
"Torno a casa da sola" dico a entrambi
"Alan stai tranquillo, va tutto bene ho bisogno di fare due passi per conto mio" mi rivolgo a mio fratello e accenno un sorriso per tranquillizzarlo prima di buttare un ultima occhiata a Marco e andare via.

Ci sono momenti in cui non so nemmeno più io chi sono o cosa voglio e quelli sono i momenti peggiori, perché mi sento come se non capissi più nulla, come se tutti avessero risposte alla propria vita tranne me e non mi va nemmeno di sbirciare tra i loro pensieri o i loro obiettivi, perché so che starei peggio, mi sentirei ancora più persa.

Arrivo a casa, non vedo l'ora di andare a letto. Quanto è bella la sensazione di mettersi a letto dopo una lunga giornata. Spogliarsi di ogni barriera, posare le armi e rilassare le spalle.

Ed è nel buio rilassante della mia camera che si rinchiudono i miei sfoghi. Perché dico tanto, e parlo sempre di come orgogliosamente me ne sono andata.
Ma se mi guardo dentro davvero, so di aver dovuto voltare pagina, ma so che avrei voluto restare.

Le mie paure avevano bisogno di tempo. Mi serviva solo il coraggio di ricominciare.
Una cosa è certa non voglio più avere paura di mostrare quello che sento.

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