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In ritardo come al solito finisco di truccarmi, mi affretto a indossare i tacchi mentre Marco mi sta aspettando giù già da dieci minuti.

Prendo la borsa e mi do un ultima occhiata allo specchio. Ho deciso di indossare una gonna di pagliette e una camicetta bianca con dei tacchi dello stesso colore della gonna.

Scendo le scale e saluto i miei prima di chiudermi la porta alle spalle e avviarmi verso Marco che mi sta aspettando affianco all'auto.

Sento il suo sguardo addosso, l'unico sguardo che riesce a farmi sentire bella.

Continua a scrutare ogni centimetro del mio corpo e io faccio lo stesso con lui. Indossa una camicia nera e un pantalone dello stesso colore che fascia le sue cosce sode. È bellissimo.

"Wow, sei bellissima" mi dice prima di aprire la portiera per farmi salire

"Lo so" gli rispondo saccente mentre mi siedo in auto

"Sempre la solita" ribatte sorridendo e alzando gli occhi al cielo

Mette in moto e partiamo verso una meta a me sconosciuta. Ma non mi importa dove, voglio solo passare questa notte con lui. L'ultima insieme.

Abbasso i finestrini a causa del caldo ed il vento fa svolazzare indietro i miei capelli. È una sensazione bellissima. Marco accende la radio e poggia la mano sulla mia coscia.

Incastro il mio sguardo al suo e gli rivolgo un sorriso. Alzo il volume della radio e inizio a cantare con il vento tra i capelli mentre sfrecciamo per le strade di Chicago. Una ventina di minuti dopo arriviamo a destinazione. Scendo dall'auto incantata dal panorama che si estende davanti i miei occhi. Il mare e la spiaggia illuminata da una scia di candele che segna un percorso che non so dove porti ma non vedo l'ora di scoprirlo.

Emozionata e curiosa scendo dall'auto, Marco mi raggiunge e intreccia la sua mano alla mia, e io lo lascio fare. Solitamente gli avrei impedito tutti questi atteggiamenti da "fidanzatini" e avrei imposto dei paletti, ma non questa sera. Questa sera voglio viverlo, senza paura, senza pensare. Questa sera non voglio ascoltare la me razionale ma voglio farmi trasformare dall'emozioni, dalle sensazioni. Voglio godermi ogni singolo momento di questa notte con lui.

Cosi mi tolgo i tacchi e mi incammino con lui attraverso il percorso indicato dalle candele.

Dopo un paio di metri troviamo un cartellone con una frase scritta guardo Marco al mio fianco mentre mi sorride per poi leggere ad alta voce le parole scritte sul cartellone

"L'avevo capito subito sai?
Mi sono bastate poche semplici parole e qualche battuta per non avere dubbi che tu eri diversa.
Diversa da tutti."

Proseguiamo e troviamo un'altro cartellone che Marco si affretta a leggermi

"Tu, capace di donarti tutta, ma anche di chiuderti a riccio per una parola sbagliata.
Hai la paura dentro e, col sorriso, vuoi celare quella malinconia dagli occhi."

Gli occhi iniziano a pizzicare a causa delle lacrime che minacciano di uscire

Dopo pochi metri eccone un'altro

"Sei tanto, sei troppo.
E mi piaci tanto e mi piaci troppo.
Non sei da mezze misure tu."

Ed ecco che sento il cuore spezzarsi. Mi sento cosi in colpa se penso che domani me andrò e lui nemmeno lo sa. Perché sono una codarda che non ha nemmeno le palle di dirglielo. Non lo merito, uno come lui non lo merito.

Continuiamo e ne troviamo un'altro

"E io ti temo sai?
Perché io, dopo il primo "ciao"
l'avevo capito che, di una come te, ci si può ammalare per sempre"

Lentamente alcune lacrime scappano al mio controllo scorrendo sul mio viso. Lui mi avvolge in un abbraccio mentre io nascondo la testa nell'incavo del suo collo e inspiro il suo profumo familiare e rassicurante. Mi mancherà così tanto.

Si stacca leggermente e prende il mio volto tra le mani per poi asciugarmi le lacrime

"Ti prego non piangere. Sorridi, che sei ancora più bella quando lo fai. Buon compleanno bambolina"
dice per poi uscire dalla tasca una scatola blu e porgermela

Prendo la scatola e la apro. Resto a bocca aperta nel vedere cosa contiene: una collana con un ciondolo a forma di luna.

"Ti ho conosciuta che ne avevi già
passate tante. Troppe, per una persona sola. E chiunque al tuo posto avrebbe già mollato
da un pezzo. Ma tu no. Tu fai parte di quelle persone
che più le butti giù.
Più si rialzano forti. Più è buio, più forte brillano. È così quando ho visto questa collana ho subito pensato a te. Che sei stata luce e come la luna hai illuminato anche le notti più buie."

Lo guardo senza trovare le parole da dire, mentre mi sorride e si morde il labbro in imbarazzo. Non resisto e lo bacio.

Ci stacchiamo per riprendere fiato

"Grazie... per tutto" lo ringrazio profondamente colpita da tutto quello che ha fatto per me

"Aspetta a ringraziarmi bimba, le sorprese non sono ancora finite"

Mi afferra la mano e riprendiamo a camminare

Inizio a vedere delle luci, man mano che proseguiamo inizio a distinguere delle sagome.

Ci avviciniamo e... non posso credere ai miei occhi. Alan, Marta, Ginevra, Giovanni e Caleb sono lì. Ci sono due tavoli colmi di cibo e bibite, festoni e un dj che al mio arrivo inizia a suonare.

Tutti i miei amici
urlano all'unisono "SORPRESA" prima di venire ad abbracciarmi uno a uno

Sorrido felice e sorpresa da quello che hanno preparato per me.

"Grazie ragazzi è tutto bellissimo"li ringrazio commossa

Marco si avvicina a me poggiando il suo braccio sulle mie spalle

"Balliamo ?" mi chiede

Annuisco prima di allacciare le braccia intorno al suo collo mentre lui poggia le mani sui miei fianchi e mi stringe a sé

Nascondo la testa nell'incavo del suo collo e chiudo gli occhi mentre balliamo sulle note di Fix you dei Coldplay

Mi lascio trasportare da lui, mi abbandono tra le sue braccia, l'unico posto in cui io mi sia mai sentita a casa.

All'improvviso la musica si blocca noi ci stacchiamo mentre tutti iniziano a cantare in coro la classica canzoncina che più odio al mondo.

"Tanti auguri a te, tanti auguri
a te..." canta Marta mentre si avvicina con una torta seguita da Alan

Maschero il mio imbarazzo con un sorriso di circostanza mentre mi guardo intorno sperando che questo tormento finisca in fretta

"Devi spegnere le candeline" mi ricorda Alan

Già... le candeline. Devo esprimere un desiderio.

Tra tutti gli occhi di tutta la gente che mi sta intorno a me vengono in mente i suoi. Quelli di Elisa. Chiudo i miei e provo a vedere se ancora me li ricordo a memoria
gli occhi suoi che un giorno si è portata via senza avvisare e
che quest'anno non sono potuti starmi attorno nemmeno al mio compleanno.

Guardo la mia mano come se da un momento all'altro lei possa arrivare e stringermela come era solita fare mentre io spegnevo le candeline.
Osservo le persone intorno a me per poi tornare a guardare quelle candele che aspettano solo di essere spente. Prendo coraggio inspiro profondamente, chiudo gli occhi e soffio su di loro spegnendole.

Quando ho spento le candeline è stato tutto un po' fantastico,
tutti sorridevano e io ho trattenuto il fiato per un po' prima di lasciarlo andare
avevo così tanti desideri in testa da non riuscire a esprimerli tutti
e almeno la metà riguardavano lei,
e sono stata un po' felice
in quel momento un po' speciale che in fondo mi piace.
Quando ho spento le candeline
ho sentito un vuoto
grosso quanto una voragine che mi suggeriva qualcosa,
che mi ricordava -guarda che qualcosa manca-.

Quando ho spento le candeline spero che mi hai guardato da dove stai.
Quando ho spento le candeline sono rimasta ferma lì e ho riso insieme agli altri, e magari sono sembrata presente, veramente,
ma una parte di me era dove stai tu perché era con te che volevo essere.

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