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"Ciao mia piccola Giulia... Sono io, tua sorella. Come stai? Dove sei?
Ho immaginato tante volte il tuo volto quando eri ancora dentro il pancione, fantasticavo sul nome da darti e non vedevo l'ora di vedere i tuoi occhi, di sapere che colore avessero, di vedere il tuo volto, di stringerti a me, di baciarti la fronte,
non vedevo l'ora di cambiarti i pannolini, di farti il tuo primo bagnetto, di cantarti la ninna nanna per farti addormentare, di sentire il suono della tua voce, ero così curiosa di sapere quale sarebbe stata la tua prima parola, non vedevo l'ora di aiutarti a fare i primi passi e poi vederti camminare sulle tue gambe da sola, di accompagnarti al tuo primo giorno di scuola, e poi sentirti parlare delle tue prime cotte mentre Alan si sarebbe arrabbiato, perché lo sai è proprio un gelosone.
Non vedevo l'ora di aiutarti a scegliere cosa mettere per il tuo appuntamento,  non vedevo l'ora di crescerti, non vedevo l'ora di viverti.
Avrei voluto proteggerti, difenderti e pian piano insegnarti a camminare da sola mentre io ti avrei guardato da lontano senza intralciare la tua vita e le tue scelte. Ma tutto questo non è stato possibile, ci è stato negato, penso a come sarebbero andate le cose se tu non ci avessi lasciato, a quante cose sarebbero state diverse, più felici.
E invece no, adesso dobbiamo combattere per rimetterci in piedi,
combattere per trovare la forza necessaria per sopravvivere a questo dolore, che ci toglie il respiro. 
Adesso che il silenzio ha preso il posto del battito del tuo cuore, adesso il silenzio è diventato vuoto. Ma questo cuore che ti ha voluto tanto bene, non smetterà mai di battere per te. Ogni volta che guarderemo il cielo, le sue nuvole e le sue stelle, non dimenticheremo che ci sei. Ora e sempre. Perché continuiamo ad aspettarti. Ti stiamo aspettando con le tue scarpine rosa e il tuo ciucco in mano. Sognando le tue prime parole, i tuoi primi passi, il tuo primo sorriso, il tuo primo amore, sognando una vita con te. E tu, tu sei stata una piccola guerriera, una piccola guerriera che però non c'è l'ha fatta, una piccola guerriera che vive in noi. Che veglia su di noi, una piccola guerriera che amiamo alla follia. Sei la nostra rosa Bianca mai sbocciata, la nostra luce, la nostra piccola stella, la nostra speranza.
Vola piccola mia, ridi, sogna, gioca, canta, incanta, scopri, ama.
Con amore infinito la tua famiglia" termino il mio discorso in una chiesa gremita di persone che applaudono, mentre io continuo a fissare quella piccola bara bianca e a versare silenziose lacrime, sentendo in sottofondo solo le urla di mia madre, una madre a cui è stato strappato un pezzo di cuore. Elisa viene ad abbracciarmi ed è tra le sue braccia che mi permetto di crollare, lascio che si prenda parte di quel dolore che mi sta soffocando, che mi sta inghiottendo lentamente, lascio che mi aiuti a lottare, che mi aiuti a rimettermi in piedi. Il dolore è sordo, non ha parole, una logica, ne un tempo per essere vissuto. È un fulmine che ti attraversa senza pietà. Ti stordisce lasciandoti in balia del suo tormento. Sta a te scegliere se reagire o venirne inghiottito. E forse io ho ancora bisogno di tempo, di piangere ancora guardando il cielo, immaginandoti dondolare sull'altalena dell'universo, mentre giochi con i pianeti, ti immagino dipingere Marte con i colori del mare, prendere a calci questa terra come fosse un pallone. Ti penso, ti immagino, sigillata nel mio cuore a pezzi. tra il caos dei miei pensieri, tra gli stralci della mia anima. Ti immagino dentro i miei occhi che non hanno avuto il coraggio di guardarti, troppo fragili.
Usciamo dalla chiesa lasciando volare mille palloncini bianchi nel cielo sperando che possano raggiungerla ovunque lei si trovi.

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