5.


Era stata abbastanza difficile per lui, ma anche quella aveva superato. Lui studiava a casa e le cose le aveva ricordate perfettamente.
"Sei stato bravissimo, Kyoujurou."
Trillò felice Kanjori al suo fianco. I tre stavano uscendo fuori la scuola. Le lezioni ormai erano finite e doveva ritornare a casa per preparare il pranzo a suo fratello. Lui rientrava più tardi.
"Era difficile quell'equazione, nemmeno io, con il mio fascino, sarei riuscito a risolverla."
Aggiunse Uzui, grattandosi il mento.

"È stata solo fortuna."
Sussurrò il biondo.
I tre si separano appena fuori al cancello della scuola e si salutarono.
Rengoku prese la strada per casa sua, il marciapiede che portava verso il suo appartamento. Senjiuro doveva ritornare a momenti, aveva tutto il tempo di mettersi comodo e preparare qualcosa di veloce per entrambi.
Si mise sul lato della strada, stringendo tra le dita le cinghie dello zaino e si guardò intorno.
Dall'altro l'atro della strada, sul marciapiede opposto, riconobbe Hakuji.
Gli inconfondibili capelli chiari e gli occhi azzurri che si guardavano intorno mentre era sul ciglio della strada ad aspettare che le macchine si fermassero per poter attraversare.
Il biondo, non riuscì a capire per quale motivo, si fermò lì in mezzo al marciapiede come se stesse attendendo che l'altro attraversasse la strada per raggiungere il marciapiede dove si trovava lui.
I loro occhi si incrociarono, per un istante. A quel punto Rengoku fece un sorriso e alzò la mano, ma mentre fece per salutarlo lui distolse lo sguardo e prese direttamente la direzione opposta.
Lui...non capiva perché si comportasse in quel modo. Si sentì male, ma cercò di non pensarci. Fece un sospiro e riprese a camminare verso casa sua. Giunto all'abitazione, entrò dentro facendo girare le chiavi nella toppa di casa e chiuse la porta alle sue spalle.
Buttò lo zaino sul divano all'ingresso e andò verso la stanza dove si spogliò.
Prese dei vestiti più comodi, una canotta bianca e dei pantaloncini più scuri, dopodiché mise a caricare i suoi apparecchi acustici.
Poi si mise ai fornelli. Sia per lui che per suo fratello fece del riso bianco con i gamberetti. Ovviamente Kyoujurou non era bravo così come lo era l'altro, ma comunque si sforzava per cucinare qualcosa di decente. Mise il riso sul tavolo, dopo aver preparato tutto, nel momento in cui sentì la porta aprirsi. Vide con la coda dell'occhio il minore entrare, gettare lo zaino sul divano. Aveva il viso corrucciato: sentiva fosse successo qualcosa.

'cosa è successo ?'
Mimò il maggiore con le dita. L'altro scosse la testa.
'nulla. Il professore è uno stronzo. Non lo sopporto più.'
Il viso del maggiore si corrugò a sua volta, non tanto per la frase quanto per la parolaccia che aveva appena detto.

'hey, stai tranquillo. Tutti sono così.'
Mimò Kyoujurou,.poi fece.
'dai, vieni a mangiare che ho preparato riso e gamberetti.'

Il volto di Senjiuro si illuminò. Era felice. Il suo cibo preferito.
Si sedettero vicino al tavolo e mangiarono in silenzio.

Quando ebbero finito.
Il più piccolo andò nella sua stanza, aveva detto che doveva studiare per un compito che il professore "stronzo" aveva messo per il giorno successivo, quindi sapeva che non voleva essere disturbato siccome avrebbe sicuramente passato tutta la giornata a studiare.

Il biondo invece, tornò nella sua stanza. Prese gli apparecchi e se li mise alle orecchie, poi andò verso l'armadio e tirò fuori la sua divisa profumata e pulita. Lavorava in un bar, all'angolo della strada "hashira's bar" e faceva solo part-time.  Il suo datore di lavoro sapeva come viveva quindi gli aveva concesso questa grazia di farli lavorare solo il pomeriggio, mentre la sera si concedeva lo studio, poi la sua routine incominciava daccapo.

Indossò la divisa e partí per il lavoro.

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