Anime Stellate

Nonostante la malattia continuasse a farsi sentire con prepotenza, Claudia e Nicolas riuscivano a trovare momenti di gioia e intimità che mantenevano vivo il loro legame. I giorni erano scanditi da piccoli gesti: un sorriso, una carezza, una parola di conforto. Tuttavia, Nicolas portava dentro di sé il peso crescente della consapevolezza che il loro tempo insieme stava lentamente finendo.

Un pomeriggio di fine estate, mentre Nicolas dipingeva nel suo studio, illuminato dalla luce calda del sole che declinava, Claudia lo raggiunse, camminando con fatica ma con quella determinazione che non aveva mai perso. Si sedette su una sedia vicino al suo cavalletto e osservò in silenzio la tela su cui stava lavorando. Era un dipinto che Nicolas aveva iniziato mesi prima, ma non riusciva a finire. Raffigurava una figura femminile che fluttuava in uno scenario etereo, ma il volto della donna era lasciato incompleto, come se Nicolas non trovasse il coraggio di completarlo.

Claudia lo osservò a lungo, poi si girò verso di lui, i suoi occhi stanchi ma curiosi. "Perché non hai finito questo quadro?" chiese, la voce bassa ma ferma.

Nicolas abbassò lo sguardo, guardando la tela con malinconia. "Non ci riesco," ammise con un sospiro. "Ogni volta che provo a completare il volto, qualcosa mi blocca. Forse ho paura di quello che rappresenta."

Claudia gli sorrise dolcemente, come se comprendesse il suo tormento senza bisogno di ulteriori spiegazioni. "Ti capisco," disse, sfiorando con delicatezza il bordo della tela con le dita. "Ma prima che me ne vada, vorrei vederlo finito. Sarebbe un regalo per me. L'ultimo."

Quelle parole colpirono Nicolas profondamente. Sapeva quanto Claudia amasse quel dipinto, e il pensiero di non essere riuscito a completarlo lo faceva sentire in colpa. "Te lo prometto," rispose infine, con la voce carica di emozione. "Lo finirò. Per te."

Claudia sorrise, soddisfatta della sua promessa, poi si alzò con lentezza, prendendo la mano di Nicolas. "Vieni," disse. "Ho voglia di vedere le stelle stasera. Non sappiamo quante altre notti avremo per farlo."

Quella sera, Nicolas e Claudia si sedettero sul piccolo balcone del loro appartamento, avvolti da una coperta mentre la notte avvolgeva la città in un abbraccio silenzioso. L'aria si era fatta più fresca, preludio all'autunno imminente. Il cielo, limpido e scuro, era una distesa di stelle che brillavano come piccoli diamanti. Nicolas guardava il cielo, ma i suoi pensieri erano rivolti a Claudia, al tempo che stavano condividendo e a quello che si stava

esaurendo. Claudia lo osservava in silenzio, poi si avvicinò e gli sussurrò, con un tono leggero ma pieno di significato: "Sai, Nicolas, ho sempre pensato che le stelle fossero gli occhi delle nostre anime."

Nicolas si voltò verso di lei, sorpreso dalla profondità di quelle parole. "Gli occhi delle nostre anime?" ripeté, curioso.

Claudia annuì, il suo sguardo perso nel cielo stellato. "Sì, è come se ogni stella fosse un'anima che veglia su di noi. Quando qualcuno ci lascia, non scompare davvero. Diventa una stella, e continua a brillare, a guardarci da lassù. Non pensi sia una bella idea?"

Nicolas la guardò, commosso da quella visione così poetica e piena di speranza. "Sì, è una bellissima idea," rispose dolcemente. "E allora, se è così, tu sarai la stella più luminosa di tutte."

Claudia sorrise, stringendosi ancora di più a lui. "Voglio credere che, quando non sarò più qui, potrai guardare il cielo e trovare sempre la mia luce tra quelle stelle. Sarò lì, a vegliare su di te."

Nicolas, sopraffatto dall'emozione, sentì il cuore stringersi. Non riusciva a immaginare un futuro senza Claudia, eppure, sapeva che doveva prepararsi all'inevitabile. L'idea che lei potesse diventare una stella, un'anima luminosa nel cielo, gli dava un minimo di conforto. "Ti prometto che ti cercherò ogni notte tra le stelle," sussurrò, mentre una lacrima silenziosa scivolava lungo la sua guancia.

Claudia lo baciò dolcemente sulla guancia, asciugando quella lacrima con il pollice. "Lo so che lo farai," disse con un sorriso lieve. Poi, con voce più bassa, aggiunse: "E ricorda, Nicolas, non smettere mai di dipingere. Non importa quanto sarà difficile. La tua arte è il tuo modo di vivere, e io voglio che continui a creare, anche dopo che me ne sarò andata."

Quelle parole si fissarono nel cuore di Nicolas come una promessa sacra. Sapeva quanto fosse importante per Claudia che lui continuasse a vivere, a dipingere, a esprimere se stesso attraverso l'arte. Anche se l'idea di perderla lo distruggeva, sapeva che doveva trovare la forza per onorare il suo desiderio.

Mentre la notte avanzava e le stelle continuavano a brillare sopra di loro, Nicolas ripensava a tutto ciò che avevano vissuto. Capì che la sofferenza di cui aveva parlato l'ombra nel sogno era concreta, ma era pronto a lottare con Claudia, a darle tutto il sostegno di cui aveva bisogno. Claudia si addormentò tra le braccia di Nicolas, serena, mentre lui restava sveglio a guardare il cielo, cercando di imprimere nella mente ogni momento, ogni dettaglio di quella serata.

Prima di addormentarsi anche lui, Nicolas prese il telefono e compose un numero. Rispose suo padre. "Papà," disse Nicolas con voce stanca, "vorrei che tu venissi a trovare Claudia. Non sta bene, e vorrei che la conoscessi meglio."

Ci fu un attimo di silenzio dall'altra parte della linea. Poi, la voce del padre, stranamente più morbida del solito, rispose: "Vengo domani, Nicolas. Vengo domani mattina."

Forse, pensò Nicolas, non era troppo tardi per cambiare le cose, almeno un po'. Mentre la notte avvolgeva il mondo nel suo silenzio, Nicolas capì che quel momento sotto le stelle sarebbe stato uno degli ultimi che avrebbe condiviso con Claudia. Ma la sua promessa di completare il quadro, e di cercare sempre la sua luce nel cielo, lo teneva ancorato a una speranza che, nonostante tutto, non si spegneva.

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