Capitolo 2
"We'll find out what we're made of
When we are called to help out friends in need
You can count on me like one, two, three,
I'll be there"
🎵"Count on me "- Bruno Mars
BRENT
🗓️23 Agosto 2023
🕒13:30 del pomeriggio
"Assolutamente no, sei impazzito per caso?", questa fu la prima risposta che fuoriuscì dalla bocca di Mia, dopo che finii la mia spiegazione sul perché avessi convocato tutti i miei amici in una stanza d'ospedale in pieno Agosto, davanti ad una parete piena di linee e scritte incomprensibili.
Mia, Sky e Maddy erano sedute sul letto e continuavano a guardarmi come se fossi pazzo; Mia, come temevo, era quella che faceva più resistenza di tutti. Si alzò in piedi improvvisamente facendo muovere la lunga chioma scura mentre la luce del sole che entrava dalle persiane si rifletteva sulla maglietta rosa a maniche corte che indossava illuminandole i grandi occhi nocciola.
"Ci dici cosa è successo davvero? Oggi avevi la visita con la dottoressa e te ne esci con questa follia? E' successo qualcosa non è vero?". Le sue parole furono come un pugno allo stomaco, non ero stato effettivamente chiaro con i miei amici riguardo alle dinamiche della mia giornata, avevo raccontato loro solo del diario lasciatomi da un anonimo, dell'invito che avevo trovato al suo interno e della conseguente idea che mi era venuta e che li vedeva coinvolti tralasciando quello che mi aveva detto la dottoressa. Non volevo tenerli all'oscuro, ma se avessero saputo la verità non avrebbero mai acconsentito, ed era ormai di vitale importanza per me riuscire ad attuare la mia idea.
"Tesoro, siediti, lascialo spiegare", la rassicurò Sky in tono calmo passandosi una mano tra le ciocche del suo caschetto rosa pastello, unico colore che risaltava tra i jeans neri strappati e le fedeli Dottor Martens borchiate che indossava. Mia la fulminò con lo sguardo e sbottò: "Certo, acconsentiamo ad un'altra follia, forse potrebbe finire anche meglio dell'altra volta". La mia volontà ferrea vacillò per un attimo davanti al suo sguardo che mi implorava di cambiare idea. Mia era la più responsabile tra tutti noi, quella che seguiva sempre le regole e faceva tutto come avrebbe dovuto essere fatto, quella che cercava di proteggerci sempre.
Le sue parole però non erano riferite solo a me. Boe, che era seduto a cavalcioni sulla sedia della scrivania vicino alla porta, strinse lo schienale così forte che gli si sbiancarono le nocche,
"Brent, forse Mia ha ragione, non è una buona idea considerando come stanno le cose", quando pronunciò quelle parole fu come se una grande pietra mi stesse cadendo sulle spalle.
Io, Boe e Mia ci conoscevamo dalle elementari e Boe era il mio migliore amico da allora, mi aveva sempre seguito nelle mie follie e non si era mai tirato indietro, anche se questa volta ero consapevole che lo stesse facendo per superare il suo senso di colpa.
Per fortuna Ridley prese parola, "Boe lo sappiamo tutti perché dici così, non riapriamo qui quell'argomento. Fece una pausa e spostò i grandi occhi verdi, che si intonavano con la felpa che indossava, su Mia dicendole: "Ha già chiesto scusa", sentenziò accentuando l' ultime parole. Quando Ridley accavallò le gambe, notai gli angoli di un piccolo libro tascabile uscire dalla tasca della felpa; sin da quando lo avevo conosciuto non lo avevo mai visto senza un libro con sé.
Mia sgranò gli occhi e cercò aiuto alla destra di Ridley, dove era seduta Maddy. quest'ultima non aveva spiccicato parola dall'inizio del mio discorso e continuava a giocare con i riccioli ramati che le ricadevano sulla macchina fotografica che teneva al collo, sua fedele compagna di ogni giornata. Quando percepì gli occhi di tutti su di se, alzò lo sguardo verso Mia, poi guardò Boe, Ridley e infine me. Le sue iridi come una fotocamera in attesa di immortalare il momento , si posarono sul muro alle mie spalle per qualche secondo e disse: " I posti che hai scelto hanno un significato vero Brent? Mi ricordo di quello lì" e nel dirlo indicò con il dito su punto della mappa, "Non so come non l'abbia notato tu Rid, è una mappa, segna dei punti precisi, quello è...", Ridley si voltò verso di lei, fece un mezzo sorriso e annuì, speravo che Ridley avrebbe riconosciuto quel posto.
Avevo conosciuto Ridley alle scuole medie grazie ad un'ora di punizione che io e Boe eravamo stati costretti a scontare per aver rubato il parrucchino al nostro odioso insegnante di matematica, mentre Ridley per essere stato beccato a leggere durante la lezione. Maddy e Sky invece, si erano unite al nostro gruppo un anno presentate da Mia. Presi la palla al balzo per dire qualcosa in mio favore: "Ragazzi, siete i miei migliori amici e le persone a cui tengo di più, lo che può sembrare un'idea folle ma dovete fidarvi di me, e Maddy ha ragione, quella che vedete sul muro è una mappa e segna tutti posti importanti per ognuno di voi. Il prossimo anno andremo al college, questa potrebbe essere l'ultima occasione per vivere un'avventura tutti insieme".
"Li hai scelti per noi, vero fratello?", prese la parola Chic che risaltava nella sua camicia verde fosforescente con disegni di foglie di Cannabis seduto accanto a Teddy che, con i suoi abiti dai toni scuri e oversize, era il suo completo opposto.
Chic adorava indossare le camicie dalle stampe più strane e disparate, da quelle più semplici con i fiori hawaiani a quelle più particolari con i pupazzi di neve che facevano surf, a guardarlo infatti poteva facilmente passare come un surfista di Malibu con i suoi capelli lunghi e la carnagione abbronzata. Io annuii, sapevo che aveva riconosciuto un punto preciso, una meta che voleva raggiungere da tempo, "Ma, parliamoci chiaro ragazzi, non so chi abbia lasciato il diario né perché, ma è un segno, un invito a vivere i sette giorni più belli delle nostre vite facendo qualcosa di importante", Chic sorrise mentre Teddy, che ascoltava tutto attentamente ma non aveva detto nulla finora, puntò gli occhi scuri sul diario che si trovava sul comodino alla mia destra.
"Brent, per favore, quando starai meglio possiamo fare tutti i viaggi che vuoi, ma ti rendi conto di cosa ci stai chiedendo? Non possiamo sparire per sette giorni, non ci hai nemmeno detto le destinazioni", continuò Mia. Sky alzò gli occhi al cielo scocciata, "Tesoro, sono tutti punti raggiungibili con mezzi di trasporto, sono sicura che Brent abbia pensato ad un percorso che possiamo seguire facilmente. Ci ha chiesto fiducia questo è vero, ma dopo tutti questi anni direi che possiamo dargliela", ripose pacata.
Mia replicò con tono deciso, "Non metto in dubbio che Brent abbia previsto ogni cosa, è il mio ragazzo lo conosco bene, ma comunque la ritengo un'idea irrealizzabile, ha bisogno di cure e di stare in un posto sicuro", Mia si voltò poi verso di me e aggiunse, "Poi immagino che tu non abbia intenzione di dire nulla ai tuoi genitori, pensa che colpo gli prenderebbe", aggiunse poi rivolta a me. Era irremovibile e mi guardava con fare di sfida molto diverso dalle espressioni che mi riservava di solito. Stavamo insieme da tre anni ormai ed era la persona che più di tutte riusciva a capirmi e starmi accanto, ma anche la più apprensiva nei miei confronti.
Apprezzavo immensamente la sua preoccupazione e capivo benissimo le ragioni per cui si stava opponendo all'idea, solamente che a volte il suo volermi proteggere da tutto mi faceva sentire solo più fragile. Io volsi lo sguardo su di lei e risposi:"Lo so, l'ho messo in conto, ma non posso dirlo ai miei genitori, mi fermerebbero con tutte le loro forze. Non sto dicendo a voi di mentire alle vostre famiglie, solo di non dire dove stiamo andando".
L'orologio da muro emise un flebile ticchettio dall'angolino vicino alla porta dove lo avevo abbandonato. Da quando avevo scoperto di essere malato avevo sviluppato un odio profondo nei confronti degli orologi, non era solo perché mi ricordavano il tempo che passava e mi lasciava indietro, ma, per la semplice ragione che questo posto ne era pieno, ogni mio tentativo di concentrazione finiva sempre in fumo per colpa di quel ticchettio incessabile che rimbombava nella mia testa. Se avessi potuto avrei abolito gli orologi dagli ospedali, l'attenzione cade sempre lì, non importa in che sala tu sia, i tuoi occhi finiscono sempre sull'orologio. E per questo che avevo ceduto alla mia impulsività e lo avevo staccato prima che il mio istinto mi suggerisse di distruggerlo direttamente, non volevo dare alla dottoressa Andrews più materiale per arrabbiarsi con me.
Tic, toc, tic, toc, tic, toc, tic, toc
Dieci, undici, dodici, ripresi a contare i miei respiri concentrandomi sul mio obiettivo, se qualcuno poteva smuovere Mia quello ero io. "Metti che fosse possibile, che acconsentissimo, cosa faresti se succedesse qualcosa come il mese scorso?", aggiunse di nuovo lei, i miei occhi andarono d'istinto su quelli di Boe, di un'azzurro intenso molto più chiaro del mio. Il mio amico, che si stava togliendo il fedele giacchetto di jeans consunto che portava sempre, era impallidito di nuovo, "Mia, ne abbiamo già parlato mi dispiace, è stata colpa mia, ho chiesto scusa", Boe e Mia si conoscevano bene ed è per questo che mi stupì sentire il tono di lui vacillare davanti a lei, di solito sapeva sempre come risponderle.
Io strinsi istintivamente le dita a pugno, odiavo quando ritirava in ballo quel giorno puntando il diro contro Boe. Per settimane dopo l'accaduto avevo pregato di svegliarmi e scoprire che fosse stato tutto solo un brutto incubo. Per colpa di quel momento, per colpa mia, non di Boe, si era creata una spaccatura tra di noi che sembrava farsi sempre più grande. Alla fine avevamo deciso di non parlarne più, ma ovviamente lei doveva ritirarlo in ballo proprio ora.
Ridley sospirò, " Smettila, è stato un'incidente", Maddy si voltò in automatico a guardare il mio migliore amico alle parole di Ridley, il suo sguardo era turbato da qualcosa, come se fosse inquieta o preoccupata al solo guardarlo. "E' successo e basta però ora non c'entra nulla con tutto questo", Sky annuì e si alzò anche lei, era più alta di molto di Mia e la sovrastava completamente, "Concordo bambolina, Brent ci ha proposto di seguirlo in un'avventura per sette giorni, possiamo accettare o rifiutare, basta tirarla per le lunghe e parlare ancora di quella cosa" stavolta usò un tono più autoritario mentre lo sguardo le ricadde su Boe. Boe e Sky erano molto legati e sapevo che lei nutriva una forte rabbia nei confronti di Mia per quello che stava dicendo, soprattutto sapendo quanto Boe si vergognasse e fosse pentito, anche se una parte dei me era convinta che lei stessa fosse ancora arrabbiata con lui per quella storia. "Cosa vuoi che io faccia per avere il tuo perdono?!" sbottò Boe senza guardarla direttamente, evitava sempre il contatto visivo quando era a disagio come ora e d'istinto iniziava a grattarsi dappertutto, l'unica cosa che riusciva a calmarlo era un pezzetto di cioccolato che di solito portava sempre nel taschino del giacchetto.
"Non puoi, Boe ti voglio bene come se fossi uno dei miei fratelli ma per colpa tua Brent poteva... passare grossi guai", Mia puntò lo sguardo direttamente su di lui, gli occhi quasi lucidi. Maddy si alzò a sua volta e le mise una mano sulla spalla anche se le sua espressione era ancora persa nel vuoto chissà dove, "Mia basta, per favore", le sussurrò calma, ma lei non voleva sentire ragioni, si voltò di scatto scrollandosela di dosso e si voltò dritta verso di me, "Ora lo dico, non mi interessa. Potevi morire!Brent poteva morire!Non è una cosa da niente, non è abbastanza chiedere scusa!", quando pronunciò quelle parole il silenzio calò nella stanza. Boe rimase pietrificato, gli occhi spalancati verso di me, io non avevo più idea di cosa dire. Sky fece un passo avanti verso Mia e le prese le mani, rompendo il silenzio "Bambolina, conta fino a dieci", succedeva spesso che Mia, travolta per colpa dalle responsabilità che si sentiva addosso, sbottasse in questo modo, di solito le bastava fermarsi un attimo per riprendere il controllo.
Stavolta però mollò la presa di Sky dopo dieci secondi e si voltò a guardare prima me e poi Boe, "Tu ti faresti anche dare una coltellata da lui non è vero? Perché devi sempre fare le cose per noi come tutta questa storia?!Pensa a te stesso per una volta e a cosa significherebbe per gli altri se tu morissi!" lo disse in tono rassegnato, come se si fosse arresa all'evidenza congelando il sangue che mi scorreva nelle vene. Prima che potessi rispondere si voltò verso Sky, " E tu pensi sempre che io esageri", Sky scosse la testa, " No, io so che tu hai ragione e so perché lo fai, non ce l'ho con te per quella storia ma per un altro motivo, lo sai bene", fece una pausa dove spostò gli occhi su di me, " Devi lasciare andare", dette così queste parole non avrebbero molto senso, ma tutti sapevamo cosa intendesse, Mia non era brava a lasciar le cose scorrere, sopratutto quando si trattava di me.
"Quindi? Cosa facciamo, tiriamo una moneta per decidere?" si aggiunse Chic come sempre facendo il commento più inopportuno, amava tirare le monetine e far decidere al caso cosa avrebbe dovuto fare. "Testa lo facciamo, croce no" continuò senza che nessuno dicesse nulla, lanciò una moneta di media grandezza e aspettò un momento per riprenderla in aria e farla atterrare sul dorso sella mano.
Prima che potesse controllare il risultato, Teddy, che fino ad ora era ad ascoltare seduto a gambe incrociate sulla poltrona al mio lato destro, si alzò e andò a prendere il diario dalla copertina nera senza dire nulla. Da sempre era un bravissimo ascoltatore che si intrometteva poco nelle discussioni ma riusciva sempre a dare i consigli migliori o a capire le motivazioni di tutti senza dire niente. Agguantò il libricino con la mano destra piena di lentiggini come tutto il suo corpo, rigirandoselo tra le mani. La camicia a righe blu, troppo grande per lui come tutto quello che indossava, gli ricadeva sul corpo magro e affusolato, era molto alto, anche più di me che ero un metro e ottantacinque, e per questo era così scioccante che riusciva sempre a non farsi notare dagli altri ma ad attirare lo sguardo di tutti allo stesso tempo.
Aprì il diario alla pagina con la domanda scritta a matita in stampatello maiuscolo. "Tu sei sicuro di volerlo fare?" mi chiese col suo solito tono calmo, Teddy avrebbe potuto dire qualsiasi cosa con quella voce tranquilla e sarebbe sembrato dolce e rassicurante comunque, "Mai stato più sicuro in vita mia", mi guardò per un attimo con i grandi occhi neri per poi posarli sulle pagine del diario. "Hai una penna?" chiese poi, io mi stupii ma gliela passai, lui la prese e scrisse il suo nome sotto alla domanda. "Mi fido di te" disse sorridendo e riprendendo posto, io rimasi come un cretino a fissarlo col diario in mano, poi sorrisi automaticamente, la firma era un simbolo, la conferma che eravamo insieme in tutto questo. "L'ho sempre detto che sei il migliore tesoro" scherzò Sky rivolta verso Teddy, anche lei si avvicinò a me e firmò a sua volta seguita da Ridley e Maddy. Chic controllò la moneta e fece un sorrisetto per poi alzarsi e seguire gli altri.
Rimanevano solo Boe e Mia.
Boe, come previsto, prese a grattarsi il braccio con insistenza per poi tirare fuori un quadratino di cioccolata incartato dalla tasca, "Anche io mi fido di te", i suoi occhi più limpidi di un cielo terso, il suo tono che nascondeva mille parole che potevo capire benissimo. Lo conoscevo bene, sapevo cosa stava cercando di dirmi, quante paure stava nascondendo.
Tic toc tic toc tic toc
L'orologio mi riportò alla dura e cruda realtà ricordandomi perché stavo facendo tutto questo. Perché dovevo. Boe si alzò, venne verso di noi e firmò insieme ai nomi degli altri guardandomi tutto il tempo. Io feci un passo avanti verso Mia che avrebbe potuto pietrificarmi se avesse voluto, gli occhi erano duri, l'espressione delusa, era sull'orlo delle lacrime, non volevo farle del male, non volevo farla soffrire, anzi volevo solo che stesse bene, che capisse che sarebbe andato tutto nel verso giusto. Allungai un mano verso di lei e le accarezzai il viso morbido dai lineamenti delicati.
Lei mi guardò e poi fissò il diario nelle mie mani scuotendo la testa, "Brent, ti amo ma non posso farlo, anzi è proprio perché ti amo che non posso farlo", e nel dire queste parole ci guardò tutti un'ultima volta, per poi voltarsi e andare via, sbattendo la porta dietro di sé.
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SPAZIO AUTRICE✌🏻🩵
Salve a tutti lettoriii, spero siate ancora qua, ammetto che ci ho messo un po' a pubblicare e non ho rispettato la scadenza 🥲questi giorni sono stati un po' pieni.
Comunque ecco un nuovo capitolo! So bene che non succede molto ed è per lo più un capitolo di passaggio ma segna un momento fondamentale per il resto della storia, è l'invito all' avventura per il gruppo e ciò che darà l'inizio alla narrazione vera e propria quindi ho pensato fosse giusto perderci tempo.
Se fosse stato un capitolo di un vero romanzo probabilmente avrei aggiunto più parti oltre alla discussione di Brent con i suoi amici ma, personale opinione, non mi piace superare le 2000 parole qui su Wattpad perché ritengo un testo più corto più facilmente fruibile su uno schermo.
Comunque scrivere questo capitolo non è stato affatto semplice, volevo dare un tocco diverso alla scena e non fare il solito spiegone dove il protagonista illustra quello che vuole fare + era il primo capitolo con tutti i protagonisti insieme.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi ho incuriosito, se sono riuscita nell'intento di uno stile "diverso", se si iniziano ad intravedere caratteristiche dei personaggi che li definiscano come " persone" e se le relazioni tra di loro siano più o meno chiare, è molto facile pensare che il messaggio che si ha nella propria testa arrivi ai lettori ma non sempre è così, quindi più degli altri capitoli amerei sapere cosa pensate di questo!❤️
E se volete lasciatemi una stellina🌟Significa tanto!
Grazie a chiunque leggerà! Scrivetemi,se volete,
quali sono stati i sette giorni più belli delle vostre vite!
E per gli scambi di lettura non esitate a contattarmi sulla bacheca di Wattpad
-Vitty🌟
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