3

Il giorno dopo venni svegliata dai raggi del sole sul viso, la bufera era finita finalmente.

Mi alzai indolenzita e andai a fare colazione.

Mentre mangiavo comparve di nuovo il fantasma che mi osservava in silenzio.

<che vuoi?> gli chiesi seccata, per qualche motivo mi infastidiva molto più degli altri.

<mio fratello è ancora incosciente e forse ha la febbre> mi rispose preoccupato.

Con un altro sospiro mi alzai e andai a controllare il ragazzino, appoggiai una mano sulla fronte e in effetti era rovente così andai in cucina e preparai una borsa del ghiaccio che poi appoggiai sulla fronte del ragazzino.

Mi girai verso il fantasma <contento? Ora posso fare colazione?>

Lui mi guardò senza riuscire a rispondere e così me ne tornai in cucina per fare colazione.

Il fantasma ovviamente mi seguì <certo che sei parecchio acida> notò lui incrociando le braccia.

Io sbuffai, di nuovo non mi interessava fare conversazione ma magari smetteva di rompere le scatole <sai com'è, io non sono più tanto abituata a trattare con la gente.> gli risposi con il solito tono acido.

Lui sospirò e alla fine non mi rivolse più la parola finalmente.

Finita la colazione decisi di controllare se la mia casa avesse qualche danno, dopotutto dopo una bufera poteva essersi danneggiata, mi vestii in modo pesante, dato che fuori c'era ancora la neve, ed uscii girando attorno alla casa, osservando bene il tetto. Per fortuna non c'erano danni e così tornai a casa.

Mi occupai di alcune cose, anche se la casa non aveva riportato danni me ne dovevo comunque prendere cura, nessuno mi avrebbe aiutato, dovevo cavarmela da sola come era sempre stato, la presenza di un moccioso e del suo fratello fantasma non avrebbe cambiato la mia vita.

Passarono alcune ore e dopo tanta silenziosa pace il fantasma si fece risentire <quindi.... Tu vivi da sola qui... E ti occupi da sola di tutta la casa?>

Sospirai, rassegnata al fatto che quel fantasma mi avrebbe rotto le scatole finché non fosse andato via <sì, mi hanno insegnato tutto quello che devo sapere per sopravvivere da sola, ho una vita sana e faccio esercizio, ho alcuni farmaci per curarmi e posso chiamare il dottore dal telefono ma non verrà mai a controllarmi né io posso andare in paese tanto tranquillamente, io sono costretta a rimanere qui, per proteggere dal mio potere i vivi>

<E aiutare i morti?>

Ridacchiai per la sua ingenuità <penso che tu abbia visto troppe serie tv, non esiste un modo per aiutare i morti, non sono una medium e non potendo muovermi non posso neanche indagare sulle morti dei trapassati per dare loro la pace> l'ultima parola la dissi mimando le virgolette con le mani, per sottolineare quanto patetica fosse come idea.

<Ma... Tu puoi vedere i fantasmi, quindi perché pensi che non possa esserci la pace dall'altra parte?>

Io a quel punto lo guardai gelida <ascolto quasi ogni giorno le urla disperate dei fantasmi che ancora non sanno di essere morti, li vedo girarmi attorno sanguinanti e sofferenti, nonostante siano già morti alcuni di loro continuano a soffrire, vengo svegliata dalle loro urla e ora dimmi, vedendo e sentendo quello che vedo e sento io... Come puoi pensare che esista una pace da qualche parte?>

Ho sempre avuto paura della morte, a vedere i fantasmi il dubbio di cosa c'è dopo mi spaventa e so che chi ha il potere di vederli fino ad ora non è mai diventato un fantasma, quindi quando morirò io andrò dall'altra parte, qualunque essa sia.

Benché sia un dato di fatto, benché io non ci possa fare niente, proprio come non possa fare niente per i miei poteri, io sono stata condannata, sono una maledetta, sono LA maledetta.

Sospirai per poi andare a preparare il pranzo, ormai erano passate diverse ore ed io avevo fame.

Il fantasma di quel ragazzo continuò ad osservarmi sia mentre cucinavo sia mentre mangiavo.

Era davvero molto irritante.

Non vedevo l'ora di liberarmene.

Sospirai nuovamente e andai a controllare suo fratello, speravo si fosse svegliato per poterlo portare in paese, o in caso contrario, che fosse morto, almeno avrei dovuto semplicemente sotterrarlo, non sarebbe stato un grosso problema.

Purtroppo era ancora vivo ma ancora incosciente ed io non sapevo proprio cosa fare, se aspettavo troppo poi sarebbe morto di stenti.

Ma non avevo i mezzi per portarlo in paese in modo sicuro e così... Continuai ad aspettare.

<Non... Ti senti sola? Insomma... È una vita desolante> mi domandò ad un certo punto.

Risposi con sarcasmo, faceva domande davvero scomode <ma no? Davvero? Non avrei mai pensato che fosse desolante una vita simile, credevo di trovarmi in paradiso guarda.>

<Non c'è bisogno di essere sarcastici...>

<Evidentemente sì dato che fai domande stupide.> Risposi incrociando le braccia, ero davvero stufa della sua presenza.

Perché lui non era come gli altri fantasmi, si faceva domande, si preoccupava per qualcuno che era ancora vivo, nessuno dei fantasmi che avevo incontrato finora era come lui e la cosa mi turbava senza saperne bene il motivo.

Continua.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top