VII: La cabina di Artemide diventa il covo del disagio

Theo non era mai stato un tipo particolarmente ordinato.
Quando viveva nel Bronx era abituato ad avere poche cose, quindi la sua capanna era sempre bene o male in ordine.
Ora che viveva a tempo pieno nella cabina 8 aveva accumulato vestiti e attrezzature di ogni sorta, e mantenere pulito il tutto era diventato difficile.
Il ragazzino comunque cercava di fare uno sforzo per mantenere ospitale quel posto, non ci riusciva sempre ma per fortuna era riuscito a trovare un equilibrio.
Quindi in quel momento quando Mary dette in escandescenza, afferrando una sedia e scaraventandola contro una parete ebbe qualcosa da ridire.

- Mary! almati! Così svegli tutto il campo! -
Disse il ragazzino mentre guardava il danno provocato.
Nulla di serio, ma la sedia andava buttata.

La ragazzina era fuori di sé dalla rabbia.
Da un lato era pure una cosa positiva perché aveva recuperato il vigore, ma Theo avrebbe preferito che non gli sfasciasse casa.
Edricksen la afferrò da dietro, visto che stava per scataventare la scrivania dall' altro lato della cabina.

- Calmati Mary! -

Lei aveva i capelli rossi come le fiamme dell' inferno
- Lo sapevo che era stato quel verme di Tiberio!!! Ma non la passa liscia! Fosse l' ultima cosa che faccio, lo disintegro quello stuzzichino con la parrucca bionda!!! -

Il figlio di Efesto tratteneva più forte che poteva l' amica, mentre Theo guardava sconsolato lo spettacolo, sapendo che poi avrebbe dovuto pulire.
In quel momento pensò che invitare i due amici nella sua cabina per parlare non si era rivelata un' idea molto felice.
Eveva votato il sacco sul sogno che aveva avuto su Zoe e dopo raccontò un fatto molto interessante che aveva visto quel pomeriggio nel bosco... ma prima avrebbe dovuto mettere la museruola a Mary...

-flashback-

Theo era appollaiato su un albero e protetto dalla sua invisibilità piangeva in silenzio, ripensando a tutto quello che era successo quella mattina.
Poi sentì un rumore e colto alla sprovvista si voltò di scatto a guardare .
Non era un animale, lo avrebbe capito subito grazie al suo istinto da cacciatore.
Sentì dei passi e una serie di imprecazioni dette in latino e incuriosito decise di scendere, per andare a dare un' occhiata.
Si affacciò e vide uno spettacolo piuttosto insolito: un giovane dai capelli biondi e la tonaca lunga stava versando l' intero contenuto di una boccetta sulla sua mano, la quale semprava uscita da un forno.

-( Ma quello è Tiberio!) -

Il romano ovviamente non lo aveva visto e continuava a prendersi cura della sua mano, mentre dalla sua bocca continuavano ad uscire imprecazioni.
Quando la borraccia fu vuota la lanciò via e nervosamente prese il suo coltellino e incise qualcosa su un albero.
Aveva tutta l' aria di essere un sigillo, ma Theo non aveva mai visto nulla del genere.
Appena fu soddisfatto del lavoro utilizzò l' arma per tagliarsi un palmo, per poi far colare il sangue sul tronco.
Non appena il liquido toccò il sigillo esso iniziò a brillare di una lugubre e minacciosa luce purpurea.
Il figlio di Artemide si irrigidì.
Non sapeva cosa stava facendo ma di sicuro non era niente di buono.
Anche perché le cose che brillano di una lugubre e minacciosa luce purpurea sono cattive per antonomasia.
Era quasi sul punto di fermarlo, ma non ce ne fu bisogno, visto che qualcun' altro lo fece al posto suo.
All' improvviso una terza persona era apparsa e dopo aver afferrato Tiberio per le spalle lo fece alzare con la forza, tirando nel mentre una forte pedata al tronco, rovinando il sigillo e rendendolo così inutilizzabile.
La terza persona era Louis Webber.

- Centurione! Ti ha dato di volta il cervello?! -
Domandò mentre cercava di nascondere la mano ustionata.

Il figlio di Vittoria però non rispose e spinse l' augure, facendolo sbattere su di un' altro albero.
Poi si voltò a guardare Theo.
Per un attimo al greco prese un colpo, ma si rese conto che l' altro non lo stava guardando direttamente negli occhi e ne intuì che volesse soltanto guardarsi attorno per vedere se c' era qualcun' altro.

- Tiberio... potresti spiegarmi cosa stavi facendo? -

- Non è affar tuo! E non ti azzardare a toccarmi mai più! Tu sei un mio sottoposto-.

- Vedi è qui che ti sbagli... -.

Louis si avvicinò al biondo, appoggiando un braccio al tronco e sostenendosi ad esso.
Era strano ma riusciva a risultare minaccioso anche se sorrideva.

- Quando si parla della sicurezza dei miei compagni romani... posso assicurarti che è affar mio-.

- Ma tu... tu devi rispondere a me! E io ti ordino... -.

- Che cosa Tiberio? Mi ordinerai di far finta di non averti visto mentre prepararvi un sigillo d' evocazione? -

Tiberio deglutì.

- Ora tu mi dici per filo e per segno che cosa stà succedendo-.

- Io non devo dirti un bel niente! -

- Hai ragione... ma se non ti giustifichi mi risulterà difficile non ritenersi coinvolto con quello che è successo prima-.

- Che... vorresti insinuare?! Che quei lestrigoni li ho evocati io? -

- Io insinuo che quella mano non te la sei bruciata nei carboni ardenti... -.

- Io non c' entro niente! -

- Bhè questo è tutto da vedere... -
Disse Louis mentre si staccava dall' albero e si allontanava.

- Dove vai?! -

- Al campo di allenamento. Stasera ho un duello che devo assolutamente vincere, ma con te non ho finito. Stasera tu risponderai ad un sacco di domande-.

- Io non devo rendere conto a nessuno! -

- Ho capito... però Tiberio, io non sono mai stato bravo a mantenere i segreti. Spero solo che non mi sfugga niente mentre sono in presenza di Reyna... -.

E appena lo disse Tiberio spalancò la bocca, diventando bianco come la neve
- Non oseresti-.

- E invece si, a meno che tu non mi raggiunga e non mi dica quello che è successo-.

- Tu... perché ti comporti così?! Tu dovresti essere un mio sottoposto! -

- È vero Tiberio. Io sono un tuo fedele soldato e stai certo che ti difenderò fino alla morte e che sarò sempre dalla tua parte-.

- Ma allora perché tu... -.

- Perché prima di essere il tuo braccio destro io sono innanzitutto un centurione del Campo Giove...-
Disse mentre si avvicinava a lui.

Appena fu a qualche centimetro dal suo viso, Tiberio sembrò essere estremamente intimidito dallo sguardo dell' altro.

-... per cui non importa chi ho di fronte. Che si tratti di te... di Reyna... o di Frank, se mi accorgo che stai agendo contro gli interessi dei miei compagni romani non avrei più alcun dubbio... sei un nemico e devi essere annientato-.

L' augure deglutì, mentre il figlio di Vittoria si scostava da lui.

- Tra un' ora. Dietro l' infermeria. Vedi di non mancare-.

- E se non mi presento? -

Sia Theo che Louis rimasero leggermente sorpresi dalla domanda del biondo.
A quanto pareva ancora voleva fare il duro, ma per l' altro romano non era un problema.

Louis si girò e sorrise più del solito
- Se non vieni darò per scontato che sei stato tu ad evocare i lestrigoni, e sarò io stesso a scagliarti nel Tartaro-.

-fine flashback-

La mente di Theo in quel momento era focalizzata su quell' episodio, anche se fisicamente stava trattenendo pure lui Mary, la quale sembrava avere tutte le intenzioni di uscire per andare a cercare Tiberio...

- Eddai ragazzi basta! Così facciamo casino e... -

Qualcuno bussò alla porta.
Mary si bloccò all' istante e tutti e tre si voltarono verso la porta.
Per un attimo pensarono che fosse solo il frutto della loro mente, ma quando l' ospite bussò di nuovo il trio si impanicò.

- Oh miei dei! Ci hanno sentiti! -
Iniziò Mary nervosa.

- E secondo te di chi è la colpa?! -

- E adesso?!-

- Se ci beccano qui finiamo nei guai! -

- OK ragazzi calma, facciamo finta di nulla e magari... -.

Ma il tipo si fece ancora più insistente e questo non migliorò l' umore dei rinnegati.

- Diamine Theo, vai ad aprire! -

- Se ci beccano qui Chirone ci fa sbranare me lo sento-.

- Eddai ragazzi, non è mica un reato, pure io ho dormito nella cabina di Ares una volta-.

- Ora è diverso! C' è stato un crimine! Cosa pensi che verrà fuori sapendo che gli unici rinnegati del campo si sono ritrovati nella stessa cabina nel cuore della notte? -

Theo sospirò
- Ok, va bene. Vado ad aprire, voi nascondetevi dietro la porta-.

I due annuirono e si spostarono in punta dei piedi in un angolo dietro l' entrata, mentre il padrone di casa andò ad aprire.
Appena si affacciò fuori vide immediatamente la figura di Will Solace, che armato di torcia e due borse sotto gli occhi se ne stava in piedi con la schiena leggermente piegata in avanti.

- Oh ciao Will. Che posso fare per te? -

- Silenzio-.

Theo deglutì
- Oooh ma io dormivo-.

- Non ci provare Starlord. Che stavi facendo la dentro?-

- Te l' ho già detto-.

- Fammi entrare! -

- Perché?! -

- Hai l' aria di chi nasconde qualcosa-.

Theo lanciò una rapida occhiata verso gli amici, i quali lo fissavano terrorizzati.

- Bhè ecco... vedi io... -.

Balbettava, insicuro su cosa dire, ma poi dopo averlo esaminato con occhio indagatore, Will fu come colto da un lampo di genio e sospirò rassegnato.

- Theo? -

- Si? -

- Hai di nuovo fatto un incubo sugli unicorni rosa? -

Il figlio di Artemide sorrise nervosamente, sbiancando all' istante.
Sperò con tutto il cuore che Mary e Edricksen non avessero sentito nulla, ma a quanto parve dalle loro espressioni il messaggio era arrivato forte e chiaro.
Durante quelle settimane aveva preso a fare sempre lo stesso sogno: lui che veniva inseguito da un temibile e coccoloso unicorno rosa shocking.
Preoccupato si era rivolto a Will perché aveva paura che si trattasse di una visione e che Chaos disponesse di un esercito di quelle bestie, ma il figlio di Apollo ridendo lo aveva smentito, informandolo che ai semidei capita di fare dei sogni che sono solo sogni.
Will gli aveva promesso di essere discreto, ma in quel momento non sapeva che i due non erano soli...

In quel momento voleva solo chiudere la porta e sparire, ma almeno Will gli aveva servito una scusa
- Emm... si! Esatto! È stato orribile! -

- Prima o poi dovremmo sederci e parlarne seriamente. Sta cosa non è normale Theo, se vuoi posso anche chiamare Clovis e... -.

- Stò bene! Se succede di nuovo ti chiamo io!!! -

- Ma... -

- NOTTE! -

E sbatté forte la porta, appoggiandosi poi ad essa.
Prese un respiro profondo e solo in quel momento guardò Mary e Edricksen, i quali lo guardavano con aria sorniona.

- Allora... unicorni rosa eh? -

- Non. Vi. Azzardate. A. Commentare-.
E sarebbe pure suonato minaccioso se in quel momento le sue guance non fossero state così rosse.

Gli altri due trattennero un sorriso, ma diedero retta al ragazzino e cercarono di ricomporsi.

E dopo aver tirato un colpo di tosse Theo tornò serio
- Ok ragazzi. Avete sentito la storia e Mary ci ha già fatto vedere che cosa ne pensa-.

- Dopo quello che hai raccontato è davvero impossibile non pensare che Tiberio non sia colpevole. È alleato con Chaos ed è stato lui ad evocare quei lestrigoni-.

- Ma perché lo avrebbe fatto? Che motivo ha per schierarsi con Chaos?-
Chiese il figlio di Efesto.

A Theo tornò in mente Samuel e come fosse stato reclutato dal loro nemico. Forse l' augure era stato minacciato o forse...
- È possibile che suo fratello Ottaviano centri qualcosa? -

- Che vuoi dire? -

- Da quello che ho sentito Ottaviano non aveva una bella fama e dopo la guerra contro Gea è rimasto ucciso. Forse Tiberio nutre risentimento verso il Campo e cerca di vendicarsi-.

- Molto bene! Abbiamo anche un movente! Io dico di andare a svegliare Reyna e di dirle tutto! -

- Ma... sarà in pigiama... -.

Mary fece l' occhiolino al ragazzone, tirandogli una gomitata sul braccio
- Un motivo in più per andare no? -

- Io aspetterei-.

- Perché? -

- Perché non abbiamo prove concrete che ci sia lui dietro l' evocazione dei lestrigoni-.

- Ma tu lo hai visto mentre preparava un sigillo per l' evocazione-.

- E anche se fosse? È comunque la nostra parola contro la sua e nonostante non sia un gran simpaticone i romani tendono a non dare retta a dei rinnegati-.

Mary sospirò e portò i pugni ai fianchi esasperata
- E allora proponi tu qualcosa! -

Theo prese a camminare in cerchio, grattandosi il mento e dopo una ventina di secondi schioccò le dita, soddisfatto
- Andiamo a parlare con Louis-.

- Cosa?!?! -
Urlò quasi Mary.

Edricksen le tappò la bocca con le mani
- Perché parlare con lui Theo? -

- Pensate a come ha reagito quando ha beccato Tiberio: era sorpreso e a tratti si è dimostrato pure ostile nei suoi confronti... e poi se quello spaventapassere non è ancora nel Tartaro significa che ha rivelato la verità a Louis-.

- Che vorresti dire? -

- Voglio dire che se anche Louis non ci stà proprio simpatico, comunque agisce sinceramente per gli interessi del Campo Giove e secondo me possiamo fidarci-.

Mary corrucciò lo sguardo
- Per me non è proprio il massimo come piano-.

- Forse, ma purtroppo non ho molte altre idee. Edricksen tu cosa ne pensi?-

- Io penso che dovremmo dormirci su. L' impresa non inizierà domani e oggi ne abbiamo passate veramente tante... voi due in particolare-.

Theo e Mary si scambiarono uno sguardo
- Forse hai... -

Qualcuno bussò nuovamente alla porta.
I tre rinnegati non capirono a quel giro visto che non facevano più confusione.
Chi poteva essere?
Come prima Theo andò ad aprire, aspettandosi che fosse nuovamente Will, ma appena controllò si rese conto che non era lui.
Era un ragazzo alto, smilzo e con i capelli biondi lunghi fino alle spalle e uno sguardo da pazzo.

Non appena lo vide Theo si bloccò
- Jo... Joshua!? Ti sei svegliato! -

Il cacciatore però sembrava nervoso e continuava a guardarsi le spalle
- Devi nascondermi!!! Ci sono due pazzi che mi inseguono! -

E nonostante fosse sorpreso di vederlo non si perse in chiacchiere e fece entrare l' amico nella casa di Artemide, per poi lanciare un' occhiata fuori per vedere se riusciva a beccare questi inseguitori, ma non gli parve di notare nessuno.
Intanto alle sue spalle sentiva i ragazzi che parlavano.

Chiuse la porta, voltandosi verso il trio.
Joshua si era messo sul letto.
Era sudato e visibilmente stressato ma sembrava essere in perfetta salute.

- Cosa diavolo succede? -
Domandò Mary.

- È quello che vorrei sapere anche io. Hai detto che c' erano due pazzi che ti inseguivano-.

- Mi sono svegliato qualche minuto fa in un infermeria e c' erano due sclerati che hanno iniziato a darmi fastidio. Sono scappato alla prima occasione-.

I rinnegati si scambiarono uno sguardo
- Emm... Joshua come erano fatti questi due pazzi sclerati? -

- Uno sembrava il figlio illegittimo tra Albert Einstein e Harry Potter e l' altra era un clone di Winnie the Pooh solo più appiccicosa e smielata-.

Theo si batté una mano sulla fronte.
Aveva capito a chi si riferisse
- Sono Aaron e Olivia! Li conosco sono amici nostri-.

- Quei due pazzi scatenati sono amici tuoi?! -

E prima ancora che qualcuno potesse dire qualsiasi cosa si sentì bussare alla porta.
Joshua squittì e saltò dietro al letto

- Oh no... loro sono qui! Mi hanno trovato! -

- Pffff... datti una calmata-
Disse Edricksen mentre si appoggiava ad un muro.

- Se vai ad aprire non dire loro che sono nascosto dietro al letto! -

- Ok ok, tranquillo-.

Il ragazzino si diresse verso la porta, storcendo la bocca.
Francamente stava iniziando a stufarsi di tutte quelle visite notturne
Aprì e a quel giro gli ospiti furono quelli che si aspettava.
I suoi amici Aaron e Olivia infatti erano sulla soglia.
Entrambi indossavano camici da infermieri e Olivia possedeva un paio di guanti in lattice ed aveva in mano un barattolo pieno di nettare e un cucchiaio.

Appena lo vide la figlia di Apollo sorrise radiosa
- Ciao quasi fratello! -

- Ssssh, c' è gente che dorme! -
Disse Aaron.

- Ops, scusa-.

Theo intanto li guardava e non poté non sorridere.
- Ragazzi avete bisogno di qualche cosa? -

- Oh si! Uno dei nostri pazienti è scappato! -

- Chi? -

- Quel Joshua. Si è svegliato circa cinque minuti fa ed ha alzato i tacchi-.

Theo finse di essere sorpreso
- Davvero?! Perché lo ha fatto! -

- Non lo sappiamo io gli stavo dando da mangiare e all' improvviso è fuggito-.

- Non è andata proprio così... -
Aggiunse Aaron.

- In che senso? -

- Olivia non è stata proprio delicata con lui-.

- Oh, ma non è vero! -

- Oli... appena ti sei accorta che era sveglio hai urlato come una pazza-.

- Ero felice! E poi gli ho dato da mangiare! -

- Ti sei praticamente lanciata su di lui al grido di: "È ORA DI CENA!!! "e gli hai ficcato il cucchiaio in bocca-.

Olivia sbuffò come una lattante
- Bhè se avessi esagerato mi avrebbe detto di smetterla, no?-

- Lo ha fatto... più di una volta... forse eri troppo impegnata a sbraitare robe tipo:" Arriva l' areoplanino" anche solo per sentirlo-.

- Per me stava benissimo! -
Replicò la ragazza.

- Per me è un miracolo se non è rimasto traumatizzato-.

I due fidanzati continuarono a discutere e Theo si appoggiò allo stipite della porta, sorridendo.
Quei due erano così diversi, ma si vedeva che erano fatti l' uno per l' altra.

- Comunque entrate. Il vostro uomo è dietro al mio letto-.

- TRADITORE! -
Urlò Joshua.

Olivia si precipitò dentro e attraversò tutta la stanza fino a raggiungere Joshua, il quale cercò inutilmente di scansarsi, ma si ritrovò nella morsa della figlia di Apollo.

- Ero così preoccupata per te!-
Disse mentre stritolava il biondo.

- Lasciami andare, squilibrata! -

Intanto Aaron era entrato ed aveva chiuso la porta dietro di lui.

- Ti direi che di solito non è così, ma sarebbe una bugia-
Disse con sguardo stanco.

- Non preoccuparti. Comunque non pensavo che tu e Olivia foste impiegati come infermieri-
Disse mentre cercava di ignorare Mary e Edricksen che tentavano in ogni modo di staccare Olivia e Joshua.

- Da quando Chirone ha fatto raddoppiare la sicurezza alla casa dell' Oracolo alcuni di noi hanno dovuto fare i salti mortali...-.

- Ho capito, mi dispiace-.

- Oh, sai come dice il detto: perché dormire, quando puoi non farlo-.

Theo non capì se quella di Aaron doveva essere una battuta o no, ma nel dubbio fece una risatina.

Intanto Olivia non la piantava di tormentare il suo paziente, abbracciandolo e carezzandolo come se si trattasse di un peluche.

- Ooooh, che dolce che sei! Ma perché sei fuggito? Dovevi ancora mangiare!-

- Sono fuggito perché sei una cacchio di psicopatica! -

La ragazza però lo ignorò e continuò a parlare
- È perché sei venuto qui? Perché il mio quasi fratello è tuo amico? -

- Olivia, adesso però lascialo-
Si intromise Aaron mentre si metteva a sedere su una sedia.

La fidanzata però non obbedì
- Ah! Ci sono! Volevi stare con i tuoi simili! -

Con i tuoi simili?
A tutti i presenti ci volle un secondo per capire a cosa si stesse riferendo e appena il concetto fu recepito le reazioni furono immediate.
Tutti i presenti si bloccarono e il figlio di Atena si alzò di scatto.

- Olivia!!! Lascialo, ora! -
Disse con tono duro.

Lei obbedì, bofonchiando.
Olivia purtroppo ragionava come una bambina, per cui anche se si presentava come una persona dolce e premurosa non era in grado di pesare le parole.
In quel momento si erano tutti seduti e gli occhi erano puntati su Joshua.

- Ne... ne vuoi parlare? -

- No Mary. Non voglio parlarne. anche perché non c' è niente di cui parlare-.

- Ma... -.

- Stò bene! Ho infranto la legge e sono diventato un rinnegato, è uno scambio a cui posso stare. Abbiamo impedito a Chaos di mettere le mani sulla Crocea Mors ed è questo quello che conta, mi sono spiegato? -

I ragazzini si scambiarono uno sguardo.
Sotto sotto concordavano con quello che diceva.

Joshua sorrise, massaggiandosi il mento
- E poi non ho mica niente contro i rinnegati... domani andrò a parlare con Chirone, una permanenza qui non sarebbe male-.

- Ah! Quindi starai qui tutto l' anno!?! Che bello!!! Avremmo tanto tempo per fare amicizia! -
Disse Olivia con lo stesso entusiasmo che avrebbe una bambina nel vedere i regali di natale.

Istintivamente il cacciatore si allontanò da lei di qualche centimetro
- Certo come no. I figli di Apollo sono tutti amici miei però ti chiedo una cosa... -.

- Si? -

- Non mi toccare mai più! -

A quelle parole Olivia sembrò stare davvero male.
Mise il broncio e guardò Aaron, il quale sembrava molto più interessato a guardare l' arredamento.

- Perché qua dentro è tutto mezzo distrutto? -

- Chiedilo a Mary-.

I capelli della ragazza per un breve istante diventarono rosa, per poi tornare castani
- Già avete ragione... scusami Theo, ma non mi controllo quando sono arrabbiata-.

- OK ok, sei perdonata ma solo perché... -

Fu interrotto dal battere della porta.
Anche se a quel giro non si trattava del classico toc-toc, ma ci fu solo una forte botta sorda, come se qualcuno l' avesse colpita con una manata.
Theo comunque sembrò non notarlo e alzò esasperato gli occhi al cielo

- Per le sante Parche! Adesso chi diavolo è?!? Da quando casa mia è diventata un covo di pazzi sclerati?! -

Aaron fece una faccia come a dire: " io? Pazzo sclerato?" -

Mary invece disse:
- Più o meno da quando hai iniziato a viverci tu Starlord-.

Il figlio di Artemide ignorò la frecciatina e si diresse ad aprire la porta
- Vi giuro che se è di nuovo Will con la storia degli unicorni rosa o che ne so... Percy con un' altra delle sue teorie per la quale "Titanic" e "Alla ricerca di Nemo" sono ambientati nello stesso universo, potrei trucidare qualc... -

E si bloccò di colpo.
Il suo ospite non era né Will né Percy.
Alla porta c' era Rachel Elizabeth Dare.

-... uno-.

I ragazzi sembrarono notare la reazione di Theo e si allarmarono.

- Chi è alla porta? -

Ma il padrone di casa non rispose, troppo occupato a guardare la sua ospite.
Essa infatti era come sempre: capelli rossi lunghi e ricci, toga bianca elegante, lentiggini, la stessa di sempre insomma... se non fosse stato per l' innaturale luce verde che fuoriusciva dai suoi occhi.

- Rachel, ma cosa diavolo...?! -

L' Oracolo iniziò ad urlare, portandosi le mani alla testa e scappò in direzione del centro dell' accampamento.

- RACHEL ASPETTA!!! RACHEL!!! -

Theo si mise a correre per raggiungerla e dietro di lui sentì i suoi compagni chiamarlo.
Mentre inseguiva la ragazza vedeva le luci accendersi in tutte le case e in contemporanea i semidei iniziarono a uscire; alcuni erano armati, altri sebravano solo usciti a controllare, altri ancora erano vestiti e equipaggiati, probabilmente erano già fuori per fare la ronda.
Theo comunque era molto più veloce della ragazza e la raggiunse in fretta.
Le saltò addosso, bloccandole i movimenti.
Forse era un pò brusco, ma non poteva permettere che andasse in giro in quelle condizioni!

- Rachel! Torna in te maledizione! -

La ragazza però era fuori di sé e sotto gli occhi di tutti urlava e si dimenava.
In quel momento Percy arrivò assieme ad Annabeth e gridarono qualcosa a Theo.
Nella confusione il ragazzino non capì e decise saggiamente di leggere le labbra.

Percy stava urlando: " Theo! Allontanati immediatamente da lei!"

Ma il messaggio arrivò tardi.
In quel momento dal corpo di Rachel scaturì un impulso di energia che scaraventò il semidio via, facendolo atterrare sull' erba a qualche metro di distanza.
Mary, Piper e Edricksen furono subito lì ad aiutarlo.

- Theo, stai bene?! -
Domandarono le due ragazze all' unisono.

- Si... stò bene... guardate! -

Rachel aveva iniziato ad emanare una spettrale ma forte luce verde e fluttuava, con lo sguardo rivolto verso il cielo, quasi come se quello che disse dopo fosse rivolto verso gli dei.

- Un dono dal Tartaro aimhé rubato sarà.
Ma un orrido inganno la missione faciliterà.
Una luce inaspettata la strada alla vittoria schiarirà.
E alla fine uno di loro nel buio si perderà e mai più ritornerà-.

La voce di Rachel rimbombò per tutta la vallata e come finì di parlare la luce si spense e lei cadde a terra svenuta. Dopo un attimo di sbigottimento generale alcuni semidei si precipitano dalla ragazza per soccorrerla.

- SEMIDEI! TORNATE TUTTI NELLE VOSTRE CABINE!-
Urlò Chirone.

I ragazzi obbedirono controvoglia e i figli di Apollo trasferirono immediatamente Rachel in infermeria.
Gli unici che rimasero a parte il centauro erano i veterani, i rinnegati e Olivia e Aaron.
Il gruppetto si chiuse a cerchio, attirato da Chirone.

- Accidenti, di solito non è così intenso...-
Iniziò Percy.

- E non è stato neppure rassicurante, avete sentito l' ultimo verso? -
Chiese Piper.

- Certo che si, ma non è il caso di pensarci adesso! -
Disse Hazel.

- Piuttosto... in tutto questo Louis dov' è? Dovrebbe essere lui quello più interessato! -
Disse Annabeth, rivolgendo la sua attenzione verso Reyna.

Ma la figlia di Atena intuì dallo sguardo truce dell' amica che le ricerche del centurione non erano andate a buon fine.

- Quel maledetto idiota... da quando ha vinto l' incontro non siamo più riusciti a trovarlo. Neppure Tiberio ed i suoi compagni non hanno la benché minima idea di dove sia-.

- Bhè, allora bisogna trovarlo. Forse è già tornato dalla sua coorte. Insomma è impossibile che non abbia sentito la profezia di Rachel-
Aggiunse Frank.

- Forse dovremmo dividerci-.

- Buona idea Piper-.

Chirone quindi assegnò ad ognuno di loro un diverso settore.
Louis andava trovato e subito!
Si occupò di tutti loro, fino a quando l' unica rimasta senza niente era Mary.

- Io dove devo andare? -

- Al pugno di Zeus. È uno dei pochi posti dove non abbiamo controllato-.

Mary annuì e si incamminò immediatamente verso la foresta, ma non appena fu rimasta sola, qualcuno la afferrò per la maglietta e la sbatté violentemente contro un albero.
La figlia di Ares urlò per la sorpresa ed era quasi sul punto di disintegrare il suo aggressore a suon di pugni, ma appena si accorse di chi si trattasse si fermò.
Era Louis Webber... ma il suo volto era così diverso che gli ci volle un secondo per identificarlo.
I suoi tratti erano tesi e duri, quasi come quelli di un soldato sotto il fuoco nemico.
Ma la cosa che più colpì Mary era che Louis non sorrideva più.
Lo conosceva da poco, vero, ma non era difficile capire che non era una cosa normale.

- Come fai ad essere così forte?! -
Domandò con tono duro.

Mary rimase leggermente interdetta per quella domanda
- Allenamento-.

- Bugiarda! Dimmi la verità tu hai un qualche potere che indurisce la pelle o qualche altra cosa del genere, vero?!?! -

La figlia di Ares riusciva a sentire il suo fiato sul viso e la stretta della sua mano farsi sempre più stretta.

- Potrei anche risponderti, ma ti assicuro che se non mi togli le mani di dosso la situazione potrebbe degenerare in fretta... -.

Louis capì la minaccia velata, ma lasciò andare l' altra solo dopo qualche secondo di riflessione.
Forse si era accorto che il suo approccio era stato decisamente troppo aggressivo.

- Ecco così mi piaci di più-.

- Ora rispondimi però! Hai un qualche potere?-

- No, niente del genere-.

- E allora mi spieghi come hai fatto a rialzarti?-

Mary alzò un sopracciglio
- Facendo forza sulle gambe...? -

- Non mi prendere in giro! Ti sei beccata il mio sinistro speciale e non sei crollata! Per cui te lo chiedo di nuovo: come hai fatto a rialzarti? -

La ragazzina si prese qualche secondo per rimuginare
- Non credo ci sia una risposta ben precisa Louis... l' ho fatto e basta. Non entrerò nei dettagli ma io non combatto solo per la gloria. Ho un obbiettivo finale da raggiungere e ti posso assicurare che finché non l' avrò raggiunto non importa quanto forte sia il colpo... mi rialzerò. E quando mi colpirai di nuovo mi rialzerò ancora e ancora, finché non avrò vinto-.

Louis ascoltava in silenzio e nel mentre non riusciva a sbattere le palpebre.
Rimase imbambolato per un attimo e quando la ragazzina ebbe finito di parlare, il suo corpo fu attraversato da un leggero brivido.

- Ho... ho capito. Non ho altro da aggiungere-
Disse prima di fare dietrofront, per entrare nel bosco.

Mentre camminava Mary gli disse:
- Non so se hai sentito ma Rachel ha annunciato la profezia, al campo ti cercano tutti da un pò-.

- Dì a Reyna che domani mi farò vivo alla Casa Grande per discutere sul da farsi... per il momento lasciatemi in pace-
Comunicò senza voltarsi.

Mary lo guardò allontanarsi, chiedendosi ancora una volta cosa potesse passargli per la testa.
Ma le sarebbe bastato guardare il viso sconvolto del romano per capire al volo quello che provava.

- Quella ragazza... mi fa paura... -
Sussurrò mentre se ne andava via.

______________________

- YAAAAAHHHH-

Un altro pugno.
Un altro povero manichino distrutto.
Prima di riprendere la posizione Louis si soffermò a guardare la sua vittima, sentendo il sudore che gli scivolava sul viso.
In quel momento si trovava dietro al campo di fragole, stesso luogo dove era posizionato il capanno per i manichini d' addestramento.
In quei giorni il romano aveva scoperto quel posto e visto che era poco frequentato aveva preso ad andare lì quando voleva stare tranquillo.
O come in quel momento in cui la tranquillità la doveva ritrovare.
E quando succedeva non c' era nulla di meglio che massacrare qualche innocente fatto di pezza.
Louis era abituato ad allenarsi... si poteva dire che gli era entrato nel sangue.
Se passava anche solo un giorno senza aver lavorato sentiva che c' era qualcosa che non andava.
Aveva posizionato un gran numero di manichini davanti al capannetto, e dopo aver indossato i suoi caestus era pronto a darci dentro.
In quel momento stava per colpire un altro fantoccio, ma un' improvvisa fitta al bicipite lo costrinse a fermarsi. Doveva ammettere che i figli di Apollo avevano fatto proprio un bel lavoro nel rimetterlo a posto.
Tutte le ferite che aveva riportato nel duello, anche quelle più gravi, si erano quasi rimarginate.
Quasi appunto.
I medici erano stati chiari: assoluto riposo fino a che l' impresa non fosse iniziata.
Ma francamente se ne infischiava.
Aveva bisogno di sfogarsi.
Stava per rientrare nel capannone per prendere altri manichini, ma qualcuno parlò alle sue spalle.

- Vedo che ti stai allenando... non molto saggio da parte tua viste le tue condizioni-.

Era una voce maschile adulta e piuttosto profonda e rauca.
Il problema è che non apparteneva né a Chirone né al Signor D.
Appena Louis si voltò vide un omone alto tre metri e dal fisico imponente.
Indossava una tunica rosso fuoco, assicurata in qualche punto da qualche cordicella color oro e tutta la peluria nella sua testa era concentrata sul viso.
A parte l' altezza, quello che era davvero strano nel suo aspetto era la presenza di alcuni tizzoni nella barba e il fatto che in alcuni punti le sue vene sembravano brillare, quasi come se al loro interno non passasse sangue ma lava incandescente.

Louis strabuzzò gli occhi
- Lei... lei è Vulcano! -

- Precisamente. Ho pensato che ti saresti sentito più a tuo agio parlando con la mia forma romana-.

Il dio appena si accorse dell' espressione stupita del ragazzo sbuffò mentalmente.
Sapeva che si sarebbe inchinato e che tra una venerazione e un' altra ci sarebbe voluto un minuto buono per iniziare a parlare seriamente.
I romani erano un pò così dopotutto...
Ma quando vide Louis dirigersi verso i manichini per rimetterli a posto si stupì un pò.

- Ehi... ma che... -.

- Venga al dunque. Sono molto impegnato in questo momento-.

Fu il turno di Vulcano di strabuzzare gli occhi.
Doveva ammettere che non se la aspettava minimamente quella reazione, ma d' altronde non gli dispiaceva.
Odiava le formalità.
Il dio esplose in una breve ma forte risata.

- Devo ammetterlo ragazzo: non ricordo l' ultima volta che un romano ha dato le spalle ad un dio senza neppure inchinarsi. Non mi lamento, ma non farlo in presenza di Marte o altra gente del genere-.

- Consiglio accettato. Non vorrei sembrarle scortese ma cosa vuole da me? -

Vulcano si fece improvvisamente serio e prese a massaggiarsi la folta barba, smuovendo i tizzoni e facendoli diventare ancor più luminosi.
Notando il suo cambio di umore Louis smise di lavorare, concentrandosi solo su di lui.

- Vedi centurione Webber... io sono qui per due ragioni, ed entrambe ti riguardano-.

- Mi dica-.

- Ho un messaggio da parte di tua madre, la dea Vittoria. Ha assistito al tuo incontro dall' Olimpo e quando ha visto l' esito... non ne è rimasta contenta...-.

- E quindi? -

- Forse non hai capito la gravità della cosa! Tu sei un figlio di Vittoria e ti sei arreso! Non ti rendi conto che eri vicino a diventare un rinnegato?! Tua madre ha deciso di perdonarti, ma sai come è fatta... -.

- Si si, lo so che è una svitata-.

Un tuono divise a metà il cielo e lo sguardo di Vulcano si incupì.

- Sai, sei un pò irriverente per essere un romano-.

- Me lo dicono spesso. Comunque il messaggio è arrivato forte e chiaro. Prenderò più seriamente i miei doveri da figlio di Vittoria. Il secondo motivo qual' è? -

- La tua impresa-.

- La mia impresa? Bhè allora mi dia cinque minuti, vado a chiamare Reyna Frank e... -.

- Perché vuoi chiamarli? -

- Bhè... perché sono i pretori! Devo metterli al corrente su queste cose-.

- No! Solo tu devi essere al corrente di quello che stò per dirti-.

Dopo un secondo di esitazione Louis si morse un labbro e fece segno al dio di continuare.

- Cosa sai della tua impresa? -

- So che dobbiamo ricostruire la Crocea Mors, per avere un' arma in più per lottare contro Chaos e... e... -.

- E nient' altro vero? Non sai cosa fare né dove andare. Per questo io sono qui. Vedi ragazzo, sono stato io a forgiare la Crocea Mors tanti... tantissimi anni fa-.

- Lei?! Come può un dio creare qualcosa che possa uccidere un suo simile? -

- Secondo il tuo ragionamento gli umani non sarebbero in grado di creare pistole con cui ammazzare i propri simili, ma mi pare lo facciano-.

- Non è proprio la stessa cosa ma ok... che devo fare? -

- Non ci vuole un genio per capire che la Crocea Mors non è una spada normale, e che per ripararla servono delle condizioni particolari. Ti racconto una piccola storia: quando mia madre mi scaraventò dall' Olimpo atterrai nel Mediterraneo e fui allevato da Teti ed Eurinome all' interno di una grotta in riva al mare, e dal momento che ho trascorso lì tutta la mia infanzia, quel posto è pieno zeppo di potere divino. Perfino in età adulta, quando abbandonai quel posto per trasferire la mia fucina sull' Etna ero solito tornare lì ogni tanto. E quando Giulio Cesare mi ha commissionato una spada capace di uccidere qualunque cosa, ho preferito mantenere il progetto segreto e sono andato là. Inizialmente volevo rifiutarmi, ma quell' uomo aveva fatto costruire così tanti templi e fatto così tante offerte... non potevo dirgli di no. Mi sono messo a lavoro e ho forgiato quella maledetta spada... sai cosa significa vero? -

- Che... che devo andare fino in Europa?! Ma è territorio proibito! -

- Senza offesa ma è un tuo problema-.

Louis dovette mordersi la lingua per non dare una rispostaccia, anche se non aveva tutti i torti
- Ok, e come ci arrivo fin là? -

- Ci ho pensato io. Vedi da quando l' impresa dei sette è finita Zeus ha deciso che sarebbe stato meglio creare una connessione tra nuovo e vecchio continente, a scopo di facilitare possibili imprese future. Da qualche mese l' Olimpo ha assoldato un mezzosangue che si è preso la briga di portare i semidei europei ai campi, prima che fosse troppo tardi-.

- E come fa a farlo? E che tipo è questo tizio? -

- Ha una nave-dirigibile, e con quella fa avanti e indietro. Accompagnerà te ed i tuoi compagni fino a destinazione e vi darà supporto, consideralo una guida... per quanto riguarda la sua personalità è un pò un mistero... credo di averci parlato una volta sola-.

- Quindi questo tizio è una specie di avventuriero? -

- Si, un avventuriero al servizio dell' Olimpo per essere precisi-.

- Fico! Un' ultima cosa, questa grotta dov' è di preciso? E quando arrivo la cosa devo fare? -

- Questo ancora non te lo posso dire. Il campo è un posto sicuro ma per esperienza so che le orecchie indiscreti sono ovunque. Ti manderò un messaggio Iride durante il viaggio e ti darò i dettagli-.

- Ok. Quando arriva questo tizio? -

- Guarda il cielo-.

Lui lo fece e non ci trovò niente di strano.
Era blu e pieno di nuvole come al solito.
Una sembrava un cane.
Un' altra un coltello.
Un' altra ancora assomigliava ad una catapulta.
Ma la più curiosa era una nuvola che aveva la forma di un piccolo dirigibile.
E al romano servì qualche secondo per capire che quello che vedeva non era una nuvola.

- Ma è pazzo?!?! Se viene qui così su due piedi gli altri potrebbero pensare che sia un nemico! Lo abbatteranno! -

- Rilassati. Ho già parlato con Chirone, lo faranno atterrare in tutta sicurezza-.

- Oh... ok... quindi ora che si fa? -

- Direi che andare a presentarsi con il capitano sia un buon inizio-.

Louis annuì e i due si avviarono verso la riva del mare, luogo dove il mezzo sarebbe atterrato.
Non appena se ne furono andati, Theo tornò visibile.

- Eh già, Vulcano ha ragione. Questo posto è pieno di orecchie indiscrete-.

Era stato fortunato ad essere stato assegnato a quel settore per cercare Louis... quella conversazione era stata piuttosto interessante.
Mise le mani dietro la testa e fischiettò, pensando con aria divertita che approfittare dell' invisibilità per spiare Louis stesse diventando un' abitudine per lui.
E con questi pensieri il ragazzino si incamminò verso la riva.

- Un avventuriero eh...? Interessante..... -.

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Buonciao bimbi😊
Ormai non ci provo neppure a caricare un capitolo a settimana😂
Scusatemi per il ritardo ma sapete com' è... scuola, sport, amici, ragazza... roba brutta ma a cui purtroppo devo dare attenzione.
Che ne pensate di questo capitolo?
Vi siete divertiti a leggerlo?
E la profezia?😈
Secondo voi muore qualcuno?😈
Forse ragazzi... 😈
Forse... 😈
😈














Stiamo a vedere dai😂
Forse è stato lento come capitolo🤔
Ma mi sono divertito a scriverlo😆😆😆 e comunque serviva per robbe brutte che succederanno in futuro.
Voi comunque come state?
Mi auguro bene😊
Io stamani non ero a scuola perché da me c' è emergenza meteo, ma ho dovuto comunque studiare per avvantaggiarmi.
Voi eravate a scuola?
Spero di no😂
Comunque si è fatto tardi... vado via😜
Votate, commentate e perché no lasciate una critica se ne avete una.
Buonciao bimbi😊

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