VI: Gioco di mano, gioco da villano

Chirone non ricordava di aver mai visto un semidio tirare un colpo con tale ferocia.
Sembrava impossibile ma la forza fu tale che alzò il polverone, costringendo i presenti a distogliere lo sguardo.

- Accidenti, che è successo?! MARY!!! -
Urlò Edricksen dagli spalti.

- CHIRONE!!! -
Sbraitò successivamente Will.

- ASPETTATE! -
Gridò di rimando il centauro.

Dopo quel colpo Chirone dubitava fortemente che Louis Webber fosse ancora in grado di combattere.
Appena la polvere si sarebbe diradata avrebbero visto tutti meglio.
Piano piano tutto apparve più chiaro: Mary era in piedi.

Ci fu un attimo di suspence, ma poi Percy gridò:
- MARY È IN PIEDI!!!!!!! -

Un urlo scaturì dalla tribuna greca e i gemelli Stoll erano i più felici di tutti ( avevano scommesso sulla figlia di Ares).
I romani tutto al contrario erano delusi e abbattuti e la prima era Reyna.
Si sentiva una stupida ad aver dato a quei presuntuosi della prima coorte una chance.
E dire che ci teneva tanto che fossero i  romani a svolgere l' impresa...
E invece avevano perso.
Era distrutta dentro, ma non per questo lo avrebbe dato a vedere, quindi si avvicinò a Chirone per stringerli la mano ma il centauro ancora guardava la sua rappresentante con occhio grave.
Incuriosita anche lei volse lo sguardo su Mary e simultaneamente anche quelli sugli spalti sembrarono vedere che c' era qualcosa che non andava.
Ora che la polvere si era completamente dissolta infatti tutti potevano vedere le cose come stavano: nessuno dei due era caduto a terra!
E anzi erano come rimasti pietrificati nel momento del colpo.
Reyna aguzzò la vista.
Louis reggeva con una mano la spada di Mary, segno che era miracolosamente riuscito a parare il colpo, mentre con l' altra mano aveva colpito l' avversaria allo stomaco... e si erano fermati così.
Solo in quel momento Mary, lentamente, lasciò cadere la spada e crollò a terra svenuta.
Il tonfo fu udibile da chilometri di distanza, tanto era il silenzio che c' era.
Poi ci fu l' esplosione.
I romani urlarono di gioia mentre Chirone a malincuore iniziava a contare.
Edricksen, Percy e tutti i greci provarono ad incitarla ma fu tutto inutile.
Chirone arrivò fino al dieci e le acclamazioni dei romani divennero ancora più forti.
Reyna intanto aveva tirato un sospiro di sollievo, rimangiandosi tutto quello che aveva pensato sulla prima coorte.
Paradossalmente però l' unico romano che non sembrava felice era proprio Louis il quale dopo aver ripreso a muoversi fissò Mary svenuta con un viso estremamente sckocato.

- Lei... non ci credo... si è rialzata. L' ho colpita con il mio sinistro speciale... e si è rialzata-.

Strinse fortissimo i pugni.
Il colpo di Mary senza alcun ombra di dubbio gli aveva fratturato la mano ed il polso, perforandogli il guanto da battaglia, ma in quel momento la sua rabbia era più intensa del dolore.

- No... impossibile!!! Nessuno... nessuno c'era mai riuscito!!! -

Proprio in quel momento Chirone prese l' altoparlante e comunicò
- Bhè è stato un incontro pulito. Congratulazioni romani il vincitore è Louis Webber figlio di... -.

- NO!!!!!!! -
Urlò Louis interrompendo il centauro.

La sua voce fu così forte e carica di rabbia che zittì all' istante tutti quanti e nel silenzio più totale il figlio di Vittoria alzò un braccio al cielo, ma i suoi occhi non si staccavano neppure un secondo dall' avversaria
- IO... IO MI ARRENDO!!! -

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Reyna era una semidea.
I semidei vedono cose strane.
E lei in particolare ne aveva viste di cose assurde, nonostante avesse fatto poche imprese.
La cosa peggiore era che quando era convinta di aver visto tutto accadeva qualcosa che le faceva cambiare idea.
E quel giorno era un esempio perfetto.
Perché mai nella vita avrebbe immaginato di vedere un figlio di Vittoria dire le parole " io mi arrendo"... o almeno non mentre era in possesso di tutte le sue facoltà mentali.
Lei e circa 300 persone rimasero impietrite nel vedere quella scena.
Il pubblico sembrò riscuotersi solo quando Louis zoppicando si incamminò per abbandonare l' arena.
I figli di Apollo, capeggiati da Will si precipitano da Mary per soccorrerla mentre Tiberio e Mitch si fiondarono sul centurione, tentando goffamente di bloccarlo, ma il figlio di Vittoria sembrava fortemente intenzionato ad andarsene via in quello stato pietoso.
Reyna comunque rimase lì a guardare come se fosse estranea alla faccenda, tanto era allibita e inutili erano i tentativi di Frank e del resto dei veterani per ristabilire l' ordine.

- INSOMMA MA ALLORA CHI SVOLGERÀ L' IMPRESA?!?! -
Gridò qualcuno.

- I ROMANI! LOUIS HA VINTO-
Gridò un ragazzo con la maglia viola.

- MA HAI PROBLEMI DI MEMORIA? SI È ARRESO! PER CUI SAREMO NOI GRECI A SVOLGERE L' IMPRESA! -
Urlò una ragazza del Campo Mezzosangue.

Il disordine continuò ancora per una decina di secondi e Chirone era troppo occupato ad assicurarsi delle condizioni di Mary per intervenire.
Fu il Signor D a placare i bollenti spiriti.

- Ufff... quanto odio i marmocchi rumorosi-
Disse prima di schioccare le dita.

Un fulmine viola cadde dal cielo, sbriciolando un albero e il caduceo apparve nelle mani del dio.
Questo zittì tutti, attirando l' attenzione su di sé.

- Molto bene sgorbi, ora che ho la vostra attenzione ci terrei a comunicarvi che odio il fracasso a patto che non sia generato da una festa, ma guarda caso questa non lo è per cui datevi una calmata, prima che vi faccia a pezzetti-
Annunciò mentre si puliva l' orecchio con una mano.

Chirone intanto lo aveva raggiunto
- Grazie Signor D... un pò drastico forse... -

Il dio del vino fece spallucce, ma il centauro ci badò poco e appena fu affiancato da Frank e Reyna ricominciò a parlare
- Molto bene. Temo che necessitiamo di una nuova assemblea per risolvere questa faccenda-
Disse mentre guardava tutta quella gente.

-( Sarà una serata moooolto lunga) -
Pensarono all' unisono i tre, con rassegnazione.

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Edricksen non era mai stato un tipo a cui piacevano le assemblee.
Da quando era al campo non ne aveva mai saltata una ma solo perché odiava infrangere le responsabilità e perché nonostante prima non avesse contatti con nessuno voleva essere informato un minimo.
Quindi quando Will gli chiese se voleva venire con lui in infermeria per tenere d' occhio Mary aveva accettato.
Dopotutto la sua amica aveva la priorità.
In quel momento si trovava nell' infermeria ed era seduto accanto al lettino dove era stata messa la figlia di Mary.
Le luci erano spente, per non disturbare i malati e nell' aria non c' era che il rumore dei loro respiri.
Will e gli altri figli di Apollo avevano fatto tutto il possibile per la ragazzina.
Ovviamente non era in pericolo, ma aveva preso una bella botta e aveva bisogno di riposo.
Di posto era stata posizionata alla prima brandina di fronte alla porta e subito accanto a lei Joshua Armstrong era ancora svenuto.
Mary era pallida in viso ed era piena di lividi e il braccio era collegato ad un aflebo di nettare.
Edricksen non poteva credere che avesse perso...
Era la ragazza più forte che avesse mai visto eppure quel Louis era riuscito a batterla.
E se avesse barato?

Il figlio di Efesto prese una mano a Mary
- Mi dispiace tanto-.

Il ragazzone poteva solo immaginare la delusione che avrebbe provato una volta sveglia.
Ma tutto sommato era contento di come fosse andata.
Forse quella batosta gli avrebbe fatto capire che combattere contro Ares... era un' assoluta follia e che non avrebbe mai vinto.
Pensava davvero che fosse forte... ma c' erano delle volte che temeva veramente che il suo abbiettivo la portasse all' autodistruzione.
Si allenava fino allo sfinimento ogni giorno e più di una volta aveva meditato sul dirle di lasciar perdere... ma come poteva chiederle di rinunciare alla sua vendetta contro un dio.
Dopotutto nessuno poteva capirla meglio di lui...

Mentre rimuginava la porta si aprì alle sue spalle, ma lui non si girò perché dava per scontato che si trattasse di Will, ma sbagliava.

- Vedo che sei qui-
Disse la voce di Reyna.

Il figlio di Efesto per poco non gridò come una femminuccia.
Senza rendersene conto utilizzò i suoi poteri, diventando bello come un modello e tutti i pensieri su Mary vennero brutalmente accantonati.

-( Oh santo cielo, oh santo cielo, oh santo cielo. Lei è qui!!!) -
Pensò impanicato
-( Ok, niente panico. Ricordati quello che ha detto Theo, sii te stesso! ) -

- Che fai qui? -
Riuscì a domandare con un filo di voce.

- Immaginavo che Louis fosse venuto qui, ma a quanto pare sbagliavo. Tu che stai facendo? -

- Emmm... faccio compagnia a Mary-.

Per un attimo ci fu il silenzio.

- Capisco. È carino da parte tua badare alla tua amica-.

- Ah... si... grazie-
Disse mentre continuava a guardare la ragazzina svenuta.

Si era reso conto che evitare di guardare Reyna gli rendeva più facile parlare con lei e stando attento a quello che diceva riusciva a non sparare sciocchezze.
Dietro di lui sentì lo stridio di una sedia che si spostava e con la coda dell' occhio vide la figlia di Bellona sedersi accanto a lui e nel frattempo il suo cuore aveva iniziato a battere molto più forte.

- Ch... che fai? Non devi c... cercare Louis? -

- Frank si è preso la briga di cercarlo. Io per oggi ne ho avuto abbastanza di riunioni. Voglio stare qui e aspettare che Joshua si svegli. Vorrei fargli alcune domande sai? -

- È solo per questo? -

- Ammetto che effettivamente ero in pensiero per la tua amica. Dopotutto è stato un mio uomo a ridurla così-.

- Oh... emm... grazie-.

La situazione precipitava...

-( Trova un argomento di conversazione!!! E mantieni la calma! Immaginatela nuda! Anzi forse quello è meglio di no...)-

- Allora... come è andata la riunione? -

- Abbiamo risolto in fretta. Louis ha vinto il duello, ma si è arreso, per cui il risultato è un pareggio. Ginevra fortunatamente ha trovato una soluzione: Louis guiderà l' impresa ma dovrà scegliere due greci per accompagnarlo-.

- Oh...capisco-
Disse mentre le guance diventavano sempre più rosse.

- Ad ogni modo... -
Disse mentre uno strano ticchettio metallico si levava da dietro di loro.
Il ragazzone si volto e vide che nell' infermeria erano entrati due levrieri.
Cosa avevano di strano? Uno era fatto d' oro e l' altro d' argento.
Edricksen stava per alzarsi e utilizzare i suoi poteri per difendere sé stesso, Mary, Reyna, Joshua e tutti gli altri feriti, ma si accorse che la romana era rimasta impassibile.

- Quelli sono i miei cani, Aurum e Argentum-.

- Oh... chi dei due è Aurum? -

Reyna alzò un sopracciglio
- Mi prendi in giro, vero? -

Fu solo in quel momento che Edricksen si rese conto di aver detto una stupidaggine, influenzato dal nervosismo.

- Oh... emmm... io... -

Ma non ebbe il tempo di peggiorare le cose, perché i levrieri puntarono improvvisamente su di lui.

- Sai... mi piacerebbe farti qualche domanda-
Disse in maniera calma ma stranamente minacciosa.

- T... tipo? -

- Tu hai idea di che cosa sia successo oggi? Sai chi ha evocato quei lestrigoni? -

Il ragazzone sgranò gli occhi.
Sapeva che i romani avrebbero fatto partire un' indagine, ma perché parlare proprio con lui?
Capì subito che quello stava per diventare un interrogatorio a tutti gli effetti.
E poi quei cani... in qualche modo aveva capito che se mentiva lo avrebbero attaccato.
Ma a lui mentire non serviva...

- Io non ne so nulla-.

Reyna rimase zitta e volse lo sguardo verso i cani, che però erano ancora calmi.

- Credo che tu stia dicendo la verità-.

- Già. Se... se posso chiedere... emm... perché non le fai a Tiberio queste domande? NON È UNA CRITICA EH! Era per curiosità-.

La romana non badò all' impacciataggine di Edricksen e anzi il suo sguardo si fece più incerto, quasi come se la risposta che aveva in mente la imbarazzasse.
Ma non c' era bisogno di dirla, perché tanto il figlio di Efesto la sapeva: era un rinnegato, e quelli come lui sono sempre in prima fila quando si parla di crimini.
Ormai c'era abituato, ma vedere che Reyna indagava su di lui solo per questo e non su Tiberio lo fece stare un pò male.
Poi però si accorse di una cosa un pò particolare, che fece sparire il dolore e l' imbarazzo: mentre Aurum rimaneva immobile a fissarlo, Argentum si era diretto verso un mobile e incurante del pericolo c'era andato a sbattere la testa, ma nonostante la botta continuava a camminare, andando a colpire sempre nello stesso punto.

- Scusa, il tuo cane ha qualche problema? -

Reyna sospirò e richiamò Argentum con un fischio leggero e il levriero si avvicinò alla ragazza, appoggiando il muso sul suo grembo.
Il pretore iniziò a coccolargli il viso con una mano.

- È un pò scombussolato. Durante la guerra contro Gea ha perso un occhio-.

- Un occhio dici? -

Ed era vero.
Osservandolo con più attenzione si accorse che la cavità destra era vuota ed aveva una lunga cicatrice.

- Bhè non è niente che non possa risolvere-.

- In che senso? -

Edricksen alzò una mano e subito fu avvolta da uno strano fuoco plasmatico che brillava di verde, sotto lo sguardo sorpreso di Reyna.
Subito alcuni componenti, pregni della stessa sostanza, volarono e si assemblarono in aria fino a creare un bulbo metallico.
Quando il bagliore si estinse la sfera cadde e il greco la prese al volo, rigirandosela tra le dita e studiadola con occhio critico.

- Non il mio lavoro migliore... ma per il tuo cane dovrebbe andare più che bene-.
Poi afferrò un piccolo cacciavite che si portava sempre in tasca
- Ordina al tuo cane di stare fermo, per piacere-.

Reyna lo fece, ma senza staccare gli occhi da Edricksen il quale però non se ne accorse.
Iniziò a lavorare sull' orbita di Argentum.

- Quella che hai usato era tecnocinesi vero? -

- Ah! S... si-.

- Non sei un figlio di Afrodite? -

- No! Sono figlio di Efesto! -

Ma Edricksen nel dirlo si era distratto e aveva affondato troppo il cacciavite, facendo male al levriero.
Argentum gli assestò un bel morso sulla mano.

- Aah! -

- Argentum cuccia!!! -

Edricksen si prese la mano.
Fortunatamente non era andato troppo a fondo, ma stava comunque sanguinando.
Reyna allora gli afferrò il polso, facendolo irrigidire e arrossire.

- Sei ferito-.

- N... n... non è niente-.

- Non fare il duro. Per un figlio di Efesto le mani sono preziose, devi prendertene cura. Aspetta qui-.

La ragazza si alzò e dopo neanche un minuto era tornata con un piccolo kit di pronto soccorso.
Lo appoggiò sul letto, lo aprì e dopo aver armeggiato con il contenuto iniziò a medicare Edricksen, facendolo diventare ancora più rosso.
Fortunatamente non c' era abbastanza luce per notare tutto quel rossore...

- Oh! Io... non serve-.

- Tranquillo-.

Per una decina di secondi ci fu il silenzio, poi Edricksen riprese a parlare, cercando di guardare la ragazza il meno possibile.

- Grazie-.

Reyna piegò le labbra di mezzo millimetro.
Forse era un sorriso
- Prego. Mi dispiace per la domanda di prima, non avrei dovuto fartela. Hai curato il mio fedele compagno, per cui non vedo perché io non debba ricambiare il favore-
Disse mentre guardava Argentum girovagare felicemente per l' infermeria assieme ad Aurum.

- Comunque non mi aspettavo che fossi figlio di Efesto-

-Perché? -

- Perché non mi risultava che i figli di Efesto fossero così belli-
Ma nelle sue parole non c' era la minima traccia di malizia.

A quel commento Edricksen si rattristì un pò.
Quello non era il suo vero aspetto, per cui Reyna stava facendo apprezzamenti su una maschera.
Decise che non voleva pensarci.

La romana nel frattempo aveva terminato con le cure e il ragazzone chiuse il pugno, sentendo la fasciatura stringergli la mano.
La sentiva un pò pesante, forse aveva usato troppe bende, ma non importava.

- È perfetta, grazie! -

- Grazie a te per Argentum-
Disse sorridendo.

E a quel giro fu un sorriso sincero, che fece scaldare il cuore del ragazzone, solo in quel momento la guardò direttamente.
Era bellissima e sentiva di non avere più il controllo su quello che diceva.

- Re... Reyna io... -

Ma non terminò mai la frase.
Mary stava riprendendo conoscenza.

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Mary era in un bosco e stava correndo più forte che poteva.
Sanguinava, aveva il fiatone e la spada di bronzo celeste era salda nella sua mano destra.
Non sapeva dove stava andando, né perché correva, ma era certa che se si fermava era carne morta.
C' era qualcosa alle sue spalle... qualcosa che non poteva battere.
Alla fine giunse in prossimità di una spiaggia.
Il cielo era violaceo ed era costantemente scosso da fulmini rossi, mentre il mare era il più scuro che la ragazzina avesse mai vista e aveva quasi paura di venire inghiottita da esso.

- Ma che stò facendo? -

Scappare non era da lei, si sarebbe voltata e avrebbe affrontato la minaccia a spada tratta, come aveva sempre fatto.
Sollevò l' arma e si preparò a lottare.
E dopo qualche secondo vide il fogliame della foresta scuotersi, fino a far uscire un semidio da esso.
Mary lo conosceva molto bene...

- Louis Webber! -

Il ragazzo non disse niente e si mise in guardia.
Appena lo fece un tuono colpì un punto sulla spiaggia vicino ai due e un omone avvolto da una minacciosa aura rossa apparve.

- PADRE!!!-
Urlò Mary, con un tono a metà tra la sorpresa e la rabbia.

Il dio ghignò
- Molto bene... era da molto che non vedevo un duello tra un romano e una greca. Vediamo un pò se sei forte come dici-.

Mary si sentì ribollire di rabbia
- Andiamo allora! -

Lei si mise in guardia e scattò contro l' avversario.
Però non seppe mai la fine del sogno, perché nel momento in cui i guanti di Louis e la sua spada si incrociarono tutto divenne nero...
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- Mary! Mary!!! Sei con me?! -

Era la voce di Edricksen.
La figlia di Ares aprì gli occhi, sentendo ogni cellula del suo corpo dolerle.
All' inizio vide tutto sbiancato e ci volle qualche secondo prima che riuscisse a mettere a fuoco.
Solo in quel momento realizzò di essere sdraiata su uno dei letti dell' infermeria e che Edricksen e Reyna erano accanto a lei.
La figlia di Bellona disse qualcosa sul fatto di avvertire Will e uscì dalla stanza, lasciando i due da soli.

- Il... il combattimento... IL COMBATTIMENTO! -
Disse mentre si alzava di scatto.

Subito una fitta di dolore la pervase ma Mary la ignorò e si piombò su Edricksen, il quale era rimasto sorpreso dalla reazione di lei.

- Louis... ricordo che eravamo nell' arena... cosa è successo? -

Il figlio di Efesto deglutì
- Il fatto è che... hai perso, Mary-.

E dopo aver assimilato la risposta i capelli della ragazzina divennero... di nessun colore.
Le sue ciocche mutarono, diventando trasparenti, mentre la sua faccia era una maschera inespressiva.
Edricksen sentì la forza abbandonare le sue mani e la fece sedere, spiegandole come era andata, ma lei non dava quasi segni di vita, limitandosi a guardare nel vuoto, smarrita.

Il ragazzone si preoccupò molto e il minimo che potesse fare era tentare di rallegrarla
- Sai, non è andata così male. Louis si è arreso quindi è più giusto parlare di pareggio, ah ah-.

Mary però non rispose e come se avesse il pilota automatico si alzò e si diresse verso l' entrata, afferrando la sua spada, che era stata appoggiata accanto alla porta.
Edricksen per un attimo rimase immobile a guardarla, poiché sorpreso che riuscisse già ad alzarsi e camminare.
Possibile che non risentisse dei danni?
Poi appena si accorse che se ne stava andando si alzò di scatto per fermarla ma si fermò subito dopo.
Sapeva che qualunque cosa avesse detto o non sarebbe servito o avrebbe peggiorato le cose.

- Forza Mary... supera questo momento. Ce la puoi fare-
Sussurrò a denti stretti.

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Da quanto stava camminando?
Dove andava?
Cosa provava in quel momento?
Mary non sapeva dare risposta a quelle semplici domande.
Da quando il suo amico gli aveva detto cosa era effettivamente successo... si era come spenta e prima di poter pensare a qualsiasi cosa si era ritrovata a camminare.
Forse nel tragitto incontrò qualcuno dei veterani o qualche altro figlio di Ares ma non ne era così sicura.
Aveva perso.
Non riusciva a pensare ad altro.
Si era allenata così duramente... solo per essere fermata da un romano.
Ora si che poteva sentire le risate di scherno di suo padre.
In quel momento era come in una bolla, non poteva toccare nulla e niente poteva toccare lei.
Dopo innumerevoli passi una sensazione di freddo ai piedi la fece riscuotere.
Guardò in basso e si accorse di essere entrata in acqua.
Era arrivata al laghetto delle canoe.
Nel guardare in basso vide la sua mano che ancora reggeva la spada e nel vedere l' arma un improvviso moto di rabbia la pervase e urlando la scaraventò dritta nel laghetto.
Cadde in ginocchio, urlando ancora più forte di prima, mentre le lacrime iniziavano a solcarle il viso.
Rimase in balia del dolore per attimi interminabili, quando ad un certo punto si sentì una mano sulla spalla.

- Mary-
Disse una voce a lei nota.

Si voltò, tirando su col naso e riconoscendo il ragazzino, nonostante gli occhi offuscati dal pianto.

- Th... Theo... -.

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Se non altro il panorama era piuttosto bello.
Mary non frequentava molto il laghetto delle canoe, perché il canottaggio e la pallanuoto non erano attività che le interessavano particolarmente ( poi c' era anche il piccolo dettaglio che non sapeva nuotare), ma la luce della luna che si adagiava dolcemente sulla superficie dell' acqua e il rumore delle canoe che urtavano leggermente il pontile, mossi dalla corrente, rendevano il posto molto rilassante e piacevole.
Mary e Theo si erano seduti sotto un albero e il figlio di Artemide aveva una borsa che prima non aveva.
Si soffermò a guardarlo.
Era cambiato da quando l' aveva visto la prima volta: era più in carne e la sua pelle era molto più pulita. Forse era anche cresciuto di qualche centimetro ed era già abbastanza alto per la sua età.
I suoi tratti dolci, il suo sorriso, la sua pelle chiara...
Aveva sempre pensato che Theo fosse molto carino.
Sembrava stare bene, ma Mary si accorse che i suoi occhi erano ancora rossi, cosa che faceva uno strano contrasto con il color argento degli occhi, il che li rendeva ancora più unici.
Senza dire una parola il ragazzino mise mano alla borsa e la aprí, tirando fuori una lattina di cocacola, offrendola poi a Mary.

Lei la prese e la aprì
- Dove hai preso le lattine e la borsa frigo? Non si trovano neppure allo spaccio degli Stoll-
Disse prima di prendere un sorso.

- Se sai investire le dracme nel modo giusto puoi ottenere un pò tutto allo spaccio... ho pensato che dopo il processo mi meritassi un piccolo vizio-
Confessò mentre anche lui prendeva una lattina.

I due rimasero in silenzio per un pò, poi Theo dopo aver dato uno sguardo duro alla Luna ricominciò a parlare

- Ho visto il tuo duello-.

Mary deglutì con forza e guardò l' amico
- Ah... non ti ho visto sugli spalti-.

- Ero invisibile. Non mi andava di farmi notare e non avevo la forza per parlare con qualcuno-.

La figlia di Ares si sforzò di sorridere
- Ma tu hai comunque trovato il tempo per venire a vedermi-.

Theo arrossì leggermente
- Non me lo sarei perso per nessuna ragione al mondo-.

E si beccò un pugno sul braccio, mentre la sua chioma per un attimo veniva attraversata da un lampo biondo.
Per un attimo provò sollievo, ma ci volle poco prima di ritornare triste.
Lei non poteva saperlo, ma in quel momento i suoi capelli erano di tonalità blu, con diverse ciocche rosse.
Combinazione esplosiva per Theo, il quale non smetteva di guardarla.
Fu distratto solo da un' ape fastidiosa che gli volò vicino agli occhi, costringendolo a socchiudere gli occhi e a sbuffare.

- Tu... non fare commenti... -.

- Sul duello?-

- Si...-

Theo guardò prima Mary e poi la sua lattina.
La aprì e si prese del tempo per bere.
Era chiaro che stesse cercando di misurare bene le parole da usare.

- Io dico che ti sei fatta valere-.

- Non importa! Ho perso! -

- Non è vero! È finito in pareggio! -

- Perché si è arreso! Se fossimo stati in guerra...-
Mary deglutì, chiudendo gli occhi
- Sai almeno come mi sento Theo? -

Si sentiva in colpa ad averlo chiesto. Il suo amico aveva avuto un' esperienza orribile e provava vergogna a sfogarsi su di lui... ma in quel momento non riuscì a trattenersi.
Il semidio alla sua domanda scosse la testa.

- Mi sento come se i miei sogni si fossero disintegrati davanti ai miei occhi. Credevo di essere pronta, ma non lo sono mai stata... ora come ora il giorno in cui affronterò mio padre è più lontano che mai... -.

Theo ascoltava in silenzio, ma mentre la ragazzina stava parlando si alzò e si incamminò verso il laghetto.

- D... dove stai andando? -

- Con te non ci voglio avere più niente a che fare-
Disse senza degnarla di uno sguardo.

Mary ebbe un tuffo al cuore
- C... come? Pe... perché? -

Il figlio di Artemide arrivò fino all' acqua, per poi fare cenno alla ragazzina di avvicinarsi
- Vieni un pò qui, voglio farti vedere una cosa-.

Lei si alzò titubante e si diresse verso la sponda, affiancando il semidio.

- Guarda in basso-.

Lo fece e vide il suo riflesso.

- Dimmi che cosa vedi-.

- Sono io... è il mio riflesso-.

- Non è vero-.

- Come? -

- Guarda meglio-.

Non riusciva a capire dove volesse arrivare Theo, ma lei fece comunque quello che gli aveva detto e rivolse di nuovo lo sguardo verso l' acqua, osservando attentamente.
E... era vero, quella non era lei. I suoi occhi erano gonfi e arrossati, la pelle era pallida e l' espressione di dispiacere che aveva era talmente profonda da dilaniare i suoi tratti, mentre i capelli erano blu... un blu talmente intenso che si confondevano nell' acqua, dando per un attimo alla ragazzina l' impressione di essere calva e anziana.

Si portò le mani alla bocca
- Io... io... -.

- Mary... -.

Theo piano piano fece scivolare le sue mani su quelle dell' altra, facendola girare verso di lui.
Lei allora lo guardò dritto negli occhi, perdendosi in quell' uragano argenteo.

- Tu non sei fatta così. La Mary che ho conosciuto non si sarebbe fatta piegare da una cosa del genere. È vero, oggi hai perso, ma non ti devi mai dimenticare che le cose non possono andare sempre bene. Un giorno si vince, l' altro si perde, ma qualunque cosa succeda non ci si deve mai dimenticare il nostro obbiettivo. Io lo so bene e vuoi sapere perché? -

- Perché...? -

- Perché me lo hai insegnato tu-.

Mary arrossì di botto.
Le parole del figlio di Artemide l' avevano davvero colpita.
Lui stava attraversando un momento difficile, ma comunque trovava la forza di consolarla e di farle tornare la grinta.
Le sue parole non aggiustavano minimamente la situazione, ma sapere che qualcuno era al suo fianco riempiva la ragazzina di energia.
E per quelle parole sarebbe stata grata a Theo per sempre.
In quel momento non disse nulla, perché le parole non servivano più, si lasciò andare a si abbandonò sul corpo dell' amico, il quale cinse la figlia di Ares in un tenero abbraccio.
Ma quando Mary si lasciò andare sentì improvvisamente una fitta ad una gamba, dovuta ovviamente alle ferite riportate dal duello e cadde per terra, trascinandosi Theo con sé.
Ma la caduta non fece sciogliere l' abbraccio.
Rimasero accoccolati nell' erba vegliati solo dalle stelle e dal rumore dell' acqua, fino a quando il semidio non ricominciò a parlare.

- Mary-

- Si? -

- Ho bisogno che tu faccia una cosa per me-.

La ragazzina lo guardò in faccia, appoggiando il mento sul suo petto. Il tono che aveva usato e l' espressione che aveva in quel momento lo facevano sembrare molto più maturo rispetto ad un normale tredicenne, il che era strano visto che Theo era sempre stato un ragazzino molto solare e chiassoso.

- Cosa vuoi che faccia? -

- Me lo fai un sorriso? Uno di quelli che sai fare solamente tu-.

Mary arrossì nuovamente di colpo, sgranando gli occhi.
In meno di un secondo la sua bocca si piegò in un sorriso a bocca chiusa a metà tra il gioioso e l' imbarazzato e simultaneamente i suoi capelli diventarono rosa come lo zucchero filato.

Nel vedere la sua espressione a Theo scappò una risatina
- Non era quella che intendevo, ma mi piace questo lato di te-.

E dopo un pò di silenzio, Mary richiamò l' attenzione dell' altro.

- Theo? -

- Mh- mh? -

- Dicevi sul serio per la storia di non voler avere più niente a che fare con me? -

Il semidio sorrise
- Ovviamente me lo rimangio-.

- E fai bene... ti avrei scaraventato nel laghetto sennò-.

- Ecco, ora ti riconosco-.

Lei appoggiò nuovamente la testa sul petto dell' amico, il quale si occorse che i suoi capelli ormai erano diventati biondi.
Sorrise e lasciò cadere la testa sull' erba morbida.

- Ehi? -
Sussurrò la semidea.

- Si? -

- Ti voglio bene-.

Theo arrossì furiosamente, ma la sua voce rimase stranamente calma.

- Anche io ti voglio bene Mary. Un giorno ne sono certo... batterai prima Louis e poi anche Ares-.

- Puoi dirlo forte, Theo... puoi dirlo forte-

E si misero a guardare le stelle assieme.

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Anche se rimanere sdraiati ad ammirare il cielo fosse un' idea che andava a genio ad entrambi, Theo e Mary dovettero prendere le loro cose per tornare alle rispettive cabine, per evitare le arpie ( anche se dopo la sfida dell' arciere di qualche settimana prima, tendevano ad evitare il figlio di Artemide).
Il semidio si era offerto di riaccompagnare l' amica al suo alloggio e i due camminavano tranquilli per il campo, quando all' improvviso videro in lontananza una luce verde chiaro che veniva nella loro direzione.
Non furono molto sorpresi nello scoprire che si trattava di Edricksen, il quale dopo averli visti si piombò su di loro.

- Eccovi finalmente! Dove siete stati voi due per tutto questo tempo?! -

- Al laghetto a fare una bella gita romantica. Tu invece? Che ci fai alzato a quest' ora, pensavo avessi detto che non saresti venuto a cercarci-
Disse Mary con un sorriso furbo.

- Bhè... ecco io... lo so che l' ho detto, ma ero preoccupato e... -.

- Oh vieni qui! -

Ed il ragazzone si ritrovò trascinato in un abbraccio di gruppo, dal quale si sciolsero con il sorriso sulle labbra.

- Dai forza, vi riaccompagno alle cabine-
Disse il ragazzone mentre illuminava la strada.

Mentre camminavano però Theo si bloccò all' improvviso, facendo girare i due.

- Che succede? -

- Ragazzi... -
Iniziò.

- Cosa? -

- Io... vi devo dire una cosa-.

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Buonciao bimbi e bimbe☺️
SCUSATEMI!!!
Ci ho messo una vita per aggiornare questo capitolo, ma la scuola e lo sport mi hanno tenuto molto impegnato ultimamente😅.
Vedrò di impiegare meno tempo per pubblicare il prossimo capitolo, anche se come sempre non prometto nulla.
Che dire comunque di questo capitolo?
So che a molti di voi non piacerà il fatto che Mary sia stata sconfitta da Louis ( e io sono il primo eh!) ma purtroppo serve per la caratterizzazione dei personaggi😅.
Poi ci sono stati pure dei momenti romantici☺️.
Spero che shippiate ReynaxEdricksen e MaryxTheo come li shippo io😂.
L' unica cosa è che ci sono state poche battute🤔, vedrò di rimediare😈
Ma cosa accadrà nel prossimo capitolo?
Lo scopriremo vivendo e leggendo, specialmente la seconda.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e vi chiedo di commentare e di mettere la stellina se vi è piaciuto e perché no? Lasciate una critica se ne avete una.
Buonciao bimbi☺️

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