III: Joshua si becca una kamehameha dritta in faccia
Theo non era mai stato un ragazzo pessimista.
Indipendentemente dalla situazione ha sempre cercato di vedere il lato positivo delle cose e spesso lo trovava.
Ma a quel giro....
Si sentiva più cupo che mai.
In quel momento si trovava su un minibus guidato da Argo, assieme a Chirone e ad i suoi amici.
Destinazione: Empire State Building. Il monte Olimpo.
Il ragazzino era seduto vicino a Mary e mentre tutti erano impegnati in una specie di riunione su 4 ruote dell' ultimo minuto , lui si era completamente estraniato dal discorso ed aveva appoggiato la testa al finestrino, mentre faceva vagare il suo sguardo sulla sua mano.
I suoi poteri a quanto pareva erano più potenti di quanto si immaginasse.
Ripensò all' episodio della statua: dopo essere riuscito a mandar via tutti gli altri, aveva provato a togliere le mani per un istante e si era accorto che anche senza il contatto fisico l' effetto dell' invisibilità persisteva.
Francamente non sapeva come funzionava la cosa.
Forse era a tempo? Non gli andava di pensarci troppo.
Guardò fuori dal finestrino: New York era una città gigantesca e molto colorata, ma il suo casino infastidita non poco il ragazzino.
Da ogni parte si girasse vedeva sempre grattacieli ed enormi insegne pubblicitarie.
Fantastico certo, ma anche ripetitivo.
Quella mattina stava piovigginando, cosa che Theo poté vedere solo una volta uscito dai limiti del Campo Mezzosangue, visto che era protetto da una barriera magica.
Il pensiero volò alla madre.
Finalmente l' avrebbe incontrata.
Si era chiesto molte volte come fosse, sia d' aspetto che di carattere e non vedeva l' ora di conoscerla.
Ma allo stesso tempo aveva paura di quello che gli avrebbe detto.
Dopotutto aveva dato alle cacciatrici degli ordini ben precisi...
Era chiaro che lei non lo vedeva di buon occhio.
Ma era sua madre dopotutto.
Theo si guardò al finestrino e quasi si fece pietà da solo: aveva le occhiaie, un' espressione profondamente preoccupata ed era più pallido del solito.
Dopo essersi visto, il ragazzino decise che fare i melodrammatici non sarebbe servito a nulla.
Si sforzò di sorridere e si diede delle forti pacche alle coscie e al viso per darsi vigore.
- ( Animo Theo, ANIMO!) -
Pensò mentre voltava lo sguardo verso gli amici, i quali erano ancora occupati a parlare.
Il minibus comunque non era pieno.
Quando erano ancora al campo, Annabeth aveva intelligentemente fatto notare che se tutti i semidei più forti fossero andati sull' Olimpo la Crocea Mors sarebbe stata più vulnerabile, per cui quelli che erano partiti erano coloro la cui presenza era stata espressamente richiesta dagli Olimpi.
Theo fece vagare lo sguardo su Edricksen.
Non sembrava più che pensasse alla storia della statua, visto che era troppo occupato ad evitare lo sguardo di Reyna.
La figlia di Bellona era seduta accanto a Frank, entrambi convocati per due diverse ragioni.
La presenza di Frank era richiesta poiché era stato lui a portare i frammenti al campo e gli dei avevano piacere a parlargli.
La condizione di Reyna invece era piuttosto vaga.
Theo sapeva solo che aveva certi affari in sospeso che doveva risolvere.
Insieme a loro naturalmente c' erano Theo, Mary e Edricksen ovvero coloro che avevano portato a termine l' impresa e poi c' era un' altra ragazza che però il figlio di Artemide conosceva molto poco.
Si chiamava Ginevra e faceva parte del Senato del campo Giove.
Era una ragazza sui sedici anni e a dirla tutta era una tipa molto brutta.
Era bassa, grassa, con i tratti facciali suini, la pelle gonfia e i capelli ricci, secchi, lunghi e castani, poco curati e tenuti sgraziatamente assieme da un elastico in una coda.
Ma il suo aspetto non era affatto un problema, perché conpensava alla grande con la testa.
Ginevra infatti era dotata di una fine intelligenza strategica e di capacità oratorie fuori dal comune.
Ad essere onesto Theo aveva quasi paura a parlarci, i suoi occhi erano talmente penetranti da darti l' impressione che ti stesse leggendo il pensiero.
Parlava poco, ma le poche volte che parlava diceva sempre la cosa più intelligente che si potesse dire in quel momento.
Anche lì se ne stava in disparte, ad ascoltare paziente con le mani incrociate sul grembo, quasi come un rapace che aspetta di colpire.
Assieme a loro c' era ovviamente Chirone che era venuto in qualità di rappresentante del campo Mezzosangue e accompagnatore ufficiale.
Si sarebbe aspettato anche la presenza di Tiberio, ma stranamente il ragazzo aveva annunciato che aveva del lavoro da fare al campo e non sarebbe venuto.
Tanto meglio per loro; meno ci avevano a che fare e più si sentiva tranquillo.
Theo comunque si era girato nel momento esatto in cui la conversazione fu bella che finita, ma siccome gli seccava dire che non aveva ascoltato nulla decise di fare il finto tonto.
Proprio in quel momento Mary si stirò e si rivolse verso Theo.
- Allora come ti senti? -
Disse avvicinandosi a lui.
- Bene, perché? -
- Mi aspettavo che fossi nervoso. Ad essere onesta sono un pò preoccupata...-.
- È per la storia di mia madre vero? -
- Bhè, si-.
- Non c' è motivo di essere preoccupati. Dobbiamo solo pensare a come fare per aiutare Joshua-.
- La cosa non ti tocca nemmeno un pò?-
- Non direi. Dovevo pur incontrarla no? -
Mentre parlava, Mary ebbe una brutta sensazione.
Aveva paura che Theo stesse mentendo a lei e a se stesso.
Ricordava bene le parole dell' amico quando erano alle porte di Santa Fe, ma non ci poteva credere.
La cosa la faceva infuriare, perché sapeva che qualunque cosa avesse detto non avrebbe potuto aiutarlo.
Il massimo che poteva fare era fargli sentire la sua mano sulla spalla... o ammazzare di botte Artemide se lo avesse fatto soffrire.
Decise di sdrammatizzare un pò la situazione
- Bhè, secondo me dovresti essere più preoccupato per Chaos, ihihihih-.
Theo la guardava mentre ridacchiava.
Eh già...
Mary sapeva di Chaos.
Durante quelle settimane non aveva resistito e infrangendo la promessa fatta a Samuel, confessò tutto alla sua amica.
Lei non aveva detto una parola, ma appena il ragazzino ebbe finito era esplosa in una fragorosa risata.
Era evidente che credeva che scherzasse.
Dopo quell' episodio per lui fu più facile capire il punto di vista di Samuel.
Insomma se non gli aveva creduto Mary, chi poteva farlo?
Era chiaro che il ritorno di Chaos era una cosa assurda anche per tutti gli altri.
Quindi mentre la sua amica ridacchiava, Theo non poteva fare altro che assecondarla.
- Già forse hai ragione. Ma dimmi tu non sei nervosa di vedere il tuo vecchio? -
- Pff, come no-
Disse mentre I suoi capelli diventavano rossicci.
- L' hai già incontrato? -
- Un paio di volte-
Rispose seccamente.
Era chiaro che non avesse voglia di parlarne e Theo decise di rispettarlo.
- Comunque ti ripeto che stò bene. Vederla non mi fa né caldo né freddo-.
Mary assunse una faccia preoccupata, mentre i suoi capelli si tingevano di blu.
Non sapeva cosa avesse voluto dire quel colore, ma era evidente che aveva capito cosa frullasse per la testa dell' amico.
- Qualunque cosa succeda sull' Olimpo Theo... voglio che tu sappia che io ci sono... per te-
Disse arrossendo.
La cosa in verità fece arrossire entrambi, che distolsero leggermente lo sguardo dall' altro.
- Grazie Mary. Tu invece sappi che io sono pronto a tenere fermo Ares se ti verrà voglia di picchiarlo-.
- Assolutamente sì!!! -
I due ridacchiarono e il minibus si fermò di colpo.
Chirone allora si voltò e disse:
- Bene ragazzi, siamo arrivati, scendete-.
I ragazzi smontarono dal mezzo e Frank si mise dietro la sedia a rotelle del centauro.
Una volta che furono tutti fuori si fermò a dire due parole ad Argo e poi il minibus partì sparendo nel traffico cittadino.
Prima di entrare nell' edificio, Chirone aveva detto ai semidei che fintanto che si trovavano lì per gli altri erano una classe in gita e dovevano rivolgersi a lui chiamandolo "Professor Brunner".
I ragazzi annuirono ed entrarono nell' atrio.
Attraversarono la stanza, confondendosi perfettamente in mezzo ai mortali e arrivarono alla reception.
L' addetto però non li aveva visti perché troppo occupato a leggere un libro.
Chirone si schiarì la gola e non appena si accorse di loro, il dipendente si mise sull' attenti.
- Ah, mi scusi non l' avevo vista-
Disse nervosamente.
Forse lo aveva riconosciuto.
- 600° piano per favore-.
Dopo una breve pausa il volto del tipo si rabbuì
- Oh, capisco è per quello... ultimo ascensore a destra, prego-
Il tipo consegnò a tutti un badge e una volta indossato si prepararono a salire ma il ragazzo si alzò dalla sedia e disse:
- Aspettate! L' ascensore ha un limite di 7 persone per volta-
Frank strabuzzò gli occhi
- Ma... noi siamo in 7...-.
- Si, ma lui vale per 2-
Disse indicando Chirone.
Theo si voltò verso i compagni
- Dai ragazzi voi andate, io aspetto qui il prossimo-.
Dopo qualche rapida occhiata Mary intervenne
- Va bene, allora ci si vede tra poco Starlord-.
E si avviarono dentro l' ascensore che gli avrebbe condotti sull' Olimpo.
Il figlio di Artemide si appoggiò al banco e l' ultima cosa che vide mentre le porte si chiudevano fu Reyna che per esigenze di spazio si appiattì contro Edricksen, facendolo diventare rosso come un peperone e bello quanto Adone in persona.
Nel vederli a Theo scappò una risatina.
Ma per quanto fosse bella come cosa, aveva il timore che fosse solo una cotta temporanea.
E poi Reyna non sembrava molto interessata ad avere una relazione.
I suoi pensieri furono interrotti dalla porta principale che si apriva.
Entrò una ragazza, che subito si incamminò verso la reception.
Mentre camminava a passo sicuro, Theo si soffermò a guardarla: era una ragazza afroamericana alta, atletica, dai capelli scuri, lunghi e mossi e gli occhi neri.
Era vestita con abiti molto semplici: una maglietta bianca a maniche corte, jeans e scarponcini da trekking e non poteva avere più di sedici anni.
Non sapeva perché avesse attirato tanto la sua attenzione...
Forse era la sua collana piena di cristalli di vario colore e zanne di ogni sorta? Oppure per il fatto che fosse a maniche corte quando fuori faceva un freddo cane.
Perfino lui in quel momento stava indossando la sua felpa grigia sopra la maglietta del campo.
Appena fu vicina, Theo si mise al limite del bancone per permettere alla ragazza di parlare al receptionist, ma appena fu arrivata non disse una parola.
Si chinò e si mise a palpare il banco di marmo.
Il figlio di Artemide strabuzzò gli occhi.
Che diavolo stava facendo?
Il receptionist si affacciò per guardarla e nel mentre il suo sguardo si incrociò con quello di Theo.
Entrambi naturalmente erano esterrefatti.
- Emmm... signorina, posso aiutarla? -
La ragazza però non rispose, troppo intenta ad osservare il mobile.
Il receptionist allora si schiarì la gola e la tipa sembrò scuotersi
Alzò lo sguardo
- Oh, mi scusi tanto!-
Disse alzandosi e sorridendo imbarazzata.
- Che stava facendo?-
- Io? È che appena sono entrata non ho potuto fare a meno di notare che questo bancone di marmo bianco appartiene alla collezione francese Bourbon de Gurou. Volevo vedere se era un' imitazione-
Disse grattandosi la nuca e sorridendo imbarazzata.
- Oh... capisco-.
- Ah ah ah, che ci posso fare, adoro le piccole curiosità-.
E non appena il receptionist riuscì a guardarla bene ebbe come un sussulto.
La conosceva forse?
Comunque appena fu vicina a lui, Theo si rese conto di due cose: i suoi occhi erano verdi, ma di una tonalità talmente scura che in un primo momento gli erano sembrati neri e il suo corpo... sembrava sprigionare calore.
Attorno a lei l' aria sembrava essere più calda, ma forse si trattava solo di un' impressione.
La ragazza si appoggiò al bancone e fece per dire qualcosa ma appena vide Theo si bloccò.
Si mise a squadrarlo da cima a fondo e poi se ne uscì con:
- Tu sei un semidio, vero? -
Il figlio di Artemide spalancò la bocca
- Si, come fai a saperlo? -
Lei però non rispose e continuò
- Stai aspettando l' ascensore perché i tuoi sei amici lo hanno occupato, vero? -
Theo rimase di sasso.
Chi diavolo era quella?
- Io... si ... come hai fatto a...? -
- Ho visto le tracce dei respiri-.
- In... che senso? -
La conversazione fu interrotta da un "ding", segno che l' ascensore era tornato.
- Ehi, adesso puoi andare al 600° piano, accomodati-.
Theo ringraziò e mentre se ne andava salutò entrambi.
Ma mentre camminava non aveva smesso di guardarli e non appena il dipendente pensò di avere campo libero assunse un' espressione grave e turbata.
Si rivolse quindi alla ragazza.
- Allora ci sono novità? -
Lei sospirò, stanca
- Vuoi la notizia buona o la cattiva? -
- La buona? -
- Ho controllato: il bancone è originale-
Ma lo disse con tono strano, quasi come se avesse fatto quella battuta più per darsi forza che per far effettivamente ridere.
- Buono a sapersi. La cattiva? -
- La situazione in occidente è peggiorata... non so cosa stia succedendo, ma è grossa... devo salire subito e fare rapporto a Zeus-.
- Mi dispiace Fynn, ma gli dei sono occupati-.
- È una questione critica... quell' uomo sta risorgendo e... -
E fu l' ultima cosa che Theo sentì prima che le porte si chiusero.
- ( Ehi! Stavo ascoltando!!!) -
Pensò mentre cercava di aprire le porte a forza.
Si appoggiò al muro e rimuginò su quello che aveva sentito.
Quella tipa era di sicuro bizzarra, ma aveva l' aria di sapere di cosa stava parlando.
Dalle sue parole sembrava quasi che sapesse del risveglio di Chaos, ma un dettaglio diede da pensare a Theo: si era rivolta a lui definendolo un "uomo".
Che si riferisse a qualcun' altro?
Scosse la testa.
Non era il caso di perdere la concentrazione.
Prese un respiro profondo e aspettò che l' ascensore arrivasse a destinazione
-( Olimpo stai in guardia, arriva Theo Starlord!) -
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Quando fu arrivato al 600° piano le porte si aprirono e il ragazzino rimase a bocca aperta.
Davanti a lui c' era una scala di marmo sospesa nel vuoto che conduceva ad una città immensa ai piedi di quella che sembrava la cima di un colle anche essa in aria.
Camminò senza staccare gli occhi dal posto e una volta entrato fu come trovarsi in una città greca all' apice dello splendore.
Gente che girava in tonaca, ninfe, satiri, palazzi, colonne, anfiteatri, e mercati all' aperto erano in ogni dove e conferivano all' ambiente un' atmosfera frizzante e coloratissima.
Lievi melodie di lire e flauti insieme alle risate delle fanciulle e dei bambini riempivano l' aria.
Theo camminava in quel pezzo di paradiso, affascinato, visibilmente colpito ma anche spaesato, visto che non sapeva dove andare.
Stava per avviarsi al mercato per chiedere informazioni, ma qualcosa lo fece fermare.
- Theo! -
Disse una voce a lui familiare.
Lui si voltò e si accorse che in mezzo alla folla un ragazzo stava scendendo la strada per venirgli incontro.
Era un ragazzo di circa 15 anni, alto, estremamente attraente, dagli occhi verdi e i capelli rasati a zero. Indossava un parka d' oro, pantaloni neri e scarponcini da trekking.
- Fabrizio!? -
L' italiano si piombò addosso a Theo, abbracciandolo.
- È un mese che non ci vediamo-
Disse il cacciatore mentre si staccava.
- Anche io sono contento di vederti, ma tu che fai qui? Mi avevano detto che ai mortali non è concesso salire fin quassù-.
- Ho avuto un permesso speciale in quanto cacciatore di Apollo. Diciamo che sono un VIP-
Disse furbamente.
- Ma va la-
I due risero.
Theo intuì dalla presenza di Fabrizio che i cacciatori fossero già lì. E probabilmente c' erano anche le cacciatrici...
- Dimmi un pò... com' è la situazione lassù? -
Domandò mentre iniziavano a camminare.
- Gli dei si sono già riuniti e così abbiamo fatto anche noi e le cacciatrici, appena abbiamo visto Chirone e gli altri arrivare Mike mi ha mandato a cercarti visto che tu non conosci la strada-.
- Sei già stato qui prima? -
- Una volta, l' anno scorso. Una semplice formalità, Zeus voleva vedere i cacciatori-.
- E... senti... -
- Mh? -
- Lei... c' è? -
Dopo una frazione di secondo, Fabrizio alzò le sopracciglia
- Oh... -
Ci fu un breve silenzio da parte dell' italiano, ma poi ricominciò a parlare
- Si... lei si trova qui-.
Theo si sentì addosso una strana sensazione, ma non sapeva se fosse bella o brutta.
Era impaziente, ma allo stesso tempo avrebbe tanto voluto andare via.
Prese un respiro, imponendosi di calmarsi.
Dopo 5 minuti di camminata, Fabrizio condusse Theo all' inizio di una scalinata, dove alla fine di essa sorgeva un palazzo candido e gigantesco.
La casa degli dei.
Mentre salivano le scale, si accorse che 2 persone stavano scendendo.
Erano Mary e Edricksen.
- Ah, eccovi! Stanno aspettando tutti te Theo! -
Iniziò Mary, mettendosi le mani sui fianchi.
- Che vuoi che ti dica, avevo autografi da firmare giù in città. Sono molto popolare sai? -
Mary sembrava nervosa e seccata.
Era chiaro che essere lì non gli faceva piacere, idem per quanto riguardava Edricksen, il quale guardava verso il palazzo con sguardo torvo.
Chissà forse il figlio di Efesto era stato strapazzato da Era al grido di: MA QUANTO TI SEI FATTO BELLO?!?!
Cosa che fu confermata dalle tracce di rossetto che aveva sulla guancia le quali vennero prontamente rimosse dal ragazzone.
- Muoviamoci-
Disse Fabrizio.
I quattro allora ripresero a salire.
Ecco mancavano solo un centinaio di gradini...
Cosa avrebbe fatto?
Cosa avrebbe detto?
Sua madre che aspetto aveva?
Le domande martellavano nella testa di Theo e prima che se accorgesse erano praticamente arrivati.
Fu allora che le gambe gli si bloccarono.
Fabrizio non se ne accorse e continuò a salire ma Edricksen e Mary si fermarono a guardarlo.
Videro che tremava, sudava e aveva un' espressione vuota.
Ad entrambi si strinse il cuore nel vedere l' amico così.
Allungarono una mano verso di lui e Theo alzò un poco lo sguardo, per guardare i loro palmi.
- Insieme-
Dissero all' unisono.
Il figlio di Artemide fece vagare lo sguardo su entrambi e poi sulle mani.
Sorrise.
Aveva paura, ma non avrebbe permesso ad essa di divorarlo.
Perché una cosa la sapeva: non era da solo.
Afferrò le mani dei suoi amici armandosi di tutto il coraggio che aveva.
- Insieme-
Disse Theo.
Ed i tre salirono fin sopra la scalinata
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Gli dei dell' Olimpo.
Già a sentirli nominare Theo poteva intuire quanto fossero potenti e immensi.
Figurarsi trovarseli davanti!
Appena furono arrivati in cima i tre si ritrovarono in un altopiano circolare, senza pareti o soffitto, dove dodici troni tutti diversi tra loro erano disposti a U attorno ad un focolare. Ognuno di essi era occupato da una divinità diversa ed erano tutti intenti a parlare fra loro, ma non appena si accorsero di loro si zittirono e puntarono i loro occhi su di loro.
- Dite che è tardi per andare via? -
I ragazzi avanzarono e fu solo allora che Theo si accorse della presenza dei cacciatori e delle cacciatrici.
Vide Mike, Fabrizio, Talia e Jane, ma stranamente Samuel era assente.
Strano eppure lui era il fondatore dei cacciatori... perché mancava?
Che fosse malato?
Theo preferì non pensarci e si portò con gli amici accanto a Chirone e agli altri i quali intanto si erano messi davanti al trono più grande dove era seduto un signore con una folta barba grigia e un completo nero.
Doveva essere Zeus.
Mentre passavano, Mike e Talia salutarono Theo con un cenno del capo, sorridendo.
Questo gesto fece intuire al ragazzino che parlare a sproposito era probabilmente proibito per loro.
Esattamente sotto il trono di Zeus invece, c' era un' altro ragazzo ma non era come gli altri: era inginocchiato, vestito di stracci e incatenato al terreno.
Alzò lo sguardo e guardò Theo dritto in faccia.
- Jo... Joshua-
Sussurrò il Semidio.
L' altro sorrise raggiante appena lo vide e annuì.
Non era cambiato molto dall' ultima volta che lo aveva visto; le uniche differenze erano che i capelli erano diventati più lunghi e ispidi e che non indossava la tenuta da cacciatore di Apollo.
In generale sembrava star bene e questo fece tirare un sospiro di sollievo al figlio di Artemide.
Non appena si furono posizionati al fianco di Chirone, Zeus prese aria e parlò con voce profonda e solenne.
- Perfetto, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare-.
E fu allora che Theo si accorse che gli dei sembravano... In imbarazzo.
Non smettevano di muoversi a disagio sulle loro sedie e anche Zeus, nonostante il suo aspetto intimidatorio non poteva controllare i tic che aveva all' occhio.
Poteva immaginarsi il motivo: avere dei rinnegati sull' Olimpo, uno dei quali era anche il figlio di Artemide... Era chiaro che era strano un pò per tutti.
Però forse si sbagliava, perché in quel momento una dea seduta su un trono rosa, pieno di fiori e di una bellezza sconvolgente indicò il trio.
- Guardate che carini! Si tengono per mano! -
Fu solo allora che i rinnegati si resero conto di non essersi lasciati.
Si staccarono a disagio.
Quello si che era un inizio con i fiocchi!
Ma a Theo non importava di quello.
Perché c' era una dea che voleva vedere a tutti i costi.
Con molta fatica staccò gli occhi da quella che aveva capito essere Afrodite e fece vagare gli occhi sulla sala, impazientemente.
Si girò verso Talia, chiedendole aiuto con lo sguardo e lei capì al volo e con il capo indicò il trono subito dietro di lei.
Theo rimase immobile.
Era il momento.
Se avesse alzato di poco lo sguardo l' avrebbe vista.
Avrebbe visto sua madre.
Lentamente sollevò la testa e appena mise a fuoco l' immagine, rimase senza parole.
Su un enorme trono di tonalità bianca era seduta una donna alta cinque metri ( esattamente come gli altri dei) alta, snella, la pelle morbida e lucente, i capelli ramati e un diadema brillava sulla sua fronte.
Indossava una tonaca cerimoniale argento ed aveva una posa composta, stoica e fiera.
Fu in quel momento che i loro sguardi si incrociarono.
Per Theo non esisteva altro in quel momento.
Lui guardava lei.
Lei guardava lui.
I suoi occhi erano esattamente come i suoi e brillavano di una ferale e selvaggia tonalità grigio-argento, anche se a dirla lunga gli occhi della madre avevano in più una strana e quasi impercettibile sfumatura gialla.
Fu un momento intenso per Theo, ma già da lì sorse il primo problema: mentre il ragazzino era carico e si sentiva esplodere di emozione, Artemide lo fissava senza empatia, senza muoversi e con espressione vuota e fredda.
Sembrava quasi che non stesse guardando il figlio per la prima volta, ma un film che reputa terribilmente noioso, ma che è costretta a guardare.
Solo la voce di Zeus riuscì a riscuotere Theo e a fargli distogliere lo sguardo dalla madre.
- Dovreste sentirvi onorati, non capita spesso che dei rinnegati possano salire qui-
Disse lui.
Cos' era? Un tentativo per rompere il ghiaccio?
Theo avrebbe voluto rispondere, ma preferì lasciar fare a Chirone il quale nel frattempo gli si era avvicinato.
- Naturalmente signore-.
Intanto una dea, seduta accanto a Zeus agitò un boccale nella loro direzione.
Sedeva su un trono chiaro, affiancato da due pavoni e indossava una tonaca oro.
Theo la riconobbe: si trattava di Era
- Io comunque disapprovo completamente. Dei luridi rinnegati come loro non dovrebbero stare qui. Naturalmente non parlo di te Edricksen-.
Disse con tono carico di odio.
Alle sue parole un' altra divinità prese la parola.
Theo non l' aveva mai vista.
Era dura vedere il suo viso sotto l' elmo ma era alta, forte e dagli occhi grigi.
- Non sarebbero qui se non fosse importante. Questi semidei anche se rinnegati hanno portato a termine un' impresa e in più sono testimoni chiave per il caso di Joshua Armstrong-.
Che si trattasse di Atena?
Probabilmente era così...
La regina degli dei sbuffò e Zeus continuò il discorso
- Si faccia avanti colui che ha condotto l' impresa-.
Theo deglutì.
Stava parlando di lui.
Si girò a guardare Chirone, Mary e Edricksen e loro gli fecero cenno di non preoccuparsi e di parlare.
Fece un passo avanti
- Sono io vostra fulminosità-.
Il dio strinse i pugni.
Forse il nomignolo non gli piaceva?
Per un attimo Theo aveva pensato di rivolgersi a lui come "signor Pikachu", o " Babbo Pikachu" quindi poteva dire che gli era andata bene.
Zeus comunque fece finta di nulla
- Dichiara il tuo nome-.
- Theo Starlord, rinnegato... Figlio... Di Artemide-.
E gli atteggiamenti imbarazzati si intensificarono.
C' era chi tossicchiava, chi iniziava a pettinarsi i capelli, chi affilava compulsivamente la propria arma, ma il disagio era palpabile nell' aria.
Il ragazzino lanciò un' occhiata fugace alla madre e si accorse che ella era nella stessa posizione di prima.
Nessuna reazione.
Anzi... Se non fosse che ogni tanto sbatteva gli occhi, poteva passare quasi per una dea imbalsamata.
- Molto bene Starlord. Racconta tutta l' impresa e spiegaci per filo e per segno le vicende che sono successe con Joshua. Naturalmente dopo di te Mary Hopper e Edgar Edricksen faranno lo stesso-.
Il ragazzino prese un respiro
- Naturalmente signor Olimpo-.
___________________________________
Raccontò tutto.
E non fu affatto facile.
Mentre parlava era difficile mantenere la concentrazione con tutti quegli occhi addosso.
Forse focalizzare lo sguardo su di un dio in particolare lo avrebbe aiutato.
Ma quale?
Dopo un pò di ricerca il ragazzino si accorse che un dio biondo, bello e giovanile stava cercando di attirare l' attenzione del semidio.
Era Apollo!
Vederlo fece sentire subito meglio Theo.
Si scambiarono uno sguardo e il dio del Sole alzò i pollici in segno di appoggio.
E quasi senza rendersene conto aveva già finito.
Le uniche cose che aveva omesso erano l' incontro con Samuel e Chaos.
Dopo il racconto Zeus rimuginò un poco e poi fece segno a Edricksen e Mary di procedere con le loro versioni.
Mentre i compagni parlavano a Theo tornarono in mente le parole di Zoe.
Doveva cercare di portare la conversazione sul risveglio di Chaos, ma come?
Purtroppo i compagni avevano finito di parlare e Zeus si appoggiò sullo schienale della sedia.
- Da quel che ho potuto sentire... Joshua Armstrong ha commesso un crimine. Non ha scusanti, qualcuno può negarlo? -
Diamine!
Avendo escluso Samuel dal racconto gli Olimpi non potevano sapere il motivo che ha spinto il cacciatore a compiere il furto.
I suoi amici lo guardarono preoccupati.
Se fossero continuati su quella strada Joshua sarebbe stato punito severamente.
Non sapeva bene cosa dire ma doveva intervenire e con un pizzico di furbizia avrebbe pure spostato la conversazione su Chaos.
- In verità signore... Io posso-.
Gli olimpi lo fissarono nuovamente e uno di loro, un colosso nerboruto seduto su un trono fatto di armi e ferro disse:
- Cosa vorresti dire, rinnegato? -
- Chiedo umilmente il permesso di aggiungere un dettaglio alla mia deposizione-.
I suoi amici sgrabuzzarono gli occhi, rivolgendo lo sguardo verso il loro amico come a voler chiedere: cosa stai architettando?
Ginevra, Reyna e Atena invece lo guardavano con semplice curiosità.
Gli dei intanto si erano messi a parlare tra loro ma Zeus zittì tutti con un gesto della mano.
- Spiacente rinnegato, ma hai già detto quello che dovevi dire-.
Fu però interrotto da un omone seduto accanto a lui.
Era sgraziatamente seduto su un trono blu e costellato di conchiglie.
Gli occhi verdi, il sorriso da piantagrane, la pelle abbronzata... Non serviva un genio per capire che quello era Poseidone, dio dei mari e padre di Percy.
- Suvvia fratello, questo è un processo. Se può dire qualcosa che può aiutare a ricostruire i fatti allora che parli! -
- Per una volta sono d' accordo con lui-
Intervenne Atena
- Tanto nel caso mentisse sarebbe facile per noi capirlo-.
Zeus fece vagare lo sguardo su entrambi e con un leggero sospiro fece cenno a Theo di parlare.
- Credo che Joshua fosse controllato da qualcuno-.
- Cosa? -
Disse Zeus.
Il dio si chinò in avanti per vedere meglio il semidio
- Spiegati meglio-
Theo deglutì
- ( Ora o mai più!) -
Pensò cercando di farsi coraggio
- Vede ho motivo di credere che stia succedendo qualcosa... C' è qualcuno che sta agendo nell' ombra e non è amico nostro. È stato lui a controllare Joshua e a fargli compiere il misfatto-.
- Hai delle prove? -
Domandò Zeus.
Theo sorrise.
Sperava che lo dicesse
- Eurito. Gea ormai è sconfitta e nonostante tutto i suoi figli ancora circolano... Qualcuno sta architettando qualcosa-.
Gli dei, I suoi amici, le cacciatrici, i cacciatori lo fissavano e pendevano dalle sue labbra.
Aveva ragione.
Diede uno sguardo ad Artemide, ma ancora una volta non manifestò emozioni.
Cominciava a trovare fastidioso quell' atteggiamento...
L' unica che ancora lo guardava storto era Atena, che a quanto pareva non gli aveva creduto.
- E sentiamo, perché non le hai dette fin da subito queste cose?-
Cavolo, era sveglia!
Ma Theo non si perse d' animo.
- Perché ero convinto che Joshua ve lo avesse già detto. È naturale che nella sua situazione fosse la prima cosa che avrebbe detto. Ma a quanto pare mi sono sbagliato, mea culpa-.
Gli dei presero a conversare.
C' era un gran brusio in sottofondo e Joshua guardava Theo come se avesse voluto saltargli addosso e baciarlo.
A conversazione finita, Zeus si rivolse nuovamente a lui.
- E sentiamo un pò... Secondo te chi sarebbe questa persona? -
Il figlio di Artemide, prese un leggero sospiro
- Veramente... Speravo che me lo diceste voi... Insomma non vi viene a mente proprio nessuno? -
E il dio dei fulmini sgranò gli occhi e serrò la mascella mentre guardava il ragazzino.
Aveva capito.
Zeus aveva capito che Theo sapeva di Chaos e che stava cercando di fargli ammettere che era risorto.
- Si... Effettivente... -
Disse una dea.
- Ci sarebbe... Cha... -
Iniziò Poseidone.
Zeus però si alzò in piedi infervorato e subito il cielo di riempì di fulmini.
- Cosa vorresti insinuare rinnegato!!! -
- Niente divino Zeus! Volevo solo... -.
- BASTA!!! NON VOGLIO SENTIRE ALTRO!!! -
Gli altri dei si alzarono allarmati e per la prima volta vide Artemide muoversi.
Ella infatti si frappose tra Zeus e le sue cacciatrici, quasi a volerle proteggere.
- Fratello calmati! -
- QUESTO RINNEGATO NON HA PIÙ IL PERMESSO DI PARLARE!-
- Ma tutto ciò che ha detto.. Tutto quello che sta succedendo... Non possiamo negare l' evidenza. Ti prego padre, sii ragionevole-
Azzardò Atena.
- SUPPOSIZIONI! NIENT' ALTRO CHE STUPIDE SUPPOSIZIONI DETTE DA UNO SPORCO RINNEGATO POI! -
Urlò facendosi uscire delle scintille dalla bocca.
Il cielo prese a tuonare ancora più forte.
- NE ABBIAMO GIÀ PARLATO NELLA RIUNIONE CHE ABBIAMO FATTO PRIMA DELL' ARRIVO DI QUESTI DANNATI SCARTI!!! QUINDI VE LO RIPETERÒ PER UN' ULTIMA VOLTA E POI NON VOGLIO PIÙ SAPERNE!!! -
Disse violentemente tutto d' un fiato
- CHAOS. NON. STÀ. RISORGENDO!!! -
E tornò a sedersi, ma la sua collera non sembrò affievolirsi
- QUESTA CONVERSAZIONE È STATA INUTILE! IL VERDETTO PER JOSHUA NON CAMBIA!!! HA FATTO UN TORTO ALL' OLIMPO E PER QUESTO LA DEVE PAGARE!!!-
E quasi a voler fare un favore a Zeus, qualcuno sparò un raggio d' energia rossa che andò a colpire in pieno Joshua.
Il ragazzo urlò e venne portato verso l' alto dalla vampata energetica.
- JOSHUA!!!-
Urlarono i cacciatori
La situazione precipitò.
Gli dei si voltarono a guardare l' entrata.
Mary, Talia, Edricksen, Frank e Reyna estrassero le armi.
I cacciatori erano accorsi per aiutare Joshua ma Chirone aveva urlato loro di non avvicinarsi a lui.
Theo intanto aveva volto lo sguardo verso l' entrata per vedere chi avesse colpito il suo amico.
Vicino alle scale una giovane ragazza dai capelli biondi, gli occhi rossi e la tonaca dello stesso colore, agghindata con piccoli fiori rosa aveva la mano destra alzata dalla quale fuoriusciva il raggio di poco prima.
Theo la riconobbe immediatamente
- L... Lissa-.
La dea della rabbia recitò una cantilena e dopo qualche secondo l' energia si estinse e Joshua cadde a terra svenuto.
- OH, NO! -
Gridò Fabrizio.
Tutti corsero verso il cacciatore per accertarsi della sua situazione.
Tutti tranne Theo, il quale fissò la scena, come pietrificato.
Si voltò a guardare Lissa
- Che cosa hai fatto? -
Chiese sconvolto.
Lei sbuffò e poi sorrise come una bimba, ma in un certo modo riusciva ad apparire minacciosa e spietata.
- Uffa... Non mi saluti nemmeno? -
A Theo partì un nervo.
La afferrò per la tonaca e per poco non la sollevò di peso
- Dimmi che cosa hai fatto!!! -
Lei parve divertita ed esaltata dalla rabbia del giovane, ma comunque rispose alla domanda
- Ho rinnegato Joshua... Da adesso anche lui è uno scarto-.
Il figlio di Artemide lasciò andare lentanente la presa, sconvolto
- Ma quindi tu... Sei... -.
Lissa annuì
- Si... Sono la madre di Joshua-.
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Buon ciao bimbi☺️
SANTI DEI CHE FATICA!!!!
Sto capitolo è stato un parto😭
Ma spero comunque che vi piaccia
Joshua a quanto pare non è sfuggito alla legge ed è stato punito.
Povero😂
Spero comunque che vi sia piaciuto e che vi abbia divertito.
C' è stata anche l' entrata in scena di un nuovo personaggio: Fynn
Se pensate che sia fuori come un terrazzo avete ragione😂
Chissà di chi è figlia? 🤔
...
Vediamo se qualcuno lo indovina nei commenti😂
Mi scuso anche per aver caricato il capitolo un pò in ritardo ma mia cugina si è recentemente sposata e sono stato occupato con i preparativi❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Detto questo vi saluto.
Mettete la stellina, commentate e perché no scrivetemi una critica se ce l' avete.
Buon ciao bimbi☺️
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