II: Edricksen e Chirone mi fanno diventare pazzo

Reyna Avila Ramirez Arellano.
Quel nome era saltato fuori molte volte nei racconti di Apollo, ma non sapeva molto su quella ragazza a parte l' essere pretore del Campo Giove assieme a Frank e aver preso parte alla missione dei 7, portando l' Athena Partenos al Campo Mezzosangue.
Dopo l' impresa, parlando con Edricksen aveva saputo che durante il loro scambio d' identità l' aveva incontrata nel campo romano e aveva avuto modo di parlarci, ma non era mai sceso nei particolari.
Spinto dalla curiosità, si girò verso l' amico, che intanto stava camminando accanto a lui, in quel mare di persone.

- Senti Edricksen, ti posso chiedere una cosa? -

- Certo-.

- Quando hai parlato con Reyna al campo romano, come ti è sembrata? -

Il figlio di Efesto distolse lo sguardo.
Sembrò pensarci attentamente e la sua risposta sulle prime stupì Theo.

- Era terribilmente affascinante-.

- Che? Davvero? -

- Si, davvero-.

Theo strabuzzò gli occhi, ma poi sorrise furbamente.
- Ulala e sentiamo un pò com' era fatta? -

- Non lo so. C' era troppo buio in quel momento-.

- Ma hai appena detto che era una tipa affascinante-.

- Non dicevo del suo aspetto. Quando ha parlato era così autoritaria e carismatica, ma in qualche modo ho capito che c' era anche un lato dolce... Non lo so, c' era qualcosa di magnetico in lei. Onestamente ho proprio voglia di vedere come è fatta-.

Theo sorrise.
Era bello vedere che Edricksen dicesse quelle cose, ma poteva perdersi un' occasione del genere per prenderlo in giro?
Assolutamente no.

- Ti sei innamorato di lei-.

- C... cosa? Certo che no! Era attraente ma... -.

- Sei arrossito-

Il che era anche vero...
Il povero figlio di Efesto incrociò le braccia e non riusciva a sostenere lo sguardo dell' amico, ma allo stesso tempo un sorriso apparve sulle sue labbra.
Proprio in quel momento, Mary si affiancò ai due.

- Ehi, di che state parlando? -

- Oh, Mary la sai l' ultima?-

- No, cosa è successo?-

- Edricksen si è preso una bella cotta-.

- THEO!!! -
Urlò il ragazzone.

- Ma è una cosa dolcissima! Chi è la fortunata? -

- Reyna-.

- Ma davvero? -

- No! Theo dice solo bugie! -

- Ma sei tutto rosso! -

- Non è vero! -

Theo e Mary risero, mentre Edricksen distribuiva loro pugni sulle braccia.
Dopo poco il corteo rallentò, formando un cerchio attorno ad un gruppetto stretto di persone e quando si accorsero di essersi fermati i tre si fecero largo nella folla, fino ad arrivare al cuore della parata.
Giunti davanti a tutti, Theo vide Percy, Annabeth, Piper, Jason, Frank e Hazel che parlavano amichevolmente con una ragazza di sedici anni.
Era alta, slanciata e dalla carnagione scura. I suoi capelli erano lucidi come l' ossidiana, raccolti in una treccia che gli cadeva su una spalla e nonostante i tratti del suo viso fossero dolci e femminili, il suo sguardo da pantera suggerì a Theo l' idea che fosse una tipa tremendamente tosta.
Quello che più colpiva il ragazzino era che era agghindata come se dovesse andare in guerra, visto che sopra i jeans e la maglietta viola, indossava un' armatura d' oro e un mantello viola gli cadeva sulla schiena.
Mentre parlava con i veterani, un sacco di ragazzi romani si avvicinavano per salutarla e lei ricambiava con un leggero sorriso.
Theo si accorse distrattamente che nonostante l' avesse salutata, Reyna aveva categoricamente ignorato Jason.
Chissà perché...
E poi il pretore si accorse di lui e gli andò incontro.
Quando fu di fronte a lui, incrociò le braccia e accentuò il sorriso.
Nello stesso momento, tutte le ragazze si voltarono a guardare dalla sua parte con occhi stralunati, ma non ci badò.

- Theseus Starlord, buongiorno. Mi fa piacere rivederti-.

Theo deglutì.
A quanto pareva nessuno l' aveva messa al corrente di quello che era successo.
Poteva parlare tranquillamente con lei, ma Apollo aveva precisato che era meglio non farle sapere che sapeva il suo cognome, perché le avrebbe dato fastidio.

Alzò la mano in segno di saluto
- Ciao Reyna. Senti è un pò imbarazzante ma questa è la prima volta che ci vediamo-.

Il pretore alzò leggermente un sopracciglio
- Che intendi dire? -

Il figlio di Artemide si mise a raccontare del piano che aveva attuato per smascherare il ladro misterioso e dello scambio che era avvenuto.
La ragazza ascoltava in silenzio e quando ebbe finito sembrava leggermente sorpresa.

- Se quello che dici è vero con chi ho parlato al Campo Giove? -

- Con il mio amico Edricksen-
Disse indicando il ragazzone accanto a lui.

Reyna girò lo sguardo verso il figlio di Efesto e appena lo vide sgranò gli occhi e arrossì.
E solo in quel momento Theo realizzò che praticamente tutte le ragazze avevano lo stesso sguardo e guardavano tutte verso Edricksen.
Francamente non ne capiva il motivo, ma il quadro generale gli fu chiaro quando pure lui si voltò verso l' amico.
Si accorse che il suo viso era cambiato.
O meglio... era sempre la sua faccia ma era talmente imbellita da farlo sembrare un figlio di Afrodite o uno di quei supermodelli che vedeva ogni tanto sulle riviste.
E la cosa più strana era che l'espressione di Edricksen era praticamente la stessa di quella di tutte le altre ragazze.
Che diamine stava succedendo?
La prima che sembrò darsi una svegliata fu Reyna, la quale dopo aver scrollato un pò la testa, assunse un' espressione che non la facesse sembrare una rimbambita.

Si schiarì la voce con un colpetto di tosse
- Quindi sei tu Edgar Edricksen. Piacere di conoscerti-.

A sentire il suo nome, il giovane fu come riscosso ed iniziò a balbettare
- Co... co... cosa? I... io...-.

Reyna alzò un sopracciglio.
- Che ti prende? -

Infatti.
Cosa poteva essere successo a Edricksen?
Per sua fortuna Theo fu abbastanza tempestivo da rispondere.

- Una maledizione! Ha litigato con un figlio di Apollo e lo ha colpito con un sortilegio, per cui non può parlare bene-.

Il figlio di Efesto rimase imbambolato, mentre Reyna continuava a guardarlo, con uno sguardo che non dava a Theo la possibilità di capire se avesse creduto o no alla sua bugia
- Oh, questo spiega tutto. Ora avrei piacere a scambiare due parole con Chirone. Mi auguro che la maledizione passi presto. Ci vediamo-.

E si diresse verso Percy, per farsi guidare all' interno del campo.
Mentre si allontanavano, la folla che si era creata andava loro dietro e dopo neppure un minuto non era rimasto più nessuno a parte Theo, Mary e Edricksen.
Il figlio di Artemide guardò l' amico: aveva ancora l' espressione stralunata e fissava la direzione in cui era sparita Reyna ma la sua faccia era tornata normale.

- Quindi... mi spieghi cosa... -.

- Lei deve essere mia-
Disse senza neppure guardarlo.

- Cosa? -
Dissero all' unisono Theo e Mary.

- Reyna! Deve essere mia! -

- Piano, piano, piano! Non ti sembra di esagerare? Ci hai parlato solo 2 volte e l' hai vista ora per la prima volta-
Intervenne Mary, alzando le mani.

- Non mi interessa!!! Io... io... devo sapere se è fidanzata! -
Disse prima di iniziare a guardarsi attorno.

E quando avvistò un ragazzo con la maglia viola si precipitò verso di lui.

- TU!!! -
Disse a gran voce.

Il romano quando si vide arrivare addosso un ragazzone di 181 cm per 90 kg assunse un' espressione che fece capire a Theo i suoi pensieri: " Quel bestione ce l' ha con me?.... SI! CE L' HA CON ME!!!"
Edricksen lo afferrò per le spalle e cominciò a scuoterlo violentemente

- EHI!!! SAI SE È FIDANZATA?!?! -

- MA... MA... -.

- SI O NO?!?! -.

- AMICO, IO NON SO NEMMENO DI COSA TU STIA PARLANDO!!! -

- DI REYNA!!! PORCA GEA!!! -

Alla faccia delle difficoltà sociali!
Theo e Mary accorsero e afferrarono un braccio ciascuno, tirandolo via dal povero romano, il quale poté riprendere fiato.
I due ragazzini si scambiarono uno sguardo a metà tra il sorpreso e il preoccupato.

-( Edricksen è diventato pazzo) -
Pensarono entrambi.

Il figlio di Efesto però era notevolmente forte e con uno strattone si liberò dalla presa degli amici, ma pareva essersi calmato un poco.

- Allora? È fidanzata o no, Reyna? -

Il romano sembrava molto infastidito dalla situazione ( e come dargli torto?), ma rispose comunque
- No, lei è single. Lo sanno tutti-.

- Da... davvero?! Ma allora ho una chance! -
Disse sembrando la persona più felice del mondo.

E dopo aver abbracciato ( o meglio, stritolato) il romano se ne andò nella direzione dove erano andati Reyna e tutti gli altri.

Theo e Mary rimasero lì, imbambolati.

- Ma quello che ho appena visto... l' ho visto veramente? -
Domandò Mary.

- Temo di si. Il nostro Edricksen si è innamorato-
Disse mentre si incamminava anche lui.

- Dove vai? -

- Gli vado dietro. Quello è capace a fare un casino con Reyna se non lo aiuto. Tu non vieni?-

- Non posso, devo tornare ad allenarmi e poi senza offesa, ma ho la sensazione che questa storia andrà sempre peggio-.

- Non posso darti torto, augurami buona fortuna-.

E si incamminò.

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- Oh... guardala Theo. È come vedere un sogno che ha preso vita. È così composta elegante e fiera. I suoi movimenti sono lenti e armoniosi ma allo stesso tempo anche decisi, sembra di star ammirando un raro e bellissimo animale esotico. Lei... sembra una dea.

- Edricksen... sta solamente mangiando una brioche-.

- Si, ma lo stà facendo come una dea! -

I ragazzi in quel momento si trovavano seduti al tavolo di Artemide e stavano osservando il pretore romano, che stava facendo colazione con le altre ragazze al tavolo di Ermes.

- Cosa dovrei fare secondo te? -

- Con Reyna? Intanto potresti smetterla di osservarla e basta-.

- Forse hai ragione, sembriamo dei maniaci-.

- No, tu sembri un maniaco. Io sono la voce della ragione che sta cercando di farti accorgere che è da prima che ti stai comportando da vero psicopatico-.

Edricksen fece per controbattere, ma poi chiuse la bocca e sembrò pensarci su
- Hai ragione... ma è stato un vero colpo di fulmine. Prometto che non farò più roba strana-
Disse mentre accanto a lui un orologio a cucù iniziava a montarsi per conto proprio, avvolto in una leggera luce verde.

- Così mi piaci-.

- Ma come posso fare? Tu come ti comporteresti al posto mio? -
Domandò guardando l' altro con aspettativa.

Theo deglutì.
Cosa poteva dirgli?
Nonostante fosse molto carino, non aveva successo con le donne e in vita sua non era mai stato fidanzato.

- Bhè... cerca di essere il più naturale possibile e sii limpido quando parli-.

- Ma è più o meno lo stesso consiglio che mi hai dato per fare amicizia...-.

Ahia...
E adesso come ne usciva?
Per fortuna una voce alle loro spalle, attirò la loro attenzione.

- Potere interessante, sei tu a fare questo? -

I due si girarono.
In piedi, di fronte al tavolo di Artemide, un ragazzo di circa 15 anni, stava guardando i suoi occupanti. Theo lo squadrò da cima a fondo: era un ragazzo alto ma terribilmente magro, con i capelli biondo paglia lunghi fino alle spalle, legati in una coda di cavallo e un paio di occhi color ghiaccio. Indossava una maglietta del campo Giove e un paio di jeans con sopra una tonaca bianca e la sua vita era decorata da una corda, su cui era legato un pugnaletto di oro imperiale.
Il figlio di Artemide sapeva chi era quel ragazzo: si trattava di Tiberio, il nuovo augure del campo Giove.
Aveva sentito parlare di lui da Frank e Hazel i quali gli avevano sempre detto di stare alla larga da lui, visto che essendo fratello minore dell' ex augure Ottaviano poteva manifestare comportamenti simili ai suoi.
Effettivamente da quando era stato eletto ( per discendenza obbligatoria, ovviamente) aveva subito spinto per ottenere il comando della prima coorte e sapeva che faceva pressioni anche al senato per questioni a lui ignote.
Theo ovviamente aveva sentito parlare di Ottaviano e sapere che Tiberio era suo fratello minore gli bastava per tenerlo alla larga.
Cosa che effettivamente aveva fatto, fino a quel giorno.
Il ragazzo comunque li guardava con espressione stanca, quasi annoiata, ma nel suo sguardo Theo riuscì a percepire della curiosità.

- Sei un figlio di Vulcano, vero? -

- S... si, ma sarebbe Efesto-
Rispose Edricksen con una punta di timidezza.

- Ah, giusto-
Disse portandosi una mano alla fronte
- Voi siete dei graecus. Vulcano diventa Efesto, Marte diventa Ares... non mi ci abituerò facilmente-.

Theo corruggiò lo sguardo.
Non gli piaceva per nulla il modo in cui aveva usato la parola " graecus", ma si sentiva paziente e lasciò correre.

- Noi non ci siamo mai presentati, vero? -

- No, infatti-.

- Io sono Theo Starlord, figlio di Artemide, mentre lui è Edgar Edricksen, figlio di Efesto-

Il ragazzone sorrise, allungando una mano.

Tiberio però non la prese, continuando a guardarli come se fosse un pesce lesso
- Non vi dimenticate niente?-

- Che intendi? -

- Rinnegati! Dovete dirlo quando vi presentate, così da far capire a chi vi stà parlando chi ha davanti-
Disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Ok, era ufficiale, odiava quel tizio.
Anche Edricksen sembrava irritato dal suo modo di parlare e dopo un leggero ringhio chiese:

- E sentiamo, tu chi diamine dovresti essere? Il figlio del dio degli spaventapasseri? -

- Io direi piuttosto di quello delle spaventapassere, Edricksen-.

Il figlio di Efesto e quello di Artemide batterono i loro pugni assieme.

Tiberio però sembrava non essere stato minimamente toccato dalle loro parole e gonfiò il petto, fieramente
- Sono felice che lo abbiate chiesto. Io sono Tiberio Turino, discendente di Apollo e augure del campo Giove-.

Appena sentì la parola "augure" Edricksen per poco non si strozzò
- Augure?! Ma quindi tu conosci Reyna! -

- Naturalmente-.

Il figlio di Efesto sembrava aver perso tutta l' irritazione
- Allora ti prego siediti e parliamo. Mi servono informazioni-.

Theo fece per controbattere.
L' idea che quel tipo si sedesse al suo tavolo non gli piaceva per nulla, ma qualcosa attirò la sua attenzione.
Ad una decina di metri di distanza, Chirone stava passeggiando in direzione della Casa Grande.
Era sorridente e con le braccia tenute dietro la schiena, salutava con un cenno tutti i ragazzi che incrociava.
A Theo tornò a mente Zoe e di come gli avesse detto che Chirone conosceva suo padre.
Ma se così fosse stato, perché non gli aveva ancora detto nulla?
Mentre quei pensieri lo attanagliavo, si accorse che Reyna, Annabeth e tutte le sue amiche erano lì davanti a loro.

- Ehi, ciao ragazzi-
Esordì il pretore.

Nel sentire la sua voce, Edricksen sussultò e assunse di nuovo le sembianze di un modello.
Intanto lo sguardo di Tiberio si incrociò con quello del pretore.

- Reyna-
Disse freddamente.

- Tiberio-
Continuò lei con altrettanta ostilità.

L' aria era pesante e la prima a capirlo fu Piper, che subito cercò di dire qualcosa
- Di cosa stavate parlando? -

L' augure romano sorrise malignamente.
Durante la sua conversazione, Edricksen non gli aveva detto che gli stava chiedendo informazioni su Reyna perché aveva una cotta, ma la reazione che aveva avuto dopo il suo arrivo gli permise di fare due più due.

- Il vostro amico qui si è preso una bella cotta-
Disse mentre si alzava.

- Davvero? Ma è fantastico, chi è la fortunata? -

Edricksen arrossì di colpo e rimase zitto, abbassando lo sguardo.

Tiberio accentuò il sorriso
- Poverino, non sa come fare. Ha bisogno di qualche consiglio secondo me-
Disse mentre andava via.

- Dove vai? -
Chiese Hazel.

-Al santuario di Zeus. Ho oracoli da consultare e peluche da fare a pezzi. Buon divertimento-
E se ne andò con uno strano sorriso sulle labbra.

Le ragazze intanto si sedettero al tavolo, sembravano molto disponibili e cominciarono a fare diverse domande sulla cotta del figlio di Efesto.
Era evidente che vedere Edricksen che fino a poco tempo prima era così schivo e apatico, manifestare emozioni del genere faceva loro molto piacere.
L' unica che sembrava non essere a proprio agio tra le ragazze era proprio Reyna.
Evidentenente non amava parlare di quell' argomento, ma anziché andare via, si era messa a sedere, forse per stare di più con le amiche o per pura curiosità.
Onestamente Theo non stava prestando molta attenzione a loro.
Era troppo occupato a seguire Chirone con lo sguardo.
Lo vide entrare nella Casa Grande e quando la porta sbatté alle sue spalle, il ragazzino si alzò dal tavolo.

- Devo andare-.

- Dove? Non vuoi restare qui a parlare? -
Chiese Piper.

- Non posso, mi spiace. Ho una cosa molto importante da fare. Usate tranquillamente il tavolo di Artemide-.

Edricksen lo stava supplicando con lo sguardo e a Theo dispiaceva veramente doverlo abbandonare ma era più deciso che mai.
Si avviò verso la Casa Grande, lasciando l' amico, circondato dalle ragazze.
Si sarebbe fatto perdonare più tardi, ma in quel momento voleva solo una cosa: la verità.

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Ormai era arrivato sulla soglia della Casa Grande.
Dall' interno dell' enorme edificio azzurro non provenivano né luci né rumori e per un attimo ipotizzò che Chirone fosse uscito, ma appena provò a bussare, una voce disse:

- È aperto-.

Theo prese un respiro e varcò la soglia.
Da quando era al campo aveva frequentato poco quel posto, ma doveva ammettere che l' arredamento gli piaceva un sacco.
Le pareti erano costellate di rigogliose piante verdi, tra cui facevano capolino quadri, maschere tribali, armi antiche e vecchie foto.
Di fronte al camino c' erano un paio di poltrone in pelle e sopra di esso Seymour il leopardo osservava la situazione.
In un angolo invece, di fronte ad un vecchio cabinato di Pacman, Chirone era seduto sulla sua sedia a rotelle e stava armeggiando con delle carte sulla sua scrivania di mogano pregiato.

Il centauro alzò lo sguardo e quando lo vide sorrise
- Oh, buongiorno Theo, hai bisogno di qualcosa? -

- Io... bhè si, vorrei parlarti di una cosa-
Disse insicuro.
Ora che era davanti a Chirone aveva perso tutto il coraggio.

Il centauro intuì il suo stato d' animo
- Perché non ti siedi? -

Theo si diresse verso una delle sedie di fronte alla cattedra, facendo attenzione a non avvicinarsi troppo a Seymour.
Quando era stato lì la prima volta, Percy e Annabeth gli avevano assicurato che era innocuo, ma tendeva a non fidarsi più di tanto di un animale selvaggio.
Una volta seduto, Chirone mise a posto le sue scartoffie e incrociò le mani sulla scrivania.

- Allora Theo? È successo qualcosa? -
Disse con aria rassicurante.

Il figlio di Artemide però non trovava un modo per dirlo e quindi decise di vuotare il sacco, nella maniera più diretta che c' era
- So che mio padre è Atteone-.

A sentirlo, il centauro si irrigidì di colpo e serrò la mascella, quasi come se la parola " Atteone " suscitasse in lui lo stesso effetto di una maledizione.

- Sinceramente non so di cosa parli-.

- Chirone, ti prego! Ho vissuto allo sbando fino a oggi e ho sempre creduto che i miei fossero morti o che mi avessero abbandonato e ora che so che entrambi sono vivi, voglio solo trovarli, per cui se sai qualcosa... qualunque cosa... ti prego, dimmela-
Disse con un tono più fragile di quanto volesse.

Il centauro guardò oltre Theo e si alzò lentamente, palesando la sua parte equina.
Si diresse verso la finestra e il ragazzino percepì che fosse un invito implicito a seguirlo.
Quando li si affiancò, lo guardò in faccia: aveva un' espressione estremamente grave e turbata e la poca luce che arrivava da fuori, a causa delle tendine lo faceva sembrare molto più anziano.

- Si è vero. Io conoscevo tuo padre-
Disse senza guardarlo.
- Ti meriti di sapere tutto. Ma ti avverto: quella che ti dirò adesso è la mia versione dei fatti, non la verità assoluta. Purtroppo ci sono molte cose che neppure io conosco-.

- Va bene, Chirone. Ti ascolto-.

Il centauro prese un respiro
- Ti ricordi di Abante vero? -

Come dimenticarsi di lui.
Abante era uno dei guardiani della Crocea Mors e durante l' impresa aveva cercato di ucciderli, ma dopo essere stato sconfitto da Mary era diventato loro amico.
Ma cosa c' entrava lui con suo padre?
- Si, certo-.

- Devi sapere che tuo padre esattamente come Abante è un uomo fuori dal suo tempo. Lui infatti è nato quasi 3000 anni fa-.

Theo rimase a bocca aperta
- Ma... come può essere?! -

- Non lo so, Theo. Comunque lui non era una persona normale. Hai con te il tuo coltello? -

Il ragazzino annuì e prese l' arma, che teneva alla cinta.

- Passamelo-.

Lui lo fece e quando lo ebbe tra le mani, lo fisso amaramente come se fosse la lapide di un vecchio amico
- Questo coltello...sai come si chiama?-

Arrossì di colpo.
Quell' arma era stata una compagna preziosa, al pari del suo arco Stella Cadente, ma non aveva mai pensato a dargli un nome.
Si limitò a scuotere la testa.

- Il suo nome è "Anapnus". In greco antico significa " respiro "-
Disse mentre se lo rigirava tra le mani
- Questo coltello apparteneva a tuo padre-.

- A... a lui? Era suo? -

- Si, vedi tuo padre... -
Chirone chiuse gli occhi, con le labbra tremanti
- Tuo padre insieme a Eracle, Achille, Perseo, Aiace, Teseo e Giasone... Faceva parte del mio circolo ed era un eroe dell' Olimpo-.

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Troppe.
Le domande che in quel momento galleggiavano nella mente di Theo erano talmente tante che quasi non riuscì a parlare.
Suo padre?
Un eroe dell' Olimpo?
Molti ragazzini potevano dire di avere un padre astronauta, pompiere o altro.
Lui poteva andare in giro e dire: Ehi sfigati! Mio padre è un eroe dell' Olimpo!
Ma la cosa non lo consolava affatto...

- Co... co... cosa? -

- So che è difficile da credere-.

- Allora mio padre era come noi. Lui era un semidio-.

- No, Theo. Il Semidio era tuo nonno e padre di Atteone: Aristeo, figlio di Apollo. Tuo padre era solo un discendente-.

Discendente di Apollo?
Quella nuova informazione interessò molto Theo e per un attimo riuscì a fare mente locale.

- Aspetta un attimo, questo significa che io sono figlio di Artemide... e discendente di Apollo? -

- Esatto-.

Sentì il suo cuore un pò più leggero.
Almeno ora il mistero del messaggio Iride era svelato.
Chirone intanto si era voltato a guardarlo.

- Sai, in tutta la mia vita ho istruito centinaia... migliaia di giovani e me li rammento tutti. Quando guardo te, me lo ricordi tantissimo-.

- Da... davvero? -
Non sapeva perché, ma essere paragonato al padre gli scaldava il cuore.

- Si. Lo conobbi perché avevo addestrato anche tuo nonno. Una mattina Aristeo me lo portò, chiedendomi se lo potevo allenare e francamente ero scettico. Quel bambino non era come tutti gli altri: era indisciplinato, chiassoso, non ascoltava quasi mai e per quanti sforzi facesse non riusciva a tenere in mano una spada. Francamente agli inizi non lo avevo cacciato solo perché Aristeo era un mio carissimo amico-.

- Così sembra che avesse solo difetti.. -.

- All' inizio lo credevo anche io. Ma più il tempo passava e più mi rendevo conto delle qualità di Atteone: era leale, coraggioso, cercava di fare sempre la cosa più giusta e nonostante fosse poco maturo era dotato di un' insolita intelligenza. Ben presto si distinse nel tiro con l' arco, diventando uno dei cacciatori più temuti della Grecia. Dopo dieci anni di allenamento intensivo, era pronto per diventare un eroe e svolse diverse imprese per l' Olimpo-.

Theo ascoltava in religioso silenzio
- Ma Chirone, lui e mia madre..-.

- È questo il problema. Non so come possano averti concepito. Non hanno mai avuto rapporti se non qualche conversazione... e poi... -.

- E poi?-

- Vedi Theo, Artemide ha giocato un ruolo chiave nella vita di tuo padre, ma non nella maniera in cui pensi tu-.

- Cioé? -

- Lo ha ucciso-.

- Cosa?!?!?! -

- Si, Theo. Quel giorno Atteone stava cacciando assieme ai suoi cani nella foresta e dopo aver vagato per un pò finì sulle sponde di un laghetto, dove Artemide e le sue cacciatrici stavano facendo il bagno. Artemide è molto permalosa su queste cose e quando si accorse di lui lo trasformò in un cervo e subito dopo... fu sbranato dai suoi stessi cani-.

Theo sentì ogni suo globulo rosso gelarsi
- No... -.

- Fui io a trovarlo e seppellirlo. Dopo il funerale non ho più sentito parlare di lui, fino a qualche settimana fa, quando Apollo è venuto a trovarmi e mi ha informato non solo che Atteone era resuscitato, ma che aveva pure generato un figlio con la stessa Artemide. Tu-.

Chirone restituì Anapnus a Theo, quasi come se all' improvviso tenerlo in mano rappresentasse un dolore
- Non so altro. Te lo giuro sullo Stige-.

E calò il silenzio.
All' interno della mente del ragazzino c' erano talmente tante emozioni che fu sorpreso di non essere ancora scoppiato.
Era dura da digerire, e questo Chirone lo capiva bene.
Si abbassò e gli mise le mani sulle spalle.

- Theo, so che è un momento difficile, davvero. Nessuno dovrebbe affrontare quello che stai passando tu, ma sono certo che incontrerai tuo padre e ti racconterà tutta la verità-.

Un pò fiacco come discorso.
Ma come dargli torto?
Era chiaro che la condizione di Theo non fosse una delle più comuni.

Chirone si sforzò di sorridere
- E ora vai a svolgere le tue attività. Domani saremo sull' Olimpo. Cerca solo di non pensarci-.

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Cercare di non pensarci?
La faceva un pò troppo facile.
Dopo essere uscito dalla Casa Grande Theo era andato a svolgere le sue attività, ma visto il suo stato d' animo non riuscì a godersele a pieno.
I suoi amici a cena gli avevano chiesto cosa avesse, ma lui gli aveva liquidati dicendo che aveva mal di testa.
Non aveva voglia di raccontare loro tutto.
In quel momento di trovava nella cabina di Artemide e guardava il soffitto senza pensare a nulla.
Non riusciva a dormire.
Dopo la storia di Chirone il suo umore era cambiato in peggio.
Non era triste. Più che altro si sentiva turbato.
Non solo ora sapeva tutte quelle cose strane sul padre, ma il giorno dopo sarebbe andato sull' Olimpo e avrebbe visto sua madre.
Si alzò dal letto, si mise le scarpe e indossò la felpa di Freddy.
Sarebbe uscito a fare una passeggiata. Tanto con l' invisibilità attiva le arpie non gli avrebbero dato fastidio.
Una volta pronto, varcò la soglia e camminò lungo il viale delle case.
Aveva le mani in tasca e guardava basso, mentre sopra di lui le arpie volteggiano per tutto il campo.
Da come ringhiavano sembravano agitate per qualcosa, ma Theo non ci fece molto caso.
Cercava di non pensare a tutto quello che era successo, ma più provava ad allontanare i cattivi pensieri e più quelli tornavano ancora più insistenti. Però non si sarebbe dovuto preoccupare.
Perché successe qualcosa che di botto gli fece dimenticare tutti i problemi.
Quando svoltò l' angolo e si affacciò sul prato accanto alla cabina di Ecate vide letteralmente l' ultima cosa che si sarebbe mai aspettato.
In mezzo alla cabina e all' altare di Bellona la statua gigante di bronzo di una ragazza in armatura troneggiava sulle altre strutture e guardava Theo con sguardo severo.
Appena la vide al ragazzino per poco non prese un infarto.

- Ma cosa diavolo... !?!?!-

Mentre guardava la costruzione si pizzicava una guancia, per vedere se era solo un sogno e si chiese chi poteva averla fatta.
Sapeva che Jason era diventato un sacerdote e in quanto tale si era preso la briga di far costruire un gran numero di santuari ( come appunto quello di Bellona), ma dubitava fortemente che fosse opera sua.
Poi dopo qualche secondo si rese conto di due particolari piuttosto... Inquietanti.
La statua aveva le sembianze di Reyna!!!
E da dietro di essa Theo vide che qualcosa emanava una luce verde.

- Oh, no... ditemi che non è vero... -.

Fece il giro, sperando con tutto il cuore di essersi sbagliato, ma purtroppo non poteva avere più ragione.
Appena fu dietro vide Edricksen, seduto sopra un' impalcatura fatta di rottami, intento a dare qualche ultimo ritocco alla nuca.
Sopra la loro testa le arpie cercavano di attaccarli, ma venivano costantemente respinte da degli ingranaggi che volavano loro addosso, dando così al figlio di Efesto la possibilità di lavorare tranquillo.

- Edricksen! -
Il ragazzone sussultò e si voltò, ma Theo era invisibile e non riuscì a vederlo.
Quando il figlio di Artemide si palesò, il suo amico tirò un sospiro di sollievo.

- Oh, sei solo tu Theo. Che fai qui? Dovresti essere a letto-.

- Cosa ci faccio qui...? COSA CI FACCIO QUI?!?! EDRICKSEN COSA STAI COMBINANDO?! -

- Oh, questa? È per Reyna, ti piace? -

Theo digrignò i denti
- Lo avevo capito che era per lei, ma come ti è venuta in mente una cosa del genere?!?! -

- Vedi, oggi quando sono rimasto con le ragazze, Piper mi ha detto che alle donne piacciono i tipi che sanno sorprenderle, per cui eccomi qui-
Disse indicando la statua
- Non vedo l' ora di vedere la faccia che farà-.

Theo non ci poteva credere.
Possibile che fosse così indietro con i rapporti sociali? Ok che di solito i figli di Efesto non erano proprio le anime della festa, ma almeno non se ne uscivano con queste cose.

- NO! NON CI CREDO EDRICKSEN! NON PUOI DIRE SUL SERIO!!! -

- Qual' è il problema? -

- IL PROBLEMA È CHE HAI COSTRUITO UNA STATUA DI REYNA ALTA 15 METRI!!! -
Disse mentre diventava rosso e la vena sulla fronte iniziava a pulsare.

- Ok, va bene non c' è bisogno di urlare-.

- NON STÒ URLANDO!!! -

Stava urlando.
E forte anche.
Non era neppure arrabbiato con Edricksen, semplicemente quel giorno ne aveva passate talmente tante che i suoi nervi erano crollati.

Theo prese aria, cercando di calmarsi
- Edricksen. Quando Reyna si sveglierà e vedrà tutto questo, come credi che si sentirà? -

- Emm... corteggiata? -

- No, morirà di imbarazzo e poi cercherà il responsabile per farlo a pezzi-.

- Ma... io... -.

- Pensaci, ti sembra una cosa normale? -

Il figlio di Efesto ci pensò e fece vagare lo sguardo prima sulla statua e poi sulle arpie.

- Oh no... che cosa ho fatto?! -

- Almeno hai capito lo sbaglio-.

- Diamine! Dopo aver parlato con le ragazze ero talmente fiducioso che non ho pensato alle conseguenze-.

- Non ti preoccupare, dopotutto non ci ha visto nessuno. Smonta tutto e...-

Edricksen si lasciò scappare un' urletto impanicato.
Il sole stava sorgendo e presto il campo avrebbe visto la statua.

Il ragazzone era diventato bianco come un cencio per il panico
- Oh miei dei! Si sveglieranno e vedranno tutto! Reyna mi odierà per tutta la vita!-

- Mantieni la calma e smonta tutto-.

- Non farò mai in tempo-.

I due ragazzi si misero a pensare presi dall' ansia.

- Theo! Non puoi renderla invisibile con i tuoi poteri?! -

Il figlio di Artemide aprì e chiuse la bocca.
Poteva?
Non aveva mai provato ad usare il suo potere su altre cose.
In teoria doveva riuscirci, dopotutto i suoi vestiti diventavano invisibili con lui.
Appoggiò le mani sulla statua e nel farlo si taglio una mano con una lastra ancora tagliente.
Vide il sangue che scorreva sul bronzo e dopo essersi concentrato al massimo il liquido sparì... assieme a tutta la statua.
Proprio in quell' istante i semidei uscirono dalle loro case per iniziare la giornata ed Edricksen ebbe il tempo di saltare giù dall' impalcatura, smontandola nel mentre.

Si avvicinò all' orecchio di Theo
- Sei il mio eroe! -

- Quanto ti ci vuole a smontare tutto? Ho paura che se tolgo le mani il potere si annulla-.

Il ragazzone non ebbe il tempo di rispondere che una voce diede loro il buongiorno.
Si girarono e videro tutti i loro amici.
Edricksen cercò con tutte le sue forze di evitare lo sguardo di Reyna.

- Allora? Vedo che Edricksen è pronto, ma tu Starlord sei ancora in pigiama-
Disse Annabeth.

I due cercarono di sembrare disinvolti.

- Pronti per cosa? -
Chiese Theo con un sorriso a 32 denti.

Poi, come un fulmine un pensiero lo colpì: era il solstizio d' inverno. Gli dei li stavano aspettando per il processo.

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Buon ciao bimbi e bimbe☺️

Finalmente.
Finalmente abbiamo scoperto uno dei misteri più grandi di tutta la serie, che è riuscito a tenere sveglie migliaia di persone per molto tempo..........
Ovviamente parlo del cognome di Ottaviano🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣.
E abbiamo fatto pure la conoscenza di Ottaviano 2.0: suo fratello minore Tiberio.
Preciso subito che Tiberio si chiama così perché condivide il nome con Tiberio Augusto che appunto è stato il successore dell' Imperatore Ottaviano Augusto.
Per quanto riguarda Turino, l' Ottaviano storico si chiamava Thurinus di cognome e quindi ho scelto di prenderlo e di italianizzarlo in Turino.
Però alzo le mani: non ho mai fatto latino a scuola, per cui potrei aver fatto un passaggio sbagliato🤔🤔🤔.
Sorratemi se ho sbagliato plz😅😅😅😅😅😅😅
E poi è nata una nuova ship: la Reycksen ( Reyna × Edricksen)
Vi piacciono insieme?
Adesso si sono giustamente visti poco, ma secondo me possono essere davvero pucciosi insieme.🥰🥰🥰🥰
E poi pure Reyna ha diritto di avere qualcuno e che cazzo😎
È il mio personaggio femminile preferito quindi col cavolo che la lascio sola🤣🤣🤣🤣.
Come non menzionare poi le vicende del padre di Theo.
A quanto pare il nostro protagonista è un figlio di Artemide e discendente di Apollo.
Purtroppo manco Chirone sapeva troppo....
Che sarà successo in realtà con suo padre?
E che succederà sull' Olimpo?
Lo scopriremo vivendo e leggendo.
Soprattutto la seconda.
Buon ciao bimbi e bimbe😊

P. S Che poi no... Afrodite aveva detto a Reyna che non avrebbe mai trovato l' amore in un Semidio... Ma Ottaviano non lo era.... Era un discendente........................

OH MIEI SANTISSIMI DEI LA REYTAVIANO POTEVA ESSERE CANON!!!!!!!!!!!!!!! 😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱😱

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